Pasqua con chi vuoi...

Per anni, le feste comandate mi hanno inflitto la consapevolezza della fine. Soprattutto per la loro natura di essere istanti da "carpe diem", che però io non "carpivo". Passavo ore di noia, convinta che presto l’ennesimo deludente natale*capodanno*pasqua*ferragosto... sarebbe scivolato via, lasciando il passo a quella perpetua routine giornaliera ancora più blanda, per una giovinezza che si andava via via assottigliando sempre più...
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E io, a fronte delle milioni di persone nel mondo che commemorano il calvario, la morte e la resurrezione di Cristo... più o meno sentitamente... più o meno per mera tradizione... più o meno religiosamente o consumisticamente...  voglio commemorare il Calvario misconosciuto delle milioni di donne ammazzate nel mondo... la loro silenziosa "Passione"... la loro crocifissione senza gloria e senza storia... la loro morte "comune"... non salvifica, non santifica...
Voglio addolorarmi per le torture che loro hanno subito, per le ferite inferte al loro costato, per le spine intorno al loro capo, per le ingiurie subite dai loro carnefici; voglio rendere onore al loro martirio, alla faticosa salita sul loro Golgota, alla croce che hanno trascinato lungo il corso della loro vita... quella croce a cui sono state inchiodate dalla Storia e dalla supposta volontà di Dio, dagli uomini e dai governi, dalla cultura e dalle tradizioni, dalle leggi e dalla società.
Voglio ricordare le morti che non contano nulla, quelle che cadono nel silenzio e nell'indifferenza, nell'accettazione o nella mera condanna verbale...
Quelle per cui nessuno si commuove o piange, quelle che non cambiano la Storia, quelle che non annunciano il regno dei cieli, quelle che non hanno giorni di commemorazione e della memoria.
Voglio onorare la purezza e l'innocenza di milioni di agnelli "non di Dio" scannati nel mondo nei secoli dei secoli, di volta in volta e di luogo in luogo, in nome di qualunque cosa o di qualsiasi pretesto possa consentire l'uccisione di una donna... leggi morali, politiche, religiose, ideologiche, familiari, patriarcali, sessuali... leggi che condannano ogni giorno, che crocifiggono ogni giorno, che uccidono ogni giorno.
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Pasqua cristiana...
Ossimoro, ovverosia figura retorica che accosta parole che esprimono concetti contrari.


Sebbene diverse Bibbie siano emerse nel recente passato, inclusi i Rotoli del Mar Morto e i Vangeli gnostici, quest'ultima sembra essere una grande preoccupazione per il Vaticano, soprattutto a causa della sua affermazione che Gesù non fu crocifisso
 Victor Ochieng


Non sono un credente, nonostante questo uno dei libri che più mi appassiona per i messaggi di amore, solidarietà, fratellanza, disponibilità anche al sacrificio personale verso gli altri esseri umani, gli animali e tutte le cose belle che ci circondano, è il Vangelo. Volutamente l'ho scritto con la lettera maiuscola perché difronte ad uno scritto di si tale bellezza c'è da togliersi il cappello. Detto da un ateo, un comunista quale io reputo di essere sembrerebbe una grande contraddizione, al contrario è proprio il confrontarsi con un pensiero ideologico che all'apparenza sembra diverso dal tuo che invece ci fa scoprire la grande somiglianza che ci accomuna nella ricerca del bene contro il male e del più alto valore della giustizia e uguaglianza tra gli uomini, tutti gli uomini, a sua immagine e somiglianza recita il Vangelo, ed io aggiungo perché nessuno possa sentirsi escluso o diverso. Il Vangelo recita la vita, la sua nascita, la sua evoluzione, la bellezza dell'infanzia, la spensieratezza dell'adolescenza; e poi la speranza di un obbiettivo, i sogni, l'immaginazione il voler credere che un miracolo possa essere possibile. Chi di noi ha trascorso un solo giorno della propria vita senza abbandonarsi un solo momento al pensiero di un evento che possa un giorno realizzare un nostro sogno? E poi la passione, le difficoltà, le strade lastricate di spine e di pietre, le continue cadute e le rialzate; Cristo stesso cadde e si rialzò tre volte nel tragitto verso il calvario. Nella passione di Cristo è disegnato il destino di tanti di noi, di tanti popoli ed esseri umani in continua lotta tra la vita e la morte. La morte appunto, quella di Lazzaro ma anche quella del Cristo stesso, come ultimo atto di un percorso scritto e segnato. Ma poi la resurrezione a volerci dire che anche quando tutto sarà perduto nulla potrà veramente perdersi se abbiamo fede nelle nostre idee, perché gli ideali non muoiono con noi ma continuano il loro cammino insieme a coloro che ci hanno voluto bene e che sono disposti a seguire il nostro esempio. Oggi il mondo, l'Italia, le nostre famiglie stanno percorrendo l'ultimo tratto verso la crocifissione sul monte calvario, dopo essere caduti e rialzati come il Cristo del Vangelo. In fondo ci aspetta la fine, la distruzione della nostra stessa esistenza; ma siamo anche gli esseri pensanti, quelli che sanno sognare e immaginare un mondo diverso: la resurrezione appunto, quella resurrezione che può fare di noi uomini migliori in un mondo dove nessuno venga abbandonato al proprio destino. Non sono credente ma se il significato della Pasqua che ci lascia il Vangelo è la nuova ricostruzione, allora anch'io auguro ad ognuno di voi e ai popoli della terra
Buona Pasqua.
Tonino Ditaranto

