Guerra e pace...

[Esistono le brave persone con le pistole?]
L'unico modo per fermare un cattivo con una pistola è una brava persona con una pistola.
Wayne LaPierre

[pare che non sia stato ancora perfezionato il discorso destinato a coloro che vengono sacrificati per il bene comune]

Perdonatemi, 

guerre lontane, 

se porto fiori a casa.

Wislawa Szymborska



E pace è, ancora,
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.
Bertold Brecht

L’uomo si stanca del bene, 
cerca il meglio, trova il male, 
e se ne accontenta per timore del peggio.

Arthur Bloch

A che scopo dobbiamo combattere fra noi, noi esseri umani? 
Dovremmo sederci uno accanto all'altro e stare in pace. 
È stato commesso un errore quando siamo stati creati; ci manca qualcosa, non so che nome darle... 
ma non lo troveremo di sicuro frugandoci vicendevolmente le viscere; 
a che scopo, allora, sventrarci l'un l'altro?...
Georg Büchner, La morte di Danton

Diffidate di coloro che predicano l'idea del sacrificio.
Ciò che in realtà vogliono è che qualcuno si sacrifichi per loro.

Joan Fuster

☮ ☮ 

Questo simbolo di pace () fu creato da Gerald Holtom nel 1958 e raggiunse il successo nel decennio successivo prima a sostegno della Campagna per il disarmo nucleare e successivamente più in generale a sostegno dell'antimilitarismo. Il successo del simbolo si deve probabilmente alla sua semplicità e fu interpretato falsamente anche come la rappresentazione stilizzata di un amplesso, aderendo così allo slogan sessantottino "fate l'amore, non fate la guerra". Holtom, nella lettera scritta a Hugh Brock redattore di Peace News, spiegò l'origine dell'idea attribuendole un significato personale e più profondo: «Ero in uno stato di disperazione. Profonda disperazione. Ho disegnato me stesso: la rappresentazione di un individuo disperato, con le palme delle mani allargate all'infuori e verso il basso, alla maniera del contadino di Goya davanti al plotone d'esecuzione. Ho dato al disegno la forma di una linea e ci ho fatto un cerchio intorno.»



La parola "GUERRA":
Inebria gli idioti.
Ubriaca gli stolti.
Entusiasma gli ignoranti.
Ingrassa i potenti.
Massacra gli innocenti...
by web

Bussando alla Porta del Paradiso
Bob Dylan, 1973
"Mamma, toglimi questo fregio
Non posso più usarlo
si sta facendo buio, troppo buio per vedere
Mi sembra di bussare alla Porta del Paradiso
Mamma, sotterra le mie pistole
Non posso più sparare
Quella grande nuvola nera sta scendendo su di me
Mi sembra di bussare alla Porta del Paradiso"
"Knockin' on Heaven's Door" un singolo di Bob Dylan del 1973, estratto dalla colonna sonora del film "Pat Garrett e Billy Kid" e divenuta successivamente una delle sue canzoni più famose e più conosciute di Bob Dylan e, in breve tempo, una delle canzoni più cantate contro la guerra...

Quando i ricchi si fanno la guerra tra loro, sono i poveri a morire
Jean Paul Sartre

Fare la guerra per la pace è come fare l'amore per la verginità.
John Lennon

Fate l’amore non fate la guerra.
[più saggio consiglio non c'è]
Più precisamente fate l’amore, non la guerra, traducendo letteralmente l’espressione originale in lingua inglese Make love, not war: è un celeberrimo slogan contro la guerra, spesso associato alla controcultura americana degli anni ’60 del secolo scorso; era soprattutto utilizzato da coloro che erano contrari all’intervento americano in Vietnam, 
ma fu comunque ripreso anche in altri contesti, contro i conflitti che si svolgevano allora in diverse altre parti del mondo. La prima parte dello slogan “fate l’amore” (make love), faceva soprattutto riferimento alla pratica dell’amore libero che stava imperversando tra le giovani generazioni di allora che vedevano il matrimonio come uno degli strumenti di coloro che sostenevano la guerra ed erano favorevoli alla tradizionale cultura capitalista.

