Fate lo sport non fate la guerra...

In dieci mesi di guerra d'invasione russa 184 atleti ucraini sono morti a causa delle azioni della Russia. Non si può cercare di essere neutrali quando le basi della vita pacifica vengono distrutte e i valori umani universali vengono ignorati. L'unica risposta giusta a tali azioni è il completo isolamento dello stato terrorista sulla scena internazionale. In particolare, questo vale per gli eventi sportivi internazionali".
Volodymyr Oleksandrovyč Zelens'kyj, Presidente dell'Ucraina.

E ricordiamoci anche che durante i campionati del mondo del 1978 successe di tutto: morte, tortura, desaparecidos, doping, paura, corruzione, bugie. Eppure Argentina ’78 sarà il momento di maggior popolarità della dittatura Videla, grazie anche al silenzio internazionale...
La dittatura militare guidata da Videla aveva preso il potere da due anni. La decisione di tenere i Mondiali in Argentina era stata presa in realtà 10 anni prima, nel 1968, ma la presenza di un regime che aveva cancellato l'opposizione massacrando gli studenti, gettando persone dagli aerei in volo sull’oceano, piegando tutto il Paese agli interessi di industriali e latifondisti, pareva non turbare il mondo del calcio.
 
Ma oggi lo sport ha preso posizione e ha deciso: la Russia non può partecipare alle competizioni internazionali a causa della sua insensata aggressione dell'Ucraina. E la stessa sorte apparterrà al suo vassallo bielorusso. Il messaggio del Comitato Olimpico internazionale è stato recepito subito dal calcio che ha escluso la Nazionale dai Mondiali e i club russi dai tornei internazionali. Una decisione che non è un unica nella storia, anzi, basta tornare al 1992 quando la Jugoslavia fu esclusa dall’Europeo di calcio, dove partiva tra le favorite. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha costretto ancora una volta lo sport a fare una scelta e alla fine si è deciso per l’esclusione. Scelta giusta, oppure no? L’analisi non è semplice, il tema è complicato. Il mondo vuole cercare di essere il più compatto possibile nelle sanzioni e così lo sport non si è tirato indietro. Ammettere gli atleti russi poteva essere visto come un modo per girarsi dall’altra parte e far finta di nulla, errore che il mondo ha già fatto in passato con conseguenze drammatiche. Il Cio e gli altri organismi internazionali dello sport potevano scegliere un'altra strada... ma sarebbe stato giusto? Probabilmente no, perché se è vero che da una parte c’è chi è stato escluso, dall’altra ci sono quegli atleti che scendono in campo ben sapendo che i propri familiari e amici sono in fuga o ancora peggio sotto le bombe del nemico. La realtà è che in guerra perdono tutti... ma bisogna sempre tenere bene in mente chi è l'aggressore e chi l'aggredito.

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E alla fine dell'estate il Comitato olimpico internazionale ha avviato un dibattito sulle condizioni alle quali gli atleti provenienti da Russia e Bielorussia potrebbero essere autorizzati a tornare alle competizioni. Il presidente del Cio, Thomas Bach, ha proposto la possibilità di concedere il permesso di gareggiare di nuovo agli sportivi che condannano la guerra... ma un secco rifiuto viene dalla Confederazione tedesca degli sport olimpici che chiede, anzi, un'estensione delle sanzioni a seguito dei recenti sviluppi della guerra, quali la “mobilitazione parziale” ordinata da Putin in Russia, e gli attacchi missilistici "in particolare contro la popolazione civile dell'Ucraina". La Confederazione tedesca degli sport olimpici, come una serie di altre federazioni europee, è nettamente contraria e chiede, inoltre, che i funzionari russi e bielorussi, finora non raggiunti dalle sanzioni del Cio, siano banditi "fino a nuovo avviso". La Confederazione tedesca invita anche i suoi atleti a partecipare al fondo per gli aiuti di emergenza a beneficio dei colleghi ucraini colpiti dal conflitto.

Fate lo sport... non fate la guerra!

La Russia rimane esclusa dalle principali competizioni calcistiche europee, inclusa la Champions League, dopo che il Tribunale arbitrale dello Sport ha respinto i ricorsi della Federazione nazionale di calcio e di quattro club. Il Tas di Losanna ha confermato le decisioni di Uefa e Fifa che hanno escluso squadre nazionali e club russi in seguito all'invasione dell'Ucraina. La Russia era già esclusa dalle qualificazioni ai Mondiali maschili, gli Europei femminili e i suoi club ora non saranno presenti in competizioni come la Champions League nel 2022-23.

