“Il mondo può benissimo fare a meno della letteratura.
Ma ancor di più può fare a meno dell'uomo.”
Jean-Paul Sartre
[ e nessun uomo merita di essere consacrato da vivo ]Quel Jean-Paul Sartre che Il 22 ottobre del 1964 rifiutò il Nobel per la letteratura perché la sua libertà non fosse intaccata e alienata da quella che per lui era più una zavorra che una gratificazione. Il premio avrebbe potuto renderlo una sorta di simbolo con le sfumature di un’istituzione e non più semplicemente un intellettuale che, come tale, aveva delle responsabilità civili e morali nei confronti degli altri e di sé stesso.
Sono ancora convinto che la cultura salverà il mondo.
Philippe Daverio
Leggo per abitare,
scrivo per traslocare.
Chandra Livia Candiani
"Leggiamo per tuffarci nella vita di qualcun altro. Una vita non nostra. Per ricercare qualcuno che provi cio' che proviamo anche noi e vivere con lui le sue avventure. Leggiamo per fuggire"
Ma "La cultura non può fare miracoli.
Un deficiente,
sarà un deficiente acculturato.
Un senza cuore,
sarà un senza cuore acculturato.
Uno spirito meschino,
sarà uno spirito meschino acculturato.
La cultura è come l'acqua: è preziosa per la terra buona.
Per la sabbia, è acqua sprecata.
Non vi fate ingannare:
acculturato non è sinonimo di persona perbene."
Don Michele de Paolis
Incolta io chiamo non già la persona attualmente priva di cultura, ma la persona che, qualunque sia il suo corredo culturale, non sente il bisogno di estenderlo. D’«incolti» vi è dovizia anche tra quei che seggono in cattedre o in accademici seggi: gente che non ha mai sentito il bisogno d’andar oltre il segno che le è bastato toccare per conseguire il seggio o la cattedra. Gente che non conosce «curiosità».
Colto secondo me è anche chi lo sia solo potenzialmente, in quanto cioè è «curioso»
Una biblioteca è un crocevia di tutti i sogni dell’umanità.
Julien Green
[ma l'attività intellettuale sarebbe oziosità!?!]
E nell'antica Roma il sostantivo otium indicava l'attività intellettuale, caratteristica dell'uomo libero, contrapposto allo schiavo, così come lo definiva Cicerone. Nel suo significato moderno indica il non fare nulla di produttivo e, perlopiù, racchiude in sé un non so che di pigrizia e di riposo vizioso. L'ozio è un altro modo, un po' più ricercato e filosoficamente connotato, di definire la pigrizia. Sinonimo anche di indolenza, l'ozio nella concezione moderna non è certo l'attività che rende un uomo virtuoso e degno di lode. Il termine antico, però, condivide con il moderno l'avversione verso il lavoro manuale, sebbene oggi sia esteso ad ogni tipo di lavoro.
[Ogni libro è un viaggio e l’unico bagaglio è l’immaginazione.]
Libro, ansia di stare ovunque, in solitudine.
Juan Ramón Jiménez
La letteratura è una difesa contro le offese della vita.
Cesare Pavese
[la lettura non è solo per i classici della letteratura...]
"La prima cosa che la lettura insegna è come stare da soli."
Jonathan Franzen
Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi.
Michel Houellebecq, da "Piattaforma nel centro del mondo"
I libri sono riserve di grano da ammassare
per l'inverno dello spirito.
Marguerite Yourcenar
Leggere ci da un posto dove andare anche quando dobbiamo rimanere dove siamo.
Mason Cooley
Il tempo per leggere è un tempo
che si ruba agli obblighi della vita,
è come il tempo per amare.
Daniel Pennac
Sono cresciuto in mezzo ai libri, facendomi amici invisibili tra le pagine polverose di cui ho ancora l'odore sulle mani..
Carlos Ruiz Zafòn
"Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma".
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere
"Ho letto molto, per dimenticare quello che mi circondava".
Simonetta Agnello Hornby
I libri si rispettano usandoli
Non lasciandoli stare
Umberto Eco
Ho cercato pace ovunque, senza trovarla mai,
tranne che in un angolo con un libro.
Tommaso da Kempis
Se sapessi
da dove provengono le poesie,
ci andrei.
Michael Longley
"Noi scriviamo per attirare, incantare e consolare gli altri. Scriviamo serenate per i nostri amanti e scriviamo per gustare la vita due volte, in quel momento, e guardandoci indietro.
