Parenti amici serpenti!

[E ti aspetti dagli altri quello che faresti tu,
ma la gente non sei tu. E tu, non sei loro.]
A un certo punto ti stanchi di chi dice di essere interessato alla tua presenza, di chi lo dice solamente ma non sa proprio cosa sia l'empatia... a un certo punto ti stanchi di essere sempre tu a rincorrere, cercare, ragionare... a un certo punto ti stanchi anche di comprendere. Porte sbattute, fanculo gridati tra i denti... alla fine quella decisione presa a tavolino. È che, all’improvviso, non te ne frega più nulla e se ancora un po’ ti dispiace, ti senti comunque più leggero… libero… libero di andare altrove. Libero di amare altrove.


Avete elevato l’insensibilità a coraggio,
l’egoismo a forza e la bontà a stupidità.
Ora godetevi il vostro mondo.


In un mondo di serpenti non vince chi ha il veleno più potente... vince chi ha l'antidoto!

Non aspettarti scuse da chi vede distorta la sua esistenza...
Non aspettarti scuse da chi ha imparato bene a fingersi vittima di questa vita, perché altro non sa fare se non gioire nel veder soffrire chi lo circonda.

Rosanne Donatiello

[e se mai si scusassero, lo fanno polemizzando ed accusando]
Nelle scuse si tende sempre a scordarsi la parte più importante. C’era un signore, che si chiamava Randy Pausch, che diceva che le buone scuse sono formate da tre parti: mi dispiace. È colpa mia. Cosa posso fare per rimediare? Ecco, quasi tutte le persone si dimenticano la terza parte.”
(Matteo Bussola, Notti in bianco, baci a colazione)



Anche se all’interno della famiglia è difficile riconoscerlo, il trattamento preferenziale tra fratelli esiste... nella nostra società ci piace pensare che tutte le famiglie con più figli li apprezzino e amino allo stesso modo e senza preferenze. Tuttavia, diversi studi dimostrano che non è proprio così. Il trattamento preferenziale nell’educazione esiste: infatti quasi il 70% dei genitori hanno ammesso che a un certo punto hanno mostrato un trattamento diverso nei confronti di uno dei loro figli. Farlo in un dato momento, indipendentemente dall’età, è di per sé fisiologico... diventa un problema quando questo atteggiamento non imparziale è eccessivo e costante. In questo modo, quando i genitori iniziano a riservare un trattamento speciale per uno dei figli, scusandolo di ogni sua prepotenza e "investendolo a prescindere" di tutto il loro supporto emotivo ed economico a costante discapito dell'altro figlio, ci troviamo di fronte al noto fenomeno del “figlio preferito”. E quando il fratello spavaldamente approfitta di questa debolezza dei genitori, ci troviamo minimo di fronte a un narcisista, se non addirittura ad un sociopatico o peggio ancora, psicopatico...

 
Bisogna chiudere i cicli.
Non per orgoglio, per incapacità o superbia.
Semplicemente perché quella determinata cosa esula ormai dalla tua vita.
Chiudi la porta, cambia musica, pulisci la casa, rimuovi la polvere, smetti di essere chi eri e trasformati in chi sei.

Paulo Coelho


Una relazione con la propria famiglia dovrebbe essere sana e non è possibile che un giorno si comportino male nei nostri confronti ed il giorno dopo facciano l’opposto.
Se è così, molto probabilmente è perché ci stanno manipolando per non perdere il controllo su di noi... il gaslighting è un tattica per manipolare e per fare in modo che la vittima si senta impotente e che metta in dubbio la propria percezione, la propria memoria e persino il proprio equilibrio mentale. Se ci rendiamo conto che un nostro familiare sta facendo qualcosa di male e quando ci confrontiamo con lui nega con l’intento di screditarci, allora sta facendo gaslighting. Quando questo si trasforma in un circolo costante nel quale cercano di farci sentire impotenti, probabilmente dobbiamo prendere in considerazione il fatto di allontanarci da loro. Man mano cresciamo, più chiaramente possiamo vedere gli abusi del passato e quelli del presente. Possiamo renderci conto che non abbiamo la possibilità di cambiare queste persone e che non potranno imparare mai nulla, nemmeno se continuiamo a farci trattare male. Quando riusciamo a tagliare questi legami possiamo provare quella libertà che abbiamo sempre voluto sentire e, sebbene potremmo provare una certa solitudine, riusciremo finalmente ad accettare che non ci ameranno mai o che non sapranno mai sostenerci nel modo in cui meritiamo. Può essere davvero estenuante voler essere “adorabili” agli occhi degli altri per tutto il tempo.

Questa tendenza a creare intorno a me un altro mondo, uguale a questo ma con altra gente, non ha mai lasciato la mia immaginazione.
Fernando Pessoa, Una sola moltitudine


[C'è un tempo per tutto.
Per parlare. Per superare. Per perdonare. Per riprovare. Poi, il tempo finisce.]
"Non ho mai odiato...
Semplicemente ho escluso dalla mia vita chi mi ha deluso." 
Virna Lisi


Un giorno capirai che la vera vittoria non è riuscire a far ragionare le persone... non è neanche avere la loro comprensione.
Vincerai nel momento stesso in cui riuscirai a farti scivolare di dosso ogni azione priva di rispetto, ogni dimostrazione di menefreghismo.
Lì, in quel preciso istante, capirai che tutto dipende da te.
E riuscirai finalmente a sorvolare su tutto quello che, un tempo, non faceva che avvelenarti il cuore.