Ph Marilyn and Chicago White Sox *1950


Ci si può drogare di cose buone…
E una di queste è certamente lo sport.
Alessandro Zanardi



Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9.000 tiri. Ho perso quasi 300 partite. Per 36 volte i miei compagni si sono affidati a me per il tiro decisivo... e l’ho sbagliato. Ho fallito tante e tante e tante volte nella mia vita. 
Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.”
Michael Jeffrey Jordan


[resilienza, persistenza, sopravvivenza...]
E il campionato di calcio ucraino, dopo e nel mentre della perdurante invasione russa del 24 febbraio 2022 ripartirà il successivo 23 agosto.  Sarà un campionato "senza spettatori" che si svolgerà "su territorio ucraino". Il campionato si svolgerà "con il permesso delle amministrazioni militari locali e con l'osservanza obbligatoria di tutte le norme di sicurezza. La sicurezza è prima di tutto". Inoltre, "durante gli allarmi aerei, le partite si fermeranno: i giocatori di calcio, gli allenatori tutti dovranno andare rapidamente al rifugio". "Ripristinare il grande calcio, come altri campionati nazionali, in Ucraina è molto importante. Continuiamo a competere e a tifare. Continuiamo a lottare e vincere. Nonostante tutto, lo sport ucraino e la volontà di vincere su tutti i fronti non possono essere fermati".
Ministro della Gioventù e dello Sport dell'Ucraina Vadym Gutsayt, all'agenzia di stampa Unian.

E il  compito dei genitori con figlio sportivo è quello di trasmettergli gli atteggiamenti di base verso la pratica sportiva (e, soprattutto, verso la vita)
ph Letizia Battaglia
e se un genitore non permette al bambino di fare da solo (anche quando sbaglia) e si sostituisce a lui in tutto e per tutto, favorirà in lui la 
dipendenza a scapito del senso di autonomia; e se è molto ansioso e lo iperprotegge nei confronti delle attività motorie che continuamente il bambino si inventa, gli trasmetterà sfiducia nelle proprie capacità...


E tutti i minori hanno il 

Il diritto di non essere campioni...
e di vivere lo sport come scarico e come uno spazio per integrarsi con i coetanei e non per primeggiare sugli altri attraverso forme di competizione negative e fini a se stesse.

“Ho sempre trattato le persone con i guanti... 
da Boxe!”
Danilo Arlenghi

[Essere pugile non significa soltanto colpire, ma, prima di tutto, imparare a ricevere i colpi. A incassare. A fare in modo che quei colpi facciano meno male possibile.]

La vita non è altro che un succedersi di round. Incassare, incassare. Tenere duro, non cedere. E colpire al posto giusto, nel momento giusto.
Jean-Claude Izzo, da Casino totale

E lo statunitense Rocco Francis Marchegiano (1923*1969), di origini italiane, è ritenuto il migliore pugile di tutti i tempi da molti esperti, fu campione del mondo dei pesi massimi 1952-1956 e fu l'unico peso massimo della storia a ritirarsi imbattuto, difendendo il titolo sei volte.
Rocky Marciano nacque a Brockton (Massachusetts), da Pierino (Quirino) Marchegiano e Pasqualina Picciuto, due emigrati italiani che avevano lasciato il paese nei primi anni del secolo: Quirino era originario di Ripa Teatina, in provincia di Chieti, mentre Pasqualina proveniva da San Bartolomeo in Galdo, in provincia di Benevento.
Rocky III 
sulle note di  Eye of the Tiger 
 E Cassius Clay fu campione dei pesi massimi nel 1964, 1974 e nel 1978...
 Tra i maggiori e più apprezzati atleti della storia, sin dagli inizi di carriera, Cassius si contraddistinse come una figura carismatica, controversa e polarizzante sia dentro che fuori dal ring... il suo impatto mediatico e soprattutto sociale non ebbe precedenti nel mondo agonistico. È tra gli sportivi più conosciuti di sempre...
Fu più di un semplice pugile, fu più di un atleta passionale quanto sbruffone, fu più di una star ignorante quanto generosa, fu sicuramente un’icona sociale che ha dato voce al movimento afroamericano nella lotta per l'uguaglianza, la libertà e il riconoscimento dei diritti umani...è sicuramente emblema di rivalsa delle classi basse della società tenute scientemente ai margini del benessere collettivo..."La vita è breve, e diventiamo vecchi velocemente. Non ha senso sprecare tempo odiando le persone".
Muhammad Ali, nato Cassius Clay il 17 gennaio 1942.
Dentro a un ring oppure fuori, 
non c'è nulla di sbagliato nell'andare al tappeto.
È restare al tappeto senza rialzarsi che è sbagliato. 

