Perché di tanto inganni i figli tuoi?

La vita di ciascuno 
è in totale balìa del caso [?]
Paul Auster


Nella tua vita fai una rapida apparizione.

Umberto Silva, Uomo che scrive nella notte



[vita...] 
Perché non rendi poi
Quel che prometti allor?
Perché di tanto
Inganni i figli tuoi?
freeform Giacomo Leopardi

Non c’è niente da capire. 
Ci sono leggi che governano il mondo e che non sono né pro né contro di noi. 
Quando scoppia il temporale, non te la prendi con nessuno: le nuvole non ti conoscono.
Irene Nemirovsky





“Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano 

ma sono dovunque noi siamo”


Il mondo è un posto pericoloso e l'unica cosa che possiamo fare per quelli che amiamo è amarli.
Efraim Medina Reyes

[ l’intricato avvilupparsi dei propri tormenti a ritmo dell’alternanza tra esserci e non esserci ]

Seppur vero è che il dolore catturi l'attenzione, specie quando attanaglia i personaggi famosi, ciò che colpisce è il rispetto empatico con cui molti trattano l'animo volitivo e tormentato di queste icone: le loro traversie spaventano e commuovono, insegnano e anestetizzano.

Quando la tragedia colpisce i personaggi famosi...

Perché la vita passa, 
e noi con lei.
E ride di noi, 
come una vecchia puttana sdentata 
che aspetta l'ultimo cliente.

Margaret Mazzantini


Oramai siamo miliardi... 
e miliardi sono le tragedie che colpiscono miliardi di persone.
Miliardi di tragedie che indurrebbero chiunque a oscure riflessioni... ma tant'è, la storia la fanno i vincitori e, nella vita, i vincitori sono quelli che sopravvivono; e i vincitori sono lì a illuderci che la vita è bellissima, che la vita è fatta di successo, soldi, notorietà... che la vita appartiene ai vincenti...
a noi non rimane che la riflessione sulla reale realtà dell'esistenza umana girando e rigirando i nostri ragionamenti sui casi simbolo di questa assurda precarietà...



La sequenza trionfale del Grande Torino si interruppe tragicamente il 4 maggio 1949 alle ore 17,05
I giocatori del Torino tornavano a casa da una trasferta a Lisbona per una partita contro il Benefica, concordata tra i due capitani delle squadre.
La gara contro il Benfica fu una vera amichevole, la formazione granata sconfitta 4-3 con grandi applausi al capitan Ferreira che abbandonava il calcio, in uno stadio gremito da quarantamila persone. Il giorno seguente, il 4 Maggio, l'intera squadra salì sul trimotore I-Elce per fare ritorno a casa. Il tempo era pessimo con nuvole basse e pioggia battente. Dopo l'ultimo contatto con la stazione radio, forse a causa del maltempo o di un guasto all’altimetro, l'aereo si schiantò contro la Basilica di Superga, avvolta in una fitta nebbia. Erano le 17,05 del 4 maggio 1949.



Susan Peters era una giovane attrice nominata all'Oscar, preparata per diventare una celebrità alla MGM, quando fu colpita in un incidente di caccia e rimase paralizzata dalla vita in giù. Diventata anoressica, è morta per insufficienza renale all'età di 31 anni, il 23 ottobre 1952.

