Se questo è un uomo...
A tutto si abitua quel vigliacco ch'è l'uomo.
La brutale vicenda di Anny Yolande Horowicz... piccola francese di 9 anni uccisa nelle camere a gas di Auschwitz. |
Il fumo saliva lento
Nel freddo giorno d'inverno
E adesso sono nel vento
La breve vita di Anna Frank... Qui, nella clip di corriere.it, si vede la ragazza affacciata alla finestra della sua casa di Amsterdam nel 1941... |
Anna e la sorella Margot vengono deportate nel campo di concentramento di Auschwitz, nella bassa Polonia... sfortuna nella sfortuna volle che, con l'approssimarsi delle truppe sovietiche che libereranno Auschwitz il 29 gennaio del '45, furono fra le migliaia di prigionieri trasferiti nel campo di detenzione di Bergen-Belsen, nella bassa Sassonia... dove arriveranno dopo un viaggio terribile durato tre giorni, probabilmente nell'ottobre del '44, stipate in un carro bestiame pieno di deportate malate... sfortuna nella sfortuna volle che entrambe furono fra le 35.000 vittime di tifo che moriranno a Belsen nei primi mesi del'45... Anna e Margot furono sopraffatte dal tifo esantematico tra febbraio e marzo 1945, poco prima della liberazione del campo da parte degli Alleati, avvenuta il 15 aprile del 1945!?! |
Le ultime settimane di vita di Anna Frank e della sorella Margot...
L'immagine della speranza nel giorno della liberazione del campo di detenzione di Belsen... |
"Auschwitz era l'inferno, ma un inferno perfettamente organizzato, senza il minimo disordine: chi moriva spariva subito; chi si ammalava gravemente anche; chi era gassato non gridava" Ha successivamente testimoniato Renata L.A, per il giornale Ernst Shnabel "Il crematorio fumava senza tregua, i reticolati erano carichi di elettricità, ma potevamo lavarci. Si riusciva a vivere in attesa di essere uccisi. A Belsen non si riusciva neppure a vivere. Non c'era appello né ordine né sorveglianza né cibo né acqua né speranza. Si arrivava là, ci si sedeva per terra e c'era da aspettare solamente una cosa: morire."
Vi racconterà la sua interiorità di adolescente, gli screzi con i compagni di prigionia, i suoi sogni e le sue speranze di diventare una scrittrice. La maturazione della ragazzina, nel tragico frangente della prigionia, è rapidissima: Anna esprime anche uno sguardo sulla guerra, sul destino del popolo ebraico, sul ruolo della donna nella società.
Per la sua straordinaria forza e per il suo impatto umano e spirituale il Diario ha conosciuto una immensa diffusione. Tradotto e ristampato in centinaia di migliaia di copie, è forse il più famoso dei testi che raccontano la tragedia degli ebrei. Ne sono stati tratti anche numerose traduzioni cinematografiche. La vicenda della adolescente prigioniera china sulle pagine del suo diario rimane ancora oggi un simbolo indelebile e sconvolgente della Shoah.
Dire che il nazismo fu una follia, un caso teratologico di abnorme bestialità, è in parte un assolverlo, attribuendogli la mezza nobiltà della malattia. Fu, piuttosto, un aggregato di potere, cui l'occasione fu offerta dal desiderio di rivalsa non di un solo maniaco ma di un gruppo di mediocri pieni di livore, di frustrati intellettuali figli della mezza cultura e favoriti da una sciagurata coincidenza di coordinate spazio-temporali, di circostanze economiche, diplomatiche e ideologiche. [...] possiamo assimilare il nazismo alle grandi organizzazioni criminali diffuse oggi nel mondo [...]. [...] il nazismo fu la trionfante volgarità dei pizzicagnoli e dei ragionieri falliti.
La vita umana non aveva valore, perché i mostri camminavano liberi sulla terra e potevano disporre di "materiale umano" senza limiti. Freddo e solitudine non lasceranno mai le mura dei lager, così come il lamento dei sofferenti e di chi attendeva la morte come un dono.Il fumo dei camini, l'odore acre della distruzione resteranno sempre come un'ombra nera sull'Europa e sul mondo, che dopo la fine della guerra ha dovuto portare il peso dell'indifferenza,
by Rosella Reali
Tito Lucrezio Caro
Simon Wiesenthal, 31 dicembre 1908 – 20 settembre 2005
Elie Wiesel
Gli occhi di questa creatura sono offesi.
