Ero una bambina...

«La specie umana continuerebbe ad esistere se i bambini venissero messi al mondo per un atto di pura razionalità? Un uomo non proverebbe piuttosto un’empatia tale nei confronti della generazione successiva da volerle risparmiare il peso dell’esistenza? O almeno da non accollarsi a sangue freddo la responsabilità di quel peso?»
Arthur Schopenhauer (1788-1860), 

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[ L'infanzia è credere ]
che con un albero di Natale e tre fiocchi di neve tutta la terra viene cambiata.
André Laurendeau

Da bambina volevo essere subito adulta.
Ora vorrei essere solo felice...
Come da bambina.






È un gioco tinto, quello dei ricordi,
nel quale finisci sempre col perdere.

Andrea Camilleri





[ Piango soprattutto la mia perduta libertà. 
E piango anche la mia infanzia ]
Ieri ho vissuto un istante di felicità inattesa, immotivata. È venuta verso di me attraverso la pioggia e la nebbia, sorrideva, fluttuava al di sopra degli alberi, mi danzava davanti, mi circondava.
Io l'ho riconosciuta.
Era la felicità di un tempo remoto, quando il bambino e io eravamo tutt'uno. Io ero lui, avevo solo sei anni e la sera nel giardino sognavo guardando la luna...

Agota Kristof, da Ieri

[Son belli i sogni che fai da bambino,
perché fatti nella convinzione che si avvereranno tutti.]
La ragazzina che ero... la conosco, ovviamente. Ho qualche fotografia della sua breve vita.
Wislawa Szymborska


Sarebbe bello parlare con i bambini che eravamo e chieder loro cosa ne pensano degli adulti che siamo diventati.
Juan Felipe Gabanhia

[salva qualcosa di te]
L'infanzia non è un tempo, ma un paese diverso, e può abitarvi soltanto chi è bambina o chi abbia una fantasia così grande da ridiventarla...
Tieni sempre viva la bambina
che c'è in te.

Eravamo perfetti
Poi siamo cresciuti.


"Non sono d’accordo con me stess[a]
ma mi assolvo."
Fernando Pessoa

[io sono il risultato di come sono stata trattata]
Ho distrutto
tutti i ponti dietro di me
per non avere altra scelta
che andare avanti.

Fridtjof Nansen.

"Ci hanno fregato quando, da piccoli, ci hanno detto di colorare dentro i bordi."
 Oscar di Montigny

Dove te ne sei andata?
Avevo bisogno di te più che mai quando hai smesso di essere bambina per trasformarti in ciò che sono.
Luoghi, coscienze, cuori ed affetti, all’improvviso abbandonasti tutto.
Adesso ridi di me e dal tuo spaventoso rifugio inaccessibile ti permetti il lusso di ricordarmi chi sono stata. Il passato va sempre avanti marcando non il ritmo ma il tono della nostra vita. Per questo i volti ripudiati insistono nel tornare e restano stabili nella paura di essere viva anche contro la mia volontà. Come mi sono trasformata in fantasma? Ogni notte scuoto l’aria, scuoto l’aria passando col grido spaventoso della mia esistenza. Presente in un’accozzaglia spettrale, ignoro coloro che non contenti di sbarrarmi la porta del giorno si coprono la faccia per non vedermi passare di notte, per quanto ben sappiano che mi ascolteranno correre per strada. 
Così mi sono formata, con processioni assurde e schiaffi che non potei restituire in tempo.

Lauren Mendinueta, da Del tempo, un passo


"Ero un[a] bambin[a], 
cioè uno di quei mostri che gli adulti fabbricano con i loro rimpianti."
Jean Paul Sartre



Ho sempre sentito la mancanza di qualcosa,
la primissima cosa che ricordo
è una mancanza...

di cosa, non sapevo.
Emily Dickinson



[quando il Babau ti porta a dormire]
Quando si è piccoli la notte fa paura, perché ci sono mostri nascosti sotto il letto. 
Da grandi i mostri sono diversi: insicurezza, solitudine, rimpianti. 
E anche se si è più grandi e più saggi, ci si ritrova ad avere ancora paura del buio.
Meredith Grey (Ellen Pompeo), in Grey's Anatomy

« Il bambino [...] è fin dalla nascita una creatura che ha un'anima e se dobbiamo curarci del suo bene non basta accontentarne i bisogni materiali: bisogna aprirgli la via per lo sviluppo spirituale, bisogna, fin dal primo giorno, rispettare i moti del suo animo e saperli assecondare. »


“Da bambina nessuno mi diceva mai che ero bella. 

A tutte le bambine si dovrebbe dire quanto sono belle, anche se non lo sono”.