Flavia Zarbo

"La ragionevolezza non perdonerà".
"La prevaricazione ostentata e difesa non sarà perdonata. Coloro che ordinano i soprusi, e coloro che li eseguono, non riceveranno perdono".

I fratelli disonesti sono come gli scogli a pelo d’acqua:
te ne accorgi quando ci vai a sbattere. E per tanto, troppo tempo, nemmeno ci vuoi credere.

Ti dicono "vieni che collaboriamo"... e tu collabori, anche se si rimangiano tutto ciò che dicono... continui a collaborare nonostante la petulanza di lei e l’odore di puzza sotto al naso del "lui parente tuo". Nessuno è perfetto, pensi. Ma almeno avrei dovuto insospettirmi trovando una gigantografia della Madonna nelle loro teste. Avrei dovuto. Ma venivo da brutte esperienze di vita e la collaborazione familiare la consideravo un vero e proprio must!!! Ti lasciano in pace fin quanto il tuo operare avvantaggia anche loro. Quando vantaggi non ne hanno sfoggiano la loro meglio ipocrisia: nonostante le evidenze mi sono sempre autoaccusata di paranoia.
Quando offendi lasci una ferita... puoi piantare un coltello in un uomo e poi tirarglielo via, ma gli resterà sempre una ferita. Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita resterà. Una ferita verbale fa male tanto quanto una fisica.
E, superati trent'anni di supposta collaborazione (sempre a suo vantaggio) insiste, petula e continua a minacciare sottilmente: vuole i soldi del parentame... vuole che io faccia come dice lui! Ma non vuole incontrarmi e parlarmi direttamente: lo fa per interposto parente perché così è più facile farsi capire (dice); così è più facile farsi obbedire (dico). Io inizio ad alterarmi. Rispondo che devo lavorare, che non posso fare di nuovo la stessa discussione per l'ennesima volta. Ma lui insiste, e insiste, e insiste. Per non perdere i soldi, accusa e polemizza come novello adolescente facendo dire di male di me alla sua Perpetua a chiunque le capiti a tiro di voce; e io ho sempre avuto questo difetto: posso aspettare, ma le cose a un certo punto le dico belle dritte in faccia e ogni tanto smetto pure di essere gentile. E io scoppio: “Ora basta! Siete dei maleducati!!!”: la fine... io urlo tutto il mio dissapore ai quattro venti, tutta rossa di rabbia: "Sei un approfittatore!!! ipocrita!!!"... Narci scippa il telefono a Petulantia [lui voce schifata e lei di sottofondo urlante e contrariata]: mi grida che mi fa vedere lui... che gli devo lasciare i soldi; poi mi chiude il telefono in faccia. Come avevo osato? Per l’irritazione per lo schiaffo morale subito il narcisista con la puzza sotto al naso mi mise sul suddetto naso per non togliermici mai più. La fine-bis: mi odiò, ma tacque. Seppi solo dopo che lui e la moglie iniziarono a praticare lo sport più noto agli italiani: lo sparlettìo alle spalle. Io chiamo un mio amico avvocato tremando per i nervi, le ingiustizie e la rabbia. E alla fine mi hanno lasciato in pace (fino ad ora, almeno). Ma io non sono contenta. Le privazioni e il dovermi guadagnare tutto mi hanno insegnato a “benedire” e a rispettare ciò che ho, le relazioni, il lavoro e gli impegni; nulla ho rotto in quella casa, mai ho tardato un mio preciso impegno, mai ho ricevuto una chiamata e non ho ritelefonato, nonostante loro rompessero i cosiddetti 4 su 5. Ho rispettato il finto buonaccordo che mi hanno rifilato. E infine, non li ho denunciati. E così ora in cambio vorrei un’utopia: che questa gente fintoperbenista e benpregante ammettesse che i suoi più reconditi desideri sono di "soldi e ancora soldi" e di “Zì, badrone!”; e che se ne vergognasse. Vorrei poi che si curasse della sua mente approfittatrice, priva di empatia, di onestà intellettuale e morale e di capacità di comprensione dell’Altro. In alternativa, vorrei che quando queste donne predatrici ti dicono che per loro sarai – o anzi sei già! – come una sorella, seccasse loro istantaneamente la gola, perché a una sorella non si fanno le scarpe; e le loro figlie viziate non sono come me: loro colla mia parte di diritto sudato ed usurpato vengono mantenute con una paghetta settimanale e se mi incontrano hanno difficoltà a  salutarmi: educatissime. Queste sono le più grandi ingiustizie. Sarà il problema del post-capitalismo. O sarà il denaro, che ti secca la mente e solo più tardi la lingua e il portafoglio.

[Il vero problema, nello specifico e senza scadere nella facile patologia, non è il parente in quanto tale ... ma in quanto con una personalità narcisistase si sente carente e percepisce che a te non manca nulla, cercherà di distruggere quello che hai deplorandolo, disprezzandolo o criticandolo, in questo modo, affossando gli altri, il narcisista si sentirà “qualcuno”.]