"Seven Seconds"
Youssou N'Dour ft. Neneh Cherry, 1994
Dovremmo essere duri 
verso chi si serve di perversi comportamenti
utilizzando spade e pietre
Male fino alle ossa
La battaglia non è mai finita
nemmeno quando la si vince..
E quando un bambino nasce in questo mondo
Non ha la più pallida idea di dove sta nascendo...
In questo nostro tempo bombe ovunque ed ovunque civili in fuga... Mentre gli eserciti rendono noti gli obiettivi colpiti, i civili scappano. Cercano di salvarsi con i mezzi che hanno a disposizione. A piedi, su motociclette, trattori e furgoncini carichi di borse e persone. Ci sono mamme che camminano tenendo i loro bambini per mano, anziani, persone di ogni età costrette ad andare via. E definiscono tutto questo "Fonte di pace". Il mondo fa paura [diceva Jaroslaw Iwaszkiewicz] ma in esso nuotano, come in un immenso acquario, betulle, volpi, torrenti di fiori, strade di campagna e case di legno e ancora i concerti di Brahms e i valzer di Chopin. 

Edoardo Bennato, 1980
Niente odio né violenza, né soldati né armi.. 
Ma che razza di isola è?!
Forse è proprio l'isola che non c'è. Seconda stella a destra, questo è il cammino...
 E poi dritto fino al mattino. Non ti puoi sbagliare, perché quella è l'isola che non c'è. 
E ti prendono in giro se continui a cercarla...
Ma non darti per vinto, perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te.


Premiata nel 1995 agli MTV Awards come miglior brano.
composta nel 1993 dopo la morte di due ragazzi (Jonathan Ball e Tim Parry) a causa di un attentato dell’IRA; la canzone vuole denunciare la violenza della guerra che arriva a distruggere l’innocenza dei bambini.

Risultati immagini per gif Chinese Military Women



Chè quer covo d'assassini
che c'insanguina la terra
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
Trilussa, Ninna nanna della guerra.




(in russo: Катюша, trascritto anche Katjuša, (diminutivo confidenziale di Ekaterina o Katerina), 
una canzone sovietica in lingua russa diffusa durante l'ultimo conflitto mondiale, che parla di una ragazza sofferente per la lontananza del suo amato a causa del servizio militare.


Non serve l'azzurro del Cielo e l'incanto del Mondo. 
Là dove è guerra là finisce la Bellezza. 
Ed è solo Orrore.

"Lili Marleen"
freeform "Lili Marleen", Marlene Dietrich 1939
Davanti alla caserma
Davanti alla grande porta,
C’era un lampione.
E noi ci conoscemmo lì

presso quel lampione,
 Lilì Marleen...
E fu così che, nel 1915, Hans Leip scrisse la sua poesia “Canzone di una giovane sentinella”. Un giovane soldato e poeta che scrisse in un tempo ormai lontano. Nel 1937 fu la cantante Lale Andersen a dare notorietà alla poesia di Hans Leip. Lale, nativa di Monaco di Baviera, si era trasferita a Berlino dove, all’inizio degli anni trenta, aveva iniziato la sua carriera nei cabaret locali. Sì innamorò della triste storia del giovane soldato e della sua bella che sperava lo aspettasse ancora sotto alla lanterna: “Canzone di una giovane sentinella”  divenne il testo di quella che è stata la canzone più famosa e conosciuta della seconda guerra mondiale, Lili MarleenPresto, Lili Marleen divenne la ragazza più sospirata da tutte le truppe naziste.  
Divenne un inno non ufficiale di fratellanza tra i soldati. Perché non importa per quale bandiera combattevano, ognuno di loro sognava di tornare dalla sua Lili Marleen, bella più che mai, che sorrideva senza rivelare la sua età. Sperano che sia ancora lì, sotto quella lanterna che conosceva i suoi passi e la sua bella andatura. Ma Lili Marleen, però, rimaneva una canzone tedesca, scritta e celebrata dal nemico che aveva messo il mondo in ginocchio...
A cancellare quest’onta fu una donna, nata a Berlino, ma che si era trasferita negli Stati Uniti dove era diventata una diva del cinema amata e riconosciuta, che si era sempre dichiarata fieramente tedesca, ma mai nazista e che della protagonista della canzone era quasi omonima. Marlene Dietrich.

