Milioni d'anni fa...

Che strana creatura l'essere umano:
brancola nel buio con espressione intelligente.
Kodo Sawaki Roshi
L'homo creato e creanzato.
secondo il comico Brignano

Una cosa è l’evoluzione un’altra l’evoluzionismo.
L’evoluzione, nel senso di un antenato comune, potrebbe essere vera. Invece, l’evoluzionismo, inteso come processo di mutazioni casuali, al di fuori di un disegno intelligente, risulta improbabile...
Che la vita sia comparsa per una serie di occasioni fortunate è lo stesso che pensare che dall’esplosione di una tipografia si formi un dizionario di ventimila voci. Ed un semplice organismo unicellulare possiede molte più informazioni di un dizionario. Non parliamo poi del cervello umano.
Anche se l'evoluzione è ormai una teoria comunemente accettata, diversi esperimenti e osservazioni scientifiche confermano la validità della teoria quando si analizzano micro evoluzioni. Tutto però cambia quando si cerca di spiegare l'origine umana in termini evolutivi.... sono ancora oggi molti i punti che non tornano e le incongruenze.



Già con i primati e al più tardi con gli ominidi 
qualcosa deve essere andato male.

Gli Evoluzionisti basano la loro teoria partendo dal fatto che il 98% del corredo genetico delle scimmie e dell’uomo sono simili. Da questa osservazione passano, come se si trattasse di una conseguenza logica, al presupposto che la Riduzione Cromosomica sia un dato di fatto. Pensano che l’uomo e la scimmia derivino da un antenato comune perché in tempi remoti uno o più individui sarebbero passati, in modo casuale, dai 48 cromosomi oggi presenti nel genoma delle scimmie ai 47 e poi dai 47 ai 46 dell’uomo attuale per evoluzione spontanea attraverso un processo o di fusione di due cromosomi, o di perdita di un cromosoma intero. Con ciò essi, ingenuamente, considerano la Riduzione Cromosomica un problema irrilevante su cui discettare senza la minima cognizione di causa.



Ma tecnicamente, passare da 48 a 46 cromosomi e dare prole vivente e fertile è impossibile! “Statisticamente” è impossibile!
Quando varia il numero dei cromosomi dell’individuo, l'individuo stesso non nasce affatto o, se nasce, nasce gravemente malformato: nasce cioè con una Sindrome Cromosomica. E nasce con l’assoluta difficoltà a riprodursi. Ciò induce a supporre che il passaggio da un preominide all’uomo non sia potuto avvenire in natura attraverso la perdita di uno o più cromosomi, vale a dire con una Riduzione Cromosomica. L’aggiunta di un cromosoma al corredo normale è parimenti deleteria...


Diceva Agatha Christie che
"Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, 
ma tre indizi fanno una prova."
E allora ci sarebbero prove a sufficienza per raccontare alcune strane storie...
«L'uomo ha una tale passione per il sistema e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità per non vedere il vedibile, a non udire l'udibile pur di legittimare la propria logica.»
Fëdor Dostoevskij, Memorie dalla casa dei morti

Da quando esiste l’intelligenza, ogni forma di vita è impossibile.
Fernando Pessoa

E cosa ci fa un martello nella roccia di 140milioni di anni fa?

A coloro che vanno cercando una definizione della vita, vorrei proporre la seguente: «la materia quando incomincia a soffrire».
Guido Morselli, Diari (5 novembre 1966)


poca cosa se consideriamo che i nostri progenitori ancora più antichi, secondo la teoria comunemente accettata dell'evoluzione, erano rettili ('na specie de vipera primordiale di 340milioni di anni fa?)... che discendevano da anfibi ('na specie de rospo primitivo di 400 milione di anni fa)... che discendevano da pesci ('na specie de piraña prima maniera di 500 milione di anni fa?)... e che tutti noi vertebrati discendiamo dai cosiddetti agnati ('na specie, guarda caso, di antesignani vertebrati serpentiforme di oltre 500 milioni di anni fa). Ma n'è meglio crede alla creazione tout court? Ma po esse che derivamo da 'na specie de serpe? Mah...



"L'Omo disse a la Scimmia:
Sei brutta, dispettosa:
ma come sei ridicola!
ma quanto sei curiosa!
Quann'io te vedo, rido:
rido nun se sa quanto!...
La Scimmia disse: Sfido!
T'arissomijo tanto!"
Trilussa

Un uomo, una donna… 
strane parole, strana follia!

Ingeborg Bachmann, Malina

Nascere è cadere nel tempo.
Maria Cvetaeva, La sibilla al bambino

[ In un angolo remoto dell’universo scintillante e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c’era una volta un astro, su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza. ]

Fu il minuto più tracotante e più menzognero della “storia del mondo”: ma tutto ciò durò soltanto un minuto. Dopo pochi respiri della natura, la stella si irrigidì e gli animali intelligenti dovettero morire. – Qualcuno potrebbe inventare una favola di questo genere, ma non riuscirebbe tuttavia a illustrare sufficientemente quanto misero, spettrale, fugace, privo di scopo e arbitrario sia il comportamento dell’intelletto umano entro la natura. Vi furono eternità in cui esso non esisteva; quando per lui tutto sarà nuovamente finito, non sarà avvenuto nulla di notevole. Per quell’intelletto, difatti, non esiste una missione ulteriore che conduca al di là della vita umana. Esso piuttosto è umano, e soltanto chi lo possiede e lo produce può considerarlo tanto pateticamente, come se i cardini del mondo ruotassero su di lui. Se noi riuscissimo a intenderci con la zanzara, apprenderemmo che anch’essa nuota attraverso l’aria con questo pathos e si sente il centro – che vola – di questo mondo.

Friedrich Nietzsche, da Su verità e menzogna in senso extramorale

E se abbiamo sempre creduto l'upmo è diverso e superiore a tutte le altre forme di vita sulla Terra oramai dobbiamo umilmente accettare l'idea che abbiamo un'origine comune a tutti gli altri esseri viventi, compresi serpenti e vermi, con il nostro cugino più prossimo che si chiama scimpanzè.


E se ormai è assodato che 66milioni di anni fa il nostro comune antenato era un mammifero simile ad un roditore che viveva all'ombra dei grandi dinosauri e che i primi primati comparvero 55milioni di anni fa... noi tutti, quando ci siamo separati dal parentame primate?

I nostri antenati più prossimi (i cosiddetti primati, 'na specie de scimmia primordiale) comparvero 55milioni di anni fa... 

25 milioni di anni fa, una nuova specie emerse sulla Terra: le grandi scimmie. Tra loro, un lignaggio unico si sarebbe gradualmente evoluto e avrebbe dato origine alla specie umana. Un viaggio tra i nostri antenati, dalle loro prime avventure sulle cime degli alberi alla loro definitiva conquista del mondo. Seguiamo figure chiave dell'evoluzione come Pierolapithecus, Toumai e Homo erectus. Assistiamo alle invenzioni rivoluzionarie che hanno plasmato l'umanità: il bipedismo, gli utensili, il fuoco, il linguaggio, le emozioni e persino la consapevolezza della morte. Tra sopravvivenza, migrazione e adattamento, questa storia avvincente evidenzia le sfide che i nostri antenati hanno dovuto affrontare: sconvolgimenti climatici, predatori e persino i primi conflitti. Homo sapiens, l'ultimo erede di questo lignaggio, sarebbe infine diventato la specie dominante, plasmando il mondo come lo conosciamo oggi.

