Ecce homo...

Ecce homo. 
Come si diventa ciò che si è.
 Friedrich Nietzsche

Illusione ottica!?!

Il maschio alfa... 
 il maschio che risponde ai dettami dell’aggressività, della forza e dell’arroganza, è (o cerca di essere) sfrontatamente sicuro di sé e delle proprie abilità (in tutti gli ambiti) ed è votato all’anaffettività e al contegno emotivo.
Il maschio alfa è un “vero uomo“, non piange, non si sbilancia sentimentalmente, domina su tutti gli altri in una gerarchia inesistente che lo vede sempre all’apice, nutre altissime aspettative verso se stesso e gli altri ed è orientato all’azione e all’intelligenza...
Il maschio alfa è tossico, e risponde a quei condizionamenti perniciosi e invasivi del patriarcato che non gli consentono di esprimere davvero se stesso ma lo obbligano, invece, a piegarsi in maniera quasi macchiettistica a una serie di caratteristiche che, se non possedute, rischierebbero di escluderlo dalla cerchia sociale che si è creato, e in cui ricopre un ruolo di comando e rilievo.
quel maschio con un comportamento improntato all’indipendenza, all’autonomia, all’introversione e alla riservatezza; un tipo di uomo che, a situazioni sociali particolarmente ampie e popolate, predilige la solitudine o la presenza di piccoli gruppi di amici...

E non trascuriamo l'ipotesi affascinante che nasciamo tutte femmine... alcune diventano maschi!
Alcuni maliziosi potrebbero pensare che, nell'uomo, si aggiunga un qualcosa, c'è quel "quid" in più... ma a ben capire si legge che il piacere donato dalla clitoride, avendo il doppio delle terminazioni nervose del pene, è infinitamente più intenso... ergo, con il pene, ci si perde più di qualcosa: c'è quel "quid" in meno...
Nel libro "Eve's secrets", l'autrice Josephine Lowndes Sevely mette in discussione il concetto secondo cui la clitoride è un "pene atrofizzato" e lo sostituisce con l'idea che il pene sia piuttosto un caso speciale di clitoride.

[comunque il maschio può consolarsi trasformandosi in arte...]
Diventare uomo è un arte.

Novalis, 

 poeta, teologo, filosofo e scrittore tedesco

[ Una sola frase basterà a descrivere l'uomo moderno ]
fornicava e leggeva i giornali.

Albert Camus, da La caduta

Gli uomini sono donne che non ce l'hanno fatta.
Groucho Marx

*Papà, cos'è un uomo?
*E' una persona che si assume le responsabilità della sua vita, della sua casa e della sua famiglia e si prende cura di loro.
* Allora da grande voglio diventare un uomo...
 come la mamma !

[l'ultima volta in cui ho creduto a un uomo si chiamava Babbo Natale]
“Io mi sento di poter dividere gli uomini in quattro categorie, che più o meno vanno a coprire circa il 95% dell’universo maschile.
Categoria Numero 1: gli insoddisfatti. Tutto il giorno ripetono: la mia vita fa schifo, mia moglie non mi ama, i miei figli mi detestano. La donna che casca in questo rapporto diventa una crocerossina. Non dice mai: Io ti amo. Dice: Io ti salverò.
Categoria Numero 2: Peter Pan. Hanno di bello che non hanno crisi di mezza età perché sono fermi all’ adolescenza. Per loro sei un joystick, conquistarti vuol dire salire al primo livello, portarti a letto è vincere la partita. Prediligono donne giovani, esageratamente giovani.
Passerei senz’altro alla categoria 3, i vorrei-ma-non-posso. Di solito sposati con figli, ma in procinto di separarsi, in procinto di dirglielo, in procinto di andare via di casa. Sono sempre in procinto di, ma non fanno mai nulla, perché ora lei sta attraversando un momento difficile, perché il bambino è piccolo, perché il bambino non capirebbe. Poi, alla festa di laurea del bambino, forse capisci che il momento giusto non arriverà mai.
Infine ci sono i buoni, belli e intelligenti."
“Ah, finalmente! Qual è il loro problema?
“La mamma”.
“La mamma?”
“Sì, una presenza costante e imprescindibile, fin dall’infanzia. E’ lì che cominciano a trasformare i loro piccoli uomini in piccoli mostri - Ma quant’è bello ‘sto pisellino? Ma com’è grosso ‘sto pisellino? Ma di chi è ‘sto pisellone?. Tutto il repertorio: quanto sei bello, quanto sei intelligente, quanto sei bravo. E allora, se per metà della tua esistenza una donna ti fa sentire Dio, perché accettare che per il resto della vita un’altra donna ti faccia sentire uno stronzo?"
"Papà, però scusa, tu hai parlato del 95% degli uomini. E il restante 5%?"
“Sono quelli decenti. Buona caccia al tesoro amore mio”.
Monologo dal film: "Tutta colpa di Freud"