Poi subentra il problema del parente in quanto tale... ed è la medesima tragedia!!!
Tendono a sfruttare il prossimo per raggiungere i propri scopi, così come a disprezzare il valore dell’operato altrui. La caratteristica peculiare del narcisismo patologico è proprio la mancanza di empatia. Da questa deriva la convinzione che le proprie esigenze vengano prima di ogni altra cosa. I narcisisti sostengono, inoltre, che il loro modo di vedere le cose sia l’unico giusto universalmente.
Se approfondiamo il vissuto e la storia di queste persone, troviamo genitori emotivamente distanti, incentrati sul senso del dovere. Genitori che hanno caricato il bambino di attese e di alto livello, facendo corrispondere ai risultati ottenuti la misura del suo valore personale.

Questi narcisisti si crogiolano nel fatto di suscitare nell'altro emozioni negative, come senso di colpa e tristezza, tutti sentimenti che rappresentano dei mezzi per attirare l'attenzione su se stessi. Essendo molto sensibili alle critiche altrui, strumentalizzano le proprie reazioni alle opinioni contrarie, per aumentare il senso di controllo sugli altri.  "Ti mostro che sto così male perché tu mi hai criticato, così tu proverai un grande senso di colpa nei miei confronti (e in questo modo ti avrò in pugno)". Non è detto che la critica negativa susciti un'aspra discussione, ma può anche indurre una reazione di mutismo. Di sicuro, il modo di reagire è distruttivo, non certo costruttivo verso un confronto autentico.

[e mi raccomando, state sempre attenti agli sconosciuti... soprattutto a quelli che conoscete da tantissimo tempo]
Perché quasi sempre quel [tu sei forte] 
significa solo "lotta da sola".
Paulo Coelho.

Da sempre capita di aspirare a una vita lontana dal protocollo “ufficiale” della propria famiglia o di non avvertire, da parte dei propri congiunti, la dovuta dose di comprensione, empatia e vicinanza. Finendo così per arrivare alla decisione (drastica) di dare un taglio a quei rapporti. «Peraltro non dobbiamo pensare a rapporti inficiati da fattori lampanti come giudizi severimancanza di rispetto o chiara violenza fisica o verbale» specifica Laura Rivoltapsicoterapeuta di Milano. «Due genitori possono far pesare a un figlio di essere uscito dal “protocollo” famigliare – e inquinare la sua felicità – anche con atteggiamenti più subdoli. Ossia, non soltanto squalificando i suoi comportamenti, ma anche, più semplicemente, non nominando i suoi obiettivi raggiuntiCome se non esistessero. Trasformando in una sorta di taboo quello che invece dovrebbe essere un discorso normale. Nell’immaginario comune la famiglia è importante e merita di essere considerata fra le priorità dell’esistenza, perciò l’idea di chiudere con il proprio parentado avrà sempre il sapore di una scelta “contro natura”. Il legame famigliare, però, non è di per sé garanzia di amore, comprensione e rispetto. Perciò a volte diventa realmente necessario tagliare i ponti con i propri parenti. Questo significa fare i conti con un inevitabile carico di sofferenza, perché è impensabile chiudere con il proprio passato come se nulla fosse. Ci vuole tempo per metabolizzare certi cambiamenti e beneficiare dei risultati. Il distacco ha senso, però, quando la propria famiglia è fonte di situazioni e dinamiche talmente negative da essere “tossiche” e provocare una reale, profonda e continua sofferenza nella nostra vita personale. È  una scelta evitabile, invece, quando il problema ruota attorno a una semplice insofferenza dovuta a tratti caratteriali dei propri parenti. In quei casi, sarebbe più opportuno impegnarsi per capire come mettere, dove necessario, dei sani paletti.

Nella fortunosa e buia navigazione della Vita,
più che i venti contrari, temi gli scogli nascosti.
Arturo Graf

“Quelli che aiuti ti distruggeranno.”
Charles Bukowski

[A volte devi continuare come se niente.
Come se nessuno.
Come se mai.]
La maggior parte delle persone ti dimostrerà interesse fin quando avrà la speranza di prendere qualcosa. Poi passerà oltre...
Massimo Bisotti


[…se pensi a quelle volte nella vita che hai trattato le persone con un amore e una correttezza straordinari, e te ne sei preso cura in maniera totalmente disinteressata, solo perché avevano valore come esseri umani...]
Ecco, la capacità di fare altrettanto con noi stessi. Di trattare noi stessi come tratteremmo un buon amico, un amico prezioso. O un nostro bambino che amiamo più della vita stessa. E penso che sia possibile arrivarci. Penso che in parte il compito che abbiamo sulla terra sia imparare a fare questo.
Intervista a David Foster Wallace

"Perdono non significa dimenticare l'iniquità del passato, ma liberarsene."
Anselm Grün

Osservai che per passeggiare chiacchierando con qualcuno, bisogna che sia una persona che si conosce bene oppure un perfetto estraneo. Qualsiasi sfumatura tra le due cose inibisce la conversazione.
Elizabeth Jane Howard, Perdersi



[l'unica salvezza è la dimenticanza e la lontananza aiuta]
Dimenticare non vuol dire cancellare,
ma ricordare senza soffrire.
Paulo Coelho

Siamo fatti per poche persone.
E spesso, non le incontriamo.
Elmar Salman

[ Puoi chiamarlo snobismo.... ]
Cosa credi? Che voglia stare sola? Ma sono fatta così, non riesco ad avvicinarmi veramente a nessuno. È un dato di fatto. È come se mi mancasse quella parte d'anima che si incastra negli altri, come nel Lego. Che ci unisce veramente a qualcun altro.
Alla fine tutto cade a pezzi. 
Famiglia, amici. 
Non resta più niente.
David Grossman, da Qualcuno con cui correre


[Molti fanno finta di volermi bene. E io faccio finta di credergli.]
"Forse tutto è così, crediamo che attorno a noi ci siano creature simili a noi e invece c’è il gelo, pietre che parlano una lingua straniera; stiamo per salutare l’amico, ma il braccio ricade inerte, il sorriso si spegne, 
perché ci accorgiamo di essere completamente soli.”

