La gente di città è quella che fa più chiasso sulle bellezze dalla vita in campagna.
Mason Cooley
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Viviamo un'epoca in cui perfino le idee vengono pubblicizzate con le ragazze in costume da bagno. Se Hegel fosse nato quarant'anni fa [nel novecento piuttosto che nel settecento], la dialettica hegeliana sarebbe arrivata a noi attraverso il volto di Brigitte Bardot.
Mania dell'immagine: per cristallizzare un pensiero ci vuole un [immagine].
Oriana Fallaci, "Intervista con il mito"
Niente invecchia una donna quanto vivere in campagna.
Tutti vogliono tornare alla natura,
ma nessuno ci vuole andare a piedi.A.J.Vollensky
Un fenomeno che sta investendo tutta l’Europa. In Spagna, ad esempio, si è sviluppato negli ultimi anni un vivace movimento neorurale che ha tra i vari obiettivi quello di recuperare alcuni dei più di 2600 paesi abbandonati nella campagna e montagna spagnola. Mentre la vita in città ha sicuramente molte comodità, c’è qualcosa nella vita di campagna che fa bene al corpo: la scienza dimostra che vivere in campagna è benefico per la salute fisica e mentale. Andare a vivere in campagna, secondo un’indagine condotta nel 2002 da un’equipe di medici spagnoli, riduce il rischio di contrarre un tumore, fa soffrire sensibilmente meno di ipertensione e fa diminuire in modo rilevante l’incidenza di ansia e depressione.
Un padre ricco, volendo che suo figlio sapesse che significa essere povero, gli fece passare una giornata con una famiglia di contadini
Il bambino passò 3 giorni e 3 notti nei campi.
Di ritorno in città, ancora in macchina, il padre gli chiese:
- Che mi dici della tua esperienza ?
- Bene – rispose il bambino...
Hai appreso qualcosa ? Insistette il padre... 1 – Che abbiamo un cane e loro ne hanno quattro.
2 – Che abbiamo una piscina con acqua trattata, che arriva in fondo al giardino. Loro hanno un fiume, con acqua cristallina, pesci e altre belle cose.
3- Che abbiamo la luce elettrica nel nostro giardino ma loro hanno le stelle e la luna per illuminarli.
4 – Che il nostro giardino arriva fino al muro. Il loro, fino all’orizzonte.
5 – Che noi compriamo il nostro cibo; loro lo coltivano, lo raccolgono e lo cucinano.
6 – Che noi ascoltiamo CD... Loro ascoltano una sinfonia continua di pappagalli, grilli e altri animali... qualche volta accompagnato dal canto di un vicino che lavora la terra.
7 – Che noi utilizziamo il microonde. Ciò che cucinano loro, ha il sapore del fuoco lento
8 – Che noi per proteggerci viviamo circondati da recinti con allarme... Loro vivono con le porte aperte, protetti dall’amicizia dei loro vicini.
9 – Che noi viviamo collegati al cellulare, al computer, alla televisione. Loro sono collegati alla vita, al cielo, al sole, all’acqua, ai campi, agli animali, alle loro ombre e alle loro famiglie.
Il padre rimane molto impressionato dai sentimenti del figlio. Alla fine il figlio conclude
"Grazie per avermi insegnato quanto siamo poveri!"
Ogni giorno, diventiamo sempre più poveri perché non osserviamo più la natura.
Una volta che la ricchezza e la bellezza sono svanite, rimane sempre la vita rurale.
Mason Cooley
Le persone hanno la tendenza a vedere la vita di campagna attraverso occhiali color rosa.
Polly Jean Harvey
Sarà il momento difficile che stiamo vivendo, sarà il desiderio di fuga dalla realtà che un po’ tutti nascondiamo,
ma il ritorno ad una vita semplice, rurale, pulita e tanto retrò piace. Per quel che si può, si è sempre teso ad identificare questi valori (basti pensare allo stile prateria degli anni 70/80) con i lavori quotidiani (cucire, fare il pane), l'abbigliamento e con l’arredo della casa. Una “vita contadina” molto idealizzata e romanticizzata, sicuramente diversa dalle durezze e privazioni che spesso sopportavano i nostri avi nei campi. Si tende a celebrare tutto ciò che è pastorale: abiti contadini, pane fatto in casa, vita in luoghi remoti circondati solo dalla flora locale; persone che raccolgono sale marino, creano incantesimi in un barattolo, raccolgono funghi selvatici e leggono all'aria aperta. Un ritorno a quei mondi magici dei libri per bambini che anche tu potresti aver letto crescendo... cercare uno stile di vita pastorale che ha in sé un rifiuto della maggior parte delle cose moderne: dal ciclo di notizie di 24 ore al giorno, al campo minato culturale dei social media, agli orrori della geopolitica... Molti giovani che crescono nell'era dell'informazione hanno semplicemente bisogno di una pausa e di una via d'uscita...