“Ci vogliono venti anni a una donna per fare del proprio figlio un uomo, e venti minuti a un'altra donna per farne un idiota.”
Charles Dichens

Un uomo si confonde, gradatamente, con la forma del suo destino.

L’Aleph, Jorge Luis Borges


Quelli che chiamate uomini, talvolta sono soltanto bambini alti.
Geppi Cucciari

Ogni uomo, nel corso della sua breve esistenza, deve scegliere eternamente tra la speranza insonne e la saggia rinuncia a ogni speranza, tra i piaceri dell’anarchia e quelli dell’ordine...
Scegliere tra essi, o riuscire a comporre, tra essi, l’armonia.
Marguerite Yourcenar

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Nel bosco si nascondono un cervo ed un unicorno.
Il bosco è il corpo,
l'unicorno lo spirito [zolfo, principio maschile]
e il cervo l'anima [mercurio, il principio femminile]
Felice è l'uomo che con l'arte li catturerà e li addomesticherà.
De lapide filosofico di Lambsprinck


Il fattore più importante nella sopravvivenza

non è né l’intelligenza né la forza, ma l’adattabilità.
Charles Darwin


L’uomo superiore è calmo senza essere arrogante, 

l’uomo da poco è arrogante senza essere calmo.

Confucio

[ Com’è che diceva un tale che ho conosciuto?]

«Un uomo vale quanto le cose che ama».

Saul Bellow, da La resa dei conti


Dio creò l’uomo e gli disse che avrebbe trovato una donna in ogni angolo della terra...

poi gli fece la terra rotonda... 
e rideva... rideva... rideva!

Un uomo può indossare ciò che vuole.

Resterà sempre un accessorio della donna.
Coco Chanel

Gli uomini sanno perfettamente ciò che hanno ottenuto da noi [donne]; 
ma in genere non hanno la minima idea di tutto ciò che non hanno ottenuto.
Arthur Schnitzler

L'uomo e la donna si prendono, si riprendono, s’intraprendono, si sorprendono, ma non si comprendono mai.
 Edmond Thiaudière


Ogni uomo senza saperlo, cerca nella donna soprattutto il ricordo del tempo in cui lo abbracciava sua madre.

Marguerite Yourcenar


[e magari è proprio la madre]

Tutti i maschi hanno una Daisy
nel loro curriculum sentimentale.
Una donna sbagliata
che hanno amato nel modo giusto:
senza condizioni.