Dino Buzzati


Io non so perdonare.
Né perdonare né dimenticare.
È uno dei miei più grandi limiti forse,
e il più lugubre. E meno che mai so
perdonare quando una ferita mi è stata
inferta da persone dalle quali mi
aspettavo affetto, tenerezza, o sulle
quali mi facevo illusioni positive.
Non v'è uomo o donna colpevole verso
di me che non sia finito nella
Siberia dei miei sentimenti.
Oriana Fallaci 

"Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a dodici anni...
 Gesù, ma chi li ha?"
Ricordo di un'estate, film drammatico del 1986

“Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comperano dai mercati le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno amici.”
Tratto da: "Il Piccolo Principe".

[solo nei giorni di pioggia capirai chi è disposto a bagnarsi con te]
Finché sarai fortunato, conterai molti amici:
se ci saranno nubi, sarai solo.

Ovidio 

Ecco il grande errore di sempre:
Immaginarsi che gli esseri pensino ciò che dicono.
Jacques Lacan

[Le persone tornano. Stima e fiducia no.]

Fra i trent'anni e i quaranta sentiamo il bisogno di amici.
Dopo i quaranta sappiamo che non ci salveranno più di quanto ci abbia salvati l'amore.

Francis Scott Fitzgerald

.

“Dammi la tua mano…
Vedi?
Adesso tutto pesa la metà…”
Leo Delibes



[Siamo di passaggio nella nostra vita. Figuriamoci, in quella degli altri.]
Ti sei sempre fidato 
semplicemente perché di te si possono fidare.
È così che ti hanno sempre fregato.

Di amici a essere sinceri non ne ho molti.
E non lo dico con tristezza né rancore: semplicemente non mi piacciono le folle né chi si circonda di amici di ogni genere. Sono brava con le parole, ma non con le chiacchiere.
Kate Morton

[fratelli coltelli]
Gli amici sono tali solo se per loro rappresenti un'opportunità.
I parenti ti sono amici fin quando sei utile loro, ti sorridono fin quando sei ai piedi del loro palcoscenico.

Quando parli di affari con tuo fratello, sii gentile, ma bada di avere sempre un testimone.
Esiodo

Amicizia è magia, quindi pura illusione...
avere come amici 
i propri fratelli e le proprie sorelle è trovare un tesoro,
il che è pura utopia...

Se cadi ti rialzo.
Oppure mi sdraio accanto a te.

Julio Cortázar 


Che tutti gli uomini debbano essere fratelli è il sogno di chi non ha fratelli.
Charles Chincholle

La ferita causata da un fratello fa più male di quella inferta da un nemico.
Proverbio Arabo

Che strane creature sono i fratelli!
Jane Austen


[ In fondo non si hanno degli amici, si hanno soltanto dei complici.]
E quando la complicità cessa, l'amicizia svanisce.
Pierre Reverdy, da Il mio libro di bordo

Non sono infastidito dal fatto
che tu mi abbia mentito, sono infastidito perché
d’ora in poi non posso più crederti.
Friedrich Nietzsche

"Non si risenta la gente per bene se non mi adatto a portar le catene."
Fabrizio De Andrè

Per tutti, noi siamo qualcuno che si incontra per caso, semplice incrocio di sguardi...
per tutti, noi siamo nessuno e, infine, ci si abitua a questo niente...

"Se un giorno avrai voglia di piangere chiamami:
non prometto di farti ridere ma potrò piangere con te…
Se un giorno riuscirai a fuggire, non esitare a chiamarmi:
non prometto di chiederti di rimanere, ma potrò fuggire con te…

Se un giorno non avrai voglia di parlare con nessuno, chiamami: staremo in silenzio…
Ma se un giorno mi chiamerai e non risponderò, vieni correndo da me: perché di certo avrò bisogno di te!"

Gabriel García Márquez



Niki Boon, Jump, Summer, 2015, boy jumping over sprinkler
New Zealand photographer Niki Boon

Sono le cose più semplici, i piccoli gesti quotidiani, la famiglia, gli amici, gli affetti di sempre che ti fanno davvero apprezzare ciacco, tabacco e bacco...

