Le carnali voglie degli "dèi"...

[e così anche per gli antichi dèi...]
Le donne non erano che odori. 
Innanzitutto odori, esclusivamente degli odori, mi piaceva solo l'odore, le riconoscevo dall'odore, le ricordavo per l'odore, le lasciavo per l'odore.
Le bionde erano una pasta frolla e tiepida, le brune profumavano di curry e legno bruciato, le rosse evocavano la cannella e la terra bagnata dopo la pioggia...
Renaud Meyer

Illustrazione Apollonia Saintclair

[intendendo per dèi, semplici esseri con capacità straordinarie...]

personaggi con qualità e poteri sovrumani ma che, allo stesso tempo, possedevano difetti tipici degli umani. Facili all’ira, spesso invidiosi e gelosi uno dell’altro. I loro divertimenti preferiti erano le trame di palazzo e le burle. Spesso e volentieri le loro storie personali si intrecciavano con quelle degli umani non solo nelle vicende amorose, ma anche in quelle in cui gli uomini si combattevano per vincere una guerra.


[…] gli dèi, pensabili finché se ne stanno nascosti, 

diventano impensabili e assurdi non appena si lasciano vedere.
Alberto Savinio, "Narrate, uomini, la vostra storia"

[DÈI EXTRATERRESTRI]
E intendere che la nostra anima, così come il mondo e i suoi fenomeni, altro non sono che un grande teatro in cui compaiono maschere che inscenano rappresentazioni sempre inedite, meravigliosamente impreviste. Maschere a cui diamo nomi divini.
È un taglio, una luce particolare che ci restituisce lo sguardo di ciascuno degli dei: dodici prospettive dagli dei olimpici, molti altri sguardi dai demoni e dagli dei ctoni. Gli dei sono un modo di dire il mondo: sono i nomi degli dei che devono darci prova, nel campo attuale dell’esperienza, della vitalità della loro potenza, pena la loro decadenza e la nostra ‘conversione’ a dispositivi di nominazione del mondo più efficaci. I nomi degli dei sono chiamati a meritarsi onore e considerazione ricordandoci, uno per uno, le molte e diverse prospettive di senso sul mondo.


"In principio era il verbo. 
No, in principio era il sesso."
Antonio Gramsci

Prima degli dei olimpici troviamo i Titani, dèi primordiali...
Gli stessi, capeggiati da Crono (Saturno romano), spodestarono il loro padre Urano che, man mano che venivano alla luce, li gettava nel Tartaro...

Apollonia Saintclair 750 - 20170919 Le premier contact (Contact)
"Le premier contact"
illustrazione Apollonia Saintclair
E al tempo di Yared, nato a 465 anni dal suo progenitore Adamo e coevo con lo stesso e con altri centinaia se non migliaia di adamiti, ci fu la grande discesa... nei testi apocrifi dell'Antico Testamento, in particolare nel Libro dei Vigilanti, si parla della discesa dei 200 angeli ribelli con a capo Semeyaza: e tra le centinaia di femmine adamite ne scelsero quante ne vollero. 

E lo studioso medievale Rashi, nel suo commento alla Genesi, spiega il significato del termine "belle": il termine verrebbe utilizzato per significare che, quando le figlie degli adamiti facevano bella una donna la adornavano affinché, entrata nel baldacchino nunziale, un potente la raggiungeva e la possedeva per primo. Avete presente "lo jus primae noctis" di memoria medievale? Quindi i figli di dio entravano e le possedevano per primi! Ma se le prendevano anche come mogli... se le prendevano anche solo come semplici compagne... si prendevano persino maschi e animali!!!
immagini tratte dalla serie tv "Game of Thrones"



Insomma, quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero...






C'erano sulla terra i giganti a quei tempi e anche dopo... qua
ndo i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi.
Genesi 6,1-8



[così come gli antichi dèi] 
Ci innamoriamo dei corpi, nemmeno dei visi, ma dei corpi.
Già solo per questo meriteremmo di stare soli a vita.