Francis Scott Fitzgerald 


Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla. 
Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d’un tratto, in quel buio, s’è acceso un lampo di certezza: sì, c’eri. 
Esistevi.
Sarai un uomo?
Vorrei che tu fossi una donna. Ma se nascerai uomo io sarò contenta lo stesso. E forse di più perché‚ ti saranno risparmiate tante umiliazioni, tante servitù, tanti abusi. Se nascerai uomo, ad esempio, non dovrai temere d’essere violentato nel buio di una strada. Non dovrai servirti di un bel viso per essere accettato al primo sguardo, di un bel corpo per nascondere la tua intelligenza. Non subirai giudizi malvagi quando dormirai con chi ti piace, non ti sentirai dire che il peccato nacque il giorno in cui cogliesti una mela. Faticherai molto meno. Potrai batterti più comodamente per sostenere che, se Dio esistesse, potrebbe essere anche una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Potrai disubbidire senza venir deriso, amare senza svegliarti una notte con la sensazione di precipitare in un pozzo, difenderti senza finire insultato. Naturalmente ti toccheranno altre
schiavitù, altre ingiustizie: neanche per un uomo la vita é facile, sai. Poiché‚ avrai muscoli più saldi, ti chiederanno di portare fardelli più pesi, ti imporranno arbitrarie responsabilità Poiché‚ avrai la barba, rideranno se tu piangi e perfino se hai bisogno di tenerezza Poiché‚ avrai una coda davanti, ti ordineranno di uccidere o essere ucciso alla guerra ed esigeranno la tua complicità per tramandare la tirannia che instaurarono nelle caverne. Eppure, o proprio per questo, essere un uomo sarà un’avventura altrettanto meravigliosa: un’impresa che non ti deluderà mai. Almeno lo spero perché‚, se nascerai uomo, spero che sarai un uomo come io l’ho sempre sognato: dolce coi deboli, feroce coi prepotenti, generoso con chi ti vuol bene, spietato con chi ti comanda. Infine, nemico di chiunque racconti che i Gesù sono figli del Padre e dello Spirito Santo: non della donna che li partorì.
Bambino, io sto cercando di spiegarti che essere un uomo non significa avere una coda davanti: significa essere una persona. E anzitutto, a me, interessa che tu sia una persona. E una parola stupenda, la parola persona, perché‚ non pone limiti a un uomo o a una donna, non traccia frontiere tra chi ha la coda e chi non ce l’ha. Del resto il filo che divide chi ha la coda da chi non ce l’ha, é un filo talmente sottile: in pratica si riduce alla facoltà di maturare o no una creatura nel ventre. Il cuore e il cervello non hanno sesso. Nemmeno il comportamento. Se sarai una persona di cuore e di cervello, ricordalo, io non starò certo tra quelli che ti ingiungeranno di comportarti in un modo o nell’altro in quanto maschio o femmina. Ti chiederò solo di sfruttare bene il miracolo d’essere nato, di non cedere mai alla viltà. E' una bestia che sta sempre in agguato, la viltà. Ci morde tutti, ogni giorno, e son pochi coloro che non si lasciano sbranare da lei. In nome della prudenza, in nome della convenienza, a volte della saggezza. Vili fino a quando un rischio li minaccia, gli umani diventano spavaldi dopo che il rischio é passato. Non dovrai evitare il rischio, mai: anche se la paura ti frena. Venire al mondo è già un rischio. Quello di pentirsi, poi, d’esser venuti.
Al posto della paura, io sento una specie di malinconia, una specie di dispiacere che offusca perfino il mio senso dell’umorismo. Mi dispiace morire, si. E non dimentico mai ciò che Anna Magnani mi disse tanti anni fa: Oriana mia, non è giusto morire, visto che siamo nati. Non dimentico neanche che quest’ingiustizia è toccata a miliardi e miliardi di esseri umani prima di me, che toccherà a miliardi e miliardi di esseri umani dopo di me. Però mi dispiace lo stesso. L’amo con passione la vita, mi spiego? Sono troppo convinta che la vita sia bella anche quando è brutta, che nascere sia il miracolo dei miracoli, vivere: il regalo dei regali. Anche se si tratta d’un regalo molto complicato, molto faticoso, a volte doloroso. E con la stessa passione odio la morte. La odio più di una persona da odiare e verso chi ne ha il culto provo un profondo disprezzo. Io non la capisco la morte, capisco soltanto che fa parte della vita, e che senza lo spreco che chiamo morte… non ci sarebbe la vita. 
Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato


Grande uomo è colui che non smarrisce mai il suo cuore di bambino.
Meng Tzu


Gli uomini prudenti durano solo lo stretto necessario per morire tranquilli.

Charles Bukowski

[ L’uomo mediocre non avverte né la grandezza, né la miseria, né l’Essere, né il nulla; non è né estasiato né decaduto: resta sul penultimo gradino della scala, incapace di salire e troppo pigro per scendere.]

Nei suoi giudizi come nelle sue azioni, sostituisce la convenzione alla realtà, approva ciò che trova posto nel suo casellario, condanna ciò che sfugge alle denominazione e alle categorie che conosce, teme la meraviglia e, non avvicinandosi mai al mistero terribile della vita, evita le montagne e gli abissi lungo i quali essa accompagna i propri amici. L’uomo geniale è superiore a ciò che compie: il suo pensiero è superiore alla sua opera. Il mediocre è inferiore a ciò che compie; la sua opera non è la realizzazione di un’idea, è un lavoro eseguito secondo certe regole. L’uomo di genio lascia sempre incompiuta la sua opera; l’uomo mediocre è pieno della propria, pieno di se stesso, pieno di niente, pieno di vuoto, pieno di vanità. Quest’odioso personaggio sta interamente in queste due parole: freddezza e vanità!

