Siamo la nostra infanzia...
«Non si perdona la propria infanzia.
Un’infanzia infelice è come un’anima senza sepoltura, geme in eterno».
Irène Némirovskiy
Lo sai cosa vorrei ?
Un giorno della mia infanzia.
Elio Vittorini
Forse per me l’infanzia non è mai finita, neppure ora che sono piuttosto avanti con gli anni. Non vorrei apparire presuntuoso ma per infanzia io intendo la possibilità di continuare a osservare il mondo con uno sguardo magico.
A poco a poco, invecchiando mi sono accorto di una semplice verità: io continuo a vivere la mia infanzia... e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto, faccio una piccola visita alla realtà.
Non di rado, lo stigma associato alla masturbazione (soprattutto femminile) affonda le proprie radici nell’educazione ricevuta dagli adulti di riferimento e nelle esperienze vissute durante l'infanzia, quando si formano le prime impressioni e percezioni riguardo alla sessualità.
Nei primi anni di vita, infatti, si intraprende un naturale percorso di esplorazione corporea, cercando sensazioni piacevoli attraverso la stimolazione, spesso involontaria e indiretta, dei genitali. Tali comportamenti, specialmente se si verificano in contesti pubblici o in presenza di altre persone, possono far scaturire disagio e imbarazzo nelle figure adulte responsabili dell'accudimento. Capita, quindi, di frequente che le bambine vengano riprese e che sia vietato loro di toccarsi, generando, così, un profondo senso di colpa e di vergogna legato alla scoperta del corpo e del piacere sessuale. Con la controparte maschile la ricerca di autostimolazione è generalmente più tollerata (in un contesto laico piuttosto che cattolico) rispetto a quella femminile.
Durante l’adolescenza, soprattuto le ragazze (ma non solo) spesso vengono educate a evitare qualsiasi forma di esplorazione sessuale, sia essa individuale o all'interno di una relazione di coppia. La mancanza di dialogo e di un'educazione sessuale adeguata fanno sì che molte giovani donne non riescano a raggiungere piena consapevolezza di sé e della propria sessualità durante una fase della vita che, invece, dovrebbe essere caratterizzata dalla scoperta e dall'apprendimento.
Ai bambini si può parlare di qualsiasi cosa: basta utilizzare un linguaggio sempre adeguato all'età e aumentare le informazioni da dare man mano che i figli crescono...
Non poteva
Quando un genitore si pone la domanda “sarà ora di fare educazione sessuale e sentimentale” purtroppo è ormai troppo tardi. È importante il ruolo genitoriale nella educazione sessuale e sentimentale dei figli, ma questa deve iniziare già dalla culla!
La scoperta della corporeità e delle sensazioni da essa ricevute, si organizza sin da piccoli, mentre in età prepuberale, si devono invece spiegare le pulsioni sessuali. Ignorare il comportamento naturale e ‘sano’ di vostro figlio è errato sia per lui che per voi, dovreste invece cercare di fornirgli delle nozioni di educazione emozionale e sessuale, in questo modo aiutereste vostro figlio a crescere e a diventare un adulto senza pregiudizi e paure.
di Marco Rossi
"Solo pochi ricordano
esattamente quando l'innocenza
giunse a una brusca fine,
il momento in cui per la prima volta
noi ci domandiamo: sono amato?"
noi ci domandiamo: sono amato?"
Wystan Hugh Auden
Ricordo la "Riviera d'Ulisse", lungomare dei Tirreni...
nelle antiche colonie Spartane,
l'infanzia saccheggiata dalla mia famiglia...
Siamo anche le storie che abbiamo sentito, le favole con cui ci siamo addormentati da bambini, i libri che abbiamo letto,
Tiziano Terzani
Quando vivevi in storie come
o fantasticavi in storie come quelle in
o sognavi di personaggi inafferrabili come
"Arsenio Lupin"
e
"Zorro"
Adulto è chi si assume le proprie responsabilità, ma non quelle come timbrare il cartellino, pagare le bollette o rifare i letti e le lavatrici.
Ma le responsabilità delle proprie scelte, delle proprie azioni, delle proprie paure e delle proprie fragilità.
Per tutti questi “chi”, se non c’è stato un momento di profonda rielaborazione, se non si è avuto ancora il coraggio di accettare il dolore vissuto, se non si è pronti per dire addio a quel bambino, allora “l’adultità” è un’illusione.
Io ho paura di questi bambini feriti travestiti da adulti, perché se un bambino ferito urla e scalcia, un adulto che nega le proprie emozioni è pronto a fare qualsiasi cosa.
Un bambino ferito travestito da adulto è una bomba ad orologeria.
L’odio potrebbe scoppiare ciclicamente o attendere a lungo per una sola e violenta detonazione, altri preferiscono implodere, mutilando anima e corpo, pur di non vedere.
Ciò che separa il bambino dall’adulto, è la consapevolezza.
Ciò che separa l’illusione dalla consapevolezza è la capacità di sostenere l’onda d’urto della deflagrazione del dolore accumulato.
Ciò che rimane dopo che il dolore è uscito è amore, empatia, accettazione e leggerezza."
"Arsenio Lupin"
e
"Zorro"
Stephen King
Da piccola vedevo Tarzan andare in giro nudo...
Cenerentola arrivava a mezzanotte ...
Pinocchio diceva bugie...
Aladino era un ladro...
Batman guidava a 320 km/h...
Biancaneve abitava in una casa con 7 uomini...
Popeye fumava ed era tutto tatuato...
Pacman correva in una sala buia con musica elettronica mangiando pillole
Pollon usava una polverina bianca per portare allegria...