3 febbraio 1959 
 

Il giorno in cui la musica perse 
un non ancora diciottenne Ritchie Valens
cantante statunitense di origini messicane.
Nacque il 13 maggio 1941 a Pacoima, un sobborgo di Los Angeles. La sua famiglia era povera; il padre Steve si guadagnava da vivere commerciando legname, la madre Connie lavorava in una fabbrica...
C'erano tutte le premesse per il Sogno Americano...
Nel gennaio del 1959  Ritchie fu scelto per esibirsi al Winter Dance party con altri artisti emergenti. Si trattava di un tour che avrebbe dovuto portare gli artisti ad esibirsi per tutto il centro-nord degli Stati Uniti, ogni sera in un luogo diverso. Dopo la performance a Clear Lake, nello Iowa, i ragazzi stanchi e infreddoliti decisero, vista l'indisponibilità dell'autobus fuori uso, di affittare un piccolo aeroplano che li avrebbe trasportati a Fargo nel Dakota, luogo della successiva esibizione. Non essendoci posti sufficienti a bordo, Ritchie e il chitarrista Allsup decisero di affidare alla sorte la scelta dell'ultimo posto disponibile con il lancio della moneta: fu Valens ad aggiudicarsi il posto sull'aereo.I ragazzi arrivarono alle 00:40 all'aeroporto e qui conobbero il ventunenne pilota Roger Peterson che, poco prima dell'una di notte, decollò nonostante avesse pochissima esperienza di volo... probabilmente Peterson andò in confusione a causa della visibilità troppo scarsa, non rendendosi conto che l'aereo scendeva invece di salire. Così, pochi minuti dopo il decollo, l'aereo si schiantò al suolo in un campo di grano. Ritchie Valens aveva soltanto 17 anni e il 3 febbraio 1959 sarà ricordato come 

 dal film La Bamba del 1987
dedicato a Ritchie Valens

Il giorno in cui è morta la musica...

Ritchie Valens, nel 1958 registra
 "Donna"
una canzone che scrisse al liceo per la sua ragazza: 
Donna Ludwig.
Sul lato "B" dello stesso  disco incide "La bamba", brano musicale messicano
portato alla ribalta soprattutto nell'interpretazione Ritchie Valens
"La Bamba"
il proprietario della Keen Records, Bob Keane non voleva registrare il singolo perché credeva che un pezzo del genere, cantato interamente inspagnolo e con qualche riff di chitarra, non avrebbe fatto presa sul pubblico americano. Donna raggiunse il 2º posto in classifica e La Bamba si fermò al 22°, 
ma la seconda sarà ricordata come la più famosa canzone di Ritchie.



E poi Jayne Mansfield, la "bionda sciocca" che il pubblico voleva ma che nessuno prendeva sul serio... 
Il 29 giugno 1967 Jayne ha 34 anni... dopo uno spettacolo in un club del Mississippi, viaggia in macchina verso New Orleans, l'autista guida mentre tutti gli altri dormono: Jayne, Sam Brody, i tre figli dell'attrice e un cucciolo di chihuahua. Un fluido di fumigazione versato sulla strada da un camion crea una fitta nebbia fatale per l'autista che si scontra violentemente con il grosso rimorchio che viaggiava molto lentamente davanti a loro. Le conseguenze sono tragiche. Jayne Mansfield era sul sedile anteriore e l'impatto ha reciso il tetto del veicolo e la testa dell'attrice. Uccisi anche l'autista, Brody e il cucciolo di Chihuahua. Fortunatamente i bambini, che si trovavano nel retro, non hanno riportato gravi danni.


E poi Otis Ray Redding
 Jr. 
cantante statunitense di musica soul... il cantante poco più che ventiseienne ed altri sei compagni rimasero uccisi quando il velivolo su cui viaggiavano precipitò nel lago Monona a Madison nel Wisconsin, il 10 dicembre 1967, in una nebbiosa domenica pomeriggio...