Ernest Hello, da L’uomo


Le passioni moderate
producono uomini comuni.
Denis Diderot 

*Oriana: Alekos, cosa significa per te essere un uomo?
*Alekos: Che discorsi! Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell'umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un ostacolo. Significa lottare. E vincere. Oppure perdere bene. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata"Se". E per te cos'è un uomo?
*Oriana: Direi che un uomo è ciò che sei tu, Alekos.
Da un'intervista della Fallaci a Alekos Panagulis, uomo chiave della resistenza greca contro il regime dei colonnelli... dopo l'intervista la Fallaci e Panagulis divennero compagni di vita.

I saggi restano calmi e silenziosi in attesa del tempo giusto.

Proverbio Zen


[e quando un uomo è ammirato, può pisciare a letto e dire che ha sudato...]

L'attrattiva di un Uomo sta nella sicurezza dei modi, nell'austerità composta dei suoi occhi, nel modo in cui (naturalmente senza alcuna diretta intenzione) riesce anche solo con un gesto, una parola, uno sguardo ad insinuarsi nella mente e nelle fantasie di una donna.
Essere Uomini è una conquista.. la saggezza, la dignità dei sentimenti degli uomini, la grandezza del loro generoso donare, la purezza delle loro passioni, il fascino del loro silenzio e della loro frugalità, l'eminenza delle loro creazioni, l'eccellenza del loro genio.
Essere Uomo è un mestiere difficile, soltanto pochi ce la fanno...

Ernest Hemingway

Non era affatto debole, era straordinariamente fragile e potente,  come tutte le persone forti e profonde.
Margaret Mazzantini, Splendore.

Gli uomini costruiscono ponti e gettano ferrovie attraverso i deserti, eppure sostengono con fervore che cucire un bottone è un compito superiore a loro.

Heywood Broun

«Nei ricordi di ogni uomo ci sono certe cose che egli non svela a tutti, ma forse soltanto agli amici. Ce ne sono altre che non svelerà neppure agli amici, ma forse solo a sé stesso, e comunque in gran segreto. Ma ve ne sono infine, di quelle che l'uomo ha paura di svelare perfino a sé stesso, e ogni uomo perbene accumula parecchie cose del genere».
Fëdor Dostoevskij, “Memorie del sottosuolo”

ph Mark Ashkenazi

La fragilità è un valore umano. Non sono affatto le dimostrazioni di forza a farci crescere, ma le nostre mille fragilità: 
tracce sincere della nostra umanità, che di volta in volta ci aiutano nell’affrontare le difficoltà, nel rispondere alle esigenze degli altri con partecipazione. La fragilità è come uno scudo che ci difende dalle calamità, quello che di solito consideriamo un difetto è invece la virtuosa attitudine che ci consente di stabilire un rapporto di empatia con chi ci è vicino. Il fragile è l’uomo per eccellenza, perché considera gli altri, suoi pari e non, potenziali vittime, perché laddove la forza impone, respinge e reprime, la fragilità accoglie, incoraggia e comprende.
Vittorino Andreoli, L’uomo di vetro