 
E la Pasqua la fai con chi vuoi... 
anche se il Natale non l'hai passato con i tuoi...
Uno sguardo laico sulla festa in origine dedicata alla Dea Madre... 
uno sguardo critico che nulla toglie e nulla vuole togliere a chi crede ciecamente di suo, per semplice fede...

LA VERA ORIGINE DELLA PASQUA
 festa dedicata alla Dea Madre... 
Signora della luce, della fertilità, del sesso e della rinascita...
Lo sapevate che le origini della Pasqua non sono cristiane?
Ogni simbolo pasquale infatti deriva da tradizioni laiche ben più antiche.




Il nome stesso della Pasqua, in inglese Easter, deriva da Ostara/Eostre, festa dedicata alla Dea Madre, Signora della luce, della fertilità, del sesso e della rinascita. Tale ricorrenza corrispondeva all'equinozio primaverile, ossia lo stesso periodo della Pasqua.
Il coniglio: il coniglietto pasquale deriva sempre dalla Dea Eostre, era il suo animale sacro. La leggenda narra che un anno la Madre arrivò a portare la luce in ritardo e così il freddo invernale prese il sopravvento. La Signora magnanima, trovando sotto la neve un uccellino con le ali atrofizzate dal freddo lo mutò in un coniglio e lo pose in Cielo, creando così la costellazione della lepre. Questo coniglio era però pur sempre stato un uccello e così non perse la capacità di fare le uova che, ad ogni Ostara, donava ai bambini. Da questo nascono anche le tradizionali cacce al tesoro con le uova colorate.

La Quaresima: questa è una tradizione laica legata alla Madre Ishtar. 
Semiramide infatti ebbe un figlio divino, concepito col Dio del Sole (nato "casualmente" in modo virginale intorno al solstizio invernale come Gesù) e il suo nome era Tammuz/Dumuzi. 
Quando Tammuz morí la madre istituì 40 giorni di lutto in cui per altro (come per il venerdì santo cristiano) era vietato mangiare carne.
E, dunque, l'uovo di Pasqua deriva sempre dal coniglio della Dea Eostre, ma era presente anche in altre tradizioni, in quanto simbolo di fertilità e nascita. 
Egiziani, Romani e Persiani erano soliti donarsi uova decorate a mano per festeggiare la rinascita primaverile.

 

L'Ulivo: l'origine dell'Ulivo, usato dai Cristiani come simbolo di pace, era in realtà il simbolo della Dea Minerva/Athena. Ella era infatti munita di armatura e di armi ma la sua missione non era quella della guerra bensì della difesa della pace, non a caso la saggezza, le arti e la conoscenza sono le qualità di Athena che hanno ispirato il popolo ateniese. L'ulivo era la sua pianta sacra e divenne dunque simbolo di pace e lotta per la pace e la giustizia. Inoltre la Dea Madre era rappresentata spesso come Colei che porta la luce, rappresentata appunto con una fiaccola alzata verso il cielo e non a caso l'ulivo era anche l'albero da cui si ricavava l'olio che serviva per illuminare le tenebre e "ungere" durante i Riti ("casualmente" Cristo significa proprio "l'unto").





ph Joyce Tenneson
La colomba: la colomba era un simbolo sacro della Dea Madre in tutto il Mediterraneo. In particolare troviamo la colomba connessa alla Dea Ishtar (Istar appunto Eostre, Ostara, Astarte, Astaroth... Easter, la Pasqua). Interessante e profondamente simbolica è la storia di Semiramide, una grandissima Regina di Babilonia, bellissima guerriera e figlia diretta della Dea Ishtar. 

