Se si guarda negli occhi di un animale, tutti i sistemi filosofici del mondo crollano.
Pirandello.
L’uomo ha fatto della Terra un inferno per gli animali.
Arthur Schopenhauer
“Possano tutti gli esseri viventi restare liberi dal dolore”.
Arthur Schopenhauer
Quattro gambe buono,
due gambe cattivo.
George Orwell , La fattoria degli animali
Fintanto che l'uomo continuerà a distruggere gli esseri viventi inferiori, non conoscerà mai né la salute né la pace. Fintanto che massacreranno gli animali, gli uomini si uccideranno tra di loro. Perché chi semina delitto e dolore non può mietere gioia e amore.
Pitagora
La sopravvivenza di quasi tutti gli esseri viventi presuppone l’esistenza di altri viventi: ogni forma di vita esige che vi sia già della vita nel mondo. Gli uomini hanno bisogno di quella prodotta dagli animali e dalle piante. E gli animali superiori non sopravvivrebbero senza la vita che si scambiano reciprocamente grazie al processo di alimentazione. Vivere è essenzialmente vivere della vita altrui: vivere nella e attraverso la vita che altri hanno saputo costruire o inventare. C’è una sorta di parassitismo, di cannibalismo universale proprio del dominio del vivente: si nutre di sé stesso, contempla solo sé, e ne ha bisogno per avere altre forme e altri modi d’esistenza. Come se la vita, nelle sue forme più complesse e articolate, non fosse altro che un’immensa tautologia cosmica che presuppone sé stessa e non produce altro da sé.
Emanuele Coccia, Vita delle piante - Metafisica della mescolanza
E' possibile affrontare senza “animosità” ma con studiata riflessione, l’antica relazione che stringe l'uomo in un vincolo di amicizia, bene, compassione e condivisione con i piccoli o grandi amici animali. Sia che siano nel nostro quadro familiare sia che ne condividiamo la passione della fine nello scoprire come l’uomo con crudeltà e orrore ne decreti la morte in modo orrendo, per “fini” alimentari, senza alcuna forma di “rispetto”.
http://www.lindipendenzanuova.com/preghiere-bestiali-5-leopardi-infinito-in-opera-giovanile-lamore-animale/
Oggetti, cose, beni commerciali, non esseri viventi, non individui animali.
«E quale uomo che abbia una sola tintura di ragione potrà persuadersi che i palpiti, i gemiti, le strida di un pulcino rapito dall’adunco artiglio di un nibbio crudele non derivino da alcun senso di timore e di affanno?»
“Anima, in fondo, non significa etimologicamente nient’altro che soffio vitale e animale, a sua volta, null’altro significa che essere dotato di questo soffio vitale”. Questo risponde il Leopardi alla tesi cartesiana secondo cui l’anima delle bestie non sarebbe altro che “un puro meccanismo”, anzi, che gli animali stessi altro non sarebbero che “semplici macchine”: come gli uomini nella storia avrebbero realizzato diversi meccanismi in grado di emettere suoni e persino parole, così non si dovrebbe escludere che Dio abbia fatto la stessa cosa con le “bestie”. “A Cartesio che sostiene che, contro le apparenze, i “bruti” non sono che un grumo di “necessità”, di conseguenza non soggetti ad alcun sentimento di dolore, Leopardi ribatte che, invece, «chiaramente si scorge dai suoi pietosi latrati che un cane prova se si percuota, quella pena che noi stessi sperimentiamo». by Stefania Piazzo
La nostra civiltà...
un presente senza riscatto e senza remissione, basato sull’accumulazione della sofferenza e dello sfruttamento.
L'estratto di Horkheimer è sempre un pugno allo stomaco che non smette mai di far riflettere.
Vista in sezione, la struttura sociale del presente dovrebbe configurarsi all’incirca così: Su, in alto, i grandi magnati dei trust dei diversi gruppi di potere capitalistici che però sono in lotta tra di loro; sotto di essi i magnati minori, i grandi proprietari terrieri e tutto lo staff dei collaboratori importanti; sotto di essi, suddivise in singoli strati, le masse dei liberi professionisti e degli impiegati di rango inferiore, della manovalanza politica, dei militari e dei professori, degli ingegneri e dei capoufficio fino alle dattilografe; ancora più giù i residui delle piccole esistenze autonome, gli artigiani, i bottegai, i contadini e tutti gli altri, poi il proletariato, dagli strati operai qualificati meglio retribuiti, passando attraverso i manovali fino ad arrivare ai disoccupati cronici, ai poveri, ai vecchi, ai malati. Solo sotto tutto questo comincia quello che è il vero e proprio fondamento della miseria, sul quale si innalza questa costruzione, giacché finora abbiamo parlato soltanto dei paesi capitalistici sviluppati, e tutta la loro vita è sorretta da un’orribile apparato di sfruttamento che funziona nei territori semi-coloniali e coloniali, ossia in quella che è di gran lunga la parte più grande del mondo. Larghi territori del Balcani sono una camera di tortura, in India, in Cina, in Africa, la miseria di massa supera ogni immaginazione.