Le Teorie, le scoperte, le acquisizioni e le confutazioni in Paleontologia e in Antropologia sono all’ordine del giorno... e si sa perfettamente che il metodo evoluzionista sembra avere poco a che fare con l’ultimo gradino dell’evoluzione umana, che ha portato sulla Terra l’Adam, l’Uomo Nuovo, diverso dalle popolazioni autoctone.
Immagine correlataUna nuova analisi su una scimmia che visse 12,5 milioni di anni fa suggerisce che si tratti di una specie di Gorilla. Significherebbe che i gorilla si evolsero molto prima degli 8-6 milioni di anni fa finora ipotizzato: le caratteristiche del teschio suggeriscono che  si separò dalla linea umana circa 14 milioni di anni fa. Da questo possiamo dedurre che il ramo umano si separò da quello delle scimmie oltre 10 milioni di anni fa: quindi si sposterebbe indietro anche il tempo in cui l’Umanità di divise dalle scimmie, di oltre 2 milioni di anni...

[Danuvius guggenmosi... forse l'anello mancante nella transizione dalla scimmia all'uomo?]
A conferma di queste ipotesi i resti fossili scoperti in Germania e risalenti a 11,6 milioni di anni fa mostrano braccia adatte alla sospensione sugli alberi e gambe conformate per camminare sul terreno in posizione eretta...

Life 7,8 milioni di anni fa...

E allora sembrerebbe confutata l'opinione accreditata fino a poco tempo fa che, 7 milioni di anni fa, la linea evolutiva umana si separò da quella della Scimmia nell’Africa Centrale, dove rimase per altri 5 milioni di anni, prima di colonizzare il resto del Pianeta?

Di certo una traccia umana porta fino a sette milioni di anni fa...
Risultati immagini per neanderthal gif

In Bulgaria e in Grecia sono stati ritrovati due fossili di una creatura simile alla scimmia, ma con i denti simili a quelli dell’uomo, databile a 7,2 milioni di anni fa.
Questa datazione ci permette di spostare il momento della separazione umano-scimmia nell’area del Mediterraneo. Durante quel periodo nel quale il Mar Mediterraneo passò attraverso frequenti periodi di secca, formando un ponte di terra fra l’Europa e l’Africa e consentendo alle scimmie e ai primi ominidi di passare attraverso i continenti...


Life 6,6 milioni di anni fa...

Mutazioni genetiche che in natura non possono avvenire...
un mostro genetico chiamato frumento;
il grano con cui facciamo il pane è la fusione di due genomi di due piante diverse in uno nuovo...
lo stesso discorso vale per il  mais...
la patata commestibile: il genoma di un batterio che si ingloba nel genoma della patata selvatica...
l'uomo che passa da 48 a 46 cromosomi...
l'uomo che ha i capelli che crescono all'infinito, unico caso nel mondo animale...
e la pecora...
la pecora che ha i peli che crescono in continuazione, unico caso fra gli ovini...

Life 6,4 milioni di anni fa...


La presenza di varie specie umane coesistenti rende più complesso il quadro a livello scientifico con implicazioni persino religiose per chi crede nel creazionismo. 


Cos'è successo nel passaggio dalla scimmia all'uomo?
bizzarri, giganti, nani, pelosi, glabri...
ne è sopravvissuto solo uno di questo serraglio stranamente familiare e ha anche rischiato di non farcela...




E dunque oltre sette milioni di anni fa comparvero gli ominidi? Ovverosia tutte le scimmie antropomorfe attuali ed estinte (esseri umani, gorilla, oranghi e scimpanzé).

Dall'antica scimmia all'Australopiteco, progenitore comune delle grandi scimmie moderne e dell'uomo...


Il processo evolutivo, riconosciuto e attestato, ha evidenziato che la famiglia ominide si è evoluta da una popolazione di primati che si era stanziata nella Rift Valley in Africa circa 5-6 milioni di anni fa...

Cinque milioni di anni fa... nella savana africana.

Life 4 milioni di anni fa.

Life 4,5 milioni di anni fa.

Life 4,4 milioni  di anni fa.

[Lucy... la bisnonna dell'umanità]
la prima femmina del genere Homo...

Ricostruzione di Lucy, la femmina
di Australopithecus afarensis
trovata ad Hadar, in Etiopia.

Da lì l'Australopithecus afarensis, una specie estinta di ominide del genere Australopithecus vissuta in Africa 

La vita di 3,4 milioni di anni fa...

L’australopiteco Lucy
3,2 milioni di anni fa


[Lucy, la celebre donna scimmia (Australopithecus afarensis) scoperta in Etiopia dal paleoantropologo americano Donald Johanson. Manca delle estremità inferiori, ma le ossa delle gambe e il bacino dimostrano che la stazione eretta era acquisita: gli ominidi si muovevano quasi sempre in quella posizione, non solo per alcuni tratti..]
Nel novembre 1974, nel caldo torrido della regione di Afar in Etiopia, venne alla luce uno dei ritrovamenti più significativi nella storia della paleoantropologia: il fossile di Lucy. Questo scheletro quasi completo continua a influenzare profondamente la scienza e la cultura. Chiamata così per la famosa canzone dei Beatles, "Lucy in the Sky with Diamonds", Lucy era il più antico e completo scheletro umano mai trovato fino a quel momento, cambiando per sempre il modo in cui comprendiamo l’evoluzione della nostra specie. Il fossile, noto scientificamente come AL 288-1, appartiene alla specie Australopithecus afarensis e risale a circa 3,2 milioni di anni fa. Il suo scheletro rivelò un dettaglio straordinario: pur avendo un cervello delle dimensioni di quello di uno scimpanzé, Lucy camminava eretta come gli esseri umani moderni. Questa scoperta ha confermato che la postura bipede è stata una delle prime caratteristiche a svilupparsi nel nostro processo evolutivo, precedendo di molto l’aumento della capacità cranica. A differenza di altri fossili trovati in precedenza, Lucy era straordinariamente completa. Circa il 40% dello scheletro era stato recuperato, comprendendo parti fondamentali come la mandibola, il bacino e le ossa delle gambe. Questo ha permesso ai ricercatori di ricostruire con precisione la sua statura (circa un metro di altezza) e il suo modo di camminare.  Lucy è diventata un punto di riferimento anche per confrontare altre scoperte più recenti. Ogni nuovo ritrovamento viene ancora oggi messo in relazione a Lucy, a dimostrazione di quanto rimanga fondamentale nel campo della paleoantropologia. Oltre alla sua importanza scientifica, Lucy ha avuto anche un’enorme risonanza culturale. Ha viaggiato per mostre negli Stati Uniti, attirando milioni di visitatori, sebbene molti abbiano criticato il trasferimento del fragile fossile fuori dall’Etiopia. Tuttavia, questa notorietà ha contribuito a radicare Lucy nell’immaginario collettivo come simbolo dell’umanità stessa.

Le dimensioni del cervello umano sono aumentate gradualmente nel corso dell'evoluzione dei nostri antenati e non attraverso improvvisi balzi quando una specie ne ha soppiantata un'altra...

