Romanzo criminale...

Siamo tutti gente per bene,
tutti noi, ma solo fino a 
un certo punto.
Raymond Carver 

E allora è vero che i comportamenti sopraffattori seducono
Forse... 
di sicuro vicende cupe e tormentose esercitano su di noi una malìa talmente forte 
da risultare quasi incomprensibile...
in un intreccio sempre più fitto tra realtà e finzione cinematografica, in storie vere o addomesticate ma tutte da fascinoso romanzo criminale...



[come la vera storia di Mata Hari]
Margaretha Geertruida Zelle, la regina di tutte le spie che fu, a suo modo, eroica e sprezzante del pericolo...
alla sua fucilazione, avvenuta il 15 ottobre 1917 a soli 41 anni, non si fece bendare e rivolse baci ai soldati che si apprestavano a fucilarla! Nessuno reclamò la salma, sepolta in una fossa comune. Eppure la danzatrice senza veli aveva fatto impazzire con il suo corpo gli uomini di tutta Europa. 


Nessuno reclamò la salma, sepolta in una fossa comune. Eppure la danzatrice senza veli aveva fatto impazzire con il suo corpo gli uomini di tutta Europa. 


La storia reale di Bonnie e Clyde...

Risultati immagini per bonnie e clydeammirati e rispettati da quanti in America furono ridotti in povertà a causa della crisi economica, incolpando per questo i poteri finanziari, prima di tutto le banche...
protagonisti “romantici” di un periodo disperato in cui sotto il cielo dell’America le rapine alle banche, le sparatorie, i rapimenti, le evasioni erano all’ordine del giorno.
E loro, la coppia più sanguinaria di sempre,ancor oggi sono i più ammirati e rispettati dai disperati di sempre

Immagine correlatauna specie di giustizieri della sopraffazione sui più deboli
una specie di Robin Hood, anche se i frutti delle rapine se li tenevano 
per loro stessi senza redistribuirle ai più sfortunati...
Le cronache raccontavano che erano i fuorilegge meglio armati della nazione. 
Il 23 maggio 1934, la coppia più turbolenta d’America arrivò all’appuntamento col destino. Clyde guidava senza scarpe l’ultima Ford V8 rubata, Bonnie indossava un abito rosso acquistato poco prima in una boutique. Non ebbero il tempo di sparare neanche un colpo. Centosessantasette, invece, furono le pallottole che crivellarono la macchina e i corpi di Bonnie e Clyde. 
Lei aveva 24 anni, lui 25.
Entrambi furono sepolti a Dallas: Clyde nel Western Heights Cemetery, e Bonnie nel Crown Hill Memorial Park
Alla fine le famiglie erano riusciti a dividerli.

Dopo avere compiuto la sua vendetta, cominciò una battuta di caccia che attraversò paesi e mari e che trovò la sua fine solo quando Monica cadde uccisa il 12 maggio 1973, in un’imboscata...
 i resti di Monica Ertl non furono mai  riconsegnati: rimangono in qualche posto sconosciuto del paese boliviano. Giacciono probabilmente in una fossa comune, senza una croce, senza un nome, senza una benedizione di suo padre...
Così fu la vita di questa donna in un periodo che, secondo la destra fascista di quegli anni, praticava “il comunismo” e per conseguenza “il terrorismo” in Europa. Per alcuni il suo nome rimane inciso nei giardini della memoria come guerrigliera, assassina, terrorista; per altri come una donna coraggiosa che ha compiuto una missione. Semplicemente è una parte femminile di una rivoluzione che lottò per le utopie della sua epoca, e che alla luce dei nostri occhi ci obbliga a riflettere, un’altra volta su questa frase: 
“Non sottovaluti mai il valore di una donna.”
by Nina Ramon