Dappertutto gli uomini non fanno altro che togliersi o vincersi qualcosa a vicenda.
Fëdor Dostoevskij, Il giocatore.

"Il Silenzio"
brano strumentale del 1964 di Nini Rosso suonato con la tromba. Riadattamento del "Silenzio fuori ordinanza" suonato nelle caserme, fu inciso per caso: in un concerto al PalaEur di Roma di fronte a un pubblico militare, il trombettista Nini Rosso decise di eseguirlo con una malinconica parte recitata nella quale descrive bene la solitudine del militare di leva che dà una romantica buonanotte alla sua fidanzata lontana, e l'accoglienza fu esplosiva...

[Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza.]
Che Guevara

L'unica cosa che valga sul serio è la tenerezza.
Evgenij Evtusenko

“Un giorno anche la guerra s'inchinerà al suono di una chitarra.” 
Jim Morrison

Abba, 1975
Riesci a sentire i tamburi....?
Ricordo un’altra notte stellata come questa di tanto tempo fa
Risultati immagini per gif falò
Alla luce di un falò...
Andavi alla grande e suonavi dolcemente la tua chitarra
Io riuscivo a sentire i tamburi in lontananza
Ed il suono di richiamo dei corni provenienti da lontano
Adesso sono più vicini...
Ogni ora, ogni minuto sembrava durare in eterno
Avevo tanta paura...
Eravamo giovani e pieni di vita e nessuno 
di noi era preparato a morire
E non mi vergogno di dire
Che il fragore dei fucili e dei cannoni 
quasi mi faceva piangere
C’era qualcosa nell’aria quella notte
Le stelle brillavano...
Splendevano là per te e per me
Per la libertà...
Anche se non abbiamo mai pensato che potessimo perdere
Non c’è alcun rimpianto
Se dovessi farlo ancora
Lo farei... amico mio...


Lavarsene le mani del conflitto tra il potente e il debole significa parteggiare col potente, non essere neutrali.
Paulo Freire

"Bella Ciao"
il canto più famoso della Resistenza italiana e uno dei canti partigiani più celebri del mondo. La sua storia è controversa e, per molti aspetti, inestricabile. Accertate sono state comunque le influenze provenienti da canti precedenti. La "Bella Ciao" che tutti conosciamo, divenuto uno dei canti partigiani più diffusi e amati nel mondo intero, comincia a diffondersi dopo la guerra, a partire dal 1948 quando, presumibilmente, fu eseguita da un gruppo di studenti italiani al primo "Festival Mondiale della Gioventù" di Praga. 



cantautore e chitarrista francese figlio di immigrati spagnoli.

"Bella ciao" rimane, comunque, un canto popolare italiano, nato prima della Liberazione, diventato poi famoso dopo la Resistenza perché fu idealmente associato al movimento partigiano italiano. Nonostante sia un canto popolare italiano, legato a vicende nazionali, è tuttora noto in molte parti d'Europa come canto di ribellione contro il nazi-fascismo.



Con il tempo ha travalicato anche i confini più ristretti della storia e della cultura italiana. L'hanno intonata in Grecia durante i giorni inquieti della crisi finanziaria, in Medio Oriente e, in questa versione, anche in lingua araba.



manovrati da dietro le quinte e, poi, abbandonati a se stessi...

