L'irricucibile strappo all'innocenza...

Si capisce che l'ingenuità perduta difficilmente si ricupera e che neanche può essere decentemente rimpianta.

Ignazio Silone, L'avventura di un povero cristiano




"Tanta voglia di crescere per poi accorgersi che 
rimanere bambini è la cosa più bella che ci sia."
Peter Pan 

E venne il giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare.
Anaïs Nin

E se la scoperta della corporeità e delle sensazioni da essa ricevute i genitori la dovrebbero organizzare sin da piccoli (quando all'età di ca quattro anni esplode la curiosità dei bambini), in età prepuberale i genitori dovrebbero spiegare loro le pulsioni sessuali. Ignorare il comportamento naturale e "sano" del proprio figlio è errato sia per lui che per i genitori: si dovrebbe invece cercare di fornirgli delle nozioni di educazione emozionale e sessuale; in questo modo si aiuterebbe il figlio a crescere e a diventare un adulto senza pregiudizi e paure.



Ci sono andata apposta nel bosco...

volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani!

E ve la ricordate Cappuccetto Rosso?

sì, quella giovane che sta per entrare nel mondo degli adulti, raccontata proprio mentre comincia a ricucirsi le ferite con ago e filo del silenzio...

E ve la ricordate Cappuccetto Rosso?

ossia quel tragico "benarrivata" nel mondo degli adulti con triste addio all'innocente e non più recuperabile mondo dell'infanzia...



In Cappuccetto Rosso “l’energia istintuale respinta, repressa e ansiogena diventa pericolosa e feroce”. Al contrario di quanto accade nella favola di "Biancaneve e Rosarossa" dove l’atteggiamento materno permette ai nuovi impulsi di non essere rimossi, ma di venire accolti nel calore della casa e di esser vissuti con gioia e piacere: l’orso della fiaba (l'istinto sessuale) diviene il compagno di giochi quotidiano delle bambine. Entrambe imparano ad affrontare la loro sessualità nascente. Sottratti al dominio delle paure, Es e Super io, istinto e morale possono vivere nella casa dell’io.
Un bel sogno che ci parla di una crescita non nevrotica, ma equilibrata, all’insegna di un equilibrio dinamico. Una favola che “tratteggia per noi il paradiso dell’infanzia perduta, al fine di ricordarci per cosa siamo fatti e come potrebbe essere la nostra vita se soltanto fosse retta dalla fiducia originaria e dalla spensieratezza dei veri figli dell’invisibile regno fatto di sicurezze e quiete, invece che dalle preoccupazioni e dall’ansia tipiche del mondo adulto”


...nella leggenda di Cappuccetto Rosso, la nostra protagonista è un’adolescente, una giovane appena entrata nel mondo degli adulti. Da qui il cappuccio rosso, simbolo del ciclo mestruale. Questa giovane riceve un compito dalla sua famiglia: deve attraversare il bosco per portare del pane e del latte a sua nonna. Il bosco è un pericolo, una zona di rischio per i giovani. 
Rappresenta una prova, un rito di passaggio all’interno di una comunità con il quale si dimostra che i bambini sono giunti nel mondo degli adulti. La giovane riesce ad attraversare il bosco e arriva a casa della nonna. La nonna indica alla giovane di riporre il pane e il latte e di mangiare della carne pronta per lei in cucina. Cappuccetto Rosso li divora con appetito, si sazia e poi si attiene al secondo ordine impartito dall’anziana: deve levarsi i vestiti, un indumento dopo l’altro, e gettarli nel fuoco, per poi sdraiarsi insieme a lei nel letto. La giovane lo fa senza provare alcun dubbio. Proprio quando si sta per mettere a letto, scopre che chi la riceve fra le risate è il lupo, che le rivela che la carne appena mangiata era quella di sua nonna. È evidente il simbolismo in ogni personaggio: il lupo rappresenta il mondo sessuale e violento; l’anziana divorata da una giovane è il vecchio che viene soppiantato dal nuovo che irrompe piuttosto incautamente e ingenuamente commettendo, suo malgrado, uno dei peggiori atti sacrileghi sociali per l’essere umano: il cannibalismo. In seguito il mondo sessuale e violento fa sua, divorandola, la giovane Cappuccetto Rosso... tragico benvenuto nel mondo degli adulti con triste addio all'innocente e non più recuperabile mondo dell'infanzia... come potete vedere, una delle favole più classiche e amate della nostra infanzia nasconde in realtà un messaggio profondamente oscuro.