[come la storia fantasiosa di Zazà, tra mitragliatrici, dinamite, squali e prostitute]
Zazà è una ballerina del Barracuda, locale di Maracaibo, il suo compito era quello di ballare nuda per compiacere gli uomini che facevano visita al club, ma tra un balletto e l’altro smerciava mitragliatrici e bazzuca come se nulla fosse, in un’attività segreta per conto dei cubani. Insomma era una tipa niente male. 
La povera Zazà, come tutte le donne che si danno all’illegalità, lo faceva per amore, non di un ragazzino qualunque ma di Fidel Castro in persona, che in Maracaibo testo viene soprannominato Miguel, per motivi di censura. Fidel, come tutti sappiamo, era un uomo di grandi impegni politici e per questo motivo lasciava spesso sola la povera Zazà che non poteva far altro se non consolarsi tra le braccia di Pedro, il suo amante. Le relazioni con gli amanti sono un concentrato di sensualità e passione e la loro era potentissima, sperimentavano di tutto, addirittura copulavano sulle casse di nitroglicerina, dinamite pronta ad esplodere. Fino a quando non ci pensò Fidel a guastare la festa, tornando senza avvisare dalla Cordigliera, vede Zazà insieme a Pedro, e preso da un’irrefrenabile istinto omicida, inizia a sparare, colpendo la ragazza con 4 colpi di pistola. Zazà cerca di scappare, rifugiandosi su una barca pronta a salpare. Ovviamente non gliene va bene una e si ritrova ad affrontare un mare in burrasca, con 4 colpi di pistola in corpo. La barca sta per affondare, l’albero maestro si spezza, senza accorgersene si ritrova in mare, circondata dagli squali. In preda allo svenimento viene “rianimata” da una grossa zanna bianca che le penetra la pelle. È morta, penserete voi, e invece no, in qualche modo sopravvive, forse il mare l’ha riportata a riva e nell’ultima strofa la vediamo cambiata, ha smesso di ballare al Barracuda, anzi è diventata la padrona di una casa di piacere per stranieri. Dimenticati gli amori, vive per se stessa gestendo 23 ragazze mulatte e passando il tempo tra un sorso di rum e una sniffata di cocaina. E’ splendida, una vera matrona dal peso di 130 chili. 

Ma perché si subisce il fascino dei comportamenti prevaricatori?
Nell'innumerevoli sopraffazioni [individuali o collettive], ognuna icona d’orrore, è terribile constatare quanto sia facile per l'uomo abbandonarsi a un leader, a un’ideologia folle. È terribile constatare quanto sia banale il male e quanto semplice sia la caduta. «Il male affascina perché, attraverso le condotte devianti altrui, sublimiamo le nostre antiche pulsioni – quelle messe a tacere da un contratto sociale che ci vuole buoni e impeccabili – e, attraverso il voyeurismo, ci riappropriamo della nostra parte istintuale interdetta dalla morale, senza correre però il rischio di pagarne noi le conseguenze. Osservare il male assolve un compito importante, perché ci permette di metterci dalla parte opposta rispetto a chi il male l’ha compiuto, facendoci crogiolare del nostro sentirci migliori. Ma il male è una parte di noi, una parte che scegliamo volontariamente di non esprimere, ma che ci appartiene esattamente come ci appartiene il bene. Ed è questo il motivo per cui il male “espresso”, manifesto e sviscerato, ci attrae in maniera inspiegabile. Esso corrisponderebbe – come afferma lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet – ad una parte inespressa di noi, una parte interdetta da un contratto sociale recente, rousseauiano, che ci impone di non essere del tutto cattivi; ma, esistendo nell’uomo una parte precedente a questo contratto, quando veniamo affascinati dal male è come se l’antico emergesse. Il male espresso, insomma, rappresenterebbe quella parte di noi che non abbiamo il coraggio di manifestare.»
by Sonia Bucolo


Nonostante la poetizzazione che se ne fa della delinquenza... quasi che fra i delinquenti in circolazione ci siano i delinquenti buoni... quelli che cercano di riscattarsi da una vita ingiusta e infame, quelli  che si scontrano coi delinquenti cattivi... ma la delinquenza rimane delinquenza...
E poi, a dirla tutta, nell'esercitare la sopraffazione si fa una faticaccia mille volte superiore alla collaborazione... e i sopraffattori non fanno altro che cadere come birilli, uno dopo l'altro... 
[nella realtà ben più che nella finzione cinematografica.] 


Vedi il film Tokarev...

Vedi la serie televisiva Blindspot...

Vedi la serie televisiva  "La Casa de Papel" del 2017...

Vedi la serie televisiva "Romanzo criminale" del 2008. Ricostruzione romanzata della banda della Magliana che spadroneggiò a Roma a cavallo degli anni ottanta, testimone dell'omicidio Moro e della vicenda di Emanuela Orlandi..






E ad ammazzarli tutti è la madama... 
ma la madama non è la polizia, come dicono loro... 
la madama è la vita, 
crucca e assassina...

