Marguerite Duras, "Lolita" sponte sua...

Intendo per innocente non uno incapace di peccare, 
ma di peccare senza rimorso. 
Giacomo Leopardi, Zibaldone

ph Marguerite Duras

[ noi viviamo in un mondo separato nell'intervallo dell'innocenza ]
Aveva qualcosa di terrificante nello sguardo: l'innocenza.
"Q" un libro di Luther Blissett
Si chiamava Marguerite Germaine Marie Donnadieu, ma per tutti è stata semplicemente Marguerite Duras.
E chi non conosce la Duras... 
il suo proverbiale cattivo carattere,
il suo essere romantica e spregiudicata, 
appassionata ed eccessiva,
commovente e arrogante al tempo stesso?
L’intransigente donna di sinistra che viene cacciata dal partito comunista francese negli anni Cinquanta per “perverso spirito politico” (sfotteva chi non le garbava) “frequentazione di locali notturni” e, insomma, “tradimento del partito con atti piccolo borghesi decadenti”. Il partito così, firmò la sua condanna: lei non cadde. Mai. Marguerite Duras visse un’esistenza a modo suo, senza preoccuparsi delle convenzioni sociali e della morale. Dall’amante cinese, passando per il triangolo con il marito e l’amante negli anni della Seconda Guerra Mondiale, al tormentato legame con un giovanissimo omosessuale: la Duras non si pose mai dei limiti. 
Per la particolarità e la modernità delle sue opere, che portarono grande rinnovamento alla scena letteraria europea e mondiale, è considerata una della figure più importanti del Novecento.


"I Follow Rivers"

Likke Li, 2011
Oh ti prego, posso seguirti?
Oh ti imploro, perché non per sempre?
Io inseguo fiumi
Tu sei il mio fiume che scorre intenso, veloce, sfrenato...
io seguo... io seguo te ragazza!
oceano profondo, dolce cupo destino...


Sì... Marguerite Duras, quella scrittrice francese che ha indissolubilmente legato il suo nome al romanzo autobiografico del 1984 vincitore del prestigioso premio Goucourt,  
"L’amante".
A 70 anni la Duras rievoca ciò che le è accaduto da ragazza, nelle colonie dell’Est, negli anni Trenta...
La storia delicata di una 15enne francese che si prostituisce con un uomo d'affari asiatico in Indocina: l'uomo si innamora di lei e si logora nel proprio sentimento, ma lei comprende ciò che prova solo quand'è troppo tardi.

"La canzone del sole", Lucio Battisti 1971

ph Marguerite Duras, 
Ma quante braccia ti hanno stretto [tu lo sai]
Per diventar quel che sei...
Ma ti ricordi le onde grandi e noi
Le tue calzette rosse
Gli spruzzi e le tue risa
E l'innocenza sulle gote tue
Due arance ancor più rosse...
Ma ti ricordi l'acqua verde e noi
Le rocce e il bianco fondo
Cos'è rimasto in fondo agli occhi tuoi?
Oh mare nero, oh mare nero...
Tu eri chiara e trasparente come me...
Le biciclette abbandonate sopra il prato e poi...
Noi due distesi all'ombra
Un fiore in bocca può servire, sai...
Più allegro tutto sembra
E d'improvviso quel silenzio tra noi
E quel tuo sguardo strano
Ti cade il fiore dalla bocca e poi

Oh no, ferma ti prego la mano...

Lo sai cosa fa
Lo sai con chi va
E con chi si vede?
Il pomeriggio
Dopo palestra
Verso le sei
Lei sale da lui
All'ultimo piano
Lei va da quell'uomo
Un uomo maturo
Si dice sposato
Tanto più grande di lei
Ma che cosa faranno
Che cosa diranno
Per più di due ore?
Si toccheranno?
Si baceranno?
Lei sta coi grandi
E non frequenta
Quelli della sua età
Oh! Maledette malelingue
La gente la distruggerà...
ma la gente non lo sa che
ha quindici anni,
anche se una donna è...
così la gente vede il male,
anche dove non ce n'è....
"Maledette malelingue", 
Ivan Graziani.