 "L'innocenza, una volta persa, 
non potrà mai più essere recuperata.
L'oscurità, una volta guardata, 
non potrà mai più essere dimenticata."
John Milton


I giovani di oggi sono nati negli Anni Ottanta, o dopo, e stanno realizzando i valori consumistici con cui sono stati cresciuti. Per i giovanissimi poi, quelli della generazione Z, sessualmente qualsiasi cosa è possibile. In più, in vent’anni, la pressione sociale di realizzare una famiglia tradizionale è crollata: i giovani non fanno figli non perché c’è la crisi economica, ma perché non se la sentono di prendere un impegno così gravoso. Vogliono godersi la vita, e rimandano verso i 40 anni la grande decisione. 
Il sesso è un bene di consumo come tanti altri... 
A cosa porterà tutta questa libertà sessuale? 
Presidente del comitato scientifico di Eurispes, ente che opera anche nel campo della ricerca sociale.

Sapete perché le principesse, che si tratti di Biancaneve o di Aurora, cadono in un sonno profondo? Perché le streghe cattive le "maledicono" in questo modo? Quale funzione ha questo periodo di "morte apparente" per la principessa, e soprattutto per i bambini che ascoltano la fiaba?
La Bella Addormentata nel Bosco è una fiaba che sottolinea la necessità di una lunga e calma concentrazione su se stessi.
Durante i mesi che precedono la prima mestruazione e spesso anche nel periodo immediatamente successivo, le ragazze sono passive, confuse, sembrano assonnate, si ritirano in se stesse.
Nell’adolescenza, sia per i maschi che per le femmine, sono infatti necessari periodi sia di attività sia di quiete affinché possano determinarsi condizioni favorevoli a un armonioso sviluppo.
La Bella Addormentata nel Bosco ha come tema centrale il periodo di passività e permette all’adolescente di non preoccuparsi durante il suo periodo di inattività poiché il lieto fine assicura che egli non rimarrà bloccato per sempre in quella fase: anzi un lungo periodo di quiescenza, di riflessione e di introspezione può aiutare il bambino a crescere e ad affrontare il futuro in modo cosciente e giudizioso.
La Bella Addormentata , insegna che nonostante tutti i tentativi da parte dei genitori di impedire il risveglio sessuale dei loro figli, esso avverrà comunque, inevitabilmente.
Tutti gli sforzi del re affinché non si realizzi la maledizione della strega falliscono: malgrado tutte le precauzioni che un padre può prendere, quando la figlia è abbastanza matura raggiunge comunque la pubertà. L’assenza dei genitori al manifestarsi di questo evento (Aurora si punge da sola, in altre versioni vi è una vecchia nella stanza) simboleggia l’incapacità di tutti i genitori di proteggere i loro figli dalle varie crisi di crescita che ogni essere umano deve attraversare. E così la principessa si punge e la maledizione prende vita; le principali associazioni che questa storia suscita nell’inconscio del bambino si legano alla mestruazione (piuttosto che al rapporto sessuale). 
Infatti il sanguinare è per la ragazza adolescente un’esperienza sconvolgente se ella non è emotivamente pronta. Scossa da questo avvenimento la principessa piomba in un lungo sonno, protetta da tutti i pretendenti (cioè da tutti i possibili incontri sessuali prematuri) da un impenetrabile foresta di rovi (per questo anche nella versione Disney la principessa è chiamata Rosaspina o, in inglese Briar Rose, che è appunto il titolo di altre versioni di questa fiaba. Briar Rose significa “Rosa selvatica” e indica la foresta di rovi che protegge la principessa durante il periodo del suo lungo sonno).
Tutti i pretendenti prematuri muoiono tra i rovi... ciò ammonisce bambini e genitori che la sollecitazione sessuale, prima che il corpo e soprattutto la mente siano pronti per essa, è molto distruttiva. Solo quanto la Bella Addormentata ha finalmente raggiunto non solo la sua maturità fisica ma soprattutto quella emotiva, allora sarà pronta per l’amore, e dunque per il matrimonio e per la sessualità. Questo perché… soltanto un positivo rapporto con l’altro ci “risveglia” dal pericolo di trascorrere la nostra vita “dormendo”, il bacio del principe rompe l’incantesimo del narcisismo (il ritiro e l’isolamento sociale) e rende la fanciulla una donna virtuosa (giudiziosa e socievole).
L’incontro del principe con la principessa simboleggia ciò che la maturità implica: non soltanto un’armonia con se stesso ma anche con l’altro.