Gli antichi dèi crearono l'uomo... 
si racconta che a nessun altro animale vivente è concesso di avere una crescita, ininterrotta e continua per tutta la vita, di una folta capigliatura... 
dal punto di vista pratico la lunga capigliatura non avrebbe nessuna funzione specifica ma una funzione essenzialmente estetica: gli antichi dèi gradivano la vista delle folte capigliature 
femminili...  Tanto che nei primi secoli dopo Cristo molti padri delle Chiesa non si facevano alcuno scrupolo nello scrivere che nelle assemblee le donne dovevano indossare il velo perché gli “angeli” [ndr antichi dèi, alieni!?] 
che erano presenti si eccitavano sessualmente 
nel vedere i capelli delle giovani ragazze.

Una “curiosità” rilevata anche dallo studioso Luigi Moraldi (esperto dei rotoli del Mar Morto): nel codice conosciuto come il Documento di Damasco, si narra che le donne indossavano il velo nelle assemblee per non eccitare sessualmente gli “angeli” 
[ndr antichi dèi, alieni!?] 
che presenziavano gli incontri.

[così come per gli antichi dèi]
  Tutti i peccati danno dipendenza, 
e il punto terminale della dipendenza è ciò che viene chiamato dannazione.
Wystan Hugh Auden



E già la sessualità umana, nel suo peccato originale, è un gran casino...  poi arrivano loro, gli dèi, e tutto diventa puro caos in un universo panico, sanguigno, eroticissimo; storia di un destino universale senza pietà, di procreazioni mortifere, di ripetizioni malefiche dove i figli non possono che uccidere il loro padre e dove, soltanto a poco a poco, le femmine e le madri si libereranno e a loro turno diventeranno salvatrici o assassine per procura. 

[un tripudio di sesso tra padri figlie zii...]
E allora «Prendi la cosmogonia esiodea. 
Rielabora la sacralità del mito attraverso una sessualità ora lazzarona e grottesca, ora sedotta dagli archetipi junghiani, ora ricondotta alla visione senza filtro, quasi ancestrale, tipica dell’infanzia. Sulla scena sfilano, intrecciandosi, Zeus nei panni di un sublime don Giovanni dei beati regni; i divini parricidi di Urano e Crono; Ermete intento a frugare nella vagina di Semele; Era, urlante, emblema della gelosia più viscerale; Dioniso diviso tra satiri, menadi e il miracolo del vino; Pasifae e il toro, metafora della complessità dell’Eros; le tre furie Aletto, Tisifone e Megera con Amaltea, la ragazza dalle grandi corna da capra. E ancora Titani, Ciclopi, Centimani, la pietra di Delfi che splende isolata, il monte Nisa e le stragi di demenza felice, le Amazzoni e Panèma-tutto sangue. 


Nell'Olimpo tutto è solo sessi smisurati, fontane di sperma, vagine esuberanti ruscelli di sangue ribollenti tra mestruo e delitto, il vitale e il mortale; menzogne, diffidenza e tradimento, incesto e parricidio
Crono uccide suo padre, Urano sposa la propria sorella Rea e mangia i suoi figli; Zeus, figlio di Urano, avvelena il genitore e poi inghiottendo Metis, sua prima amante, diviene contemporaneamente padre e madre mettendo al mondo Atena, dèa della Ragione e della Saggezza. Siamo lontani qui dai primi capitoli della Torah, e il Libro della Genesi, malgrado le sue violenze, potrebbe apparirci quasi saggio». In questa genesi laicamente pagana che si macchia del mistero dell’inconscio, nulla è lasciato alla propria fantasia non potendo noi far altro che proiettarci in gigantesche, continue panoramiche degli inseguimenti e coiti divini in ogni mito, in una vertiginosa descrizione di sessi portentosi, unioni in ogni forma animale e umana, eiaculazioni ed effusione di sperma divino, sempre radiosamente generatore di vite. In una ripetizione narrativa concentrica e infinita, che sembra consegnarci un “effetto Sisifo” senza conclusione. Vano è il tentativo disperato che ha sempre caratterizzato l’uomo di tutte le epoche di rintracciare una traccia del divino su questa terra, dove sangue e sesso sono più veri di oracoli e profezie e si fanno terra madre per la radici di ogni immaginazione.» 
freeform by Barbara Cangitano