Parenti, amici... 
tutti su di un aereo in rotta di collisione verso i propri genitori... 
in un video di Pedro Almodovar

Certo ho pochi amici, ma quei pochi sono veri. Me li sono scelti. Quanta gente incontriamo nella vita e quanta ce ne lasciamo indietro. Sono pochi perché in un modo o nell'altro riescono sempre a ferirmi, o a tradirmi: ed esser traditi in amicizia è molto peggio che esser traditi in amore.
Anna Magnani

[il senso di un'amicizia...]
Qualcuno mi raccontò una storia divertente su un crociato che aveva messo la cintura di castità alla moglie, lasciando la chiave in custodia al suo migliore amico, in caso fosse morto. Aveva appena percorso poche miglia, quando vide l’amico galoppargli dietro furiosamente, gridando: ‘Mi hai dato la chiave sbagliata!’
Anaïs Nin


ph Sergio Larrain

La lealtà, la lealtà è un debito, e il più sacro, verso noi stessi, anche prima che verso gli altri. 
Tradire è orribile. Tradire è orribile.
Luigi Pirandello

Avere amici terrebbe lontano le malattie?

Spesso gli amici che riteniamo "cari" sono quelle persone che usano gli abbracci per avvicinare il pugnale con il quale trafiggerti alle spalle! Molte persone che reputiamo speciali ci colpiscono come fulmini.
E come i fulmini ci accendono con il loro lampo, ci agitano col loro tuono e poi... silenzio.
Fabio Privitera

by La Stella di Cavez

“Sono poche le persone a cui io voglio veramente bene e ancor meno sono quelle di cui io nutro una buona opinione. Più conosco il mondo e meno ne sono entusiasta: ogni giorno che passa mi conferma nel mio giudizio sull’instabilità dei caratteri e sullo scarso affidamento che va fatto su ciò che può apparire merito o ingegno”
Jane Austen

Regala la tua assenza a chi non
dà valore alla tua presenza.

Oscar Wilde

Chiunque può simpatizzare col dolore di un amico,
ma solo un animo nobile riesce a simpatizzare col successo di un amico.

Oscar Wilde



Non esiste nessuno a cui piaccia la solitudine.
Ma non mi faccio in quattro per fare amicizia.
Così evito un po’ di delusioni.
Haruki Murakami

La cosa più sgradevole che il vostro peggior nemico vi dice in faccia non si avvicina nemmeno a quello che i vostri migliori amici dicono alle vostre spalle.
Alfred de Musset



[ L'amicizia è un difetto da bambino.]

"L'amicizia è sempre una dolce responsabilità, mai un'opportunità".
Khalil Gibran


Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo.
Virginia Woolf

La vita non è facile
ma a volte basta un complice e tutto diventa più semplice.
A volte si vive per anni con degli amici; è un'occasione rara. Altri amici vanno e vengono a seconda delle loro occupazioni o noi delle nostre. Alcuni stanno con noi mesi, giorni o solamente poche ore, ma ogni amicizia è una conquista durevole.
Credo del resto che l'amicizia, come l'amore, del quale ha un pò la stessa natura, possa paragonarsi a una figura di danza ben riuscita, ci vogliono molto slancio e molto controllo, molta energia e tanta delicatezza, molte parole e molti silenzi e soprattutto molto rispetto.

Marguerite Yourcenar




Gli amici sono parenti che vi scegliete da soli.
Eustache Deschamps

[amico è colui che ti chiede come stai e rimane lì, ad ascoltare la tua risposta...]
Una grande amicizia ha due ingredienti principali:
il primo è la scoperta di ciò che ci rende simili,
il secondo è il rispetto di ciò che ci fa diversi.
Stephen Littleword

"Grande figlio di puttana" 
Stadio, 1982
Grande figlio di puttana...
Ma che amico per me...
Uno che ruba anche la luna
Se la deve dare a te...
Sotto l’ombra del cappello
Non ti fa capire mai
Se tira fuori il suo coltello
O ti chiede come stai!
Grande però... che grande figlio di puttana!

Ha donne sparse per l’Italia
Lui colpisce e scappa via
Ma con ognuna ha fatto un pianto
Ha pianto anche con la mia
Grande però... che grande figlio di puttana!


La prima legge dell’amicizia è di chiedere agli amici cose oneste, 
e di fare per gli amici cose oneste.
Cicerone


Sembra banale, sembrerà strano,
Ma senza l'amici n' se và lontano.
Qui c'è da chiarì però 'na situazione,
L'amici veri sò pochi, nun sò un milione.
Amico n'è quello che tutti i giorni te chiama,
E manco quello che lo fà ogni settimana.
Amico è quello, che puro si n' senti,
Pe' te se farebbe spaccà tutti i denti.
Amico è quello per cui provi Amore,
Sia omo o donna, lo guardi cor core.
Te fa piacere sapere soltanto
Che puro si n' c'è te stà sempre affianco.
Magari lo vedi 'n giorno solo all'anno,
Ma quanno lo 'ncroci, te viene l'affano.
A lui dje tutto, pure i segreti più scuri,
Potesse morì, nun lo dirà manco ai muri.
Bada però, che n'è er Padre Eterno.

Co' lui ce fai 'n patto...
fino all'inferno!
by web


Socrate, dopo aver raggiunto una certa fama, fu visto tracciare sulla terra lo spazio che le fondamenta della sua casa avrebbero occupato. Un passante notando le modeste dimensioni che la casa avrebbe avuto chiese a Socrate: “Perché un uomo della tua fama e ricchezza intende costruire una casa così piccola?”, al quale Socrate rispose: 
“Per quanto piccola sia, sarei fortunato se riuscissi a riempirla di veri amici".