Non ha avuto modo di capire che vivere è anche gioia. La sua breve vita gli ha mostrato morte, dolore, cattiveria.
Ha visto quanto l'uomo può trasformarsi in bestia.
Non c'è speranza per loro.
Non c'è più vita.
Dopo questa foto, in tanti, verranno accompagnati in una camera a gas e moriranno.
E noi ci aspettiamo che queste cose siano solo "il passato".
Invece non è così.
Sia in occidente che in oriente l'uomo politico obbedisce al Dio denaro, al Dio potere... e i bambini vengono uccisi per vari raggiri politici, pedine di una democrazia che non esiste e, per questo, Dio non ci perdonerà... e neanche i bambini.
Wilhelm Brasse fu il fotografo di Auschwitz: ritrasse molti bambini, molte donne, molti uomini.
Un prelievo dell'identità forzato.
Uno svuotamento della dignità, prima di essere accompagnato nella camera a gas.
Wilhelm Brasse dovette obbedire.
Qualcuno dice "pur di non obbedire, mi sarei tolta la vita".
Io non saprei...
[ Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso.]
Primo Levi, da Se questo è un uomo
Siamo figli di quell’Europa dove è Auschwitz: siamo vissuti in quel secolo in cui la scienza è stata curvata, ed ha partorito il codice razziale e le camere a gas. Chi può dirsi sicuro di essere immune dall’infezione?
Come mia indole personale, non sono facile all’odio. Lo ritengo un sentimento animalesco e rozzo, e preferisco che invece le mie azioni e i miei pensieri, nel limite del possibile, nascano dalla ragione.
Appendice, in Se questo è un uomo, 1976
Se questo è un uomo è sicuramente il romanzo che ha reso celebre Primo Levi. Si tratta di un memoriale, la testimonianza diretta di Levi e dei suoi drammatici giorni nel lager di Auschwitz.Il testo non nasce come documento di denuncia, bensì come testimonianza e monito per e generazioni future e per tutti nel non dimenticare un avvenimento così sconvolgente. Lo stesso Levi dichiarò che il libro era nato fin dai giorni di lager per il bisogno irrinunciabile di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi ed è scritto per soddisfare questo bisogno. L'opera, durante la sua genesi, fu comunque oggetto di rielaborazione. Al primo impulso da parte di Levi, quello di testimoniare l'accaduto, seguì un secondo, mirato ad elaborare l'esperienza vissuta, il che avvenne grazie ai tentativi di spiegare in qualche modo l'incredibile verità dei lager nazisti.
La lettera inedita
Il quotidiano La Stampa pubblicò una lettera inedita di Primo Levi a una bambina di allora di 11 anni, Monica Perosino. La bimba, dopo aver seguito la lezione su Primo Levi ed aver letto la poesia "Se questo è un uomo" che fa da introduzione al libro, scrisse una lettera a Levi, chiedendogli "Perché nessuno ha fermato l'orrore?... i tedeschi erano cattivi?". Lettera alla quale Levi rispose così:
"Piuttosto che di crudeltà, accuserei i tedeschi di allora di egoismo, di indifferenza, e soprattutto di ignoranza volontaria, perché chi voleva veramente conoscere la verità poteva conoscerla, e farla conoscere, anche senza correre eccessivi rischi".
Aristotele.
è anche di chi, potendo impedire che lo si faccia,
non lo impedisce.
Tucidide
Zygmunt Bauman
C'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l' eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C'è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Joyce Lussu
Coretta Scott King
Facendo finta di niente."
Primo Levi
Primo Levi
Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo.
A tutti auguriamo una madre e una compagna con l'animo di Etty Hillesum...
Etty Hillesum, da Diario
ogni dolore è una fortuna;
sul piano spirituale soltanto.
Emil Cioran
E Dio non è nemmeno responsabile verso di noi per le assurdità che noi stessi commettiamo: i responsabili siamo noi! Sono già morta mille volte in mille campi di concentramento. So tutto quanto e non mi preoccupo più per le notizie future: in un modo o nell’altro, so già tutto. Eppure trovo questa vita bella e ricca di significato. Ogni minuto.
Ma se l’uomo vive, muore la sua anima.
E "desiderare l’immortalità
è desiderare la perpetuazione in eterno di un grande errore".
Arthur Schopenhauer