Mi piacerebbe un giorno
poter parlare
con tutti gli animali.
Che ve ne pare?
Chissà che discorsi geniali
sanno fare i cavalli,
che storie divertenti
conoscono i pappagalli,
i coccodrilli, i serpenti.
Una semplice gallina
che fa l’uovo ogni mattina
chissà cosa ci vuol dire
con il suo coccodè.
E l’elefante, così grande e grosso,
la deve saper lunga
più della sua proboscide:
ma chi lo capisce
quando barrisce?
Nemmeno il gatto
può dirci niente.
Domandagli come sta
non ti risponde affatto.
O, al massimo, fa “miao”,
che forse vuol dire “ciao”.
Gianni Rodari
«Una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile alle persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità.»Lev Tolstoj
Devo avere fiori vicino a me, sempre, e sempre.
Claude Monet
Odiava le città, nelle quali si concentra tutto il cattivo gusto accumulato dall’uomo: «Nella natura non vi sono mai errori di gusto, non v’è mai uno sbaglio d’illuminazione o di colori né, nel canto degli uccelli, mai un errore di ritmo, di melodia o di contrappunto».
Paolo Isotta, Il canto degli animali
Dio fece la campagna, l’uomo fece la città.
William Cowper
Vivere in un ambiente è bello quando l'anima è altrove. In città quando si sogna la campagna, in campagna quando si sogna la città...
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere.
"Io sono cresciuta in campagna, e adesso vivo in una splendida città! Dopo tanti anni, ancora non finisco mai di ammirarne la bellezza, per cui potete immaginare quanto mi piaccia! Ma la campagna.. mi chiama! So che prima o poi ci tornerò, perché nonostante in questa mia meravigliosa città io stia molto bene, mi manca moltissimo il verde, il giardino, lo spazio per fare dei lavoretti fuori, la libertà di vivere senza condomini sotto, sopra e di fianco... Sicuramente in campagna c'è molto da fare: essendoci cresciuta ho ben presente quanto lavoro dia anche solo un giardino grande: tagliare l'erba, strappare le erbacce, fare i trattamenti, potare, preparare la terra... se ci aggiungi pure orto e frutteto il tutto si moltiplica!
Però la sera, nella luce rosa dorata appena prima del tramonto ti siedi all'aperto e annusi i profumi dei fiori e delle erbe!?!
E quando piove, vai fuori e senti l'odore della terra bagnata!?!
E quando esci a passeggiare nella foschia, tutto è silenzio misterioso e ovattato!?!"
by web
Io amo la campagna. Voglio vivere in una fattoria. Non voglio davvero vivere in un appartamento.
Bob Marley
Per chi vive nel caos delle città, la campagna con i suoi paesaggi rappresenta senz’altro l’idea di pace e raccoglimento. Immergersi nel verde della natura è un modo efficace per rimettersi in contatto con sé stessi. Profumi, rumori e colori della campagna sono un balsamo per chi cerca serenità...