E poi il Paranthropus è un genere estinto di ominidi, vissuto in Africa centro-orientale fra i 2,8 e 1 milione di anni fa, tra la fine del Pliocene e il medio Pleistocene.

Homo rudolfensins... 
2,5 milioni di anni fa...

ca 2,4 milioni di anni fa, con la specie Homo habilis, compare il genere umano (forse...).


Life 2,4 million years ago
(explore how humans like Homo habilis survived in the wild)

Ricostruzione homo habilis

Da quella popolazione di primati che si erano stanziati nella Rift Valley in Africa milioni di anni prima, il genere Homo si è differenziato dall'Australopithecus. Le prime specie appartenenti al genere Homo, muovendosi lungo le coste dei mari, si diffusero nelle zone tropicali. Usavano già utensili nelle forme in cui li trovavano...


[ominidi simili alle scimmie che, probabilmente, non sono vissuti fuori dall'Africa]
L'Homo habilis aveva una scatola cranica più sviluppata degli ominidi che l’avevano preceduto, ma mascelle relativamente meno potenti, perché la sua dieta era diventata onnivora: comprendeva cioè una buona base di carne, che si procurava facendo lo “spazzino”, cioè scacciando iene e altri predatori dalle carcasse degli animali morti, spesso agendo in gruppo con altri simili. I suoi utensili di pietra servivano soprattutto a rompere le ossa per mangiare il midollo, un cibo molto nutriente. Homo habilis è stato a lungo considerato il primo membro della linea evolutiva di Homo, ma una serie di nuovi ritrovamenti ha cambiato le carte in tavola.

Life 2,3 milioni di anni fa.

Gli ultimi 2 milioni di anni di Evoluzione Umana...

[il caso dell'erectus africano: dall'ergaster all'erectus o viceversa?... dall'Africa all'Asia o viceversa?]
E si perché in Africa troviamo reperti umani databili tra 2 e 1 milione di anni fa che vengono attribuiti ad una nuova specie: l'homo ergaster. Una denominazione 
Ricostruzione
homo ergaster

comunemente riservata alle popolazioni che vivevano in Africa: 
ma molti studiosi lo mettono in stretta relazione con i reperti asiatici attribuibili all' homo erectus: insomma l'ergaster si sovrapporrebbe all'erectus? 
Ricordando che la denominazione erectus è comunemente usata per i reperti asiatici,
 l'ergaster è una specie estinta di ominide vissuto in Africa tra 2 e 1 milione di anni fa. E
 si dibatte ancora molto sulla possibilità che questa specie sia nata in Africa, come altre specie di ominidi, oppure sia arrivata dall’Asia. Non è ancora chiaro se Homo erectus e Homo ergaster siano la stessa specie oppure no.

L'homo erectus è una specie chiave nella storia evolutiva umana che ha dato origine a ominidi dal cervello più grande da cui è poi derivato l’uomo moderno. Lo troviamo tra 1,8 e 1,5 milioni di anni fa in Asia. Aveva una dimensione del cervello di circa 1000 cm3.
 Un'altra specie di ominide estinta appartenente al genere Homo. È il primo vero cacciatore-raccoglitore, e anche il primo ad aver migrato (forse) dall'Africa in gran numero.  Forse... poiché un'altra tesi sostiene che sia una specie prettamente asiatica  originariamente  denominata Pitecantropo e Uomo di Giava...


I primi segnali di presenza umana nell'evoluzione si farebbero dunque risalire all' Homo ergaster/erectus che circa 1,9 milioni di anni fa comincia a migrare dall’Africa verso l’Asia e l’Europa.

Fu l'Homo Erectus che imparò a controllare e utilizzare il fuoco durante il Paleolitico Inferiore, tra circa 1,5 e 2 milioni di anni fa. Le prime prove di utilizzo e controllo del fuoco risalgono a questo periodo, con l'Homo erectus che, inizialmente, non sapeva come accenderlo, ma utilizzava quello già esistente (come fuochi naturali o incendi) e lo conservava.
Si ritiene che l'erectus sia stata la prima specie a capire come lavorare e utilizzare le pietre bifacciali e a usare il fuoco, riuscendo così a lavorare le pelli e a fare un uso più elaborato degli alimenti rispetto agli uomini primitivi che l’avevano preceduto. 

ricostruzione homo erectus

I reperti più antichi dell'Homo erectus, artista e scopritore, risalgono a 1,9 milioni di anni fa e sono stati individuati in diversi giacimenti situati in Africa, Asia ed Europa. Infatti l’Homo erectus fu, per quanto ne sappiamo al momento, la prima specie di ominide che lasciò la culla dell’Africa e si avventurò in nuovi territori diffondendosi in altri continentiAltri, invece, credono che fosse una specie autoctona asiatica poi migrata verso Africa ed Europa. La complessità che accompagna la collocazione dei reperti di questa specie in una categoria ben definita, è ovvia. Soprattutto perché, a prescindere da alcune analogie nella struttura fisica, i diversi tipi di Homo erectus presentano anche delle differenze regionali. I più antichi rappresentanti del genere umano "Homo" rinvenuti fuori dal continente africano e la più remota popolazione di "Homo erectus" ritrovata finora si trovano a Dmanisi, nell'ovest della Georgia, uno dei siti archeologici attualmente più importanti del mondo. Negli ultimi anni, nel Caucaso sono stati ritrovati i resti ben conservati di sei individui risalenti a circa 1,7 milioni di anni fa.

[dal Caucaso all'Europa]
In Spagna il fossile più antico risale a 1,4 milioni di anni fa...

[dal Caucaso all'Asia]
Il territorio cinese risultava già abitato oltre un milione di anni fa, nel Paleolitico inferiore... così ci dicono iritrovamenti nell’area cinese di Xiaochangliang, Xihoudu e Shanxi. 

Com'era la vita dei nostri antichi antenati 
Esploriamo il mondo dell'Homo erectus e degli altri primi esseri umani mentre si adattavano all'ambiente, sviluppavano strumenti e iniziavano l'affascinante viaggio dell'evoluzione umana. Esaminiamo in modo approfondito le prove archeologiche, antropologiche e fossili che svelano le loro strategie di sopravvivenza, i comportamenti sociali e le innovazioni culturali. Scopriamo come questi primi ominidi hanno gettato le basi per l'umanità moderna in un'affascinante esplorazione della preistoria.