"Trenchtown non è in Giamaica, Trenchtown è ovunque, perché è il luogo da cui vengono tutti i diseredati, tutti i disperati, perché Trenchtown è il ghetto, è qualsiasi ghetto di qualsiasi città... E se sei nato a Trenchtown, non avrai la benché minima possibilità di farcela."
Bob Marley

La canzone fece una prima volta il giro del mondo nel 1974. Sebbene sia stata scritta da Bob Marley stesso, i diritti d'autore di questa canzone furono intestati a Vincent Ford, un amico d'infanzia di Marley, proprietario di un povero locale di Trenchtown, il ghetto di Kingston in Giamaica, luogo di ristoro della povera gente del luogo e, a volte, dello stesso Bob, che era sul punto di fallire. Le entrate provenienti dai diritti di questa canzone hanno assicurato la sopravvivenza e l'efficienza della mensa fino ai giorni nostri.
Morì la mattina dell'11 maggio 1981 per una malattia incurabile. Poco prima di morire Bob decise di parlare con tutti i suoi figli e le sue ultime parole furono rivolte al figlio Ziggy Marley: 
"Money can't buy life" 
"i soldi non possono comprare la vita".


Rino Gaetano

un mito in autostop 
e la sua tragica fine...

La leggenda breve del cantautore calabrese 
scoperto da Lucio Dalla, 
che lo caricò sulla sua Porsche.

Rino Gaetano, un mito in autostop.
Fino alla sua morte, 
il 2 giugno 1981 ad appena trent'anni,
 in un incidente stradale 
come il suo idolo Fred Buscaglione, nel 1960.


"Io cerco di scrivere canzoni ispirandomi ai discorsi che si possono fare sui tram, in mezzo alla gente, dove ti rendi subito conto dell'andazzo sociale.
Non voglio dare insegnamenti, voglio soltanto fare il cronista.“
Rino Gaetano




«Tentai di afferrarlo per la canottierina, ma ho sentito che cedeva. E allora me ne andai e dissi “ciao piccolino”»  

Angelo Licheri, l'uomo che tentò di salvare Alfredino aveva le guance rigate da lacrime e fango. E aveva la pelle scorticata, sangue ovunque per le lacerazioni alle gambe, alle braccia, alla schiena. Ma la ferita che faceva più male, quella che non sarebbe guarita mai, era la sconfitta. Non era riuscito a salvare Alfredino, non era stato possibile strapparlo dal buio nel quale era precipitato, chissà come, la sera del 10 giugno 1981.

Alfredo Rampi per tutti Alfredino, aveva sei anni. Era in vacanza con i suoi genitori nella casa di Vermicino, a Roma. Il pomeriggio di quel 10 giugno, alla fine di una passeggiata con il padre Ferdinando, fece uno dei suoi sorrisi irresistibili e chiese: «Papà, posso tornare per i campi da solo?». L’uomo acconsentì e lo vide allontanarsi felice verso casa. Due ore dopo lungo quello stesso percorso c’erano decine di persone a chiamare il suo nome. Alfredino era scomparso. Sua nonna pensò subito al pozzo scavato da poco nel terreno vicino casa, ma su quel pozzo c’era una lamiera e sulla lamiera delle pietre a tenerla ferma. Impossibile che fosse lì dentro, si convinsero tutti. Tutti tranne un agente di polizia che fece sollevare la lamiera e infilò la testa nel buco. Dal fondo arrivavano dei lamenti. Si saprà poi che il proprietario del pozzo, ignaro della tragedia, aveva coperto la superficie poco prima che cominciassero le ricerche. Angelo rivede continuamente se stesso in fondo al pozzo, a testa in giù. «Il bambino era a 64 metri di profondità. Gli ho tolto il fango dagli occhi e dalla bocca e ho cominciato a parlargli, dolcemente. So che capiva tutto. Non riusciva a rispondere ma l’ho sentito rantolare e per me era quella la sua risposta. Quando smettevo di parlare rantolava più forte, come per dirmi: continua che ti sto ascoltando. Dopo vari tentativi andati a vuoto, l’ultimo che ho fatto è stato prenderlo per la canottierina, ma appena hanno cominciato a tirare ho sentito che cedeva... E allora gli ho mandato un bacino e sono venuto via. Ciao piccolino».
I nomi di AlfredinoCiccio e ToreJulen rimarranno sempre nei ricordi di ognuno di noi, nella speranza di non doverne aggiungere altri alla lista.
"Un ponte per Terabithia"
Un romanzo per ragazzi scritto da Katherine Paterson nel 1976. La Paterson scrisse il libro per aiutare suo figlio a superare il dolore per la morte di una sua carissima amica vicina di casa, morta nell'agosto del 1974... un libro che divenne un film nel 2007.