ph Artù Tress





Nel primo Paleolitico la donna era ammirata e celebrata come datrice di vita in assoluto, poiché si riteneva che da sola avesse la possibilità di procreare. Per questo motivo nelle prime società la donna era al centro della comunità e i beni posseduti venivano passati dalla madre alle figlie femmine. La vita si svolgeva in piccole comunità, le donne officiavano i riti sacri ed erano tenute in gran conto da tutti, soprattutto se anziane. Non esistevano una vita di coppia e una famiglia intesa come nucleo separato dal resto della comunità. Le donne avevano un’attività sessuale libera e spontanea, e quando mettevano al mondo un bambino, tutti si facevano carico di aiutarle ad allevarlo. Non esisteva una figura paterna di riferimento. La situazione si è capovolta con l’arrivo dei popoli indoeuropei, a partire da cinquemila anni fa. Essi hanno introdotto concetti totalmente nuovi come la paternità, il matrimonio e la fedeltà, con l’obiettivo pratico di garantire a se stessi il possesso delle donne e, soprattutto, dei loro beni...
Nel 49 a.C. lo storico Diodoro Siculo riferisce come le donne etiopi praticassero il “matrimonio” collettivo e allevassero i figli in comune, tanto che loro stessi si confondevano su chi fosse la propria madre biologica. In alcune zone della Libia, Diodoro ha incontrato comunità di donne che si occupavano completamente dell’amministrazione delle città, persino della guerra, affidando agli uomini posizioni casalinghe. Così scrive Diodoro Siculo: La donna era investita di tutta l’autorità e adempiva ogni pubblico ufficio. Gli uomini si occupavano delle faccende domestiche, proprio come le nostre donne, e facevano quello che le mogli dicevano loro di fare. Non erano autorizzati ad andare in guerra o a svolgere funzioni di governo, né a ricoprire qualsiasi incarico pubblico che avrebbe potuto indurli a schierarsi contro le donne. I bambini, subito dopo la nascita, erano affidati agli uomini che li crescevano nutrendoli con latte o ogni altro cibo adatto alla loro età. Quattro secoli prima, lo storico greco Erodoto, parlando dell’Egitto, aveva scritto: “Le donne vanno al mercato, si occupano d’affari e di commercio, mentre i mariti rimangono a casa a tessere”. Il professor H.W.F. Saggs, docente di lingue semitiche all’università di Cardiff ed esperto sumerologo, descrive così la condizione della donna nella società della Mesopotamia ai tempi dei Sumeri (tra il 3000 e il 1800 a.C.): La posizione delle donne era certamente molto più elevata nelle prime città-stato sumere di quanto non sia stata in seguito [...]

Già ai tempi degli dèi l'uomo era attenzionato dal suo stesso sesso..
Quando il giovane fanciullo troiano Ganimede fu "attenzionato" dal dio dell'Olimpo...
Ganimede era un giovane di straordinaria bellezza, figlio del re Troo, che diede il suo nome alla città di Troia e alla stirpe dei troiani... Ganimede si occupava di custodire le mandrie del padre e di portarle nei pascoli intorno a Troia. Il ragazzo, purtroppo, era così bello che anche Zeus se ne invaghì e desiderò averlo per sé...

Quando il dio Apollo s'invaghì del principe spartano Giacinto...


Per quanto riguarda noi umani  le più antiche raffigurazioni grafiche 
di cui si discute se possano ritrarre relazioni omosessuali o meno (come il rapporto di sesso anale tra due uomini) le troviamo a "La Marche", Comune francese nella Borgogna, e risalgono a circa 27.000 anni fa. Sarebbero questi i primi segni della presenza dell'omosessualità nel Paleolitico.

Gilgamesh quindi lo abbraccia e lo ama come una moglie”
(tratto da "Epopea di Gilgamesh")

E ancora oggi non è chiarissima la natura del rapporto tra il mitico re sumero di Uruk, Gilgamesh (regno datato al 26° secolo a.C.), e il selvaggio Enkidu narrato nella leggendaria Epopea di Gilgamesh: una storia d’amore di una potenza unica, primordiale.

Una delle creature dalla dea  Ninhursag (che insieme ad Anu è considerata la progenitrice della maggior parte degli dèi...  per alcuni sorella e moglie di Enlil), fu Enkidu.  
Partiamo con il ricordare che l’Epopea di Gilgamešè il primo poema epico della storia della letteratura universale.
Scritto in babilonese a caratteri cuneiformi, l’opera risale al III millennio a.C. circaIl poema parla di Enkidu, un giovane “guerriero primitivo” mandato dagli dèi in terra e cresciuto con gli animali delle foreste: viveva e si accoppiava con essi... 
C'era in lui la forza del dio della guerra:  lunghi, come quelli di una donna, i suoi capelli che ondeggiavano come quelli della dea del grano; aspro il suo corpo, coperto di pelo arruffato, come quello del dio del bestiame. Viveva e si accoppiava con gli animali: distruggeva tutto ciò che incontrava. Era ignaro dell'Umanità e nulla sapeva della terra coltivata!  