Sotto gli ambiti in cui crepano a milioni i coolie della terra, andrebbe poi rappresentata l’indescrivibile, inimmaginabile sofferenza degli animali, l’inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali […]. Questo edificio, la cui cantina è un mattatoio e il cui tetto è una cattedrale, dalle finestre dei piani superiori assicura effettivamente una bella vista sul cielo stellato.
Max Horkheimer, Crepuscolo. Appunti presi in Germania
Anche se esistesse un tipo di macellazione senza sofferenza, è chiaro che non sarebbe comunque accettabile, perché è l'idea stessa di uccidere un animale, come se potessimo disporre della sua vita a nostro piacimento, che è totalmente inaccettabile da un punto di vista etico...
La questione delle macellazioni chiama in causa un terzo soggetto, gli animali, che non hanno forza per esprimere le loro richieste. Si può ricordare come una conquista basilare dell'uomo occidentale contemporaneo sia stata quella di riconoscere la propria responsabilità, in quanto garante dei diritti degli esseri "senza diritti". Questa posizione chiede che siano rispettati con rigore e con costanza proprio i punti qualificanti di questa nuova visione etica: il diritto degli animali alla non sofferenza. I diritti degli animali devono essere considerati a tutti gli effetti come una conquista culturale di tutto il mondo occidentale, e il loro diritto alla non sofferenza un confine invalicabile.
Gli animali sono esseri senzienti, capaci di provare sensazioni, emozioni, sentimenti, come ben sanno tutti quelli di noi che ospitano in casa un cane o un gatto.
Una mucca non è molto diversa da un cane, da questo punto di vista. Né un maiale è diverso, è un essere intelligente, affettuoso, curioso.
Posto che nessuno essere vivente dovrebbe morire... accettata l'ineluttabile realtà che parte del mondo animale è carnivoro (cioè uccide per mangiare carne)... ricordato che l'uomo si è fatto garante dei diritti degli esseri "senza diritti" e che si è dotato dell'etologia come strumento che gli fornisce il modo per giudicare del benessere e del malessere, si riportano i passi salienti di riferimento per evitare inutili sofferenze agli animali:
nel 1965, il Brambell Report elencava, con particolare riferimento agli animali allevati, le cosiddette "cinque libertà" necessarie per evitare disturbi al "benessere". Agli animali in allevamento si devono cioè concedere le libertà: 1) dalla sete, dalla fame e dalla cattiva nutrizione;
2) di avere un ambiente fisico adeguato;
3) dal dolore, dalle ferite, dalle malattie;
4) di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifici normali;
5) dal timore.
Come si può notare le "cinque libertà" ricordano bene che il benessere degli animali dipende dal rispetto sia delle esigenze fisiologiche (mangiare, bere, ecc.) sia di quelle etologiche (le caratteristiche comportamentali). Le indicazioni più autorevoli, per capire se un animale è in stato di sofferenza, ci sono state fornite dal "Congresso internazionale sul benessere dell'animale industriale" tenutosi in Gran Bretagna nel 1992; in quella sede il "Farm Animal Welfare Council" ha ampliato i concetti del Brambell Report. Purtroppo però, la realtà è ben lontana dal garantire le "5 libertà", come si può vedere confrontando le situazioni reali con i principi espressi.
La libertà dalla fame e dalla sete, con un facile accesso all'acqua e una dieta che mantenga piena salute e vigore, è totalmente in contrasto con il trattamento cui sono sottoposti i vitelli a carne bianca o le oche destinate alla produzione del paté di fegato. Così lo spazio, che negli allevamenti industriali è sempre molto esiguo, mal si concilia con la libertà dal disagio e col diritto a un ambiente appropriato che includa un riparo e una confortevole area di riposo.
La libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie attraverso la prevenzione, rapide diagnosi e trattamenti, si scontra con il rifiuto della prevenzione che è scomoda e costosa ad ogni livello così come l'intervento medico-veterinario qualificato: in molte stalle moderne gli animali sono abbandonati per lunghe ore da soli.