L’amico è colui che ti perdona debolezze, difetti e vizi, che conosce e conferma la tua forza, il tuo talento, i tuoi meriti. E l’amico è colui che, pur volendoti bene, non ti nasconde le tue debolezze, i tuoi difetti, i tuoi vizi. L’amicizia si fonda dunque sulla somiglianza, ma si manifesta nella diversità, nelle contraddizioni, nelle differenze. Nell’amicizia l’uomo cerca egoisticamente ciò che gli manca. E nell’amicizia tende a donare munificamente ciò che possiede.
Vasilij Grossman, Vita e destino.




Non ho alcun dubbio di aver meritato i miei nemici, 
ma non sono sicuro di aver meritato i miei amici.
Walt Whitman


I veri amici ti pugnalano di fronte.
Oscar Wilde


Son andato a un ballo in maschera
Travestito da me stesso
Riconosciuto
Da nessuno dei miei amici.
Barry Kaufman



L’amicizia è una simulazione. 

Marcel Proust

Tutti si dicono amici: 
nulla è più comune del nome, 
nulla è più raro dell'amicizia. 
freeform byJean de La Fontaine


Perché sono in pochi, al mondo, 
a intuire perfettamente come stai. 
Solo gli amici speciali, 
le mamme 
o i grandi amori. 
Luca Bianchini

Un amico è qualcuno che ti dà la totale libertà di essere te stesso. 
Jim Morrison



Una ricerca sull’adolescenza afferma che i giovani d’oggi preferiscono stare in gruppo piuttosto che passare il tempo con un solo amico. Cambiano i tempi e con essi il modo in cui i giovani si rapportano tra loro. Il migliore amico è una specie in via di estinzione. I giovani italiani preferiscono stare in gruppo, trovando nuove amicizie soprattutto sul web, piuttosto che passare del tempo sempre con la stessa persona. Questo cambio di paradigma sarebbe dovuto ad una mancanza di sicurezza. L’adolescente, più che in passato soffre il confronto e fatica ad assumersi la responsabilità delle sue scelte. Ragion per cui delega volentieri questa responsabilità al gruppo, nel quale si sente protetto...



Ditemi, l'Amore è compreso nell'Amicizia 
o l'Amicizia nell'Amore ?
Gotthold Ephraim Lessing


L’amore viene dalla cecità, l’amicizia [ pure ]
freeform by Roger De Bussy Rabutin



L’ossequio ti genera amici, la verità odio.
Publio Terenzio Afro


Ogni tanto è bene scuotere l’albero dell’amicizia per far cadere i frutti marci.
Proverbio africano

Non abbiamo amici, ma interessi.
Roberto Gervaso

Dite che gli amici nel bisogno sono rari?
Al contrario!
Non appena si è stretta amicizia con uno, ecco che si trova subito nel bisogno e vorrebbe farsi prestare del denaro.
Arthur Schopenhauer

Sono sicuro che se tutti gli uomini sapessero ciò che dicono gli uni degli altri, non ci sarebbero quattro amici al mondo.
Blaise Pascal



Passiamo più tempo a parlare male dei nemici che a dir bene degli amici.
Marcel Lenoir


[e, comunque, a parlar male degli altri 
l'avveduto cambia opinione su di voi,
non su gli altri]

Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.
Martin Luther King


Preferisco un nemico sincero a gran parte degli amici che ho conosciuto.
Ernest Hemingway



Dite che gli amici nel bisogno sono rari?
Al contrario!
Non appena si è stretta amicizia con uno, ecco che si trova subito nel bisogno e vorrebbe farsi prestare del denaro.
Arthur Schopenhauer

La maggior parte della gente gode dell’inferiorità dei suoi migliori amici.
Philip Dormer Stanhope Chesterfield

Chi ha una bella sorella 
ha anche molti amici. 

Proverbio russo

Amicizia e Amore. 
La distanza che separa le guance dalle labbra.
Guido Rojetti

L'amicizia tra uomo e donna?
È possibilissima.
Ma perché si mantenga e non degeneri,
occorre che ci sia, alla base,
una leggera antipatia fisica.
Friedrich Nietzsche

Ti rendi conto vero che non potremo mai essere amici.
Perché no?
Beh ecco... e guarda che non ci sto provando in nessunissimo modo. Uomini e donne non possono essere amici perché il sesso ci si mette sempre di mezzo.

No non è vero, io ho tantissimi amici maschi e il sesso non c'entra per niente.
Non è così.

Sì, invece.
No invece.
Si invece.
Tu credi sia così.
Stai dicendo che io ci vado a letto senza accorgermene?
No, sto dicendo che loro vogliono venire a letto con te.
Non è vero.
È vero.
Non è vero.
È vero.
E come lo sai?
Perché nessun uomo può essere amico di una donna che trova attraente, vuole sempre portarsela a letto.
Allora stai dicendo che un uomo riesce ad essere amico solo di una donna che non è attraente?
No, di norma vuole farsi anche quella.
Ma se lei non vuole venire a letto con te?
Non importa, perché il click del sesso è già scattato quindi l'amicizia è ormai compromessa e la storia finisce li.
Credo che non saremo amici allora.
Credo di no.
Ah è un peccato. Eri l'unica persona che conoscevo a New York.

dal film Harry ti presento Sally, 1989

I giovani d’oggi preferiscono stare in gruppo piuttosto che passare il tempo con un amico...