Sull’ultima terrazza si trovava il tempio del dio Marduk, suddiviso in varie stanze come se si trattasse della dimora reale della divinità. La  descrizione di Etemenanki da parte dello storico greco Erotodo, per quanto non accurata e di seconda o terza mano, è la prima che cita un rito compiuto all’interno del tempio di Marduk: secondo Erodoto, ogni notte una giovane donna scelta come “sposa di Marduk” condivideva il letto con la divinità all’interno del tempio di Etemenanki.

ph Tim Haylock

[ anche gli dei e le dee sono schiavi della carne...]

avevano qualità e poteri sovrumani, ma allo stesso tempo possedevano difetti tipici degli umani. Facili all’ira, erano spesso invidiosi e gelosi uno dell’altro.

I loro divertimenti preferiti erano le trame di palazzo e le burle. Spesso e volentieri le loro storie personali si intrecciavano con quelle degli umani non solo nelle vicende amorose, ma anche in quelle in cui gli uomini si combattevano per vincere una guerra.


Persino Giunone (l'Era greca), dea del matrimonio, ebbe relazioni extraconiugali con conseguenti figli al seguito. Dall’unione con Crono, Issione ed Eurimedonte generò rispettivamente Efesto, Centauro, Pasitea e Prometeo.


Emma Thompson & Justin Kirk
“Angels in America” (Mike Nichols, 2003).


E la potente dea Inanna (l'Iside egizia, l'Afrodite greca)... inquieta viaggiava tra Unug-Ki e Aratta insoddisfatta dei domini a lei concessi. Non riusciva a perdonare Marduk per l'uccisione dell'amato Dumuzi... il suo desiderio di amore non era ancora stato saziato! Nel sacro recinto di Unug-Ki creò La Casa del Piacere Notturno (Gigunu). Qui attirava con dolci lusinghe giovani eroi la sera delle loro nozze. 



Prometteva loro una vita lunga e felice... 
al mattino ciascuno di loro giaceva morto nel suo letto. 


Patrona di tutte
le emozioni quali amore, gelosia, gioia, dolore,
timidezza ed esibizionismo, fino alla passione,
l’ambizione e la generosità, Inanna fu eternamente giovane, dinamica, fiera, sensuale e libera. Una variante del suo nome è Ninnanna, che significa regina del cielo. E’ anche chiamata Ninsianna quale personificazione del pianeta Venere. 
 Molti furono i nomi attraverso cui il suo culto si diffuse trasformandosi: Ishtar, Iside, Neith, Meti, Astarte, Cibele, Afrodite, Brigit. Tuttavia tutte le dee che vennero dopo di lei vengono descritte come molto meno potenti di quanto lo fosse Inanna. 

Fra le tante, Afrodite ebbe una relazione anche con il potente dio Poseidone... 



Nella sua forma di  Afrodite Urania, nell'Antica Grecia era la dea dell'amore, della bellezza, del desiderio e di tutti gli aspetti della sessualità: poteva indurre sia gli dèi che gli uomini a relazioni illecite, grazie al suo aspetto di rara bellezza e alle sue parole suadenti.


Legami di percezione |  Nofar Horovitz
ph Nofar Horovitz


La potenza divina di Afrodite è l'amplesso, non solo quello "legittimo" poiché «qualunque attività umana può assumere una dimensione sacrale; e l'amplesso è sacro in quanto vi si manifesta "la forza"  che congiunge l'elemento maschile con l'elemento femminile, impersonato da Afrodite». 

Dall'amore con il mortale Anchise ebbe Enea, eroe troiano da cui discenderebbe la linea di sangue che creerà Roma... o meglio sarebbe dire che il popolo latino fece risiedere le proprie origini nella dèa Afrodite (l'Inanna sumera, Ištar assiro*babilonese )...


Afrodite, che fu anche amante di Poseidone, con in mano il suo tridente ?