Il 24 marzo 1975, dopo aver assistito all'incontro di boxe tra il campione del mondo in carica Muhammad Ali e un pugile semisconosciuto, Chuck Wepner, Sylvester Stallone (di origine italo*ucraine) trova l'ispirazione e in tre giorni scrive una prima stesura del film e crea il personaggio di Rocky, la cui storia si ispira a Wepner.

Risultati immagini per gif Katelyn Ohashi L’esibizione perfetta di Katelyn Ohashi, ginnasta statunitense, ha lasciato tutti senza parole durante i campionati "Collegiate Challenge" di Anaheim, in California. Sulle note di Michael Jackson, la Ohashi ha svolto un esercizio alla perfezione, centrando un incredibile e rarissimo 10.0. La sua performance è stata giudicata da molti addetti ai lavori come la migliore di sempre nel corpo libero. Iscritta all’UCLA (Università della California), per ben quattro volte la Ohashi si è aggiudicata il titolo di campionessa al Visa Championship.
La ragazza a causa di alcuni problemi fisici era poi stata a lungo lontana dalle scene, e lei stessa ha confessato di essere stata insultata su Internet per i suoi problemi di peso: “C’era una volta che ero in cima al mondo, una speranza olimpica, mi sentivo imbattibile, fino a quando non lo sono più stata. Mi è stato detto che sembrava avessi mangiato un maiale o un elefante, sono stata paragonata a un uccello troppo grasso per prendere il volo”. Ora è arrivata la sua rivincita: grazie a questa esibizione perfetta per un po’ oscurerà la stella della portabandiera della ginnastica a stelle e strisce, la straordinaria Simone Biles. Katelyn Ohashi  ha dovuto sopportare critiche che hanno distrutto la sua autostima.  Le difficoltà quotidiane emergono dalle pagine del suo stesso diario:
"Da quando sono entrata nella squadra nazionale, ho iniziato a sentire le pressioni su come dovevo essere, il mio corpo doveva rispettare i canoni di quelli di una ginnasta in nazionale. Il mio allenatore dice che se sbaglio o cado è colpa del fatto che io sia troppo pesante, quindi ho iniziato a misurarmi con le mani le cosce ogni giorno per vedere se diventano più grandi. Di solito riesco a prenderla tutta con le due mani, ma oggi quando ci ho provato non ci sono riuscita. Appena me ne sono accorta, mi sono sentita distrutta e ho detto a me stessa che non avrei finito il panino che avevo per pranzo e che a cena avrei mangiato solo verdure. 
Adesso però ho fame, ho proprio fame, se potessi andare a dormire adesso, però dormirei lo stesso. Sono abituata a svegliarmi con la bocca che sa di ferro, ho talmente tanta fame che quando mi sveglio ho la nausea". La bulimia è diventata per lei la "soluzione per salvarsi".  È però riuscita ad uscire da questa spirale e ha abbandonato l'agonismo senza lasciare la ginnastica. Una storia forte da condividere per far capire alle persone che l'agonismo non deve diventare un malessere. Adesso sì, adesso il suo corpo è davvero libero. E Katelyn Ohashi finalmente sorride mentre decolla, salta, piroetta, volteggia, rimbalza e atterra come una palla lanciata in cielo da un bambino. Forse non è la più grande ginnasta del mondo, però è la più vista sul web: milioni di visualizzazioni per un esercizio incredibile, a corpo libero appunto...

E poi, il camminare...
vero e proprio sport di base!!!