Ella una volta nata sulla terra venne allevata dalle colombe e pertanto quando divenne Regina e moglie del leggendario Nimrod, istituì a primavera una festa in onore della Madre Ishtar, in cui si celebravano le colombe e ci si donavano uova (dato che Semiramide era venuta al mondo da un uovo lunare).




LA CROCE: la croce non è cristiana? Eh no, paradossale ma no. La Croce è sempre stato un simbolo solare in praticamente ogni tradizione precristiana, anche se spesso aveva le due braccia uguali. La particolarità della croce cristiana deriva precisamente dalla croce di.... indovinate? Tammuz, ancora Lui. 
Nei culti misterici babilonesi, infatti, gli Iniziati si facevano il simbolo di Tammuz sulla fronte, detto Tau e il simbolo della lettera T babilonese era " † " proprio identico alle croci cristiane.
Altra importante influenza perviene dell'Antico Egitto. Il celebre simbolo egizio della vita, (l'Ankh), è una croce tau sormontata da un anello, conosciuta come crux ansata, e fu in seguito molto utilizzata sui monumenti dei cristiani copti. Per quanto può apparire strano il simbolo della croce non era mai stato adottato dai primi cristiani e prove storiche dimostrano infatti che il crocefisso non fu mai utilizzato dai cristiani prima dell'epoca di Costantino, e solo da allora decisero che sarebbe divenuto il simbolo per antonomasia della cristianità.

opera Bansky

Al netto di Gesù, 
Pasqua è soltanto 
un’altra orgia di cibo, 
un’altra orda di sorrisi 
finti e un mucchio 
di auguri vuoti;
ridotta oramai ad 
un'altra semplice ricorrenza 
consumistica per i poveri ricchi.

LA RESURREZIONE: e qui troviamo forse uno dei cardini della Pasqua e del Cristianesimo. Solo che in realtà anche questo è un simbolo ripreso dalla Tradizione Antica. Tammuz infatti, dopo essere morto, risorgeva proprio in primavera, quando veniva celebrata Ostara. Idem accadeva per il frigio Attis, corrispondente di Adone presso Romani e Greci, il quale come Tammuz moriva e rinasceva a primavera per intercessione della Dea Madre Cibele (Ishtar/Eostre). Nomi diversi stessa storia. Vera variante è nel culto mosterico della Madre Cerere, dove a risorgere non è un Figlio ma una Figlia.

Non c’è una differenza biologica fra animali. 
Perché allora ci fa orrore il pensiero di mangiare il nostro cane, 
ma massacriamo a ogni Pasqua centinaia di agnelli per fare festa?
Umberto Veronesi

L'AGNELLOl'agnello potrebbe avere una doppia origine, una Gentile e una Ebraica. Nella Tradizione Gentile infatti l'agnello rappresenta Tammuz/Dumuzi/Attis/Adone, sempre collegato alla natura e alla pastorizia. In ogni storia Egli viveva con capre o arieti (che infatti, "casualmente", il segno astrologico dell'ariete comincia proprio a primavera). 
L'agnello sarebbe quindi il simbolo della purezza e del sacrificio atto al rinnovo della vita e a livello alchemico, proprio come la colomba, può rappresentare lo stato Albedo, ossia proprio la Rinascita della Luce.
 L'origine ebraica è invece meno romantica di quella pagana, infatti si collega ad un mito biblico dove Yahweh disse al popolo ebraico che quella determinata notte sarebbe passato a uccidere ogni primogenito egiziano e che loro per non esser vittime della sua furia dovevano marcare le porte delle proprie case con sangue di agnello. Anche gli Ebrei, infatti, proprio come i Cristiani festeggiano la propria Pasqua sacrificando agnelli.

Possiamo dunque dire che oggi viviamo in una società che, sì, affonda le proprie radici nel Cristianesimo ma nei fatti il Cristianesimo stesso affonda le sue radici in antiche culture millenarie preesistenti: le nostre vere radici ancestrali sono dunque ben altre.
Comunque auguri di felice rinascita a questo nostro mondo afflitto, martoriato e fragile.

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