E tutta 'sta faticaccia per rischiare l'estinzione circa 900.000 anni fa... la straordinaria storia di quando l'umanità, ridotta ad un migliaio di persone, rischiò di scomparire per sempre.
Recenti analisi del DNA di esseri umani moderni suggeriscono che un drammatico collo di bottiglia demografico si sia verificato tra 930.000 e 813.000 anni fa, riducendo la popolazione umana a circa 1.280 individui per oltre 100.000 anni. Ciò fu probabilmente il risultato di gravi cambiamenti climatici durante la transizione dal Pleistocene inferiore a quello medio, tra cui intense glaciazioni, siccità e mutamenti ecologici in Africa. Il collo di bottiglia portò a una grave perdita di diversità genetica e potrebbe spiegare la scarsità di fossili risalenti a questo periodo. Dopo la sua fine, le popolazioni umane crebbero rapidamente, probabilmente favorite da un clima migliore e dall'uso del fuoco.
Le carote di ghiaccio dell'Antartide hanno svelato la transizione climatica del pleistocene medio avvenuta circa un milione di anni fa. Gli studi dei sedimenti marini hanno mostrato pattern climatici ricorrenti, alternando glaciazioni e periodi di riscaldamento ogni 40.000 anni. Tuttavia, intorno a 900.000 anni fa, questo ciclo è cambiato in modi ancora in parte oscuri, oscillando su cicli di 100.000 anni. All’epoca di questa transizione, dunque, l’Homo Sapiens quasi scomparve, riducendo la sua popolazione a un migliaio di individui. Mentre i dettagli rimangono avvolti nella nebbia del tempo, non è difficile immaginare come un cambiamento climatico repentino possa aver minato la capacità umana di sopravvivere, spingendoli al limite.
Recenti analisi del DNA di esseri umani moderni suggeriscono che un drammatico collo di bottiglia demografico si sia verificato tra 930.000 e 813.000 anni fa, riducendo la popolazione umana a circa 1.280 individui per oltre 100.000 anni. Ciò fu probabilmente il risultato di gravi cambiamenti climatici durante la transizione dal Pleistocene inferiore a quello medio, tra cui intense glaciazioni, siccità e mutamenti ecologici in Africa. Il collo di bottiglia portò a una grave perdita di diversità genetica e potrebbe spiegare la scarsità di fossili risalenti a questo periodo. Dopo la sua fine, le popolazioni umane crebbero rapidamente, probabilmente favorite da un clima migliore e dall'uso del fuoco.

E poi ecco comparire i Neandersovani. Alcuni articoli scientifici affermano che la separazione tra uomo di Neanderthal e la nostra specie risalga a circa 800.000 anni fa, in Africa. Successivamente li ritroviamo in tutta Europa dalla Gran Bretagna (ad ovest) all'Iran (a est). Si estingueranno 40.000 anni fa circa, con l'arrivo del sapiens sapiens che nel frattempo (tra i 300/200mila anni fa) si formarono in Africa da cui cominciarono a migrare 75mila anni fa..



comuni antenati ribattezzati Neandersovani, che uscirono dall’Africa circa 700.000 anni fa e si  incrociarono con una popolazione euroasiatica del genere Homo, probabilmente erectus, discendenti degli erectus che lasciarono l’Africa molto prima, circa 1,9 milioni di anni fa. Fu il più antico evento di ibridazione mai registrato tra due popolazioni umane arcaiche: l'incrocio che è avvenuto tra i 700.000 e i 600.000 anni fa tra neandersovani ed erectus. 

Per gran parte della nostra evoluzione, la Terra non era solo del nostro genere. Condividevamo il mondo con i nostri "cugini": i Neanderthal, i Denisova, i Floresiensis… e altri ancora, che stiamo appena cominciando a conoscere.

Una continua ibridazione che  portò alla specie Homo Heidelbergensis, forse l’ultimo antenato comune tra noi, i Neanderthal e, probabilmente, anche i Denisova. Non era confinato in una sola regione: vagava tra l’Europa, l’Africa e l’Asia occidentale tra 700.000 e 200.000 anni fa, in un’epoca di climi estremi e sfide implacabili.  Tra glaciazioni che cancellavano ogni forma di vita nel nord, o siccità che facevano scomparire i fiumi africani nel giro di poche generazioni: acqua, cibo, riparo… tutto diventava un lusso disperato. E in mezzo a questa lotta per la sopravvivenza, Homo heidelbergensis non si arrese. Si adattò. Evolse. Si trasformò in una creatura da incubo: spalle larghe, ossa robuste, statura simile alla nostra, cervello quasi identico al nostro. Aveva strumenti, viveva in gruppi, e possedeva un’intelligenza straordinaria. Non raggiunse la vetta per caso. Ci arrivò con il sangue. Con la strategia. Con pura determinazione. Fu il primo vero assassino della storia umana? Forse. E nel profondo, ci somigliava più di quanto ci piacerebbe ammettere…

E il primo omicidio documentato nella storia dell'umanità è proprio di un Heidelbergensis di 430.000 anni fa...
con quelle morti agghiaccianti della storia umana .

La "male" evoluzione degli ultimi 500.000 anni...


Teoria aliena...: e se fosse vero che centinaia di migliaia di anni fa [450.000] sulla terra arrivarono gli anunnaki, giganti alieni che combinarono il loro dna con quello dell'homo erectus dando vita al sapiens?

Teoria definita assurda dal magazine "Focus"...


Si ritiene che l'erectus sia stata anche la prima specie a capire come creare il fuoco. La capacità di 
I sumeri avevano ragione?
tutto risalirebbe a 450.000
anni fa quando sulla terra
arrivarono gli annunaki?

produrre il fuoco risale a circa 400.000 anni fa, al tempo della convivenza con l'homo robustusAll'attività dell'Homo erectus, infatti, apparterrebbero focolari rinvenuti in Africa, Cina, Europa e Medio Oriente. 
 Dallo sfregamento di due bastoncini secchi si creava una scintilla e, quindi, l'uomo accendeva il fuoco autonomamente. In seguito furono messe a punto altre tecniche. 
Un'altra tecnica prevedeva, invece, la percussione di due minerali, la selce e la pirite. 
L'uso del fuoco è stato fondamentale per lo sviluppo della civiltà umana.


“Tra i tanti ambiti di ricerca scientifica davvero interessanti, uno è: chi siamo?”.

Non ci siamo evoluti in modo lineare. Diverse specie condividevano lo stesso tempo e lo stesso spazio. Si deve pensare alla nostra evoluzione come a un albero genealogico. Il nostro pianeta ha ospitato contemporaneamente diverse specie e sottospecie di esseri umani. Ciò significa che si sono verificati incroci tra queste varie specie e sottospecie di esseri umani arcaici, con conseguente mescolanza di geni.


E poi i Neanderthal... comparsi 400 mila anni fa ed estintasi 40 mila anni fa; i nostri parenti umani estinti più prossimi.

ora ci permette di capire meglio 
cosa abbiamo di Neanderthal 
dentro di noi.

Si ritiene che i Neanderthal si siano incrociati con gli antichi europei.

In uno studio, i ricercatori hanno tracciato i segni dei Neanderthal nel nostro codice genetico e ne hanno trovato geni correlati all’umanità ed al metabolismo che potrebbero essere stati utili all’uomo moderno per sopravvivere al di fuori dell’Africa. Ancora oggi, secondo gli scienziati, portiamo l’eredità dell’uomo di Neanderthal, ma il nostro codice genetico porta anche l’eco di un altro gruppo di cugini umani estinti, che prendono il nome di Denisova. 

Neanderthal avevano  occhi azzurri o verdi, la pelle chiara e i capelli rossicci?

I Neanderthal erano violenti?

The massacre of the last Neanderthal tribe


[e poi, circa 4*300mila anni fa, i primi rappresentanti dell'Homo Sapiens?]
A quel tempo risale l'ibridazione tra i Neandersovani africani  e l'erectus euroasiatico, da cui ne derivarono le specie Homo Neanderthalensis e Homo di Denisova, [primi rappresentanti dell'Homo Sapiens?]. Mentre i Denisoviani popolarono l'Asia, i Neanderthaliani popolarono un’area compresa tra l’Europa Occidentale e l’Asia minore... prima dell’arrivo dell’Homo Sapiens Sapiens, che più sapiens non si può, suo concorrente evolutivo e diretto progenitore dell’essere umano moderno.
In seguito alla dispersione dei diversi gruppi di hominini, solo la nostra specie è sopravvissuta e nessuno ne conosce la ragione.