 L'anno della definitiva “consacrazione” di Bella Ciao è il 1964. Non vi è alcuna fonte documentale anteriore al 1953, e che il canto sia stato intonato autenticamente durante la Resistenza, almeno in parte, resta da dimostrare. Nessun partigiano si è mai ricordato di averlo cantato, detto in soldoni. Ma, sicuramente, “Bella Ciao” non è venuta fuori dal mondo della luna. Può sicuramente darsi che siamo di fronte a uno dei più tipici casi di “invenzione della tradizione”: gli indizi per una cosa del genere ci sono tutti. A condizione di non utilizzare questa cosa per screditarlo. Che si trattasse di una sorta di falso, ne era convinto anche Giorgio Bocca; ma andò a finire che, al suo funerale, fu suonata e intonata proprio “Bella Ciao”. Non sarà stato un canto di Resistenza nei tempi storici in cui essa era in atto, ma è comunque diventato 
il canto della Resistenza per la conquista della libertà di tutti i popoli per tutti i tempi a venire.

Perché uccidiamo persone che stanno uccidendo persone 
per dimostrare che uccidere è sbagliato?
Holly Near

La guerra è opera degli uomini. Donne e bambini possono partecipare solo come vittime.
Tomislav Markovic




E il più grande
conquistò nazione dopo nazione,
e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
perché più in là non si poteva conquistare niente:
e tanta strada per vedere un sole disperato,
e sempre uguale e sempre come quando era partito...


Queste nostre guerre con i loro orrori quotidiani
a cui pochi pensano e di cui pochi si curano,
mentre altri partono in silenzio per combatterle,
tornando ai loro amati in una bara.

Charles Simic, Uccelli d'inverno da "The Lunatic"


Che senso ha morire per una guerra dove si è pedine di interessi di altri? 
La guerra è una follia crudele.
Eroismo, coraggio, amor di patria... 

cosa valgono nei confronti di una vita che deve morire?
Bob Dylan, 1973

Mamma, portami via... sta diventando scuro, troppo scuro... 
mi sento come se stessi bussando alle porte del paradiso!
Mamma, sotterra le mie armi, io non posso più sparare... 
una lunga nuvola nera sta scendendo 
e mi sento come se stessi bussando alle porte del paradiso...


[un uomo si sente vero solo se lotta per i propri affetti]
“Un vero soldato non combatte perché ha davanti a sé qualcosa che odia. 
Combatte perché ha dietro di sé qualcosa che ama”.
Gilbert Keith Chesterton
[un uomo si sente vero solo se lotta per i propri affetti]
Ma un vero uomo non sarà mai soldato!

Cantava Morandi nel 1966

qui... nell'interpretazione di Joan Baez 
che la fece diventare 
inno dei movimenti pacifisti 
degli anni sessanta!

E poi tutti quei papaveri rossi... emblematico il fatto che il papavero sbocciò in alcuni dei peggiori campi di battaglia delle Fiandre nella 1° guerra mondiale. Il loro colore rosso è divenuto il simbolo dello spargimento di sangue della guerra di trincea.

Risultati immagini per gif papaveri"La guerra di Piero"
Fabrizio De André, 1964

L'immagine di un campo  senza fiori eccetto i mille papaveri rossi, simbolo di un cimitero di guerra. Un campo desolato che crea il tema della guerra. Questa è la storia di un soldato che rappresenta qualsiasi uomo in guerra.


Io vado, madre.
Se non torno,
sarò fiore di questa montagna,
frammento di terra per un mondo
più grande di questo.
Io vado, madre.
Se non torno,
il corpo esploderà là dove si tortura
e lo spirito flagellerà, 
come l'uragano, tutte le porte.
Io vado... 
Madre ...
Se non torno,
la mia anima sarà parola ...
per tutti i poeti.
Abdulla Goran, poeta curdo



Spesso chi parla dei conflitti, passati e presenti, e magari ne auspica altri per il futuro, non ha conosciuto in prima persona la terribile realtà della guerra. 

Hey fratello
c’è una strada infinita da scoprire
hey sorella
mi domando se credi ancora nell’amore
ohhh, se il cielo dovesse mai crollare,
per voi 
non c’è niente che non farei...