La maggior parte delle delusioni ci viene dai nostri primi impulsi. Il minimo slancio si paga più caro di un crimine.
Emil Cioran


E forse quella rivolta antiautoritaria del '68 è oggi giunta a compimento... una generazione che ha contestato duramente i propri padri è ora diventata serva dei propri figli. Non è capace di dire i "no", di orientare senza usare l’autoritarismo, ma l’esperienza. C’è un deleterio armistizio: io ti faccio fare quello che vuoi, tu non mi infliggi la tensione di un conflitto. Ma così facendo si spegne il desiderio di autonomia, l’ansia di recidere i cordoni, l’affermazione piena della propria identità. Il conflitto generazionale è sparito... e non è un bene.
Paolo Crepet




La Katy del '68 è una ragazza di sedici anni che ha conosciuto un ragazzo a cui  concede la propria verginità [Piccola Katy, stanotte ho bruciato tutti i ricordi del tuo passato tutte le bambole con cui dormivi ed il tuo diario che sempre riempivi]
Ora Katy,  a casa sua, non fa altro che pensare a lui che in una sola ora d'amore l'ha fatta uscire dalla sua adolescenza, dai giochi con le bambole, dal diario di una bambina di provincia, e l'ha proiettata nel mondo dei grandi. 
[Piccola Katy, stanotte hai capito che carezzandoti ti hanno tradito e alle tue mani han legato il calore che si conquista in un'ora d'amore] Ha scoperto cosa sono l'amore, il sesso, la passione... 
È notte. A casa tutti dormono.  E una voce sussurra alla sua coscienza di scappare, di andare da lui, di dare le ali ai suoi sogni; ma un'altra voce le consiglia di non bruciare così i suoi 16 anni, che fuori la notte è scura e il mondo è difficile... [Piccola Katy, la porta è socchiusa non devi nemmeno inventare una scusa dormono tutti di un sonno profondo chiudi pian piano e ritorna a dormire, nessun ti deve sentire].



In Cappuccetto Rosso, Biancaneve, La Bella addormentata nel bosco..., si ravvede un percorso iniziatico, un tentativo di avvisare e preparare i bambini e le bambine ai cambiamenti che arriveranno. In particolare ne "La Bella addormentata" 
(cfr "Il mondo incantato: uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe", Bruno Bettelheim), nonostante le attenzioni dei genitori e i doni delle madrine, la piccola principessa è fin dalla sua nascita condannata al proprio destino, ossia alla maledizione dell'adolescenza. Questa maledizione, marcata dal sangue che cola (allusione all'arrivo del menarca) ha una origine ancestrale, simboleggiata dalla estrema vecchiezza della fata malvagia. Soltanto il principe azzurro potrà risvegliarla dal suo sonno, "aprendola" all'amore. 


Il principe non è che una figura accessoria, mentre il racconto espone tutte le fasi della vita di una donna: l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza, rappresentate dalla principessa, l'età adulta e la fecondità rappresentata dalla madre, e la vecchiaia incarnata dalla fata malvagia. Come molte fiabe tradizionali, La Bella addormentata esiste in numerose varianti; gli elementi essenziali della trama sono talmente diffusi da potersi considerare un tema ricorrente del folkloreLa versione più antica in cui il tema è attestato (se si eccettua la storia di Brunilde, l'eroina addormentata della Saga dei Volsunghi, di origini ancora più remote) è considerato il roman di Perceforest del 1340, ambientato all'epoca dei Greci e dei Troiani, ed incentrato sulla principessa Zellandine, innamorata di Troylus. Il padre della principessa mette il giovane alla prova per verificare se è degno di sua figlia, e, non appena egli è partito, Zellandine cade in un sonno incantato. Al suo ritorno, Troilo la trova addormentata e la mette incinta nel sonno. Quando il bambino nasce, è lui a risvegliare la madre... La successiva versione Sole, Luna e Talia del Pentamerone di Giambattista Basile (1634), la prima che si possa definire una fiaba in senso stretto, contiene riferimenti diretti alla deflorazione, allo stupro, alla fedeltà coniugale e altri temi adatti al pubblico di aristocratici adulti cui si rivolgeva lo scrittore napoletano. Nel Pentamerone il sonno non è frutto di un incantesimo ma di una profezia, il principe (come nel Perceforest) non bacia la principessa ma la violenta...


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E se vogliamo parlare di doveri dell'adulto verso i bambini, come non citare 
"Léon"? 
 Un film del 1994 che altro non è  che un gioiello scintillante della cinematografia mondiale, di inestimabile valore, in grado di toccare vette quasi irraggiungibili, riuscendo a stare in perfetto equilibrio fra il baratro di convenzionalità di 
un film di gangster e di corruzione e quello ancora più pericoloso della storia d’amore, seppur platonica, fra una bambina e un quarantenne. Mathilda è un'adolescente che, in un brutale mondo di adulti, si atteggia a donna matura... fortunatamente incontra Leon, un killer con una sua morale, che le dona rispetto e riconsegna nella vita della ragazza un poco di serenità...