[strade di campagna portatemi a casa]"Take Me Home"Country Roads by John Denver, 1971Quasi come in paradisomonti, fiumi...la vita è antica lì, più vecchia degli alberi, più giovane delle montagne cresce come una brezza..strade di campagna, portatemi a casaalla mia terra natale...E la storia di Jonna Jinton, classe 1989, che nel 2010 viveva nella ricca e dinamica città di Goteborg. Jonna Jinton, a quel tempo, si sentiva come tante altre persone: vivere in una grande città la opprimeva. Soffriva di attacchi di ansia che la prendevano alla gola e non le consentivano di essere neanche lontanamente felice. Vedeva tutto grigio intorno a sé e la negatività prendeva il sopravvento. Lo stress era ai massimi livelli. Contrariamente a molti, però, Jonna ha avuto il coraggio di dire basta. Un giorno di quel lontano 2010 la sua insoddisfazione ha raggiunto l’apice e ha così deciso di andarsene. Ma non si è trasferita in un’altra nazione, è rimasta in Svezia spostandosi semplicemente a circa mille chilometri più a nord, nel villaggio natale del nonno, Grundtjärn. “È stato un passo enorme per me (scrive sul suo blog) ma è stato un passo nella giusta direzione, che ha cambiato la mia vita”. Nonostante il clima rigido e la mancanza di servizi, Jonna ha iniziato fin da subito a sentirsi bene. Poco dopo essere arrivata a Grundtjärn (tra lo stupore degli 11 abitanti) è tornata a sorridere e a vivere, nel senso più ampio del termine. “Mi sentivo soffocare in città. Qui mi sento a casa: lontana dal traffico, dai centri commerciali, dal rumore. Lontana dai parchi cittadini affollati, dentro le vere foreste”. E lì ha imparato, tra le altre cose, a padroneggiare un’antica tecnica vocale, chiamata kulning. Jonna è una donna giovane, dai lunghi capelli dorati, biondi, quasi lattescenti, simili a un grande fascio di grano; corpo flessuoso, portamento regale, un viso aperto, pronto all’incanto e all’estasi. L’abitudine a fotografarsi in abiti dal gusto folk, e in contesti di grande suggestione, crea intorno a Jonna un’aura mistico-pagana, anche se un po’ convenzionale e patinata. Il sogno era quello di riscoprire, nell’isolamento, le virtù terapeutiche della natura e del paesaggio. Jonna è in grado di risvegliare, nell’immaginario di chi guarda, tutti i cliché collegati al fascino del paesaggio boreale. Ma se la storia di Jonna Jinton è stata ripresa dai siti di tutto il mondo, lo si deve anche al kulning. Il kulning è una tecnica vocale, di origine medievale, che Jonna ha deciso di riscoprire, diventandone un’interprete e una sorta di ambasciatrice in rete. Si tratta di un richiamo per le greggi e le bestie, tradizionalmente esercitato dalla donna, cui era affidata la custodia degli animali. Oltre che con la fotografia, immortala la bellezza che la circonda sulla tela e ha un’attività artigianale di gioielleria con cui riesce a guadagnarsi da vivere.
Come dice lei stessa, ha soprattutto sogni e idee. Ma la vera essenza della sua scelta di vita è tutta in queste parole: "Quando sono arrivata qui ho sperimentato la calma. Improvvisamente avevo tutto ciò che avevo sempre sognato. Tutto ciò a cui ambivo da tempo, senza sapere che ciò che davvero desideravo era molto semplice. Silenzio. Calma. Laghi ghiacciati. Aria fresca. Tramonti. Uccellini che cantano. Fiori. Le luci del nord che danzano nel cielo. Milioni di stelle che illuminano la notte. L’alternarsi delle stagioni. La natura. Mi sono sentita libera. Libera di creare, circondata da una foresta infinita."
Se il pensiero porta a ciò che è inconcepibile, allora è tempo di tornare alla vita semplice.
Quello che non risolve il pensiero, lo risolve invece la vita.
Carl Gustav Jung - Libro rosso
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ph Marcel Pommer |
Non è facile camminare da solo nella campagna, senza meditare su qualcosa.
Charles Dickens
Vivere in un ambiente è bello quando l'anima è altrove. In città quando si sogna la campagna, in campagna quando si sogna la città. Dappertutto quando si sogna il mare.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere
Le città dovrebbero essere costruite in campagna; l’aria lì è più salubre.
Jean Louis Auguste Commerson
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ph Robert Farber "Osservando il Montana" |
Arrivo, accendo il camino... e passo ore interminabili guardando in silenzio le fiamme, immerso in una bruma di sentimenti ai quali non riesco a dar voce.
Miguel Torga
Il fuoco ha questo affascinante potere: farci trascorrere ore a guardare i ceppi consumarsi, le fiamme danzare, le braci brillare di un rosso acceso... un vero e proprio spettacolo dal vivo! Al calore si aggiunge il suono: crepitii, mormorii e fruscii; rumori tsnto delicati da accarezzare l'ufito senza mai disturbare; una musica naturale dal fuoco di legno estremamente rilassante. E anche per l'olfatto il piacere è garantito: tra il profumo naturale del legno in attesa della sua ora e l'incomparabile odore che si propaga dal fuoco è una vera gioia per il nostro naso. Maneggiare la legna... anche prima che il corpo venga investito del dolce calore prodotto dal focolare, mille volte il tatto si risveglia; rilassarsi vicino al fuoco significa concedersi una pausa, un istante di vita a rallentatore, con un'atmosfera propizia alla lettura, alla meditazione, o più semplicemente al riposo. E nessun rischio di annoiarsi, il fuoco ha in più la virtù di essere divertente reclamando in qualsiasi istante una regolazione dei ceppi...