[il ruolo civilizzatore della donna*
Per iniziarlo alla civiltà, la dea gli mise accanto una sua sacerdotessa, Shamhat: sedotto, giacque con la donna in beatitudine per sette giorni e sette notti cominciando a conoscere l'Umanità; la maratona amorosa di Shamhat ed Enkidu  raddoppiò cominciando a provocare in lui cambiamenti psicologici che subisce man mano che diventa umano... poi, quando Enkidu volle ritornare agli abituali accoppiamenti con gli animali dei boschi, essi non lo vollero più e fuggirono terrorizzati. Primitivo ma divenuto saggio, il giovane capì di aver trovato nella donna la via giusta... il mito della capitolazione di Enkidu di fronte a una femmina fa parte di una serie di elementi che si ritrovano nell'Epopea di Gilgamešh.

Anche la civiltà egizia, riguardo al tema dell’omosessualità, appare piuttosto all’avanguardia: è stata ritrovata una tomba destinata a due uomini su cui compare la rappresentazione della coppia che si scambia un bacio: Khnumhotep e Niankhkhnum. Risalendo al 2400 a.C. sono tra le più antiche testimonianze dell’amore tra due uomini.

E Achille amava Patroclo

L’amore omosessuale nell’antica Grecia non era solo lecito, bensì una pratica molto comune e largamente apprezzata dalla società di quel tempo. 

Omero descrive amicizie maschili di intensità affettiva così forte da far inevitabilmente pensare a legami ben diversi da una semplice solidarietà fra compagni d’arme: e l’amicizia che a questo punto è quasi obbligatorio citare è quella fra Achille e Patroclo. L’Iliade è piena di eroi che hanno un amante maschile e non fa difetto la figura del protagonista ellenico, Achille, teneramente innamorato del suo Patroclo.

Achille è irruento, impetuoso, aggressivo e sanguigno, Patroclo invece è dolce e buono. Molti personaggi dell’Iliade lo lodano, come Briseide che lo definisce “sempre dolce”...

"Il legame tra Achille e Patroclo, era insostituibile...

La relazione con Patroclo era assai diversa da quella che Achille aveva con Briseide. Lei era una schiava concubina e, come è noto nella tradizione umana, le schiave sono sempre state delle partner intercambiabili..."

Madeline MillerLa canzone di Achille 

e poi il caso storico del Battaglione Sacro

formato interamente da circa 150 coppie di soldati scelti e perfettamente addestrati legati fra loro da stretti vincoli affettivi e consacrati al dio Eros...

Negli antichi eserciti i rapporti omosessuali non erano rari e servivano anzi a tenere alto l'umore delle truppe. Nel IV secolo a.C. il comandante tebano Gorgida mise assieme il battaglione sacro di Tebe, un esercito di 300 valorosi guerrieri formati da 150 coppie di amanti omosessuali. L'idea era che nessuno avrebbe disertato e che la voglia di proteggere il partner avrebbe fatto combattere ancora più valorosamente, rafforzando lo spirito di squadra. Rimase imbattuto per oltre 30 anni, fino alla sconfitta a Cheronea per opera di Filippo II di Macedonia (338 a.C.).


E lo sconfinato amore di Alessandro il Grande per Efestione...

L’apertura mentale di Alessandro è dovuta agli insegnamenti di Aristotele che lo educò alla cultura somma della Scuola Ateniese assieme al suo compagno Efestione. Aristotele, riferendosi al rapporto tra i due, parlò di “una sola anima dimorante in due corpi”. Il loro rapporto voleva ripercorrere i passi di Achille e Patroclo: difatti da ragazzi visitarono le tombe dei due e Alessandro pose una ghirlanda sulla tomba di Achille ed Efestione ne pose una su quella di Patroclo. Questo indicherebbe Efestione quale l’erómenos di Alessandro, come Patroclo lo era stato di Achille.