Dalla notte dei tempi è risaputo che camminare a piedi nudi  sull’erba bagnata o sulla battigia della spiaggia produce un’immediata sensazione di benessere.
La maggior parte delle persone riterrà che il benefico effetto sia conseguente ad una sensazione soggettiva, e nulla più. Ma non è proprio così. La scienza ha studiato questo tipo di esperienza, e ha dedotto che non si tratta solo di sensazione, poiché la “messa a terra” dell’organismo produce effetti fisici reali. Ne parla abbondantemente il libro “Earthing. A piedi nudi: curarsi con le energie della terra“ scritto da Clinton Ober, Stephen T. Sinatra e Martin Zucker.


E poi, il piacere della bicicletta... che è quello stesso della libertà. Andarsene ovunque, ad ogni momento, arrestandosi alla prima velleità di un capriccio, senza preoccupazioni come per un cavallo, senza servitù come in un treno. La bicicletta siamo ancora noi che vinciamo lo spazio e il tempo.

Ma dove vai bellezza in bicicletta,
così di fretta pedalando con ardore?
Le gambe snelle tornite e belle
m'hanno già messo la passione dentro al cuor! Ma dove vai con i capelli al vento
col cuore contento e col sorriso incantatore?
Se tu lo vuoi o prima o poi
arriveremo sul traguardo dell'amor!Se incontriamo una salita
io ti sospingerò

e stringendoti alla vita,
d'amore ti parlerò... Non aver fretta resta un poco sul mio cuor
lascia la bici dammi i tuoi baci
è tanto bello far l'amor...





Lo Yoga è il più grande dono dell’India al mondo.
Shri Tirumalai Krishnamacharya




anche se " ...
lo "Yoga" non è 
[semplicemente riuscire a] 

toccare le dita dei piedi."
Gary Kraftsow

ph Livio Moiana
Lo yoga non è uno sport, ma una vera e propria filosofia di vita nata più di 2000 anni fa: si fonda sulle posizioni asana, sulla respirazione e sulla meditazione, con al massimo un dolce sottofondo musicale ad accompagnare ogni lezione.

Ma lo yoga della canadese Lindsay Istace, contorsionista professionista e giocoliere, ha creato scompiglio all'interno della comunità yoga per il suo insolito metodo chiamato Rage Yoga, che combina la respirazione focalizzata, lo stretching e l'equilibrio dell'hata yoga tradizionale con il divertimento e la convivialità tipici di un aperitivo. 
Dove "OM" e palo santo sono sostituiti da alcool, musica e parolacce liberatorie. Due vie contrapposte ma che hanno entrambe lo scopo di rilassare e liberare la mente. All'inizio facciamo una cosa che mi piace chiamare «Urlare e lasciare andare la vita». Tutti inspirano bene, allungano la spina dorsale, alzano le braccia sopra la testa, e poi durante l'espirazione lasciano crollare il corpo urlando la loro parolaccia preferita. Chiudere una lezione con «Namaste» sarebbe troppo ordinario per Lindsay: «Diciamo "Cao sì". Tutti si girano verso il loro vicino e dicono: "Cao sì!". "Namaste" nella cultura dello yoga ha molto significato, e quando praticavo mi sembrava strano sentirlo dire da persone che non sapevano neanche cosa significasse. Alla fine di una pratica yoga davvero buona, in cui mi sentivo di essermi lasciata andare e di essermi aperta, tutto quello che volevo dire davvero era solo "Ca**o sì!"»
[ma possiamo ancora chiamarlo yoga?]

ph Richard Avedon

Nude Yoga Girl
il fenomeno su Instagram lanciato da una modella "misteriosa"...
La sua identità ai più è sconosciuta ma su Instagram, con il suo account Nude Yoga Girl, è seguitissima. Si tratta di una modella che ha lanciato una vera e propria moda social: pubblicare foto di nudo mentre esercita yoga. E all'hashtag #NYGyoga sono tantissime le ragazze che hanno aderito, raccogliendo l'invito della ragazza "misteriosa", ovvero quello di mostrarsi come madre natura ci ha fatti, imparando ad amare il proprio corpo. 
 La passione di portare lo yoga in ogni momento della vita e soprattutto in ogni occasione di contatto con la natura. 