Marguerite Duras...
[storia di una storia scandalosa]
per alcuni potrebbe essere considerata una "Lolita" per propria scelta
[che avesse già raggiunto un proprio equilibrio emotivo?]
 sembrerebbe proprio di sì, almeno come ci racconta nel suo romanzo autobiografico...
«La maturazione del sistema nervoso centrale del minore fa un primo grande salto di crescita intorno ai 14 o 15 anni, ma lo sviluppo dei lobi frontali, che sono deputati alla responsabilità e all’attribuzione dei significati, arriva a compimento tra i 16 e i 20 anni: è l’ultima parte del cervello che matura. Ecco perché attraverso la legge, supplendo alla mancanza di una morale, si cerca di tutelare i ragazzi perché gli adulti, che hanno più potere e capacità manipolatoria, non abbiano contatti sessuali con loro.» 
«Fino a quell'età la sessualizzazione dovrebbe essere fantasticata, sognata e non agita. Molte volte, quando i ragazzi ripensano anni dopo a quello che è successo, quando ormai il loro funzionamento mentale è più maturo, si rendono conto che quei rapporti erano qualcosa su cui non avevano controllo e facevano parte di una manipolazione. La sessualità diventa una zona di potere e non di relazione: se non si elabora, può causare problemi.»
«Quasi mai l’abuso sessuale sui minori funziona con la logica della violenza: non è come fra adulti. Spesso gli abusi avvengono in relazioni costruite sull’intimità, e la maggior parte non lascia segni di violenza. Ma spetta all’adulto proteggere il minore e sapere gestire la sua immaturità. La sessualità sana necessità di sintonia emotiva e funzioni complesse che non riguardano le pulsioni».
Ma in Marguarite Duras sembra esserci stata piena maturità e accettazione emotiva sin dai suoi quindici anni...

Scene dall'omonimo film del 1992 
sulle note di "Caruso" di Lucio Dalla.




[Leggiamo per tuffarci nella vita di qualcun altro. Una vita non nostra. Per ricercare qualcuno che provi cio' che proviamo anche noi e vivere con lui le sue avventure. Leggiamo per fuggire.]
"L'Amant" 
(L'Amante )
Il romanzo narra le vicende, in gran parte autobiografiche,  nel periodo in cui, tra i quindici e i diciassette anni, Marguerite (l'io narrante) frequenta il ventisettenne figlio di un ricco possidente cinese (il cui vero nome è Huynh Thuy Le): un amore proibito non solo per la giovane età della ragazza, ma anche e soprattutto per le convenzioni di quel tempo tempo...

[Lottò anche con la scrittura: ogni manoscritto è stato scritto e riscritto almeno otto volte.]
“Sapeva scrivere solo con il sangue”... 
“La sua vita fu un corpo a corpo contro il secolo, contro gli uomini, contro l’amare.
Laure Adler

E il coraggioso romanzo autobiografico della Duras porrebbe un differente punto di vista sulla relazione avuta dalla sedicenne  Jane Lawrence con Marilyn Monroe. 
L'attrice americana avrebbe sedotto la sua amica Jane Lawrence quando aveva ancora 16 anni: "Marilyn mi ha procurato sensazioni fino ad allora sconosciute. Con le altre donne con cui ero stata fino a quel momento c'era sempre stato un che di esitazione, nulla a che vedere con il suo ardore e la sua sicurezza». Sono le parole della nuova pietra dello scandalo venuto fuori decenni dopo la scomparsa di Marilyn Monroe: Jane Lawrence,  a quanto dice,  conobbe la diva al culmine della carriera e avrebbe intrecciato con lei una breve storia omosessuale.  Il nuovo libro dello scrittore americano Tony Jerris "Marilyn Monroe: My Little Secret"  racconta del loro incontro. 
Si erano conosciute grazie al patrigno di Jane, quando lei aveva solo 12 anni. Erano molti gli aspetti in comune tra le due donne. Innanzitutto biografici, visto che entrambe orfane venivano dallo stesso istituto. E successivamente, prima da amiche, sarebbero diventate molto intime, fino a quando una sera di una decina di anni dopo essersi conosciute, sarebbe accaduto qualcosa. 
Quella notte l'attrice americana aveva mescolato medicine e champagne al grido di "le bollicine mi fanno felice, le pillole accelerano la cosa". Tra di loro, prima di quella notte, avevano già affrontato il tema dell'omosessualità, e pare che in un'occasione Marilyn avesse detto a Jane: "L'amore è l'amore. Le preferenze sessuali poco importano". E secondo quanto afferma la Lawrence, la diva l'avrebbe sedotta quando lei aveva ancora 16 anni.