Teoria aliena...: 300mila anni fa, ammutinamento degli Anunnaki. Enki e Ninhursag creano l’Uomo, il “lavoratore primitivo”.
Teoria non condivisa (legittimamente) dal divulgatore scientifico Giacomo Moro Mauretto.

E poi i Denisova asiatici... il terzo incomodo, una popolazione che viveva nello stesso periodo dei Neanderthal in Europa.

Era una femmina di carnagione scura,
occhi e capelli castani:
questa accurata descrizione
è uno dei risultati più appariscenti
del sequenziamento del genoma
presente nel fossile della falange umana
trovata nel 2008 a Denisova,
in Siberia meridionale,
e appartenente a una specie cugina della
nostra, gli Uomini di Denisova, appunto.



Ed ecco uno dei più grandi misteri dell’evoluzione umana: un enigma iniziato con la scoperta di un osso di un mignolo nella grotta di Denisova, nei Monti Altai della Siberia meridionale. Le analisi del DNA di quel minuscolo fossile hanno portato alla scoperta di una specie distinta di ominidi, che gli scienziati hanno poi chiamato Homo di Denisova
 (comparso 280 anni fa ed estintosi  30 mila anni fa). Molte persone oggi in vita portano tracce del DNA denisoviano nel loro patrimonio genetico, ma poiché i fossili di questi antichi ominidi estinti sono ancora pochi e rari, gli esperti non sanno ancora che aspetto avessero, dove vivessero e perché siano scomparsi.

Mentre i Neanderthal erano rinomati per la loro forza mostruosa, i Denisova siberiani potrebbero essere stati fisicamente ancora più formidabili. Denisova e Neanderthal interagivano e si incrociavano in regioni in cui i loro areali si sovrapponevano, tra cui l'Asia centrale e l'Europa orientale. La ricerca genetica mostra che i Neanderthal in Europa e i Denisova in Asia condividevano un antenato comune e interagivano geneticamente. Questa comune ascendenza Denisova-Neanderthal potrebbe spiegare perché i geni Denisova compaiono in popolazioni ben oltre il loro areale noto, tra cui l'Europa.


E, comunque, gli scienziati sono tutti d'accordo nel non sapere come dall'erectus si sia arrivati al sapiens... perché l'evoluzione ha richiesto tutta una serie di eventi così casuali così difficili così rari da poter essere quasi definiti impossibili in tempi brevissimi...
Quello che si chiede è capire come (forse ca 400mila anni fa) l’ominide noto come Homo erectus (ergaster in Africa) si sia trasformato improvvisamente in Homo sapiens: aumentando del 50% la dimensione del cervello, acquisendo la capacità di parlare e un’anatomia moderna. I principi dell’evoluzionismo, infatti, applicati alla razza umana non spiegano come sia stato possibile questo repentino miglioramento.

In oriente ci sono molti fossili umani diversi, ma non esiste una classificazione universale per questi fossili. Mentre i fossili europei che risalgono a un periodo compreso tra 300.000 e 50.000 anni fa sono classificati come Neanderthal, anche se hanno un alto grado di variabilità, i fossili asiatici di questo periodo non sono classificati come una singola specie, almeno fino ad ora. E un team di ricercatori ha dato un nome a una nuova specie umana vissuta circa 100.000-300.000 anni fa in Cina. La specie, nota come Homo juluensis, getta nuova luce sulle complessità dell'evoluzione umana. Il nome scientifico della specie si traduce in "Uomo dalla testa grande". LHomo juluensis è considerata come intermedia tra gli ominidi più primitivi, come gli Homo erectus, e quelli più moderni, come gli Homo Sapiens.

E poi l'Homo floresiensis. Lo scheletro fossile più completo appartiene a una femmina adulta alta circa 1 m, con una capacità cranica di appena 417 cc. Altri resti fossili mostrano che queste erano le dimensioni tipiche della specie, motivo per cui informalmente è chiamata Hobbit. Scoperto sull’Isola indonesiana di Flores, H. floresiensis visse lì tra i 190mila e i 50mila anni fa e lo si ritiene una forma nana di Homo erectus. Di fatto non è raro che nelle isole si siano evolute spesso versioni piccole di grandi mammiferi. H. floresiensis era perfettamente bipede, produceva strumenti litici, utilizzava il fuoco e cacciava elefanti nani presenti sull’isola.

Se i concetti della selezione naturale sono ben applicabili al mondo animale, quando si analizza il genere umano qualcosa non torna. Già Alfred Wallace, collaboratore di Darwin, sospettò un intervento esterno e dichiarò che “una qualche potenza intelligente ha guidato o determinato lo sviluppo dell’uomo”. Dopo più di un secolo e mezzo gli scienziati di tutto il mondo non sono ancora riusciti a dimostrare il contrario, fallendo nel tentativo di trovare l’anello mancante tra uomo e scimmia, e non riuscendo a spiegare la complessità di organi come il cervello.


Se infatti il 98% del patrimonio genetico è analogo tra uomo e scimpanzé, non è chiaro come solo il 2% possa aver influito così tanto nella diversità tra le due specie, aggiungendo valori molto vantaggiosi come il linguaggio, il cervello, la sessualità...  i principi dell’evoluzionismo applicati alla razza umana non spiegano come sia stato possibile questo repentino miglioramento.

dieci anni dopo la pubblicazione della teoria dell'evoluzione afferma: "la teoria la riesco ad applicare a tutte le specie viventi tranne che per l'uomo, perché per l'uomo non funziona..."

Il vero rompicapo non è l'arretratezza dei nostri antenati  ma il nostro stesso progresso: il genere umano avrebbe impiegato due milioni di anni per capire che gli utensili di pietra funzionano meglio se li si modella e li si affila... allora perché non ci sono voluti altri due milioni di anni per imparare ad usare altri materiali?
Non ci saremmo evoluti secondo la teoria dell'evoluzione: saremmo stati allevati e il giardino dell'Eden sarebbe stato teatro di esperimenti genetici extraterrestri sull'homo erectus... mah, ai lettori l'ardua sentenza.



Homo neanderthalensis,  ominide strettamente affine all'Homo sapiens che visse nel periodo paleolitico medio, compreso tra i 400.000 e i 40.000 anni fa. Fu un "Homo" molto evoluto, in possesso di tecnologie litiche elevate e dal comportamento sociale piuttosto avanzato, al pari dei sapiens di diversi periodi paleolitici.


I Neanderthal, un'eredità unica dell'evoluzione umana. Ominidi che riuscirono ad adattarsi a condizioni estreme, diventando i predatori al vertice della loro epoca. La natura non ha mai più creato nulla di simile: la sua forza, la sua intelligenza, il suo legame con la natura e, infine, la sua misteriosa scomparsa. Uno dei capitoli più affascinanti della nostra evoluzione.