E Apollo ed Hermes (gli Apollo e Mercurio latini) abusarono della bellissima Chione nello stesso giorno... il messaggero degli dèi (oltre ad essere, tra le altre,  dio dell'inganno, dei ladri, dei truffatori, dei bugiardi..) decise di fare sua la fanciulla non appena la vide, addormentandola con la bacchetta che infondeva il sonno; mentre Apollo si unì alla fanciulla sorprendendola nella notte di quello stesso giorno. Così, in un solo giorno Chione rimase incinta di due gemelli, Autolico e Filammone, figli rispettivamente di Mercurio e di Apollo. Autolico fu famoso per la sua capacità di rubare senza essere sorpreso nonché di essere stato il nonno di Ulisse che, guarda caso, con l'inganno riuscì ad espugnare Troia.
Chione ebbe l'impudenza di affermare che fosse più bella della sorella gemella di Apollo... venne punita da Artemide (la Diana latina) per la sua superbia: ebbe la lingua trafitta da una freccia, e morì. 

con gli dei, sempre a plenilunio va a finire...

E Nettuno (il Poseidone greco), dio del mare, come suo fratello Zeus, vanta una lunga lista di amanti, sia tra le Dee (tra cui Afrodite, Anfitrite, Calice, Clito, Demetra, Cea, Melia, Medusa etc…), sia tra ninfe e donne mortali (come ad es. Alope, Amimone, Autiope, Arene, Aretusa, Cenide, Cerebia, Chione, Enope, Etra, Europa, etc…).
Il dio Poseidone era insopportabile. Capriccioso, irascibile e vendicativo, non perdeva mai occasione per dimostrare il suo potere distruttivo. Ne sapevano qualcosa gli Achei, che vivevano nel terrore delle sue ire: il dio con il suo tridente scuoteva i monti e le valli del Peloponneso, faceva tremare le città dei Troiani ... Persino il fratello Ade saltò dal suo trono in preda alla paura temendo che la furia di Poseidone aprisse la terra fino agli inferi, mostrando agli uomini, mortali e immortali, la via per il suo regno.

Secondo alcune leggende Poseidone stuprò Etra, regina di Atene da cui nacque il famoso Teseo, futuro decimo re di Atene...
E poi lo stupro di Medusa... originariamente una splendida fanciulla, l'unica mortale delle tre sorelle Gorgoni. La sua bellezza aveva attirato l'attenzione del dio del mare, Poseidone, che l'avrebbe violentata in un tempio sacro di Atena. La dea, per vendicarsi dell'affronto, trasformò la Gorgone in un mostro... e

E Poseidone (Nettuno per i romani), fratello maggiore di Zeus sedusse Alope, figlia del re Cercione che, per tutta risposta la murò viva lasciandola morire. 
Come successe alla vestale Rea Silvia quando fu abusata dal dio Marte, generando poi il fondatore di Roma, avendone come punizione, per l'abuso subito, quello di essere seppellita viva)... 

[Poseidone stupra la sorella Demetra]
E Poseidone una volta inseguì la sorella Demetra, dea dell'agricoltura, che aveva assunto l'antico aspetto di dea cavallo. Demetra tentò di resistere alla sua aggressione, ma neppure confondendosi tra la mandria di cavalli del re Onkios riuscì a nascondere la propria natura divina; Poseidone si trasformò così anch'egli in uno stallone e si accoppiò con lei. Demetra fu letteralmente furibonda  per lo stupro subito..

[Ade, Poseidone per i romani, stupra la nipote Persefone]
La stessa Demetra che, distrutta per la scomparsa della figlia Persefone (rapita e, novità delle novità, violentata da Ade, il dio degli inferi) ritrovò il sorriso solo grazie alla tresca con Baubò, giovane donna "con occhi da capezzoli e bocca da vagina." Con questa amabile bocca prese a intrattenere Demetra [con storielle piccanti]. 
Fin quando Baubò si alzò la veste e mostrò “per intero un luogo del corpo per nulla decente”.
Quel che successe poi, tenendo conto che Baubò divenne la dea dell'oscenità, 
è demandato all'immaginazione...
immaginazione che vola sempre a quote altissime...