"Hey brother" brano del produttore
e dj svedese Avicii

Non è mai stato in una trincea, non ha sentito lo scoppio di una granata, non ha visto vittime innocenti morire sotto i bombardamenti. Al contrario molti tra coloro che la guerra l’hanno vissuta veramente e magari ne portano ancora il prezzo sulla propria pelle, la descrivono per quello che è realmente: un inferno.
Un inferno di sangue, morte, disillusione.
Forse la stessa disillusione che Larry Wayne Chaffin e tanti ragazzi come lui hanno provato durante la propria esperienza di soldati in Vientnam.
Questo ragazzo di diciannove anni, già sposato, proveniente da St Louis, come molti altri commilitoni aveva “personalizzato” l’elmetto in dotazione, scrivendo qualcosa su se stesso o su quello che stava vivendo. E così ci aveva scritto una frase che dice tutto: “war is hell”.
Fu Horst Faas, celebre fotoreporter di guerra e vincitore di un premio Pulitzer, a scattare quest’immagine che diventerà il simbolo di un tragico ossimoro. Da una parte la vita che scorre dentro questo giovanissimo ragazzo, i suoi occhi azzurri, il suo volto glabro. Dall’altra la morte simboleggiata da quel sorriso malinconico e soprattutto dall’elmetto che ci ricorda inesorabilmente il contesto in cui fu scattata questa immagine.
Correva l’anno 1965, fotografo e soggetto dello scatto si trovavano a Phouc Vinh.
Per molto tempo l’identità del soldato rimase un mistero e nessuno si interessò all’esistenza di Larry, che dopo essere tornato dal Vietnam sviluppò, come molti altri reduci, problemi di adattamento alla vita civile. La sua, in particolare, sarà difficile e breve, visto che morirà a soli 39 anni, in seguito a delle complicazioni legate al diabete che lo perseguitò fin dal congedo.
Diabete che secondo alcuni sarebbe stato causato dall’esposizione al terribile agente arancio, un defoliante con cui l’esercito americano irrorò tutto il Vietnam del Sud. by Cannibali e Re


"Esistenza", "Vita"...
strane donne di facili costumi 
che sorridono solo ad alcuni...
ma che ridono di tutti
come vecchie puttane sdentate
in attesa dell'ultimo cliente...



Judy Garland in "The Wizard of Oz", 1939

Da qualche parte oltre l'arcobaleno
proprio lassù...

Risultati immagini per gif Somewhere Over The Rainbow
C'è una terra di cui ho sentito parlare 
una volta in una ninna nanna.
Da qualche parte sopra l'arcobaleno 
i cieli sono blu 
e i sogni che osi sognare 
diventano realtà.
Un giorno esprimerò un desiderio ad una stella 
e mi sveglierò dove le nuvole sono lontane dietro di me.
Dove i guai si sciolgono come neve al sole.
Lassù, oltre l'arcobaleno...
è lì che mi troverai
da qualche parte oltre l'arcobaleno 
Gli uccelli volano oltre l'arcobaleno...
Perché allora io non posso?
Se gli uccelli volano felici
oltre l'arcobaleno
perché io non posso?


Non avvicinarti alla mia tomba piangendo.
Non ci sono.
Non dormo lì.
Io sono come mille venti che soffiano.
Io sono come un diamante nella neve, splendente.
Io sono la luce del sole sul grano dorato.
Io sono la pioggia gentile attesa in autunno.
Quando ti svegli la mattina tranquilla, sono il canto di uno stormo di uccelli.
Io sono anche le stelle che brillano, mentre la notte cade sulla tua finestra.
Perciò non avvicinarti alla mia tomba piangendo.
Non ci sono.
Io non sono morto.
Mary Elizabeth Frye



Post popolari in questo blog

L'ovviamente ovvio dell'ovvietà...

Sottolineo, ricopio, estraggo e porto via!