Homo di Neanderthal, così chiamato per la valle tedesca in cui furono ritrovati i resti fossili di questa tipologia di Homo e caratterizzato da una conformazione genetica anomala che lo portava ad avere fisicamente i capelli rossi e una pelle molto chiara oltre che un Dna molto diverso dal nostro. 

E poi arrivarono le prime Ewah...
E non discendiamo da una singola "culla dell'umanità", ma da più nuclei geografici sparsi per il continente africano. Uno studio confermerebbe la teoria di una più lenta e diversificata transizione tra specie più arcaiche e uomo moderno.

L'Homo sapiens ha condiviso il mondo con altre specie umane. Incontri dimenticati in indizi genetici e misteri irrisolti che ancora vivono dentro di noi.

Studi sul DNA farebbero supporre che la nostra specie abbia iniziato a distinguersi da quelle più arcaiche ca 300mila anni fa, e che la punta meridionale del continente sia stato uno dei luoghi chiave di questa differenziazione.


La guerra del fuoco.
film documentario del 1981

E mentre le precedenti operazioni genetiche evolvevano separatamente sull'erectus già emigrato in Eurasia, altre e diverse operazioni genetiche sull'ergaster rimasto in Africa si sarebbero concluse con la famosa Eva mitocondriale ca 300mila anni fa?!?

La teoria dell'origine panafricana dell'homo sapiens...

Eva, la prima femmina umana alla quale, i genetisti, fanno risalire tutta l'attuale discendenza dell'umanità...
In base all'assunto che un individuo erediti i mitocondri solo dalla propria madre, questa scoperta implica che tutti gli esseri umani abbiano una linea di discendenza femminile derivante da una donna che i ricercatori hanno soprannominato Eva mitocondriale che la filogenia ci suggerisce sia vissuta in Africa.


Infatti, secondo la Teoria dell'Origine unica o Teoria della migrazione africana [la teoria dell'evoluzione più diffusa], coloro che tra gli Homo rimasero in Africa si evolsero nell'Homo sapiens. Successivamente migrarono verso l'Asia e l'Oceania con un secondo processo di migrazione, incontrando le specie già fuoriuscite precedentemente tra cui i Denisoviani in Asia orientale e i Neanderthaliani in Eurasia occidentale e in America, con i quali convissero per un determinato periodo prima di prenderne il posto.

Cro Magnon contro Neanderthal...


nel link la ricostruzione scenica dell'incontro tra
Homo sapiens sapiens e Neanderthals...

"Ao" l'ultimo dei Neanderthal 

fratello di "Oa"... che in questo film  
si innamorò di una Sapiens Sapiens. 


L'incredibile storia dei Cro-Magnon, i veri titani dell'era glaciale. La loro forza, intelligenza e capacità di sopravvivenza cambieranno il modo di vedere la storia umana.

L'Homo sapiens sapiens, dunque,  apparve ca 300mila anni fa.  Circa 200mila anni fa si spostò dall'Africa per colonizzare l’intero pianeta. 

E l'ultima era glaciale, o Glaciazione Würm, (il periodo più recente di estesi ghiacciai terrestri) si è verificato nel Pleistocene tra circa 110.000 e 11.700 anni fa. Durante questo periodo, il picco massimo della glaciazione, noto come Ultimo Massimo Glaciale (Last Glacial Maximum o LGM), si è verificato circa 20.000 anni fa.


Insomma, per 100mila anni il clima del Vecchio mondo fu sensibilmente più freddo di quanto non lo sia oggi. Fu in quel periodo che il continente venne popolato dalla nostra specie, l’Homo sapiens sapiens, quella che più sapiens non si può, tanto che massacra, abusa, uccide, violenta, tortura...

E circa 35.000 anni fa,  l'Homo sapiens sapiens, che più sapiens non si può, sbaraglia l'intera concorrenza evolutiva imponendosi su tutte le altre specie di Homo; Homo sapiens sapiens che è il nostro diretto progenitore; che è l'unica specie di ominide rimasta al mondo a contendersi la Terra con il resto del feroce mondo animale...




Il ruolo delle ibridazioni diventa sempre più cruciale per comprendere non solo l’evoluzione della nostra specie Homo sapiens sapiens (originata in Africa tra i 300.000 e i 200.000 anni fa), che con Neanderthal e la sua “specie sorella” Denisova si è scambiata geni in ripetute occasioni, ma anche l’evoluzione di tutto il genere HomoSecondo gli autori di uno studio, ciò che è avvenuto tra i 700.000 e i 600.000 anni fa tra Neandersovani e Erectus e si è sostanzialmente ripetuto intorno ai 50.000 anni fa tra sapiens sapiens da una parte e Neanderthal e Denisova dall’altra. 
Così come i Neandersovani si sono accoppiati con la popolazione “super-arcaica” che hanno trovato in Eurasia, arrivando lentamente a sostituirla, sapiens ha incontrato Neanderthal e Denisova fuori dall’Africa, con questi si è prima accoppiato e poi li ha sostituiti. In entrambi i casi però i nuovi arrivati si sono portati dietro nel proprio genoma le tracce di queste ibridazioni.


ph Dima Minakin




Homo sapiens è uscito dall'Africa più volte, ma solo intorno a 65mila anni fa inizia quell'espansione che porterà a quasi tutte le popolazioni odierne.

L'Istituto Max Plack di Leipzig, in Germania, ha pubblicato nel 2014 sulla rivista Nature, lo studio della mappa del Dna del più antico uomo moderno noto, vissuto 45.000 anni fa in Siberia: le analisi genetiche dimostrano che Sapiens e Neanderthal si 'incrociarono' tra 50 e 60 mila anni fa e che l'apporto genetico di questi ultimi è stato più basso di quanto considerato finora. 
"Si tratta dell'ulteriore prova dell'inbreeding avvenuto tra i Neanderthal e l'Homo Sapiens", ha spiegato il paleoantropologo Alfredo Coppa, dell'Università Sapienza di Roma. Lo studio aggiunge nuove prove dell'incrocio tra questi due gruppi umani e restringe di molto il periodo in cui ciò avvenne, passando da un arco temporale stimato finora tra i 37 e gli 86 mila anni fa a una 'forchetta' di appena diecimila anni. A rivelarlo sono analisi del Dna eseguite su uno dei più antichi resti di Sapiens ritrovati fuori dall'Africa vissuto 45 mila anni fa nell'attuale Siberia.


E uno dei gruppi di sapiens più antichi sono quelli denominati Cro*Magnon (dal luogo del loro primo ritrovamento). I Cro*Magnon rappresentano un momento cruciale nella storia dell'evoluzione umana. Questi Homo sapiens arrivarono in Europa circa 45.000 anni fa, sostituendo gli ultimi Neanderthal e lasciando dietro di sé una ricca eredità culturale e genetica. La storia dei primi europei è un affascinante viaggio nel tempo, a partire dall'arrivo dei Cro*Magnon, termine tradizionalmente usato per descrivere le popolazioni che vissero in Europa tra i 40.000 e i 20.000 anni fa. Alcuni dei primi esempi provengono dalla Grotta di Oase in Romania, dalla Grotta di Bacho Kiro in Bulgaria e da Zlaty Kun nella Repubblica Ceca.

Ayla figlia della Terra...