È poi la vicenda che anima la pellicola "Un’ottima annata" del regista Ridley Scott (2006): una storia semplice, non scontata, che nasce da un evento apparentemente insignificante capace di cambiare per sempre la vita del protagonista e di trasportarlo in un intenso viaggio alla scoperta di sé stesso e delle proprie radici, inestricabilmente – come scoprirà – legate al vino.
Un banchiere londinese, Max Skinner, inaridito dal denaro e da una vita trascorsa con il naso immerso nel cinismo degli affari, eredita la vigna provenzale del vecchio zio ormai dimenticato, Château La Siroque, un luogo sospeso nel tempo, immerso nella campagna romantica della Provenza, dove tutto profuma dell’accoglienza mediterranea dei vini che da quella terra nascono. E lo riconduce da Chanal, la piccola Fanny che lo baciò da piccolo sussurrandogli dolcemente: "perdona le mie labbra, trovano gioia nei posti più inaspettati"... Un film che riporta in luoghi e tempi fantastici. Luoghi e tempi di vecchi valori accantonati dall'illusione del benessere in una vita frenetica. Luoghi e tempi che ci hanno fatto sognare e crescere...
è la frase con cui si chiude il film...
forse alludendo al gusto di baciarsi e,
al contempo, di indugiare in vini di ottime annate...
il regista Lawrence Kasdannel 1995 su questo assertivo sociologico costruisce e raffigura l’immagine del vino che il protagonista Luc Teyssier, una sorta di ladro gentiluomo dell’epoca moderna interpretato sullo schermo da Kevin Kline, porta impressa nel cuore, parlando delle sue origini e della tenuta di famiglia. “Il vino è come la gente” spiega Luc a Kate, “raccoglie le influenze dalla vita che ha intorno, le assorbe e così acquista la sua personalità”.Kate vola a Parigi per riconquistare il suo fidanzato... ma in aereo incontra Luc, un francese che cerca di riscattarsi acquistando una vigna nella sua terra natale... va a finire che si innamorano preferendo alla vita di mondo, che appartiene loro, la vita in una quiete rurale dove profumi, colori e suoni giocherebbero attorno al concetto di armonia ed equilibrio.
Il racconto di un sogno... il desiderio di piantare un vigneto in Provenza, proseguendo la tradizione familiare, talmente radicato in Luc da diventare il “movente” del furto di una collana. Situazione fuori dall’ordinario che crea i presupposti per l’incontro fortuito con la dolce e perbenista Kate (Meg Ryan), un’insegnante americana tradita dal fidanzato. Il vino si impone come protagonista di questa pellicola, divertente, ironica e… romantica, per una confortevole glucosica sdolcinatezza che non guasta. Topica la scena della degustazione
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Ukrainian photographer David Dubnitskiy |
, in cui Luc accompagna per mano Kate nella graduale scoperta del vino e delle sue sfumature olfattive, attraverso un percorso sensoriale basato sull’accostamento, agli aromi sprigionati dal calice, di boccette contenenti erbe, essenze e fiori esistenti in Natura. Oltre a questo, il film ripropone una splendida cartolina evocativa della campagna provenzale, dove sterminate distese ordinate di filari baciati dal sole si stendono a perdita d’occhio per chilometri di profumi e colori. Un incantesimo magico.
by Simona Carloni
La ricchezza delle tradizioni e il senso profondo dell’unità familiare tramandato di generazione in generazione e nel rispetto della saggezza degli anziani: sono i temi insistiti in questo film che fanno da contorno alla storia d’amore tra Paul e Victoria nel contesto di un ambientazione rurale... e tutto gira attorno all’incantevole vigneto di una famiglia messicana.
Si gioca molto sulla contrapposizione tra gringos e messicani, modernità e tradizione, città e campagna, mettendo in risalto l’importanza del legame con la terra e del rapporto di ogni uomo con le sue radici, radici che non sono solo il suo passato ma anche la base più solida per il suo futuro.
Per questo è praticamente fatale che l’orfano idealista Paul rimarrà irresistibilmente attratto non solo dalla giovane Victoria, ma anche dal suo mondo e dal calore della sua casa.
Non ho nessuna propensione per la campagna:
è una sorta di tomba salutare.
Sydney Smith