E molti film hanno esplorato la mitologia dei gangster,  da The Godfather (trilogia di Francis Ford Coppola, 1972) a Goodfellas (di Martin Scorsese, 1990), ma non c'è nessuno così epico come 


[e smettiamola con il mito della mafia "onorevole", rispettosa dei bambini]
Non è facile vivere nella Catania degli anni '70, specie nel popoloso quartiere di San Cristoforo. È qui che crescono quattro ragazzini, Giovanni La Greca, Riccardo Cristaldi, Lorenzo Pace e Benedetto Zuccaro: i primi due hanno 15 anni, il terzo 14 ed il quarto solo 13. Nonostante la giovane età, i quattro hanno già una certa esperienza in termini di furtarelli. Nell'estate del 1976, tuttavia, rapinano la persona sbagliata.
Si tratta della mamma di Benedetto "Nitto" Santapaola, boss in costante ascesa nelle gerarchie della mafia della Sicilia orientale, vero e proprio capo della mafia catanese durante gli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Da lì a poco i quattro sparirono. Ciò che successe in quei giorni viene raccontato da Nino Calderone, sodale di Santapaola, che divenne in seguito pentito. I ragazzini vennero rapiti e portati in un casolare nelle campagne nei pressi di Caltanissetta. Vengono lasciati per due giorni senza cibo e senza acqua. Nel frattempo si discuteva sul da farsi. Calderone provò a convincere Santapaola che sarebbe bastato spaventarli, che uccidere dei ragazzini sarebbe stato troppo. Ma Nitto non volle sentire ragioni. Per mettere tutti con le spalle al muro, Santapaola fece entrare il fratello nella cascina dove si trovavano i ragazzini. Questi ultimi lo riconobbero immediatamente, in quanto proprietario di una rosticceria dove i quattro si recavano spesso. Ora che sapevano chi li aveva rapiti, non avevano altra scelta. Con questo stratagemma, il boss segnò il destino di Giovanni, Riccardo, Lorenzo e Benedetto.
I quattro vennero portati nei pressi di un pozzo, e lì vennero strangolati con delle corde. In seguito i corpi vennero gettati nel pozzo. Ma un cugino di Calderone, esecutore materiale del delitto, confessò al pentito che non ebbe il coraggio di stringere fino in fondo il cappio di uno dei ragazzini, il quale venne gettato nel pozzo ancora vivo. Questo crudele ed efferatissimo delitto rompe il mito della mafia "onorevole", rispettosa dei bambini. Un mito ancora oggi piuttosto diffuso ma che ha poco a che fare con personaggi senza scrupoli e senza valori. Nino Calderone, che assistette al massacro dalla sua macchina, commentò quanto avvenuto con le seguenti parole:
“Qualcuno può dirmi, ora, se ci sono giudici in grado di giudicare noialtri? O se non fa una cosa giustissima, lodevolissima, chi mi spara e mi ammazza non appena esco da questa stanza? Come potevo restare ancora dentro quella congrega maledetta? Eppure ci sono rimasto ancora diversi anni. Con questa ferita, con questo macigno dentro di me che c’è ancora e ci sarà sempre. Ecco perché mi vergogno ogni volta che entro in chiesa: perché non ce la faccio ad alzare gli occhi. Non è cinema quello che racconto”.


Una domanda che angoscia e tormenta l’umanità da migliaia di anni e che, dai primordi fino a oggi, si ripresenta sempre uguale: perché gli uomini si combattono?
Che cosa li spinge?
Che mire hanno?
Che cosa li guida?
Che cosa hanno in mente?
Domande, un’infinità di domande. Erano gli unici momenti in cui mi sentivo veramente solo: quando, inerme, mi trovavo di fronte alla violenza autorizzata. Il mondo si spopolava, si svuotava, taceva, spariva.

Ryszard Kapuscinski, da In viaggio con Erodoto

E poi quella speranza nei cosiddetti buoni che, anche se aspri e determinati, vincono sempre, con buona pace dei cattivi, belli o brutti che siano... 

La trama della serie TV Person of Interest (2012) si svolge a seguito degli attentati alle Torri Gemelle ... a seguito di questa tragedia, il genio dell’informatica e miliardario Harold Finch decide di creare “La Macchina”, un’intelligenza artificiale senziente come parte di un progetto segreto antiterroristico. L’uomo, aiutato da John Reese, un ex ufficiale delle forze speciali dell’esercito statunitense in declino, impiegherà la sua creazione al servizio degli Stati Uniti, addestrando l’IA a identificare soggetti coinvolti in crimini premeditati.