Marilyn Monroe


[Diventare adulta è il desiderio più stupido che ho avuto da bambina.]
Resterai quello che eri: coi tuoi dubbi, con la continua insoddisfazione personale,
 coi vani tentativi di correggerti, con le cadute e l'eterna attesa della felicità che non ti è stata data e che per te non è possibile
Lev Tolstoj


Mi dissocio dal tempo, 
mi avvalgo della facoltà di non crescere.
Michelangelo Da Pisa

"Que serà serà"
Doris Day, 1956
Quand’ero solo una bambina
Chiesi a mia madre, cosa sarò
Sarò bella, sarò ricca?
Ecco cosa mi rispose:
Quel che sarà, sarà
Non sta a noi vedere nel futuro
Quel che sarà, sarà
Quando fui giovane, m’innamorai
Chiesi al mio fidanzato cosa ci aspetta più avanti
Saremo felici, giorno dopo giorno?
Ecco cosa mi disse il mio fidanzato
Quel che sarà, sarà
Non sta a noi vedere nel futuro
Quel che sarà, sarà
Ora ho dei figli miei
Chiedono alla loro madre, cosa sarò
Sarò bella, sarò ricca?
Io dico loro con tenerezza
Quel che sarà, sarà
Non sta a noi vedere nel futuro
Quel che sarà, sarà
Quel che sarà, sarà...

Il gioco è la medicina più grande.
Lao Tse

Coltivo...
 preziosi ricordi;

quando dietro facce sporche c'era il trionfo dei sogni e dei valori più puliti...

Bambino, quanto sei felice
seduto nella polvere a giocare
con un ramoscello tutta la mattina!
Io sorrido di questo tuo gioco
con un ramoscello spezzato.
Io sono indaffarato coi miei conti
sommando cifre per ore e ore.
Forse mi sbirci pensando: «Che stupido
gioco con cui sprecare il mattino!»
Bambino, ho scordato l’arte di giocare
con torte di fango e bastoncini.
Vado in cerca di costosi balocchi
e ammasso mucchi d’oro e d’argento.
Tu sai creare i tuoi giochi felici
con tutto quello che trovi. Io spreco
il mio tempo e le mie forze per cose
che non riesco mai a ottenere.
Mi sforzo con la mia fragile canoa
d’attraversare il mare del desiderio,
e mi dimentico che anche il mio
è soltanto un gioco.
Rabindranath Tagore, Balocchi



Per i bambini non esiste nulla di più magico della pioggia, della neve e della nebbia...
ma poi avviene la tragedia:
si cresce e si diventa adulti.



Quando il bambino era bambino,
se ne andava a braccia appese,
voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente e questa pozza il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva d’essere un bambino, per lui tutto aveva un’anima e tutte le anime erano un tutt’uno. Quando il bambino era bambino, su niente aveva un’opinione,
non aveva abitudini, sedeva spesso a gambe incrociate e di colpo sgusciava via,
aveva un vortice tra i capelli e non faceva facce da fotografo...
Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
“Perché io sono io e perché non sei tu?
Perché sono qui e perché non sono li?
Quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
La vita sotto il sole è forse solo un sogno?
Non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo quello che vedo, sento e odoro?
C’è veramente il male e gente veramente cattiva?
Come può essere che io che sono io non c’ero prima di diventare? E che una volta io che sono io non sarò più quello che sono?
Straordinario incipit poetico di Peter Handke, 
decantato dall’angelo Damiel nel film Il Cielo Sopra Berlino.




[ sono stata bambina? ]
Mi merito tutto ciò che chiedo
perché ho vissuto tutto ciò che non chiedevo.