I Neanderthal non si estinsero affatto, anche se la loro morfologia caratteristica scomparve.
by acam.it

E dall'Asia gli umani arrivarono in Australia tra i 60.000 e i 40.000 anni fa. E popolarono il Giappone circa 35mila anni fa.

Ma lo studio sul DNA australiano raccontanto una storia diversa...

[e sembrerebbe che le Americhe furono le ultime terre ad essere colonizzate]
Gli amerindi sembrano essere diretti discendenti dei primi umani
 ad aver attraversato (ca 20.000 anni fa) la Beringia: si sarebbero dispersi nel continente americano dando origine a due lignaggi differenti; il primo avrebbe dato origine ai popolamenti settentrionali, e il secondo sarebbe stato l'antenato dei popolamenti del centro e sud America. I primi umani che oltrepassarono la Beringia impiegarono almeno 2 mila anni per raggiungere la Patagonia. A questa migrazione ne seguirono però delle successive, che in alcuni casi portarono alla sostituzione delle popolazioni presenti. Infatti avvennero tre grosse ondate migratorie: circa 15, 9 e 4 mila anni fa.
E se le radici profonde degli antenati nativi americani si estendessero non solo in Siberia e Beringia, ma anche più indietro, nell'Asia orientale, attraverso antiche popolazioni che solo ora stiamo iniziando a comprendere? E se la storia dei primi americani non fosse iniziata in Alaska, ma in una grotta vicino a Pechino, in Cina? Uno di questi antenati potrebbe essere una figura singola e solitaria: l'Uomo di Tianyuan, le cui ossa risalenti a 40.000 anni fa sussurrano segreti sui primi rami dell'albero genealogico umano, e anche una misteriosa calotta cranica di un'antica donna della Mongolia si intreccia in questa narrazione.
E se si parlasse anche di antichi antenati provenienti  dall'Australia che colonizzarono già 20mila anni fa il Sud America mentre gli asiatici, attraversarono lo stretto di Bering, cominciarono a colonizzare le Americhe dal nord?




ph Jeremy Gibbs

Nell’Europa del nord, 18mila anni fa, prima del diluvio... ai tempi di Doggerland: un nome ancora poco conosciuto; il nome di una terra scomparsa.
Il luogo dove è stato ritrovato un arpione di osso intagliato della lunghezza di 21,6 cm. Un’arma realizzata dalla mano dell’uomo che l’analisi del C-14 ha datato nell’11.740 a.C., un’epoca ancor più antica del favoloso complesso di Göbekli Tepe.



E durante il periodo di riscaldamento globale, all’inizio dell’Olocene (ca. 11.700 anni fa), il livello dei mari cominciò a salire. Questo processo, che continuò per ben due millenni, portò alla rottura dei ghiacci nel continente nordamericano (in quell’epoca era la massa di ghiaccio più estesa del globo) e questo provocò un aumento del livello dei mari di addirittura 120 metri...

Quindi intorno al 10.000 a.C. (con lo scioglimento dei ghiacci dell'ultima era glaciale) vennero a termine le civiltà che fino ad allora si erano venute a formare... l'Umanità fu di nuovo resettata e nuovamente ricominciò da zero.

E forse ha ragione lo studioso indiano di fine Ottocento Bal Gangadhar Tilak affermando che, in base ai Veda, le popolazioni indoeuropee sarebbero vissute anticamente nell'estremo Nord dell'Europa e dell'Asia... da dove (ndr) è possibile siano discese (causa gli sconvolgimenti  per lo scioglimento dei ghiacci) verso la zona pontico*caucasica dalla quale, millenni dopo, sarebbero ripartiti come indoeuropei giungendo, da una parte, nuovamente negli attuali territori della Germania e della Scandinavia solamente intorno al 3.200*2.800 a.C. e, dall'altra parte dirigendosi verso l'Asia orientale.

 E col termine dell'ultima era glaciale, l'evoluzione non fu più fisica ma culturale.

Illustrazione Milo Manara


In un susseguirsi di popoli, in un'infinità di usi e costumi, ma con sempre le medesime amenità che gli esseri umani sono stati capaci di produrre: 
sesso senza pudore, 
riproduzione selvaggia, 
orrori e guerre da sempre e per sempre...

[ricostruzione si una caccia al mammut dal film  "10mila BC" ...]

E fu all'inizio del Neolitico (ultimo periodo della Preistoria), circa 10.000 anni fa, che nacque l'agricoltura, segnando un passaggio fondamentale nella storia umana dal nomadismo dei cacciatori-raccoglitori alla vita stanziale e all'allevamento. La domesticazione di piante e animali ha portato a un'evoluzione significativa della società umana, influenzando l'organizzazione sociale, l'economia e la tecnologia. La pratica dell'agricoltura nasce (simultaneamente?!?) in diverse regioni del mondo in modo indipendente portando alla progressiva formazione di villaggi stabili.

[gli europei, fino a 10*12mila anni fa avevano la pelle scura...]


E pare che intorno all' 8.000 a.C. le popolazioni di Homo sapiens sapiens (uscite dall'Africa 200.000 anni fa) che proliferarono nel sud del Caucaso si spostarono nelle steppe sarmatiche (attuale Ucraina), da una parte, e verso est (India, Cina e, successivamente, Australia e Americhe), dall'altra; arrivarono 
5.000 anni di migrazioni dalle steppe dell'Eurasia all'Europa: un periodo di tremenda violenza che ha portato la popolazione maschile dell'epoca a ridursi fino al 95%...
Nel piccolo paese di Herxheim, vicino a Landau (Baviera), si cela una storia sorprendente risalente alla preistoria (in un tempo in cui la paura prese il posto della fiducia). I ricercatori hanno scoperto resti umani risalenti a circa 7.000 anni fa, in una quantità che suggerisce la presenza di oltre mille persone sepolte. Questi resti mostrano segni di manipolazione, come la rimozione accurata di carne e tessuti dai ossa, spingendo gli studiosi a interrogarsi sulla natura di queste pratiche, forse rituali. Tra i reperti, spiccano calotte craniche lavorate in forme particolari.
Come ci suggerisce la storia televisiva di Conan il Barbaro.



Sguardo di ghiaccio come le popolazioni del Nord, pelle, barba e chioma d'ebano come le genti africane. L'analisi del genoma di un antico cacciatore*raccoglitore, vissuto in Europa tra l'8mila a.C. e i 3mila a.C., ha rivelato particolari curiosi sulle sue caratteristiche fisiche.

E nel mezzo del cammin di nostra Umanità c'è la nostra storia... che tutti noi conosciamo!



Il Neolitico termina intorno al 4.000 a.C., quando si passa dalla Preistoria alla Storia, ovverosia alle documentate azioni umane.



E intorno al 4.000 a.C. si diffonde quella cultura chiamata Kurgan (dai tumuli funerari che costruisce) che aiuta a comprendere la diffussione di quelle popolazioni definite indoeuropee.

Ma come mai gli indoeuropei spiazzarono le popolazioni precedenti in Europa (che ricordiamo aveva subito una colonizzazione di cacciatori*raccoglitori ca 14mila anni fa ed una colonizzazione di agricoltori ca 8mila anni fa)?

Ma come fecero gli "Indoeuropei" ad espandersi in un'Europa già densamente popolata? Oggi abbiamo un'inquietante risposta. Forse portando la peste con sè, un po' come successe nelle Americhe dove gli europei portaro il vaiolo...