[come la storia cinematografica del mariachi desperado]

Nel film del 1995 "Desperado" Antonio Banderas veste i panni di un "mariachi" a cui è stato impedito di coltivare il suo sogno di diventare un grande interprete di musica messicana sparandogli alla mano sinistra... 
gli viene uccisa anche l'amata, che sarà vendicata... ma continuerà la sua vendetta divenendo una sorta di giustiziere vendicatore...
una sorta di pulp western in costume da cowboy messicano: il charro...


E poi la "Trilogia dell'uomo senza nome"... quei tre primi film Western sempre con quegli stessi buoni aspri e determinati che vincono ancora... film aventi per protagonista un giovane Clint Eastwooddiretti dal regista Sergio Leone con le colonne sonore di Ennio Morricone. Film che hanno affermato nel Mondo il genere Western all'italiana (o "Spaghetti Western") come potenziale concorrente al Western classico statunitense, ispirando una lunga serie di omaggi ed imitazioni. 

 tratta dall'album "Lo chiamavano Trinità",  1970
di Annibale e i Cantori Moderni.
Chi è quel tipo che sta cavalcando verso la città
sotto il sole della prateria?
È il tipo di cui si parla tanto in città...
con la pistola che non riposa mai!
Puoi pensare che sia un tipo assonnato,
fa sempre le cose con calma.
Non sarai contento di averlo preso in giro,
quando lo vedrai usare la sua colt 45.
È il migliore del West!
Sempre calmo, è il migliore...




"Per un pugno di dollari", 
1964. 
Laddove uno Straniero, arrivato a San Miguel, una cittadina al confine tra gli Stati Uniti d'America e il Messico, decide di vendersi a entrambe le famiglie in lotta "per un pugno di dollari", facendo una sorta di doppio gioco e riuscendo così a farle scontrare più volte tra loro. Salva anche, con la forza e con l'ingegno riesce a salvare Marisol, prigioniera e amante forzata di Ramón, permettendole di lasciare San Miguel con il marito Josè e il figlioletto Jesús e dando loro gran parte dei soldi ricavati dalle due famiglie... Memorabile lo scontro finale con Ramón che viene ucciso dall'americano, ma non prima di ricordargli la sua citazione di un proverbio messicano "Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto"...
 Laddove il colonnello Douglas Mortimer (ex ufficiale sudista dalle maniere raffinate ma abile bounty-killer) vendica la sorella e il cognato, vittime del fuorilegge Indio che, pazzamente innamorato della donna e colto da un raptus dopo averli spiati dalla finestra della loro camera mentre si baciavano, uccise l'uomo e violentò la donna che durante lo stupro si uccise sparandosi un colpo al costato con la pistola dell'Indio. I soldi andranno tutti al Monco che, raccolti tutti i redditizi cadaveri, fa suo anche il mezzo milione di dollari rubato, prelevandolo tra i rami di un albero, dove era rimasto dal momento in cui i due soci erano stati scoperti, allo scopo di restituirlo alla banca di El Paso e ottenere la ricompensa.





E l'esilarante finale: il  Brutto è costretto dal Biondo a mettersi in equilibrio precario sulla croce di una tomba con un cappio al collo. Il Brutto implora il Biondo, che si allontana a cavallo con metà del denaro, di salvarlo dall'impiccagione. Solo da molto lontano il Biondo sparerà alla corda liberandolo parzialmente. Furibondo per quello che è successo e per la fine della storia a suo sfavore, Tuco corre verso dove si trova il Biondo, poi si ferma, gridando: "Ehi, Biondooo! Lo sai di chi sei figlio tu?! SEI FIGLIO DI UNA GRANDISSIMA PUTTAaaaa!!!", al che si lega perfettamente il tema musicale del film, interrompendo ma lasciando intendere l'imprecazione del bandito. Il film si chiude mostrando con tre fermo immagine, in maniera analoga all'inizio, le tre sorti de il buono, il brutto e il cattivo.

laddove "i cattivi" perdono sempre...

Risultati immagini per gif c'era una volta il west



La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci.
Isaac Asimov


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