La verità è che noi genitori del terzo millennio siamo pappamolla.
Questi figli li trattiamo con i guanti e abbiamo mille accorgimenti, neanche fossero statuette dei Thun.
E siamo troppo informati.
Se nostro figlio si sveglia con le pustoline di sudamina, andiamo su Google e cerchiamo "Puntini rossi sul corpo".
178 malattie trovate, di cui 12 sindromi rare.
Tolto morbillo, rosolia e varicella che son vaccinati, sulle altre non resta altro che fare la conta.
"Ronaldo vieni qua, solleva la maglia che devo controllare se il tuo esantema corrisponde a quello di questa foto. Che se è uguale dobbiamo correre dal dottor House"
Quando eravamo bambini noi e ci veniva un eritema, la soluzione era il sapone SOLE.
Il panetto da 300 grammi, quello giallo.
"Lavati con quello, che ti passa"
"Mamma ho un certo prurito intimo"
"Sapone Sole"
Herpes? Sapone Sole.
Dermatite? Sapone Sole.
Acne? Sapone Sole.
Oggi se i bambini cadono e si provocano un'abrasione, c'è il disinfettante che non brucia.
Quando ero bambina io, c'era l'acqua ossigenata che reagiva con il sangue, faceva una schiuma a forma di fungo di Hiroshima e bruciava, oh se bruciava! Ma non dovevi piangere, perché era stata colpa tua e se piangevi, le prendevi.
Se ti spaccavi il labbro c'era lo zucchero e per le ecchimosi il burro. Se ti spaccavi il labbro, ti graffiavi lo zigomo e contemporaneamente ti usciva il bernoccolo, diventavi in pratica, una crostata umana. Alla marmellata di fragola.
Da bambini noi potevamo sporcarci, stavamo in strada tutto il giorno e ci lavavamo prima di andare a letto.
Nella vasca da bagno restava la figura come la sindone.
Oggi i bambini non possono sporcarsi, devono stare attenti ai germi ma soprattutto alla maglietta di marca.
Lavano le mani talmente tante volte che si stanno rimpicciolendo.
Nel 2100 per evoluzione, avranno i polsi che terminano a pallina, come Doraemon.
I bambini oggi non si sporcano e non possono toccare nulla che non sia disinfettato.
Noi mangiavamo l'acetosella pisciata dai gatti.
Se ci cadeva il pane in terra, la mamma lo buttava? No lo soffiava. Il famoso soffio ammazzabatteri.
"Mangia, sono anticorpi".
Oggi se cade il pane ad un bambino, parte l'urlo della foresta "NOOOOooooOOOOooooOOOOO!"
Che al bambino si ferma il cuore e la crescita per 10 secondi.
"No Ronaldo, ora lo buttiamo perché questo è cacca"
A occhio e croce mamma, è cacca pure quella che mi son fatto addosso quando hai urlato.
Oggi i bambini stanno tutti a dieta, dallo svezzamento alla patente. Quando eravamo bambini la mamma ci faceva l'uovo sbattuto con lo zucchero e lo spalmava sulla fetta di pane.
I bambini oggi hanno l'iguana come animale domestico, io avevo la gallina. Si chiamava Claus e faceva un uovo al giorno. Le davo da mangiare granturco e crusca. Mi piaceva così tanto darle da mangiare che era diventata un tacchino.
Oggi i bambini vanno sulla bici, sullo skateboard o sul monopattino con tutte le protezioni. Noi andavamo in giro sulla bici d'estate a petto nudo, maschi e femmine e frenavamo con le infradito di gomma.
Al mare ho messo il pezzo di sopra del costume a 13 anni per la prima volta.
"Mamma ma mi vergogno"
"Ma se non hai niente, vai che almeno ti abbronzi meglio".
Oggi ci son bambine di 5 anni che non escono di casa se non son vestite come dicono loro.
Ogni tanto pure mia mamma mi vestiva bene. Era quando uscivamo dal paese, cioè per i matrimoni. Ai matrimoni mi annoiavo quanto ai funerali. Oggi fanno il menù bambino, l'animazione. Quando andavo ai matrimoni da bambina, non mangiavo nulla e stavo seduta al tavolo ore e ore senza fare nulla, con lo sguardo da malata. Oggi se vedi un bambino con quello sguardo gli chiedi subito se sta male, a cosa sta pensando, come mai è triste e gli prenoti la visita dal neuropsichiatra. All'epoca se stavi immobile a fissare il vuoto con uno sguardo da psicotico, eri bravo. Non ti chiedevano nulla ma per tutti eri proprio bravo.
Oggi se la maestra mette un 7 al bambino i genitori vanno subito a lamentarsi con lei che non ha messo un 10.
"Non capisco perché Ronaldo ha preso 7!"
"E' la maglia"
"Come?"
"No niente, signora, cerchi di capirmi è anche uno stimolo per il bambino a fare di più ed è ingiusto nei confronti di altri bambini che il 10 lo meritano davvero"
"Lei non capisce niente! Mio figlio è da 10 proprio come Francescototti Puddu! E io mi rivolgerò al ministero della pubblica istruzione, se ne pentirà"
Quando andavo a scuola io, la maestra era autorizzata non solo a mettere i voti che riteneva più opportuni, ma anche ad alzare la voce e rimproverarti se non ti comportavi bene.
Oggi i bambini si traumatizzano facilmente e nessuno dice loro che non hanno ragione, che le ansie non devono esistere. Anche io da bambina avevo ansie e paure, ma son sparite perché nessuno dava loro da mangiare. Perché alla fine, non è che questi bambini devono sapere proprio tutto tutto. C'è tempo per le tragedie, la guerra, la morte, perché è vero che capiscono, ma non metabolizzano e si lasciano sopraffare.

e arrivarono i telefonini...
Ora a otto anni hanno l'iPhone, Twitter, Facebook...
noi alla loro età avevamo solo otto anni.