Pratica silenziosa,  respiri consapevoli...
con la meditazione che permette di acquisire una maggiore padronanza del proprio corpo e di se stessi...
E negli ultimi anni si sta imponendo una nuova tendenza che consiste nel rilassarsi attraverso la pratica dello 

“Se non fossi diventato un cantante sarei stato un calciatore... o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività, significa dare libero corso alla propria ispirazione.”
Bob Marley

Correva l’anno 1978 - Un giornalista olandese chiese a Johan Cruijff: “Signor Cruijff abbiamo dominato 2 coppe del Mondo ma poi abbiamo perso in finale contro Germania e Argentina: lei non crede che questo dominio non sia importante se poi non porta alla vittoria?"
Cruijff lo guardò per diversi secondi, poi rispose: “il calcio si compone di un solo unico principio: giocare a calcio, ossia 11 membri che si passano la palla per un unico obiettivo: trascinare quella palla in una porta di 7 metri. Per poterlo fare devi necessariamente giocare nell’area avversaria, solo così hai maggiori possibilità di fare gol, il resto non conta niente, alla fine dagli spalti potranno solo applaudire.” Con questo principio abbiamo assistito a centinaia di vittorie, ma nessuno lo ha fatto come il Real Madrid di Alfredo Di Stéfano, nessuno lo ha fatto come il Barcellona di Josep GuardiolaEcco perché esistono i titoli e poi esistono le leggende. Tra 100 anni tutti ricorderanno ancora il Barcellona di Guardiola, nessuno ricorderà le altre vittorie, che saranno raccolte solo nelle bacheche e negli almanacchi. Il calcio è esprimere un dominio totale sugli avversari, vincere e divertire.
Il resto è il nulla cosmico!

[ onestà morale, altro che semplice fair play ]
Non è un uomo comune. Non è un allenatore come gli altri. E' Marcelo Bielsa, il Loco! Integerrimo, puro, idealista. Onesto. Esemplare nelle sue manifestazioni e lodevole nei suoi comportamenti. Capace, sempre e comunque, di far parlare di sè. Ora con un gesto estremo di fair play che ha stupito e divis
o, raccolto lodi e critiche. Una vera lezione, l'esaltazione dei valori sportivi. Anche nel mondo del calcio, spesso così lontano da certe prese di posizione. Anche quando in palio c'è un risultato pesantissimo e importantissimo.
I fatti, dunque. Si gioca Leeds-Aston Villa, in palio la promozione in Premier League e l'accesso ai play-off. La squadra di casa, la squadra di Bielsa, passa in vantaggio a 18 minuti dalla fine grazie a Klich, una rete subito fortemente contestata dagli ospiti. All'inizio dell'azione, infatti, i giocatori dell’Aston Villa avevano chiesto agli avversari di mettere il pallone fuori visto che Jonathan Kodjia era rimasto a terra dopo un contrasto. La mancata interruzione del gioco, con Klich a rete e i Villans praticamente fermi, ha scatenato così una rissa di cui ne ha fatte le spese l'attaccante ospite El Ghazi, espulso per una gomitata a Bamford. Ma a questo punto, a calmare la situazione ci ha pensato Bielsa che in accordo con l'arbitro ha chiesto ai suoi di lasciar segnare gli avversari alla ripresa del gioco, nonostante l'opposizione di alcuni giocatori, Jansson in particolare. Il risultato? Il Leeds non è andato oltre l’1-1, tutto è ancora in gioco, ma Marcelo Bielsa ha mostrato a tutti di non avere eguali al mondo. Guardiola è convinto che Bielsa sia il più grande allenatore vivente. Non sappiamo cosa ne pensi lo stesso Bielsa. Una delle sue frasi preferite è questa: "Esiste la sconfitta che serve e la vittoria che non serve a nulla". Da più di trent’anni porta in giro per il mondo la sua idea di calcio. Come in tutte le cose, anche piazzando un terzino largo sulla fascia o chiedendo a un centravanti di fare un determinato movimento; Bielsa sta cercando di mettere ordine al caos del mondo. La lezione di stile dell’altro giorno ce lo fa amare ancora di più. E poco importa se sui social si scateneranno pro e contro, se verrà tacciato di essere un eccentrico o se qualcuno troverà una convenienza in quello che ha fatto. Bielsa è unico. In un mondo di allenatori fatti con lo stampino che ripetono a comando le stesse cose, Bielsa canta fuori dal coro. Basta questo per renderlo speciale. Nella vita, conta l’esempio che si dà. Viva Bielsa!