Ma Léon ha una sua etica e sembra dirle:
“Non lo puoi fare... e soprattutto non lo puoi fare con me. Il mio compito è quello di essere protettivo.




Mathilda a Léon: *Chi devo colpire?


Léon a Mathildha: *Chiunque.

Mathilda (Natalie Portman) e Léon (Jean Reno)




Crudeltà e tenerezza si fondono alla perfezione e, seppure è con un certo turbamento che osserviamo l’evolversi delle vicende, non proviamo scandalo nel vedere una pistola nelle mani di una ragazzina. Brutalità e violenza vengono sublimate dalla poesia, nella quale, straordinariamente, i personaggi riescono a conservare la propria dimensione umana. ‘Léon’ è un film che, a distanza di anni dalla sua uscita, non si limita a sopravvivere o ad essere ricordato, ma continua a crescere e germogliare rigoglioso, affondando le proprie radici nell’anima di chiunque lo guardi.


La fotografa spagnola ripercorre il momento di indeterminatezza che segna il passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Nebula è una raccolta di ritratti che catturano la nebbia del cambiamento psicologico ed emotivo nella giovinezza: uno sguardo al nascente senso di sé.

E lasciamo che gli adolescenti sognino quello che pare loro perché gli adolescenti hanno diritto di sognare quello che pare loro...



mentre ricordiamo con forza al mondo adulto che dovrebbe occuparsi di proteggere e non di sfruttare questa condizione...
E coloro che intendono raccontare questa realtà finiscono irrimediabilmente sulla forca mediatica...
Tra i molti artisti considerati controversi c’è anche la fotografa Sally Mann, autrice di scatti malinconici e misteriosi, ma criticata per aver scelto i suoi figli come soggetti.
E una serie in particolare, scattata negli Anni Novanta e intitolata “Immediate Family”, attirò fin da subito grande attenzione, ma non per il suo innegabile valore artistico. Le fotografie ritraevano i tre figli della Mann: Emmett, Jessie e Virginia, a quei tempi ancora bambini. L’ambientazione decadente, nella casa di campagna in Virginia, e l’atteggiamento libero dei piccoli sollevò un polverone mediatico. Era arte o pornografia? Nel dubbio, alcuni critici e parte dell’opinione pubblica misero in croce la Mann.
Nel settembre del 1992, il New York Times Magazine pubblicò un articolo intitolato “The Disturbing Photography of Sally Mann”. Le sue foto venivano definite “disturbanti”, tanto da scomodare termini come “incesto” e “abuso”. Ci furono altre critiche e molte censure, a cui la fotografa si oppose fermamente...


Con i ragazzi l’intervento dell’adulto deve essere educativo e protettivo, non certo un coinvolgimento alla pari.»
«La responsabilità, quindi, rimane esclusivamente in mano all’adulto. È tollerabile l’esplorazione tra pari, anche se comporta dei rischi. Mai con l’adulto: il consenso del minore non è mai informato: è sempre immaturo. 



il suo proverbiale cattivo carattere, 
il suo essere romantica e spregiudicata, 
appassionata ed eccessiva, 
commovente e arrogante al tempo stesso?

ph Marguerite Duras
[che avesse già raggiunto un proprio equilibrio emotivo?]
 sembrerebbe proprio di sì, almeno come ci racconta nel suo romanzo autobiografico
"L'Amant" 

[ma lasciamo che Marguerite viva la vita come le pare perchè Marguerite ha diritto di vivere come le pare]

Sì... 
Marguerite Duras, quella scrittrice francese che ha indissolubilmente legato il suo nome al romanzo autobiografico del 1984 vincitore del prestigioso premio Goucourt,  "L’amante".


Vita reale, quella di Marguerite Duras, 
che dà forma reale al personaggio "Lolita"... 



Quella 
Lolita che è anche una storia d’amore. Struggente, dolorosa, definitiva. Mortale come solo il vero amore può essere. Un romanzo di Nabokov. che parla direttamente al cuore: in molti lo hanno amato e continuano ad amarlo.  

Una "Lolita" pienamente cosciente... 




[lo strappo all'innocenza non è ricucibile]
Si capisce che l'ingenuità perduta difficilmente si ricupera e che neanche può essere decentemente rimpianta.
Ignazio Silone, L'avventura di un povero cristiano


Dovremmo poter tornare 
ai bambini che eravamo...
prima che avvenisse la tragedia di crescere e diventare adulti.



Bisogna davvero riuscire a conservare in sé qualche traccia inestirpabile di ciò che si è stati 
prima di quella grande disfatta che si chiama maturità.
Romain Gary




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