E la felicità tornò.
E quel gesto di sollevarsi la gonna per mostrare la propria vulva  divenne Anásyrma, vero e proprio rituale apotropaico.


E poi il dio Ares (il Marte latino) che, come tutti e dodici i principali dei dell'Olimpo che si rispettino, assalito da carnali voglie nel vedere la sensuale fanciulla Rea Silvia mentre riposava serenamente in un boschetto sulle rive del Tevere, le si gettò addosso per possedere le sue generose forme... e non ci volle molto alché Rea Silvia, vista la virilità divina, si abbandonasse ardentemente all'impetuoso dio che riuscì a violarla rendendola madre di Romolo e Remo.


E vogliamo parlare di Giove, 
notoriamente gran fornicatore, gran frequentatore di relazioni incestuose e circuitore di innumerevoli bellezze "umane"

Giunone che,  moglie del fratello Giove,
discute dell'incestuosa relazione
di Giove con la zia Afrodite...

Dopo aver spodestato il padre Crono (Saturno per i romani), Zeus prese in moglie sua sorella Era (Giunone). Unendosi a lei generò Ares, Ilizia, Efesto, Ebe, Eris. Al dio dell’Olimpo però, vengono attribuite molte altre relazioni extraconiugali. Tra queste spiccano divinità come Afrodite (sorellastra del padre Crono e quindi sua zia..., Calliope, Demetra, Eris, Eos, Gea etc… ancor più numerose (e irritanti per la gelosia di Era), furono le relazioni che egli ebbe con donne mortali. Oltre alle ninfe ci furono molte altre donne il cui nome purtroppo è rimasto ignoto. Riunendo tutte le leggende il Dio dell’Olimpo vanterebbe, tra le sue amanti, almeno trenta divinità e una sessantina di donne tra mortali e ninfe!

Ties of perception | Nofar Horovitz
 ph Nofar Horovitz


[ Il mio tipo d'uomo è Zeus - ho un debole per gli dèi ]

lo sono l'uomo. Non è meraviglioso? Un uomo che ti si avvicina e che dice: io sono l'uomo. Bisognerebbe potergli stare di fronte, incontrare il suo sguardo e dire: io sono la donna.
Camille Laurens, da Tra le braccia sue

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E il mito di Leda che, posseduta da Zeus sotto le sembianze di un  cigno, permette all'artista François Boucher (1703*1770) di trasformare la scena mitologica in un perverso quadretto domestico, nel quale il desiderio irrefrenabile induce la regina di Sparta ad aprirsi a un cigno il cui collo, lungo e solido, rappresenterebbe il pene umano...



L'affascinante regina di Sparta, moglie del re Tindaro, fece innamorare di sé il padre degli dei. Per poterla avvicinare, Zeus assunse le sembianze di un candido cigno e raggiunse la vetta del monte Taigeto, dove lei dormiva - nuda - sulle sponde di un laghetto. 

Sbattendo le ali e con un frastuono enorme, il cigno atterrò
dove Leda si faceva il bagno; la regina di Sparta si sentì in pericolo e, spaventosamente indignata, pianse: 
vai via, vola su, stupida bestia, vai via da qui!

Illustrazione Apollonia Saintclair






Ma il cigno non ascoltò... 
inarcò tranquillamente il capo 
e la guardò maliziosamente...
Leda non poté fare a meno di vedere la sua grazia delicata, le sue piume morbide 
con le quali poter raggiungere il cielo, 
il suo corpo potente, 
il suo sguardo profondo che incantò il suo cuore...
by Jan Saudek
La sua resistenza 
si spense lentamente, 
i suoi muscoli si rilassarono;
stordita da un forte profumo di ambrosia Leda lasciò fare
fin quando la sua curiosità 
superò il punto in cui 
la sua castità scomparve.
Tra le sue lunghe gambe 
distesel'uccello Divino 
compì la sua opera...
scultura Igor Zeilanov, 2019
[lo stupro ad opera di Zeus fino
all'ardente accettazione di Leda]


la virilità divina si congiunse 
nuovamente alla bellezza umana 
e diede vita ad altre figure mitologiche: 

Immagine correlata
by fotografo di moda 
Derrick Santini






 
dalla regina Leda 
nacque la famosa Elena di Troia...