E quella sera una festosa voce stridula prese coraggio e urlò: "viva l'Italia".
quel mondo festante per un attimo si fermò... osservò, non capì, andò oltre...

[cinque luglio 1982 azzurri 3 verdeoro 2]
E in quel 1982 non dimentichiamoci di quando, in quello che era la seconda fase a girone di allora, capitammo nel gruppo infernale del Brasile e dell'Argentina... 
solo una nazionale sarebbe sopravvissuta a quel massacro calcistico...
battemmo sia l'Argentina che il Brasile...

E se gli inglesi hanno inventato il gioco del calcio, i brasiliani lo hanno trasformato in un'opera d'arte...
il Brasile è un paese dove i giocatori sono chiamati con il nome di battesimo e, da sempre, noi italiani li amiamo e li ammiriamo...

Quel cinque luglio 1982, le scuole erano chiuse da un pezzo e, in un'estate cocente, l'Italia arrivò a quell'appuntamento tra un mare di critiche e con un popolo calcistico disilluso. 
Ma in una Italia deserta e appiccicata ai televisori
"in 90 minuti la nazionale di calcio italiana polverizzò il Brasile" 
dando una lezione di calcio indelebile. 
E chapeau alla grandissima sportività e signorilità di Socrates che al fischio di chiusura applaudì e strinse la mano a Cabrini.

Mondiali di calcio 1990
"Notti magiche"
Gianna Nannini, 1990
Forse non sarà una canzone
a far vincere il mondiale
ma voglio viverla così 
quest’avventura
senza frontiere e con il cuore in gola
e il mondo in una giostra di colori...
arriva un brivido e ti trascina via
e scioglie in un abbraccio la follia...
notti magiche inseguendo un goal

sotto il cielo di un’estate italiana
e negli occhi tuoi voglia di vincere
un’estate... un’avventura in più...
quel sogno che comincia da bambini 

e che ti porta sempre più lontano...
non e’ una favola e dagli spogliatoi 

escono i ragazzi e siamo noi...


Mondiali di calcio 1998
E poi arrivarono Barthez e gli altri Galletti francesi che ci umiliarono, con diritto e con bravura [bisogna pur riconoscerglielo], nel mondiale 1998 [battendoci ai rigori ai quarti di finale] 

quando, in finale,  un Brasile stranamente "distratto" e con un Ronaldo irriconoscibile, consegnò ai nostri cugini d'oltralpe, in uno Stade de France tutto esaurito, la coppa del mondo... quella che per loro fu 
"La copa de la vida"
il loro primo titolo mondiale conseguito...

E tornammo a casa. E a testa bassa, perché perdere ai rigori fa più male, anche se la Francia era pur sempre una delle favorite, e ci sono modi peggiori di perdere una partita. Se esiste la nuvola di Fantozzi, esiste per i ct azzurri: la nuvola dei rigori. Battuto Vicini nel ’90, ed erano le semifinali. Battuto Sacchi nel ’94, ed era la finalissima. Battuto Maldini nel ’98, ed erano i quarti. Ma ancora una volta dico: non è vero che i rigori sono una lotteria, come non lo sono i tiri liberi nel basket. Segnano i più lucidi, sbagliano i meno lucidi o i più emotivi. Stavolta la Francia ha fatto molto per vincere questa partita e l’Italia no...

E Barthez con galletti annessi  ci umiliò, sempre con diritto e con bravura [bisogna pur riconoscerglielo], anche nella finale dell'Europeo 2000... 
[l'Italia alla fine dei 90 minuti regolamentari era in vantaggio per 1 a 0... concessi ben quattro minuti di recupero... al 3' di recupero, Wiltord trova il pareggio con un rasoterra angolato. La Francia perviene quindi alla vittoria al 103' con il golden goal di Trezeguet, e mannaggia...].


Ma vennero i mondiali di calcio 2006
E nuovamente 
Campioni del Mondo

La notte del 9 Luglio 2006 era impossibile trovarsi in Italia senza sentire i suoi tifosi in delirio cantando 'Campioni del Mondo' sulle note di 'Seven Nation Army' dei The White Stripes. La canzone è diventata l'inno non ufficiale degli Azzurri e non poteva essere altrimenti dopo la vittoria della Coppa del Mondo in finale contro la Francia a Berlino. Jack White era al tempo stesso entusiasta, perplesso e divertito: "Sono onorato che gli Italiani hanno adottato questa canzone", ha affermato il frontman dei The White Stripes. 