Prometto di amarti e rispettarti,
finché morte non ci separi.
Disse, guardandosi allo specchio.
Eva López


L’amicizia con se stessi è la più importante perché senza di essa non si può essere amici con nessun altro nel mondo. 
Eleanor Roosevelt


Il problema non è morire per un amico, ma è trovare un amico per cui valga la pena morire.
Mark Twain




Dietro a una corazza disinvolta,
dietro modi leggeri,
ho nascosto anni di sforzi e imbarazzo.
Come facevano, gli altri, a esserci con tanta naturalezza?
A essere, essersi amici.
A muoversi, toccarsi,
baciarsi perfino: senza tremare.

Paolo di Paolo

Sappiamo che saremo capiti da un piccolo numero,
ma questo ci basta.
Charles Baudelaire



Mi sembra che le persone a una a una vadano silenziosamente cadendo  giù dal bordo del mondo sul quale mi trovo io.
Tutti procedono in direzione di quel bordo che da qualche parte deve esserci, e di colpo spariscono.

Haruki Murakami


La misantropia nasce quando si è riposta eccessiva fiducia in qualcuno, senza conoscerlo bene, ritenendolo amico leale, sincero, fedele, mentre poi, a poco a poco, si scopre che è malvagio e infido, un essere del tutto diverso. Quando questa esperienza si ripete più volte, specie con quelli che stimavamo più fidati e più amici, si finisce, dopo tante delusioni, con l'odiare tutti e col credere che in nessun uomo vi sia qualcosa di buono.

Platone


Non voglio ricordi, cose, amici, amore, né amicizia... 
Sono tutte trappole...
da Tre colori - Film Blu di Krzysztof Kieslowski, 1993

Tradiamo senza sosta noi stessi,
quando preferiamo [a noi] gli altri,
quando per così dire li rendiamo migliori
di quanto in definitiva non siano....
Quando siamo insieme a loro
ci spogliamo per lo più di tutto quanto ci connota...
crediamo di dover essere loro...
perché non sopportiamo più noi stessi,
e loro invece ci appaiono ideali.
Questo errore, a vita ci umilia.
Thomas Bernhard

Nutrire del risentimento è come bere del veleno e aspettarsi che l'altra persona soffra: non fai altro che avvelenare te stesso. Anche se a seguito del male ricevuto tu possa sentirti completamente giustificato per quanto stai provando, faresti meglio a non macerarti nel rancore. 
Purtroppo, almeno in alcuni casi, la mediocrità affettiva, la superficialità, l’insensibilità di chi ci ha deliberatamente ferito potrebbe non conoscere pentimento, per cui non sempre la via della ricostruzione può essere percorribile. Così come non sempre è facile intraprendere quella del perdono, quando l’altro non ha mai dimostrato rimorso per il danno inflitto, non è mai riuscito ad empatizzare con il nostro dolore, non ha mai fatto alcun passo verso quel percorso impegnativo e carico di responsabilità di chi prova a mettersi in discussione. 
Non è mai facile quando ci si scontra con l’aria di sufficienza di chi è sempre convinto di essere dalla parte della ragione... di chi pensa di averci offeso, perché in qualche modo lo meritavamo... Non è facile soprattutto, quando dall’altra parte, sopravvive, immune ad ogni dato di realtà e ad ogni saggio invito alla riflessione, il convincimento che la colpa dell’offesa o del torto commesso non sia altro che nostra, frutto di qualche omissione o manchevolezza passata, o di quel nostro modo di essere o di comunicare così fastidioso...  Chi si dimostra indegno della nostra fiducia, tradendola deliberatamente senza alcun pentimento, chi ci trasforma nostro malgrado in bersaglio delle proprie frustrazioni riversando su di noi offese gratuite e immeritate spesso diviene protagonista assoluto delle nostre fantasie di rivalsa. Come scriveva lo psicoanalista Erich Fromm “La passione della vendetta è talmente radicata in profondità, da essere sicuramente presente in tutti gli uomini”. “Il desiderio di vendetta altro non è che una confessione di dolore”; esso si configura quindi come una difesa arcaica con cui inconsciamente cerchiamo di difenderci dalla sofferenza che ci è stata procurata. Tale sentimento, soprattutto se sperimentato in prossimità dell’evento, non solo non ha alcuna valenza patologica, ma può addirittura essere considerato un passaggio indispensabile nel processo di elaborazione del dolore che ci è stato inferto. Ed è bene sapere che il desiderio di vendetta è semplicemente figlio del vissuto di impotenza (intriso a sua volta di rabbia) che sperimentiamo quando sentiamo di aver subito ingiustamente e immeritatamente un torto. Ma attenzione a trasformarlo in patologico, facendolo divenire nel proprio immaginario l’unico modo per appagare quell’insaziabile sentimento che si appropria dei nostri pensieri, nonché l’unica strada per riappropriarsi di quella serenità e di quell’equilibrio emotivo di cui l’altro ci ha ingiustamente privato. E allora com’è possibile elaborare il dolore anche quando chi ce l’ha inferto non apre la porta a nessuna possibilità di ricostruzione? Come si può uscire dalla prigione in cui il sentimento di ingiustizia fa da carceriere e la sete di vendetta rappresenta la pena da scontare? Proviamo semplicemente a gestire e trasformare tutte quelle energie di cui il senso di rivalsa ci riempie indirizzandole in occasioni e opportunità di crescita personale; evitiamo che la nostra felicità divenga direttamente proporzionale alla sua infelicità e la nostra serenità alla sua capacità di ravvedimento. E per chi, davanti a questa scelta, dovesse nutrire ancora qualche dubbio su quale strada intraprendere, potrebbe essere utile ricordare le parole di una donna (Alda Merini) la cui vita si è sviluppata su un’interminabile trama di torti e ingiustizie e che nonostante tutto amava ripetere: “La miglior vendetta? La felicità! Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice!” 