«Non ho mai avuto occasione di sentirmi raccontare come sono andate le cose direttamente da lui, l’unico che possa davvero farlo. Mi conosceva bene, era amico dei miei, frequentava la nostra casa: come è possibile che in tutti questi anni non abbia mai sentito l’esigenza di vedermi, di chiedermi scusa, almeno di telefonare ai miei genitori adottivi per sapere come stavo?».


E poi la favola tragica di un principino di tre anni che in diretta televisiva si mette sull’attenti davanti al feretro del padre presidente. 
E per fare la favola tragica serve anche che il principino muoia giovane, assieme alla moglie chic, dopo soli 1.000 giorni di matrimonio, su per giù la durata della presidenza di Kennedy padre.Era il 16 luglio 1999 quando John F. Kennedy Jr, sua moglie Carolyn Bessette e la cognata Lauren, persero la vita in un incidente aereo al largo dell’isola Martha’s Vineyard, mentre John era al comando di un Piper SaratogaL'incidente avvenne in un momento in cui nella vita personale «Tutto sta cadendo a pezzi», come confessa John a un amico tra giugno e luglio. L’appuntamento fatale per raggiungere Martha’s Vineyard è organizzato dalla sorella di Carolyn, Lauren, terza vittima del caso o dell’imprudenza, che tenta una riconciliazione approfittando del matrimonio del cugino. Ironia, Carolyn quasi da buca, è in ritardo perché impegnata in una seduta meticolosa di pedicure. Avranno litigato mentre John comincia a salire e scendere e curvare, in cerca di riferimenti per atterrare? Forse sì, visto quello che si è saputo dalle cronache matrimoniali postume. 


L'assurda scomparsa di
Brittany Murphy

Ci ha lasciato all'età di 32 anni, il 20 dicembre 2009, a causa di un arresto cardiaco.
La causa del decesso di Brittany sarebbe stata una polmonite che poteva essere curata, aggravata da un'anemia e da un'intossicazione da farmaci.
Il 23 maggio 2010 a distanza di soli cinque mesi, anche il marito Simon Monjack fu trovato morto nella sua casa a Los Angeles. Le indagini a quel punto, dopo aver sospettato come per la morte di Brittany Murphy di abuso di droga, presero in considerazione che la causa dei due decessi fosse da attribuire alla presenza di una particolare muffa che infestava l'abitazione, ma le verifiche non trovarono riscontri per tale ipotesi.


E poi... Diego Frazão Torquato, bambino brasiliano di 12 anni. 
Suona al funerale del suo maestro di musica, Evandro João da Silva, che lo aiutò a fuggire dalla violenza, droga e povertà grazie alla musica! Evandro João da Silva era un sognatore, uno di quelli che decidono di fare della propria vita una missione e allora si rimboccano le maniche, escono in strada e provano a cambiare le cose. A Rio de Janeiro, nella favela di Vigário Geral, Evandro era il leader di Afroreggae, una Onlus nata per salvare i bambini dal degrado, dal traffico di droga, dalla criminalità, usando la musica, la danza, lo sport.
Diego Frazão Torquato
Diego Frazao Torquato era uno dei bambini che Evandro aveva strappato ad un destino già scritto. Poi, una notte di ottobre del 2009, mentre Evandro cammina per strada, due uomini si avvicinano, gli sparano, lo derubano e lo lasciano morente sul marciapiede. Poco dopo una volante della polizia passerà in zona, ma non si fermerà ad aiutare quell’uomo disteso a terra. I ladri verranno catturati, ma rilasciati subito dopo. La notizia fa il giro del Brasile. Ai funerali, nel cimitero di São Francisco Xavier, i bambini di Evandro João da Silva suonano il violino per il loro maestro e tra loro c’è anche Diego, che suona e piange, mentre i suoi occhi gridano. 
La vita fu ingiusta anche con lui, a soli 12 anni, 
il primo aprile del 2010, morì di leucemia. 
La foto che lo ritrae diverrà famosa come “Il Violino di Diego” ed oggi come allora lancia al mondo il suo messaggio di speranza, quel messaggio che Evandro aveva trasformato in una missione e che lo accompagnò tutta la vita: liberare i bambini con la musica.