E l'Italia vinse a Berlino nel 2006 (pareggiando il conto con la Germania che vinse la coppa in Italia nel 1990) battendo in finale la Francia e pareggiando, così, anche il  conto in sospeso con la Francia...
Goduria immensa sììììì...

E il quattro di luglio del 2006 eliminammo in semifinale i tedeschi a casa loro....

E il 9 di luglio toccò ai francesi... e l’espressione affranta che il bravo portiere [bisogna pur ammetterlo] "paratutto" francese esibisce nelle foto scattate quel giorno ci ripagano delle sofferenze calcistiche patite in precedenza e rimarranno per sempre nei nostri annali dato che tutti noi italiani le abbiamo impresse nella mente molto più che delle foto hot...
[ rievocazione della disfida di Barletta ]

La finale del campionato mondiale di calcio disputata il 9 luglio 2006 all'Olympiastadion di Berlino con la bellissima vittoria dell'Italia sulla Francia...
Una delle vittorie più soddisfacenti contro i cugini mangia baguettes... potremmo rivedere quelle immagini migliaia di volte ancora senza stancarci mai. Il rigore decisivo dell'impeccabile Fabio Grosso, imparabile per Barthez, continuerà a tingere d’azzurro il cielo sopra Berlino.




Mondiali di calcio 2010
"Waka Waka"
Canzone ufficiale dei mondiali Sudafrica 2010 che, nella parte iniziale del video ufficiale, ripropone l'ultimo goal dei mondiali 2006, quello fatto da Grosso al portiere francese Barthez...
Risultato immagini per gif waka waka

Mondiale Sudafrica 2010... 
quando l'Italia, nazionale di calcio campione in carica, fu eliminata al primo turno... 



Rigore che fa il paio con il "cucchiaio" di Francesco Totti rifilato al portiere olandese nella semifinale di euro 2000...

E poi la (disav)Ventura della mancata qualificazione ai mondiali di Russia 2018...
quella bruttissima "Ventura" del mondiale "Russia 2018" dove  "la maledizione dell'eliminazione della nazionale campione in carica al primo turno" si abbatté anche sulla Germania... e dove la Francia [meritissimamente, mannaggia a loro...] riconquistò la scena mondiale...

Una tragedia sportiva....
ma quando non si può festeggiare si deve crescere...
e allora basta aspettare gli Europei 2020...
che si disputano nel 2021...



un trionfo contro i padroni di casa inglesi stranamente ostici e privi del tanto decantato fairplay britannico (gli spettatori fischiano durante l'esecuzione dell'inno italiano, tanto per dirne una)...


Che non ci hanno comunque risparmiato la mancata partecipazione ai mondiali in Qatar del 2022...

ma poi arriva la zaccagnata al 98' minuto che da sola vale tutto l'europeo 2024 [Italiafiùùùùùùùùùùù...]
che ci spalanca le porte per l'ottavo di finale proprio all'Olympiastadion di Berlino dove ci vendicammo della Francia strappandole il mondiale 2006 [dopo aver eliminato, allora, in casa loro i panzer tedeschi pareggiando i conti con loro che ci sottrassero, a casa nostra, il mondiale 1990... cortesia restituita!]

Il pallone usato nella finale del mondiale del 1930

E alle Olimpiadi invernali 2018 di PyeongChang i pattinatori italiani omaggiano Carosone. 

Qui   il video dell'esibizione sulle note di "Tu vo fa l'americano"

Un pezzo della storia della cultura napoletana irrompe alle Olimpiadi invernali di PyeongChang, in Corea del Sud.
Risultati immagini per gif pattinaggio La coppia italiana formata da Valentina Marchei e Ondrej Hotarek si è esibita nel programma corto del Pattinaggio Artistico sulle note di "Tu vuo' fa l'americano" di Renato Carosone, esaltando il pubblico coreano con la loro esibizione. Il brano del cantautore partenopeo ha portato fortuna agli azzurri, che hanno stabilito il nuovo record italiano e si sono qualificati al programma lungo, piazzandosi al settimo posto della graduatoria...