Lamù era palesemente una escort...
Lady Oscar era un travestito...
Per non parlare della filastrocca più famosa: "tre civette che facevano l'amore con la figlia del dottore..."
E vogliamo parlare di cosa si era fumata Heidi quando gli sorridevano i monti e le caprette gli facevano ciao??? Ma dai!!! E poi volete dare la colpa a me se non faccio altro che stupidaggini!!!
Nooo... la colpa non è mia, è della mia infanzia!
by web
Non so più che sapore ha quella speranza
che sentivo nascere in me
non so più se mi manca di più
quella carezza della sera
o quella voglia di avventura
voglia di andare via di là.
o quella voglia di avventura
voglia di andare via di là.
ma mi è stata negata la ragione di averli.
Per ogni cosa ho esitazione,
spesso senza sapere perché...
Per ogni cosa ho esitazione,
spesso senza sapere perché...
Non ho mai avuto l'arte di vivere in maniera attiva.
Ho sempre sbagliato i gesti che nessuno sbaglia.
Ho sempre fatto il possibile per tentare di fare quello che tutti sanno fare.
Voglio sempre ottenere ciò che gli altri riescono a ottenere senza volerlo.
Fra me e la vita ci sono sempre stati
dei vetri opachi...
Non ho mai saputo se era eccessiva la mia sensibilità per la mia intelligenza o la mia intelligenza per la mia sensibilità.
Ho tardato sempre..."
Fernando Pessoa, "Il libro dell' inquietudine".
Ho sempre sbagliato i gesti che nessuno sbaglia.
Ho sempre fatto il possibile per tentare di fare quello che tutti sanno fare.
Voglio sempre ottenere ciò che gli altri riescono a ottenere senza volerlo.
Fra me e la vita ci sono sempre stati
dei vetri opachi...
Non ho mai saputo se era eccessiva la mia sensibilità per la mia intelligenza o la mia intelligenza per la mia sensibilità.
Ho tardato sempre..."
Fernando Pessoa, "Il libro dell' inquietudine".
"Adulto è colui che ha preso in carico il bambino che è stato, ne è diventato il padre e la madre.
Adulto è colui che ha curato le ferite della propria infanzia, riaprendole per vedere se ci sono cancrene in atto, guardandole in faccia, non nascondendo il bambino ferito che è stato, ma rispettandolo profondamente riconoscendone la verità dei sentimenti passati, che se non ascoltati diventano, presenti, futuri, eterni.
Adulto è colui che smette di cercare i propri genitori ovunque, e ciò che loro non hanno saputo o potuto dare.
È qualcuno che non cerca compiacimento, rapporti privilegiati, amore incondizionato, senso per la propria esistenze nel partner, nei figli, nei colleghi, negli amici.
Adulto è colui che non crea transfert costanti, vivendo in un perpetuo e doloroso gioco di ruolo in cui cerca di portare dentro gli altri, a volte trascinandoli per i capelli.
È qualcuno che non cerca compiacimento, rapporti privilegiati, amore incondizionato, senso per la propria esistenze nel partner, nei figli, nei colleghi, negli amici.
Adulto è colui che non crea transfert costanti, vivendo in un perpetuo e doloroso gioco di ruolo in cui cerca di portare dentro gli altri, a volte trascinandoli per i capelli.
ricordo i mosti per le vie del borgo, quel ribollir dei tini, quell'aspro odor dei vini che l'animo andava a rallegrar... |
Ma le responsabilità delle proprie scelte, delle proprie azioni, delle proprie paure e delle proprie fragilità.
Responsabile è chi prende la propria vita in carico, senza più attribuire colpe alla crisi, al governo ladro, al sindaco che scalda la poltrona, alla società malata, ai piccioni che portano le malattie e all’insegnante delle elementari che era frustrata e le puzzava il fiato. Sembrano adulti ma non lo sono affatto.
Chi da bambino è stato umiliato, chi ha pensato di non esser stato amato abbastanza, chi ha vissuto l’abbandono e ne rivive costantemente la paura, chi ha incontrato la rabbia e la violenza, chi si è sentito eccessivamente responsabilizzato, chi ha urlato senza voce, chi la voce ce l’aveva ma non c’era nessuno con orecchie per sentire, chi ha atteso invano mani, chi le mani le ha temute.
Chi da bambino è stato umiliato, chi ha pensato di non esser stato amato abbastanza, chi ha vissuto l’abbandono e ne rivive costantemente la paura, chi ha incontrato la rabbia e la violenza, chi si è sentito eccessivamente responsabilizzato, chi ha urlato senza voce, chi la voce ce l’aveva ma non c’era nessuno con orecchie per sentire, chi ha atteso invano mani, chi le mani le ha temute.
Io ho paura di questi bambini feriti travestiti da adulti, perché se un bambino ferito urla e scalcia, un adulto che nega le proprie emozioni è pronto a fare qualsiasi cosa.
Un bambino ferito travestito da adulto è una bomba ad orologeria.
L’odio potrebbe scoppiare ciclicamente o attendere a lungo per una sola e violenta detonazione, altri preferiscono implodere, mutilando anima e corpo, pur di non vedere.
Ciò che separa il bambino dall’adulto, è la consapevolezza.
Ciò che separa l’illusione dalla consapevolezza è la capacità di sostenere l’onda d’urto della deflagrazione del dolore accumulato.
Ciò che rimane dopo che il dolore è uscito è amore, empatia, accettazione e leggerezza."
"Tanta voglia di crescere per poi accorgersi che rimanere bambini è la cosa più bella che ci sia."