La libertà di esprimere un comportamento normale, mettendo a disposizione spazio sufficiente, attrezzature appropriate e la compagnia di animali della stessa specie, è la libertà più violata negli allevamenti intensivi: i suini sul cemento non possono grufolare, le ovaiole in gabbia non possono razzolare e le vacche da latte non allattano il proprio vitello.
La libertà dalla paura e dall'angoscia, assicurando condizioni e trattamenti che evitino la sofferenza mentale, è negata dagli spazi di allevamento che rendono impossibile assecondare l'istinto alla fuga e dai ripetuti trasferimenti e trasporti molto stressanti (gli animali come primo istinto di fronte ad un pericolo, qual è per loro la presenza umana, cercano di allontanarsi di uno spazio sufficiente a dar loro sicurezza. Ad esempio: per i cani la distanza di sicurezza è di 6 metri mentre per i bovini è di 12).
Con l'osservazione si può rilevare che quando l'animale non sta "bene", secondo l'accezione citata, manifesta tutta una serie di comportamenti che si allontanano più o meno dalla norma, così, in relazione alla gravità della situazione in cui si trova, possiamo vedere atteggiamenti e gesti ripetuti, in maniera ossessiva, anche per ore, quali ben noti sono il girare in tondo nelle gabbie o il dilungarsi per molto tempo nella toelettatura, oppure comportamenti ridiretti, ovvero indirizzati in maniera diversa rispetto alla norma. Tra questi si possono rilevare ad esempio il leccare a lungo oggetti presenti nelle gabbie, oppure nel giocare con le sbarre o con altri oggetti che si trovano alla portata dell'animale, oppure vi può essere un aumento dell'aggressività e dell'eccitabilità, o ancora uno stato di abulia e di indifferenza all'ambiente circostante. L'insieme di questi atteggiamenti variati rispetto alla norma dice quanto l'animale sia stressato e quindi soffra della situazione in cui lo si costringe.
Purtroppo la visione prevalente è quella produttiva, per cui si interviene a garantire la salute dell'animale, per salvare la resa produttiva, ma non il benessere. Con la terapia, infatti, si possono risolvere i problemi creati dal malessere, ad esempio lo stress da sovraffollamento, che viene risolto con somministrazione di presidi chimici; questi però curano le conseguenze, cercando di evitare i danni al produttore, non eliminano lo stress, e quindi il malessere dell'animale. Eliminare lo stress sarebbe possibile agendo sulle cause (e non sugli effetti), che discendono direttamente dai sistemi di allevamento; per migliorare veramente e alla radice il benessere sarebbe quindi necessario un intervento per migliorare le condizioni di vita. Ma la specie umana è poco propensa ad accettare le esigenze altrui quando sono in contrasto con i propri interessi economici....
L’uomo è l’unico animale in natura che beve latte di un’altra specie e senza averne alcun bisogno, specialmente in età adulta. Il latte non è né l’unica né la più importante fonte di calcio. Verdure a foglie verdi, semi di canapa, cavolo, ceci, broccoli, fagioli, sesamo, latte di soia arricchito, tofu, succo d’arancia arricchito con calcio, fichi secchi, semi di sesamo, tahini, melassa, mandorle, e tutti i semi che ne sono ricchi e di gran lunga migliori per la nostra salute. Una mucca potrebbe vivere anche fino a 25 anni, allattando il suo cucciolo per un anno, mentre negli allevamenti non saranno mai madri, ma solo macchine da latte. Vivranno al massimo 5 anni e non cresceranno mai i figli partoriti. Anche negli allevamenti più piccoli il fine ultimo è sempre e solo il profitto e la strada al mattatoio è sempre la stessa.
Alle mucche viene fatto di tutto: le bastonano per farle muovere, le fecondano tramite un braccio nel retto (una mano nel retto per guidare una sonda e depositare il seme nell'utero, questa è la norma negli allevamenti per la produzione di latte), gli strappano il vitello appena nato e tutte queste brutture le ho viste fare con una violenza che è diventata prassi, che le fa apparire come se fossero lecite...
L’uomo non è superiore agli animali perché l’uomo stesso è un animale. L’uomo è un essere vivente che dovrebbe avere gli stessi diritti di un cane, ma anche gli stessi diritti di uno scarafaggio. Sembra paradossale ma la nostra cultura è impregnata di questi concetti più di quanto s’immagini.
Vi segnalo la pagina fb "AnimaLiberAction", un'associazione antispecista che si batte per i diritti di tutti gli animali mediante azioni e progetti di vario genere.