(La relazione risaliva al 1939, quando la de Beauvoir aveva circa 30 anni e l'​amante, l'allieva Nathalie Sorokin, 17 anni. I genitori della Sorokin denunciarono la scrittrice. Era il 1943 quando Simone de Beauvoir venne licenziata dalla scuola in cui insegnava accusata di aver corrotto una minore intrattenendosi in una relazione con la diciassettenne Nathalie Sorokin.)

Il coraggioso punto di vista non della persona matura ma della persona adolescente consenziente...
anche se la questione del consenso rimane pur sempre un tema delicato così come bene ci spiega Vanessa Springora che analizza, in un suo libro, il valore del consenso degli adolescenti  e dei giovani...
«Per tanti anni i miei sogni sono stati abitati da omicidi e desideri di vendetta. Fino al giorno in cui la soluzione si è presentata davanti ai miei occhi, palese: portare il cacciatore nella sua stessa trappola, chiuderlo in un libro». 
Vanessa Springora,


Comunque vita reale, quella di Marguerite Duras, che dà forma e consistenza reale 
al personaggio "Lolita"... 
Ma chi è Lolita? Un celebre articolo del 2004 a firma di Christopher Caldwell, pubblicato sul New York Times, espose gli studi del germanista Michael Maar. Lo studioso aveva ritrovato un antico racconto, datato 1916, a firma di un oscuro scrittore tedesco, tale Heinz von Lichberg. La breve novella, una storia gotica ambientata in Spagna di appena 18 pagine, è narrata in prima persona da un uomo adulto che descrive la sua ossessione nei confronti di una ragazzina. Nome della bambina e titolo del racconto? "Lolita".  
Ma la "Lolita" che va molto al di là degli argomenti scabrosi e tabù di cui tratta [e che è anche oltre la sua stessa capacità di regalare  al mondo un archetipo letterario in grado di penetrare nell’immaginario collettivo e nel linguaggio comune] è la "Lolita"  di Vladimir Vladimirovič Nabokov (1899 – 1977). 
Lichberg non venne mai citato da Nabokov come fonte di ispirazione. 
Lo stesso germanista Maar “assolve” lo scrittore russo dall’accusa di plagio usando un termine, “criptoamesia”, un processo attraverso il quale un autore apprende e poi dimentica alcuni elementi che, quando riemergono nella memoria, può scambiare (in buona fede) per un’autentica ispirazione originale. 
C’è chi  ha interpretato il romanzo di Nabokov come un’opera d’arte estrema in grado di scandagliare i terrificanti abissi della natura umana, che solo la passione più pura è capace di far emergere. Per altri è la tragica descrizione dell’alienazione dell’essere umano: il protagonista del romanzo si realizza solo in una condizione di isolamento dal mondo, tenendo quasi prigioniera la sua giovane vittima nella gabbia metallica di un’automobile o nei più squallidi motel degli Stati Uniti. 
Il romanzo può anche essere letto come un’analisi del desiderio umano, dell’infinita lotta che dobbiamo intraprendere per non essere, alla fine, mai soddisfatti e davvero felici, anche quando siamo per un attimo convinti di aver raggiunto il nostro obiettivo, agognato e amato e, inevitabilmente, sempre perso. 