Un giorno un giovane vigoroso si presentò, trafelato e furente, davanti al saggio Confucio. Disse: "Un mio nemico mi ha oltraggiato e desidero ardentemente di vendicarmi. Quale modo ritieni giusto per punirlo adeguatamente, in modo che io abbia soddisfazione?"
Confucio rispose: "Raccogli le tue cose, vai sulla riva del fiume, siediti e aspetta. Un giorno vedrai il cadavere del tuo nemico passarti davanti"
In questo aneddoto troviamo uno dei suoi insegnamenti più famosi: davanti alle passioni dirompenti del mondo l'uomo saggio deve imparare a dominare gli istinti con la ragione, guardando con distacco alle cose contingenti per saperle rapportare in maniera adeguata alle cose assolute.
Confucio non dubita della legittimità delle rivendicazioni del giovane che gli si presenta dinanzi; nemmeno contesta la necessità di una giusta punizione per colui che lo aveva offeso. Solamente fa capire che il giudizio su una punizione da infliggere non deve essere preso giammai quando si è in preda alle emozioni; né tantomeno è opportuno che sia la parte offesa a comminare ed eseguire la pena nei confronti della parte offendente, perché il rischio sarebbe quello di commettere un'ingiustizia più grande dell'offesa stessa, con il conseguente degrado morale di chi per primo aveva subito un torto.
Confucio insegna ancora di più: la giustizia, se è davvero tale, troverà il modo di fare il suo corso, magari in un modo inatteso e apparentemente non collegato al fatto specifico. Basta saper aspettare con fede, soffocando le bramosie della carne che grida vendetta e perseverando nella ricerca della verità per una condotta di vita onesta e retta.
A volte un torto subito può valere come banco di prova: si può scegliere la strada del degrado, seguendo l'irrazionalità delle passioni, oppure si può trovare la via per una maturazione interiore che trasforma la debolezza in forza.
Confucio non dice di assumere un atteggiamento di distacco, come sembrerebbe a prima vista; non dice di eliminare le passioni, bensì insegna a dominarle e a usare la loro forza per migliorare se stessi nell'attesa della giustizia che alla fine arriverà... 
e da un punto di vista puramente umano questo è il massimo che si possa raggiungere...
E poi ci sarebbe Gesù di Nazareth che, invece, ci invita a trascenderci in uno sforzo sovrumano, verso la nostra vera natura che sarebbe l'Amore, insegnandoci "Ama il tuo nemico". Non solo ci insegna a perdonare, ma addirittura a trasformare l'odio in amore. Ci insegna ad aiutare senza riserve, comunque, chi ci fa del torto... 
Ieri, come oggi, questa chiamata suona come scandalosa e per molti risulta inaccettabile... 
Ma non tutti hanno il dono della santità ed allora mettiamoci comodi sulla riva del fiume e se intelligentemente non sprechiamo le nostre energie per alimentare il naturale desiderio di vendetta per un torto subito, nemmeno le sprechiamo per aiutare chi quel torto ce lo ha donato...

Sono precipitata in un baratro… 
Del sogno che fu la mia vita, questo è l’incubo.

la triste vicenda di Camille Claudel, la ragazza soffocata dai famigliari/amici;

un talento ed una sensibilità straordinaria da cui ampiamente attinse ed approfittò Rodin, senza ricambiare...

vissuta in un'epoca sbagliata per una artista donna...

Se tu mi concedessi soltanto la stanza della signora Régnier e la cucina, potresti chiudere il resto della casa. Non farei assolutamente nulla di riprovevole. 

Ho sofferto troppo..

Camille Claudel, da una lettera dal manicomio di Montdevergues alla madre.

“tenetevela, ve ne supplico … ha tutti i vizi, non voglio rivederla, ci ha fatto troppo male”, così scrive la madre al direttore del manicomio senza riuscire a perdonarle le sue scelte anticonformiste

In trent'anni di internamento, Camille non ricevette mai una sua visita

http://www.letteraturaalfemminile.it/camilleclaudel.htm

il 19 ottobre 1943, nel manicomio di Montdevergues, si spegneva Camille Claudel, dopo trent'anni di solitudine ed abbandono, aspettando invano la visita della sorella e della madre, alla quale aveva ripetutamente chiesto di essere riaccolta in casa.



[ Ero felice, mamma. Li amavo e loro mi amavano. ]

Non mi ribellavo... 
E sarebbe stato così per tutta la vita. 
Ma è successo quel che è successo, e adesso non ci sono più. 
Ho capito che [se è successo questo] adesso farò soltanto quello che voglio. 
Non voglio ricordi, cose, amici, amore, né amicizia... 
Sono tutte trappole...
da Tre colori - Film Blu di Krzysztof Kieslowski, 1993

Dimenticheremo tutte le cose brutte 
e ricorderemo solo quelle belle, 
perché siamo esseri umani 
ed è così che sopravviviamo.
Lucinda Riley

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