Immagine correlata
by fotografo di moda 
Derrick Santini
 







il che farebbe collocare 
quest'avvenimento mitologico 
intorno all'anno 1200 a.C...
 by web

E gli "dèi" non capivano che al sesso non si obbliga nessuno...
che il sesso tutto ammette.
che al sesso tutto si chiede, 
che il sesso tutto concede.
ma senza che nulla sia dovuto.
perché il sesso non obbliga a nulla...

E Antiope, regina delle Amazzoni, fu sedotta da Zeus che le si presentò con le sembianze di satiro.


E poi la sfortunata di turno... la mortale Europa. Figlia di Agenore, re di Tiro, antica città fenicia. Zeus se ne innamorò, vedendola insieme ad altre coetanee raccogliere dei fiori nei pressi della spiaggia. Zeus allora inventò uno dei suoi molteplici travestimenti: ordinò a Ermes di guidare i buoi del padre di Europa verso quella spiaggia. Zeus quindi prese le sembianze di un toro bianco, le si avvicinò e si stese ai suoi piedi. Europa salì sul dorso del toro, e questi la portò attraverso il mare fino all’isola di Creta. Zeus rivelò quindi la sua vera identità e tentò di usarle violenza, ma Europa resistette. Zeus si trasformò quindi in aquila e riuscì a sopraffare Europa in un boschetto di salici o, secondo altri, a violentarla sotto un platano sempre verde. 

Zeus che abusa di Olimpiade
 regina di Macedonia
 che concepirà Alessandro Magno.
Opera di Giulio Romano (1499/ 1546)
Museo Civico di Palazzo Te, Mantova

E Zeus, colpito da un violento amore per Elettra, figlia di Agamennone, volle violentarla ma la fanciulla fuggì e cercò asilo gettandosi presso un prezioso simulacro dedicato ad Atena. Tuttavia a nulla servì poiché Zeus riuscì nel suo intento e rese incinta la giovane. Del sangue vaginale, segno della perduta verginità, cadde sulla statua profanandola. Adirata, la dea Atena, proprietaria del simulacro ligneo, scaraventò il Palladio e la stessa Elettra sulla terra.

ph Wanclaw Wantuch




E Zeus si trasformò in un'aquila per rapire e fare sua la bellissima Egina...
Un altro mito narra di come la ninfa Egina, andando a caccia in un gelido giorno d’inverno, notasse un insolito fuoco che ardeva su di un monte cui si avvicinò per scaldarsi, senza sospettare che nelle fiamme si celasse il Re degli Dei il quale si svelò e violentò la fanciulla.

[e Zeus circuisce la bellissima Nefeli e se la tiene tutta per sé]

Loreena McKennitt, 1991
Il nastro d’oro
che Nefeli portava tra i suoi capelli 
risaltando per bellezza dagli altri mentre lavorava nella vigna le fu rubato da due piccoli angeli
Due piccoli angeli, che nei loro sogni desideravano Nefeli. Volevano nutrirla
con melagrana e miele
Perché non ricordasse più niente,
perché dimenticasse cosa voleva.
La ingannarono...
La presero in trappola
 le rubarono il profumo
la colpirono con le frecce
e la ingannarono.

Ma Zeus prese per lei l'acqua della giovinezza
la trasformò in nuvola e la disperse
perché nessuno la trovasse più.