Le coste di tutto il mondo da sempre attirano i fisici statuari dei surfer. Il Surf si è rapidamente diffuso in tutto il modo dopo gli anni '20, fino ad arrivare in Italia dove, complici le numerosissime locations a disposizione, ha registrato un boom di partecipanti dai primi anni 2000 ad oggi. Dal punto di vista sportivo statunitensi e australiani rimangono inarrivabili...


surf GIF by ROXY



















E' stato il popolo polinesiano delle Hawaii e Tahiti a creare "l'arte" di cavalcare le onde su una tavola, pratica che è stata tramandata nel corso dei secoli di generazione in generazione. Il Surf divenne noto al grande pubblico all'inizio del 1900, quando il nuotatore Duke Kahanamoku, oro in 3 occasioni alle Olimpiadi di Stoccolma 1912 e Anversa 1920, sfruttò la sua popolarità per far conoscere questo sport. Kahanamoku è considerato il capostipite del Surf che conosciamo oggi e, grazie anche alla sua brillante carriera cinematografica, ha contribuito alla diffusione del nuovo sport olimpico nelle coste degli States. A dire il vero però, il Surf alla fine del 1700 rischiò di scomparire. La causa fu la colonizzazione di europei e statunitensi dell'area polinesiana con la popolazione locale che, soprattutto a causa delle malattie importate dai colonizzatori, venne ridotta ai minimi termini. E' grazie ad alcune scritture lasciate in eredità dai primi esploratori che il Surf è sopravvissuto a guerre ed epidemie ed è poi arrivato ai giorni nostri. Attualmente la forma più diffusa di Surf è quella dello Shortboard, tavola comparsa negli anni '70 lunga circa 1.80m con un'estremità appuntita, che permette manovre e cambi di direzione più rapidi.







Con un appunto finale...
"Avvertimento a chi sogna"
Lo scrittore Vittorio Messori afferma: "Non esprimono pubblica contrizione i responsabili dello sport giovanile, dove spogliatoi e docce attraggono, com’è risaputo, anche una fauna di adulti..."
Pericoli delle illusioni:
relazioni intime inappropriate come pedaggio per il successo...

«Se vieni a letto con me non ti faccio pagare e tua figlia diventa una campionessa».
Così lesse la giovane promessa Nadjma Mahamoud: aveva 17 anni nel 2017 quando scoprì gli sms di Gilles Beyer [una figura centrale del pattinaggio artistico francese] a sua madre, con commenti a sfondo sessuale sulla ragazza stessa...
Ed ecco la testimonianza della campionessa di pattinaggio artistico Sarah Abitbol
contenuta nel suo libro "Un si long silence":
 «Siamo nel 1990, ho 15 anni, partecipo a uno stage di pattinaggio artistico. L’allenatore Gilles Beyer si occupa di tutto, ha la responsabilità dei ragazzini che vengono da tutta la Francia. La notte dormiamo in piccole stanze con le porte aperte, e lui ha l’abitudine di controllare con la torcia se ognuno è al suo posto. Una notte entra nella mia stanza. Si siede sul letto. Poi si avvicina piano, comincia a baciarmi. Io avevo solo la mia camicia da notte... Fa cose orribili, fino agli abusi sessuali. Sono stata violentata a 15 anni. Era la prima volta che un uomo mi toccava».
Il libro "Un si long silence" ("Un silenzio così lungo", edizioni Plon, scritto con la giornalista dell’Obs Emmanuelle Anizon) sta avendo nello sport lo stesso effetto prodotto nel mondo dell’editoria dal testo di Vanessa Springora contro lo scrittore Gabriel Matzneff. 
Scandalo e indignazione ma certo non sorpresa, perché anche in questo caso «tutti, ma proprio tutti, sapevano».

E le atroci molestie subite dalle atlete americane ad opera del dottor Larry Nassar sin dal 1992: si pensa che siano più di 500 le ragazze minorenni molestate dal dottore e osteopata in circa 29 anni di lavoro per la Nazionale. Il dottore visitava le ragazze, nascondendo abilmente le mani se lo faceva davanti alle loro madri, usando tecniche ritenute assolutamente prive di valore scientifico e medico che prevedevano anche la penetrazione vaginale e anale... e ancor più atroce è la coltre di silenzio intorno alla vicenda da parte dei piani alti della USA Gymnastics.

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Sottolineo, ricopio, estraggo e porto via!