Con l'avvento della democrazia ateniese conseguente all'assassinio di Ipparco per mano dei due amanti maschi Armodio e Aristogitone, l'accesso alla cultura tramite l'istituzione del simposio e alle palestre tramite gare ginniche venne sempre più ampliato di modo che le concomitanti emozioni ed eventuali relazioni pederastiche potessero diventare sempre più ammirate ed imitate in quanto portatrici dei valori più essenziali richiesti ai buoni cittadini. La pederastia ateniese comportava il costituirsi di un legame formale tra un uomo adulto e un ragazzo adolescente al di fuori della propria cerchia familiare, composta da una relazione sentimentale, amorosa idealizzata, ma spesso anche effettivamente di tipo sessuale. La società ateniese incoraggiava formalmente l'erastès (amante) nel suo tentativo di conquistare l'amore e i favori di un eromenos (amato). Come dice Eva Cantarella nel suo saggio intitolato "Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico" ad Atene la pederastia occupava un posto rilevante nella formazione morale e politica dei giovani, che venivano così ad apprendere dall'amante più grande di loro le virtù del buon cittadino ed il tutto all'insegna dell'esaltazione delle qualità più virili. Al termine del corteggiamento il pais, cedendo, instaurava una relazione "d'amore saggio", innanzi tutto di tipo intellettuale e pedagogico, ma che non escludeva a prescindere le manifestazioni più vicine all'erotismo. Per indicare il momento in cui il ragazzo si concede all'amante viene utilizzato il verbo hyperetein (servire come sottoposto), il che confermerebbe l'esattezza della lettura dei graffiti rinvenuti a Thera in cui si afferma con chiarezza che l'erastes Krimon ha posseduto il suo giovane amato: la riflessione di Eva Cantarella propende decisamente verso l'effettiva realizzazione dell'atto di "sodomizzazione pederastica. L'aspetto più erotico e sensuale del rapporto terminava quando il giovane raggiungeva l'età adulta (in cui poteva legittimamente sposarsi e partecipare alla vita militare) verso i 20-21 anni, evolvendosi in un duratura ed affiatata amicizia (la philia). Da questo momento in poi anch'egli poteva iniziare la ricerca di un proprio amato...

“Il piacere sublime consiste nel trasferire il proprio seme in un’altra persona, meglio in un ragazzo che in una donna”
Lucrezio, filosofo romano del I sec. a.C.

Nella società antica greco*latina il rapporto anale con una donna costituiva il surrogato di quello pederastico, come evidenzia il poeta Marziale: «Tutta la notte la ragazza fu mia, più rotta che mai. Poi le dico: voglio trattarti come un ragazzo. Non dovetti pregare, detto fatto»

E secondo i pettegolezzi degli antichi romani, i giovani militari venivano “aggrediti” dagli ufficiali superiori per copulare. Ufficialmente l’omosessualità era praticata liberamente solo con schiavi e liberti che avevano un ruolo passivo. Anche uomini illustri erano omo o bisessuali. É nota la bisessualità di Cesare ed i suoi rapporti con Nicomede. I soldati ne celebravano scherzosamente il trionfo così: “Caesar Gallia subegit, Nicomedes Caesarem (Cesare ha sottomesso la Gallia, ma Nicomede ha sottomesso Cesare)”. É inoltre famoso il grande amore dell'imperatore Adriano nei confronti di Antinoo che lo portò a farne un dio e a riempire di statue la città dopo la sua morte. Altrettanto noti erano i comportamenti effeminati di Aulo Vitellio e la passione di Traiano verso i giovani, mentre l'imperatore Galba sentiva attrazione solo per uomini forti ed esperti.

E poi i popoli Celti, le cui notizie vengono trasmesse principalmente dalla penna del geografo e storico greco Posidonio, che scrisse nella prima metà del I secolo a.C. Posidonio si trovò a viaggiare molto lungo le terre del Mar Mediterraneo, visitando anche le polis greche dell'epoca coloniale come Masalia (l'odierna Marsiglia) fondata dai Focesi. Masalia aveva tra i suoi vicini del sud della Gallia alcune popolazioni celtiche e Posidonio può essere considerato un testimone accurato di quell'epoca. La sua descrizione dell'erotismo diffuso presente tra gli uomini celtici non è stata conservata nella sua forma originale; viene tuttavia inclusa nelle compilazioni di Diodoro Siculo, così come nell'opera retorica dello scrittore egizio dell'epoca della dinastia tolemaica Ateneo di Naucrati (circa 190 d.C.) e risalente con molta probabilità a Posidonio. Nella metà del I secolo d.C. Diodoro dice quanto segue riguardo alla vita sessuale dei Celti della Gallia: "Anche se posseggono molte belle donne, non si occupano molto di loro... gli uomini sono molto più appassionati nei confronti di persone del loro proprio sesso; si accovacciano sopra le pelli e si divertono con l'amante in tutti i modi. La cosa più straordinaria è che non provano alcun pudore o dignità. Si offrono ad altri uomini senza il minimo scrupolo. Inoltre, questo comportamento non è considerato vergognoso o disprezzato, al contrario, se uno di loro respinge chi si è offerto, quest'ultimo si offende"