Un brano dal titolo, a volte, di "A Tango tis Nefelis",  altre di "Nefeli's tango". In Italia è conosciuto come "Il tango delle nuvole". Questo tango è figlio della musica celtica e ha per madre proprio la sua più grande interprete, Loreena McKennitt... Di origine irlandese, maestra d'arpa, compositrice, cantante e attrice, è nata in Canada nella comunità di Morden, un villaggio del Manitoba. 
Il pezzo non è mai stato un tango ed è stato concepito  per la colonna sonora di The Burning Times, una pellicola diretta da Donna Reid. L'ha commissionato a Loreena McKennitt il National Film Board of Canada. Successivamente, nel 1991, l'artista l'ha inserito in un album intitolando il brano "Tango to Evora"Quando nel 1996 la più famosa cantante che la Grecia abbia avuto dal 1971, la grande Haris Alexiou soprannominata affettuosamente Harula [la graziosa Haris] scoprì questa musica, come tutte le donne che ascoltano anche una sola volta Tango to Evora, se ne innamorò. Poiché il pezzo era solo strumentale, pensò di arrangiare la musica dandole un accento greco e di suo pugno scrisse le parole. Una storia ben lontana dalle storie dei tanghi, una piccola fiaba dal titolo "Nefeli's Tango". Nefeli sarebbe una fanciulla che due angeli vogliono portare via e spegnerle i ricordi. Zeus la fa fuggire trasformandola in una nuvola. Nefeli's tango è diventato immediatamente  un successo straordinario.
[ndr Zeus, notoriamente gran fornicatore, non libera la bellissima Nefeli rapita dai due angeli ma la circuisce per tenersela tutta per sé]

Un'altro mito narra dell’invaghimento di Giove per
principessa di Tebe.
Rimasta incinta del dio dopo un loro incontro, Giunone ordì un piano per punire il marito e la donna. 
La dea infatti, tramutandosi nella balia della ragazza, la indusse a chiedere al dio di rivelarsi nel suo divino splendore. Nonostante Giove avesse provato a dissuadere la donna a cedere, questa rimase impassibile, venendo quindi uccisa dalla folgore del dio che non volle sottrarsi al volere di costei, nel momento della sua manifestazione.
Sèmele generò Bacco, la
divinità che rappresenta il divertimento, la vitalità e l'estasi provocata dal vino o dalle passioni....

E poi c'è Danae, mitica eroina greca figlia di Acrisio re di Argo e di Euridice. Acrisio la teneva isolata per timore che un figlio nato da lei lo uccidesse, come prevedeva un oracolo. Danae, tuttavia, fu raggiunta da Zeus sotto forma di una pioggia d'oro e divenne madre di Perseo.


E anche il giovane fanciullo troiano Ganimede fu "attenzionato" dal dio dell'Olimpo...
Ganimede era un giovane di straordinaria bellezza, figlio del re Troo, che diede il suo nome alla città di Troia e alla stirpe dei troiani, e di Calliroe, oltre che fratello di Ilo e di Assaraco. Ganimede si occupava di custodire le mandrie del padre e di portarle nei pascoli intorno a Troia. Il ragazzo, purtroppo, era così bello che anche Zeus se ne invaghì e desiderò averlo per sé; un giorno, quando Ganimede era al pascolo con il gregge sul Monte Ida, nella Troade, Zeus inviò la propria aquila divina a rapirlo o, in altre versioni del mito, assunse egli stesso le sembianze di un’aquila, per portarlo sull’Olimpo, dove ne fece il suo coppiere. Il mito di Ganimede,  divenne ben presto molto popolare in Grecia e poi a Roma, perché offriva una giustificazione mitica al rapporto amoroso tra uomo adulto e ragazzo, tanto diffuso tra i greci.

E anche la sacerdotessa
fu  vittima delle carnali voglie di Giove. Il mito racconta infatti che il dio invaghitosi della giovane sacerdotessa di Giunone, per colpa di un incantesimo subito da terzi, la fecondò avvolgendola in una nuvola; Giunone, scoperto l’ennesimo tradimento, punì i colpevoli dell’incantesimo e trasformò la donna in una giovenca.



E poi vennero i semidei, e poi gli eroi...
ed ognuno di loro si concesse il lusso che ogni "potentastro" di turno si concede: se la moglie o la figlia di chiunque da lui governato gli piaceva, se la prendeva e la faceva sua...  così come faceva Gilgamesh eroe sumero, re di Uruk, semidio sapiente, coraggioso e intrepido con un carattere forte e prepotente che governava il suo popolo come un tiranno. 


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