Lolita, come ogni grande classico, è questo e molto altro.  Ma Lolita è anche una storia d’amore. Struggente, dolorosa, definitiva. Mortale come solo il vero amore può essere. Lolita è un romanzo che parla direttamente al cuore: in molti hanno amato e continuano ad amare il romanzo di Nabokov.  
Il critico Lionel Trilling, pur notando “alcune superficialità” e considerando il romanzo “pornografico”, non ha potuto fare a meno di stabilire che 
Lolita “non parla di sesso, ma d’amore”. Tra i primi grandi estimatori del libro ci fu l’allora giovane regista Stanley Kubrick, che dopo una gestazione molto complicata, riuscì a portare sullo schermo la prima trasposizione cinematografica di Lolita nel 1962.  La sceneggiatura venne scritta dallo stesso Nabokov, ma pesantemente rimaneggiata da Kubrick. Il libro di Nabokov ha avuto
 
un secondo adattamento cinematografico: 
nel 1997 per la regia di Adrian Lyne
Stanley Kubrick spiega come, anche per lui, "Lolita" in fin dei conti sia una grande storia d’amore: “Beh, è certamente una delle più grandi storie d’amore, non è vero? Penso che Lionel Trilling spieghi molto bene la questione quando parla di Lolita come “la prima grande storia d’amore del ventesimo secolo”. Usa come criteri lo shock totale e lo straniamento, che gli amanti, in tutte le grandi storie d’amore del passato, hanno prodotto sulle persone intorno a loro. Se si considerano “Romeo e Giulietta”, “Anna Karenina”, “Madame Bovary”, “Il rosso e il nero”, tutti presentano un aspetto in comune: l’elemento dell’illecito, o almeno ciò che era considerato illecito al loro tempo, in ogni caso un fattore che ha causato la loro completa alienazione dalla società”.
di Michelangelo Iuliano

Vita reale, quella di Marguerite Duras, 
che per alcuni potrebbe dare forma e volto reale 
alla lolita di nome "Liù"... 

sì, proprio quella canzone degli Alunni del Sole del 1978 che cantava di quella ragazza che 
"già sapeva tutto di sé... che con gli occhi guardava te... e con la mano cercava me..."
proprio lei  che "si stendeva su di noi e ci dava un po’ di sé senza chiederci perché"... 

Praticamente una Lolita ante litteram...
un'immagine folgorante per i giovani di allora, e non solo per i giovani... e non solo di allora...; una delle immagini sessualmente più liberanti della canzone italiana degli anni '70 
"e io sì, ti avrei trovata per fare l'amore, su un letto caldo o su un divano"...
 e magari una Liù che si offriva a tempo perso e senza fare neanche troppe domande la sognavano un po’ tutti "Liù, se mi pensi dimmi dove sei"...; era un mito, "Liù", un modello di amore libero infrantosi nella realtà 
"e poi non dirmi che è un'illusione"...

Ma quasi nessuno incontra una Marguerite nella propria vita e, nel caso in cui la fortuna proprio non ti vuol baciare e non hai "una" come Liù o una che non è più di un'amica e che non voglia sperimentare quel fenomeno chiamato
nel 1979 arriva Viola Valentino che ci sussurra in note 




"Tanta voglia di crescere per poi accorgersi che 
rimanere bambini è la cosa più bella che ci sia."
Peter Pan 

La fine... infine. Reclusa... in casa. La donna dalle molte sofferenze e dalle cospicue gioie. Non voleva nessuno con sé. Ispirata da sé sola, incurante delle critiche degli intellettuali di Francia che la ritenevano qualcosa di più di una scrittrice "rosa", certamente, ma ben al di sotto del pantheon letterario conveniente.

1914*1996
[congedo alla sapienza e all’amore]
Di questo, sono certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.
Scendo. 
Buon proseguimento
Giorgio Caproni, da Congedo



Kansas, 1977
Chiudo gli occhi solo per un momento 
e il momento è già finito...
tutti i miei sogni passano davanti ai miei occhi...
polvere nel vento, è tutto ciò che sono...
niente dura per sempre e tutti i tuoi soldi non compreranno un solo minuto di più...
siamo solo una goccia d'acqua nell'oceano...
tutto quello che facciamo crolla per terra, anche se ci rifiutiamo di vederlo..
tutto è solo polvere nel vento!


"Finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c'è stata la vita. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L'emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dello stare al mondo.  Altrove, c'è l'altrove. Io non mi occupo dell'altrove. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco."
 da "La grande bellezza"

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