Noi scriviamo, come diceva Proust, per rendere tutto questo eterno, e per convincere noi stessi che davvero tutto questo è eterno. Scriviamo per essere in grado di superare la nostra vita, e andare al di là di essa. Scriviamo per insegnare a noi stessi a dialogare con gli altri, e per segnare il nostro viaggio in quello che è il labirinto della vita. Noi scriviamo per ingrandire il mondo quando ci sentiamo soffocati, o quando ci sentiamo costretti, o magari semplicemente soli. Noi scriviamo così come gli uccelli cantano, o come gli uomini primitivi danzano nei rituali tribali. Se non respiri attraverso la scrittura, se non gridi quando scrivi, o se non canti per iscritto, allora non scrivere, perché la tua, la nostra letteratura non ne ha bisogno. Ma se io non scrivo, allora sento il mio mondo restringersi. Mi sento in prigione. Mi sento mentre il mio fuoco e i miei colori vanno via. È una necessità, come il mare ha bisogno di gonfiarsi. Per me è respirare."
Anaïs Nin
[ Qual è il rapporto tra letteratura e sofferenza?]
Cos’è allora il mio talento se non una consolazione per la mia solitudine?
Stig Dagerman, da Il nostro bisogno di consolazione
[introdotto nel magico mondo dei libri e delle parole]
"La tête en friche" un film centrato sul personaggio di Germain Chazes, un cinquantenne che diffida delle parole e vive in una roulotte nel giardino di sua madre. Dai più è considerato un imbecille felice che passa il suo tempo tra il bistrot e il giardino pubblico. Ma un giorno, Margueritte, un'anziana signora molto colta, lo introduce nel mondo dei libri e delle parole. Il suo rapporto con gli altri e con se stesso ne esce stravolto. È la storia di uno di quegli incontri che possono cambiare il corso di una vita... Germain trascorre la sua vita tranquillamente tra i suoi amici, la sua ragazza Annette e il suo camper piazzato in fondo al giardino di sua madre. Non ha mai conosciuto suo padre. Sua madre è rimasta incinta di lui senza volerlo, e non manca mai l'occasione di farglielo pesare. Alle elementari era la disperazione del suo maestro. I suoi amici del bistrot gli vogliono bene, ma spesso lo prendono in giro. Eppure Germain, lungi dall'essere un imbecille, è un candido filosofo, un diamante grezzo che nessuno ha mai pensato di tagliare...
La poesia finale...
"Parole che crescono come erbe
Alcune che ti attraversano prepotentemente...
Passarono senza intoppi dalla mia corteccia al mio cuore
Nelle storie d'amore
Non sempre c'è solo amore
A volte non c'è nemmeno il "Ti amo"...
Eppure ci amiamo
Fu un incontro insolito
La trovai per caso u una panchina nella mia piazza
Non era troppo feccia
Non più rosa di una colomba
Con le sue piccole piume
Era nel mezzo di parole
Nomi comuni come me
Lei mi ha dato un libro, poi due...
pagine che sono esplose davanti ai miei occhi
Non partire ora
Hai tempo, aspetta!
Non è ora
Il mio piccolo fiore
Dammi un po 'di più di te
Dammi un po' di più della tua vita
Aspetta!
Nelle storie d'amore
Non sempre c'è solo amore
A volte non c'è nemmeno il "Ti amo"
Eppure ci amiamo.
Uno scrittore è un uomo che ha insegnato alla sua mente a comportarsi male.
Oscar Wilde
Si dovrebbe, almeno ogni giorno, leggere una bella poesia...
Johann Wolfgang Goethe
Ricordo un brano di una lettera di Kafka a Brod: «Lo scrittore è il capro espiatorio dell’umanità: grazie a lui gli uomini possono godere del peccato innocentemente, quasi innocentemente». Questo godimento quasi innocente è la lettura.
Maurice Blanchot, La conversazione infinita
Un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Franz Kafka
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.
Daniel Pennac
Secondo Galileo, l'unico modo per permetterci di avere poteri sovrumani è attraverso i libri. Carl Sagan afferma che il libro è "la prova che le persone possono fare miracoli". Proust sostiene che la saggezza che incontriamo alla fine del libro è l'inizio della nostra saggezza. I libri hanno salvato Mary Oliver. "Il libro dovrebbe attenersi al mare ghiacciato dentro di noi come un'ascia", afferma Kafka. Come sostiene Denise Levertov, la funzione sociale della letteratura è "svegliare i dormienti senza choc". Anaïs Nin (1903-1977) esamina questa funzione nel suo diario. Nel dicembre del 1931, nel suo diario, che scrisse all'età di ventotto anni, dice: “Vai d'accordo nel tuo mondo protetto e fragile e pensi di essere vivo. Quindi leggi un libro ( come Lady Chatterley's Lover ) o viaggi, parli con qualcuno e scopri che non stai realmente vivendo, stai dormendo. I sintomi del letargo possono essere facilmente rilevati: in primo luogo, disordini. In secondo luogo, si verifica quando il letargo diventa pericoloso e va verso la morte: non poterlo godere. Questo è tutto. Sembra una malattia innocente. Monotonia, noia, morte. Milioni di persone vivono (o muoiono) senza saperlo. Lavorano negli uffici. Guidano. Hanno un picnic con le loro famiglie. Crescono i bambini. Quindi subiscono un trattamento d'urto (come una persona, un libro, una canzone). Questo li risveglia e li salva dalla morte." Pensando che le opere di DH Lawrence l'abbiano salvata in questo modo, Nin tratta Lawrence come soggetto del suo primo libro per esprimere il suo pensiero: consapevole di trovarsi in una bellissima prigione può scappare solo scrivendo...