“A volte la mia mamma esce dalla stanza per piangere di nascosto in corridoio. Quando sarò morta, penso che la mia mamma avrà nostalgia, ma io non ho paura di morire. Non sono nata per questa vita!”

[Oh natura, perché di tanto inganni i figli tuoi?]



"L'albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da' bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l'inutil vita
estremo unico fior..."
"Pianto Antico", struggente poesia Giosuè Carduccci

e poi quel 29 novembre 2016...
Ricorda la tragedia di Superga del 4 maggio 1949, l'incidente aereo che è avvenuto in Colombia e nel quale sono morti i componenti della squadra di calcio della serie "A" brasiliana Chapecoense. L'aereo trasportava la squadra che avrebbe dovuto giocare la finale della Copa Sudamericana (l'equivalente dell'Europa League) contro l'Atletico Nacional di Medellin. 
I colombiani dell'Atletico Nacional dopo la tragedia hanno offerto la vittoria del titolo a tavolino...

Disastro aereo per la squadra di calcio Chapecoense 
proclamata campione della Coppa Sudamericana


Claire Wineland
[April 10, 1997 * September 2, 2018] 
l’influencer con la fibrosi cistica 
e tanto coraggio...



Risultato immagini per cystic fibrosis claire winelandClaire ci ha ricordato che anche la visibilità 2.0 può essere sfruttata in modo bello e potente, migliorando la vita e i pensieri degli altri, risvegliando le loro coscienze. 
Risultato immagini per Claire WinelandE lo ha fatto perché, come diceva lei: “i malati meritano di essere visti come qualcosa di più che conchiglie vuote in attesa che la loro vita cominci”.



Risultato immagini per Claire Wineland


E la star della Nba Kobe Bryant muore in un incidente di elicottero in California, nel Comune di Calabasas,  a circa 50 chilometri da Los Angeles alle 10 di mattina del 26 gennaio 2020. 

Who Died In Helicopter Crash With Kobe & Gianna Bryant?
Kobe Bryant 
con la figlia tredicenne 
Gianna Maria

Tra le 9 vittime anche la figlia tredicenne di Kobe Bryant, Gianna Maria... Nato a Philadelphia nel 1978, da bambino aveva vissuto in Italia (a Reggio Emilia e poi Reggio Calabria) dove suo padre militava nella serie A1 del campionato di basket. 
Risultati immagini per Kobe BryantKobe Bryant usava spesso l’elicottero nei suoi spostamenti. È stato uno dei più grandi giocatori dell’Nba: con i Los Angeles Lakers ha vinto 5 titoli Nba e 2 ori olimpici. 
Lascia la moglie e altre 3 figlie, l’ultima (Capri) di soli 7 mesi. Quando si è ritirato nel 2016 i Lakers gli hanno riservato una serata speciale e ritirato le due maglie con i numeri 8 e 24, quelli usati da Kobe, emozionatissimo quella sera, quando Magic Johnson tenne a sottolineare che era proprio Byant, e non lui, il più grande nella storia del team



[e poi, e poi, e poi...]
Tutti i dolori sono sopportabili se li si fa entrare in una storia, o se si può raccontare una storia su di essi.
Karen Blixen


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