E San Tommaso d'Aquino (1225-1274) diceva che le prostitute sono "altrettanto necessarie quanto le cloache di un palazzo, se non si vuole che l'intero edificio divenga fedito". Tutti noi potremmo pensare che questo gigante della chiesa fosse cosi illuminato e moderno da accettare la prostituta come cura di tanti mali, ma sarebbe un errore di valutazione. San Tommaso dice cosi per arginare un problema sociale molto più pericoloso: la Sodomia, non solo quella eterosessuale ma soprattutto quella omosessuale. Meglio un amore mercenario, ma eterosessuale e consumato con parti create da Dio, piuttosto che "a partibus posterioribus" con un "buggerone e poppatore", chiamati così, qualche volta, i sodomiti.


Giacomo Leopardi (1798*1837)
«Un Leopardi gay potrebbe spiegare molto di più le sue angosce, il suo pessimismo, gli strali contro la natura matrigna, che ci impone il desiderio, ma che poi ci impedisce di soddisfarlo».
Giuliana Proietti, sessuologa...

E poi la vicenda del poeta Arthur Rimbaud: ha solo diciassette anni quando incontra per la prima volta Paul Verlaine
Ammaliato da quelle parole che scorrono leggiadre su carta andando a capo con simmetria casuale, l’artista decide di non farsi scappare un simile talento e, con nonchalance, invita il ragazzo prodigio a Parigi. Tra le mura della casa dei suoceri di Verlaine scoppia la passione; Paul è dilaniato, ha una moglie ma non riesce a resistere allo charme del giovinetto mentre Arthur, anima profonda, vede nell’amore omosessuale una tappa necessaria per la conoscenza dell’affetto universale...
Intimità più che licenziosa, di un erotismo forte e rude che porta Verlaine alla perdizione, in un universo dove alcol, sesso e scandalo si fondono perfettamente conducendo l’uomo alla Resa
«Son fottuto. M’hai vinto…».

Oscar Wilde (1854-1900)
L'episodio più notevole della vita di Wilde, di cui si trova ampia traccia nelle cronache del tempo, fu il processo e la condanna a due anni di prigione per "Gross Public Indecency", come era definita l'omosessualità dalla legge penale che codificava le regole, anche morali, riguardanti la sessualità. Celebre la relazione che lo portò alla rovina con Alfred Douglas, a cui è dedicata l'opera "De profundis", una lettera pubblicata postuma in cui Wilde riflette sulle dinamiche della propria relazione con il giovane e sul tema dell'amore.

E in tempi recenti, così com’era nota la bisessualità di Brando,

l’omosessualità di Montgomery Clift e di Rock Hudson (anche se in  pubblico non se ne parlava) attorno all’orientamento sessuale di  James Dean

 c’è sempre stata molta reticenza da parte dei più stretti biografi. 
Collage fotografico...

“Credo davvero che Jimmy si innamorò di Brando nel 1949. 
Quanto a Brando, non credo che avesse mai amato Jimmy.  
A mio parere, Brando era innamorato soltanto di Brando”.
"Tomorrow Never Comes,2016 di Darwin Porter e Danforth Principe

Alle stelline Anna Maria Pierangeli, Lili Kardell, Katy Jurado, Leslie Caron, Pat Hardy, Ursula Andress, a cui il nuovo libro aggiunge una relazione con la Monroe nel 1950 a New York, si accoda la schiera di amanti maschi: gli attori Clifton Webb, Jack Simmons, Bill Bast e Jonathan Gilmore, l’ereditiero Alfredo de la Vega, a cui si aggiungono Brando e, sempre secondo Porter e Principe, perfino un threesome con Walt Disney e George Cukor...



[I want to break free]
cantava Freddie Mercury nel 1984.

E l’omosessualità sarebbe diffusissima nel regno animale: spavaldi e austeri leoni che si accoppiano e instaurano rapporti “omo” tra maschi, così come per giraffe, scimmie, delfini... Tutti, al momento della necessità riproduttiva, scelgono ovviamente e naturalmente l’individuo di sesso opposto, ma sembrerebbe che, per mantenere gerarchie e rapporti all’interno del gruppo, l’omosessualità sia una pratica in realtà molto diffusa e vissuta in tutta tranquillità da chi la pratica...

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Sottolineo, ricopio, estraggo e porto via!