S'era troppo evoluto.
Troppi libri aperti li separavano.
Aveva fatto un viaggio così lungo nel paese dell'intelligenza, che non riusciva più a trovare la strada del ritorno. Come i suoi compagni d'una volta non potevano comprenderlo e neppure la sua famiglia, né la borghesia, così anche quella ragazza seduta accanto a lui e che egli stimava con tutto il cuore, era incapace di comprenderlo...
"Martin Eden", di Jack London
[ Sono un cuore che batte nel mondo ]
Sono inopinatamente frammentaria.
Sono pezzo per pezzo.
La mia storia è vivere.
E non ho paura del fallimento...
Poiché c'è un diritto al grido.
Dunque io grido.
Clarice Lispector,
Chechelnyk 10 dicembre 1920 *Rio de Janeiro, 9 dicembre 1977
Un libro è l’unico posto nel quale puoi esaminare il più fragile dei pensieri senza romperlo, o esplorare un’idea esplosiva senza la paura che ti scoppi in faccia. E’ uno dei pochi paradisi dove le mente dell’uomo può trovare allo stesso tempo provocazione e privacy.
Edward P. Morgan
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie,
Al ridicolo di non scriverne.
Wislawa Szymborska
La magia dei libri è proprio questa:
trovare se stessi nelle parole
di qualcuno che non ci conosce
ma che sembra aver scritto di noi e per noi.
I perdenti, come gli autodidatti, hanno sempre conoscenze più vaste dei vincenti, se vuoi vincere devi sapere una cosa sola e non perdere tempo a saperle tutte, il piacere dell’erudizione è riservato ai perdenti. Più cose uno sa, più le cose non gli sono andate per il verso giusto.
Umberto Eco, da Numero zero
A 40 anni Franz Kafka, che non si è mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una bambina che piangeva, perché aveva perso la sua bambola preferita. Lei e Kafka, cercarono la bambola senza successo.
Kafka le disse di incontrarlo lì, il giorno dopo e loro sarebbero tornati a cercarla. Il giorno dopo, quando non avevano ancora trovato la bambola, Kafka diede alla bambina una lettera "scritta" dalla bambola che diceva: «per favore non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure».
Così, iniziò una storia che proseguì fino alla fine della vita di Kafka. Durante i loro incontri, Kafka leggeva le lettere della bambola, accuratamente scritte con avventure e conversazioni, che la bambina trovava adorabili. Infine, Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino.
«Non assomiglia affatto alla mia bambola», disse la bambina. Kafka le consegnò un'altra lettera in cui la bambola scriveva: «i miei viaggi, mi hanno cambiata», la bambina abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa.
Un anno dopo Kafka morì.
Molti anni dopo la bambina, oramai adulta, trovò una letterina dentro la bambola. Nella minuscola lettera, firmata da Kafka, c'era scritto: «tutto ciò che ami, probabilmente, andrà perduto, ma alla fine l'Amore tornerà in un altro modo!!!»
Qual è la differenza tra la letteratura e il giornalismo?
Il giornalismo è illeggibile e la letteratura non viene letta.
Oscar Wilde
[ Scrivere non è una professione, ma una vocazione all'infelicità. ]
Non credo che un artista possa mai essere felice.
Georges Simeno
“Scrivo come se fosse in gioco la vita di qualcuno. Probabilmente la mia stessa vita”Clarice Lispector
Sono inopinatamente frammentaria.
Sono pezzo per pezzo.
La mia storia è vivere.
E non ho paura del fallimento...
Poiché c'è un diritto al grido.
Dunque io grido.
Clarice Lispector,
Chechelnyk 10 dicembre 1920 *Rio de Janeiro, 9 dicembre 1977
Cerco nei libri la lettera, anche solo la frase
che è stata scritta per me e che perciò sottolineo, ricopio, estraggo e porto via. Non mi basta che il libro sia avvincente, celebrato, né che sia un classico: se non sono anch’io un pezzo dell’Idiota di Dostoevskij, la mia lettura è vana. Perché il libro, anche il sacro, appartiene a chi lo legge e non per il diritto ottenuto con l’acquisto. Perché ogni lettore pretende che in un rotolo di libro ci sia qualcosa scritto su di lui.
Il pensiero vola e le parole vanno a piedi.
Ecco tutto il dramma dello scrittore.
Julien Green