E al tempo dei Sumeri e degli Egizi appartiene Oetzi [c.a. 3.300 a.C.], l'uomo venuto dal ghiaccio delle Alpi... 
Era un maschio adulto, alto circa 160 cm, e al momento della morte doveva avere all'incirca 46 anni. Un'età ragguardevole in un'epoca in cui l'aspettativa di vita media non era superiore ai 30-35 anni.

Oetzi... il film del 2020.
Oetzi, che faceva parte di quegli individui che erano appena arrivati (qualche migliaia di anni prima) dall'Anatolia. Quegli individui che furono gli europei più a noi prossimi... ed il loro dna è prevalente in sud Europa. Mentre nel nord Europa prendevano piede popolazioni che venivano dall'est, dall'Asia, dalle steppe della Siberia.

E l'ipotesi di un'origine pontico*caucasica delle popolazioni indoeuropee rimane la più accreditata. Con gli indoeuropei che sarebbero arrivati negli attuali territori della Germania e della Scandinavia solamente intorno al 3.200*2.800 a.C. in un successivo andirivieni dai territori scandinavi alle terre mediterranee...

E intorno al 2200 a.C. incontriamo Ava, una donna vissuta all'età del Bronzo (oltre 4200 anni fa) in Scozia, ovverosia quando nel Medio Oriente la bimillenaria civiltà sumera, colpita dal vento del male veniva senza colpo ferire invasa dagli Amorrei scomparendo nel nascituro impero babilonese... e quando la civiltà egizia, in attività da quasi mille anni, spadroneggiava ad ovest del Medio Oriente...




E seguendo e comparando le linque europee (sino al 2.000 a.C.) si cerca di ricostruire la storia dei popoli protoindoeuropei.

Ma perché gli indoeuropei hanno spiazzato le popolazioni precedenti in Europa ( che ricordiamo aveva subito una colonizzazione di cacciatori*raccoglitori ca 14mila anni fa ed una colonizzazione di agricoltori ca 8mila anni fa)?

E sembrerebbe che in Europa la vera storia inizi intorno all'anno mille a.C. con i Celti... quello Celtico è un bel miscuglio di popolazioni ma nonostante i tanti reperti archeologici venuti alla luce anche ultimamente, le loro origini sono ancora poco chiare. Possiamo ipotizzare di popolazioni Indoeuropee per via degli spostamenti di grandi masse dal sud dell'attuale Russia verso l’Europa alla ricerca di un clima migliore e terre da coltivare. Questi saranno gli antenati dei Celti che divennero Galli, Germani, Britanni, Latini, Greci etc… 



E nel futuro incroceremo l'homo galacticus... sembra fantascienza ma già si studiano i viaggi interstellari che possono durare più di una vita!


Ma come saremo tra 1.000 anni?
Dalla sua creazione, gli esseri umani sono cambiati molto. Durante i suoi primi passi sulla terra, assomigliava ad una scimmia con il suo aspetto molto primitivo. Nel prossimo futuro, potrebbe assomigliare di più a uno zombie. Secondo previsioni scientifiche molto serie, potrebbe avere un aspetto che è un incrocio tra il Gobbo di Notre Dame e Gollum (per dirla semplicemente). Completamente distorto dalle nuove tecnologie, il corpo umano di domani è spaventoso da vedere. 

Ecco un'anteprima e chiaramente non ti fa venire voglia di essere immortale. Un corpo trasformato dalle nuove tecnologie. Conosci i volti dei nostri antenati. Uomini ricoperti di peli con mascelle voluminose e volti molto “animali”. Ma sapete che aspetto avranno i nostri successori, quelli che vedranno la nascita delle macchine volanti e che parleranno con gli ologrammi? Beh, non è molto bello da vedere. L'azienda americana Toll Free Forwarding, specializzata in telecomunicazioni, ha collaborato con gli scienziati per creare "Mindy", un modello 3D che rappresenta gli esseri umani come potevano essere nell'anno 3000. Questa iniziativa mira a illustrare le trasformazioni dei potenziali danni fisici indotti dall'attività quotidiana e intensiva utilizzo di smartphone , laptop e altri dispositivi digitali. Schiena arcuata e spalle arrotondate. Trascorrere lunghe ore curvi sui nostri schermi potrebbe portare ad una pronunciata curvatura della schiena e alle spalle arrotondate . Secondo l'esperto di salute e benessere Caleb Backe, "stare seduti al computer in ufficio per ore e ore significa che il busto è tirato davanti ai fianchi anziché essere dritto e allineato". Il corpo umano del futuro si sposterà quindi in avanti. Il “collo tecnologico” e le dita adunche. La postura adottata durante l'utilizzo dei nostri dispositivi mobili sollecita eccessivamente i muscoli del collo, portando ad un ispessimento del collo, fenomeno spesso definito "collo tecnologico". Inoltre, il modo in cui teniamo i nostri telefoni può causare deformità della mano , nota come “artiglio del testo” o sindrome del tunnel cubitale, caratterizzata da dita storte. Di conseguenza, gli esseri umani del futuro avranno il collo infilato nelle spalle come pipistrelli e le palle sulle nocche come le streghe. I gomiti sono costantemente piegatiIl mantenimento prolungato dei gomiti ad un angolo di 90 gradi, una posizione comune quando si utilizzano gli smartphone, potrebbe comportare un adattamento permanente di questa articolazione. Il dottor Nikola Djordjevic spiega che "tenere il gomito piegato per lungo tempo può allungare il nervo dietro il gomito ed esercitare pressione su di esso". Il corpo umano del futuro sarà quindi in parte modellato (o meglio paralizzato) dall’utilizzo delle nuove tecnologie. Chip connessi impiantati nel corpo? Il progetto è già al lavoro. Questo dettaglio corporeo forse non aspetterà l'anno 3000 per diventare "generalizzato". Inoltre, in Svezia , alcuni residenti indossano il chip come si indossa un orecchino o un braccialetto. Questo impianto elettronico innestato sulla pelle contiene il loro codice digitale, i loro biglietti del treno e la loro carta di credito. O un po' della loro vita intera. Non c'è bisogno di girare la borsa per mettere le mani sulle chiavi o sul portafoglio. L'inarrestabile Elon Musk porta l'idea ancora oltre. Con Neuralink mira a impiantare chip collegati nel cervello umano . Ma per ora questo progetto un po’ folle non è ben accolto dalla classe scientifica. Il corpo umano del futuro non assomiglia a un cyborg o a una creatura di fantascienza, ma piuttosto a un burattino distorto dalla tecnologia. Questa immagine scioccante ci ricorda l’importanza, persino l’urgenza, della disintossicazione digitale .


L'umanità è vissuta e si è civilizzata nella violenza, in un'intricata fusione tra sesso e cultura... n
on esiste un'era d'oro, e non importa quanto ci sforziamo di romanticizzare ed emulare le grandi civiltà del passato: nei secoli scorre lo stesso racconto brutale e violento. Rimettiamo i piedi a terra e ammettiamo la nostra natura animalesca in una presa pessimistica ma realistica della vita, dove gli stessi schemi e comportamenti si ripetono all'infinito... 


Non abbiamo il tempo di essere noi stessi.
Abbiamo solo il tempo di essere felici.
Albert Camus

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