A volte mi chiedo:
come ha fatto la nostra generazione
a sopravvivere ai cibi
contenenti lattosio e glutine?
Come siamo potuti crescere
senza omogenizzati, integratori,
ormoni e multivitaminici?
Come siamo vissuti senza Coca zero, Red Bull, aperitivi e long drink, se aspettavamo la domenica per bere l’acqua gasata
con polverine
disciolte?
Come abbiamo 
superato
gli inverni rigidi
col panino 
nella cartella,
senza le merendine, la nutella
e gli immunostimolanti?
Come ci siamo accontentati
della merenda del pomeriggio
fatta di pane bagnato e zucchero,
senza ricorrere ai centrifugati
di frutta e verdura?
Come abbiamo superato
le sere d’estate
con una fetta di anguria per strada,
senza la baldoria degli happy hour?
Come abbiamo sopportato
la punizione di un professore,
e abbracciato incontrandolo
dopo tanti anni,
senza aggredirlo 
con l’approvazione dei genitori?
Come abbiamo potuto
corteggiare la compagna di banco
senza epilazione sul petto,
e un fisico da bodybuilding?
Come abbiamo potuto
fare a meno del personal trainer,
avendo giocato solo a calcetto
sui terreni sterrati,
mentre il compagno più sfigato
faceva da arbitro?
Come siamo sopravvissuti
alle ginocchia sbucciate
e disinfettate con la sola saliva,
senza ricorrere ad antibiotici
antisettici e medicazioni?
Come siamo riusciti
ad incontrarci con la ragazza
se non esisteva il cellulare
e gli unici sms
erano un bigliettino nel diario
e un bacio rischiato?
Come accettava di uscire con noi, se andavamo a prenderla a piedi sapendo che volevamo regalarle le ali? 
Come abbiamo potuto 
scrivere poesie e comporre canzoni 
senza l’uso del computer?
Come siamo riusciti
ad aspettare un tempo infinito
per dare il primo bacio,
se ora è l’ultimo ad 
arrivare
dopo un amplesso?
Eppure,
la nostra generazione
che non faceva l’alba,
ha saputo sognare.
Perché il cibo più sano
che l’ha nutrita,
era la speranza.
Gianni Miniello


[ Com’erano lunghi, senza fine, i giorni dell’infanzia! ]
Papà aveva la 126 rossa. Poi ha preso la Seat Fura (che era una 127 ma spagnola) sempre rossa. In casa nostra aleggiava lo spirito di Berlinguer. La 126 aveva gli interni in plastica radioattiva e d'estate dovevano intervenire i vigili del fuoco per scollarti da lì. Le macchine con gli interni in pelle erano in origine con gli interni in plastica, poi la pelle ce la lasciavi tu.
Al mare si andava con il tavolino pieghevole, quello con le seggioline dentro, la pasta al sugo, le fettine impanate e l'anguria. Le seggioline erano cappottabili, se non le piantavi bene nella sabbia ti ribaltavi all'indietro e con te volavano gnocchetti al sugo e fratello seduto di fianco, perché ti ci aggrappavi e lo tiravi con te all'inferno.
Dopo il pranzo erano tassative le tre ore. Oggi è stata smentita questa leggenda della digestione, ma se c'era una certezza per mia mamma, non era stessa spiaggia stesso mare, non era la canzone dei Righeira al Festivalbar, erano le 3 ore prima del bagno.
"Mamma mi annoio, cosa faccio per tre ore?"
"Fai un buco"
"Mamma in tre ore di buco trovo le tombe etrusche"
"Se non la smetti lo fai tra 4 ore"
Allora andavo a camminare sulle rocce, con i sandaletti di plastica e la sera quando li toglievo potevo fare il sudoku sui piedi. Piedi a scacchi.
Oggi i bambini al mare son super accessoriati. Ne ho visto uno con la maglietta in tessuto tecnico, le scarpette da scoglio, la maschera da snorkeling, il coppo... mi son girata e ho detto a mio marito "Ma dove cazzo sta andando quello?"
E lui "Guarda che è tuo figlio"
"Ah".
Ilaria Corona








Chi ci ha cacciati dal nostro paradiso? 
Quale peccato e quale angelo? 
Chi ci ha costretti a correre così, senza riposo, 
come gli affaccendati passanti di un marciapiede di Manhattan?
Carlo Levi


Dovremmo tornare ai bambini che eravamo. Non arrivavamo ai cassetti, ma avevamo sogni impossibili ogni giorno.
E con quelli toccavamo il cielo...


Non è mai troppo tardi per essere 
ciò che avremmo potuto essere. 
George Eliot

Alle bambine ribelli di tutto il mondo: 
sognate più in grande, 
puntate più in alto, 
lottate con più energia. 
E, nel dubbio, ricordate: 
avete ragione voi.
Francesca Cavallo


E gli anni novanta erano meglio di questi anni del nuovo millennio?

"Devi salutarmi", dice la zia che viene una volta al mese, quella che non saluta MAI i suoi vicini.
"Sei già grande, dovresti essere più indipendente", dice il papà mentre sua moglie gli stira i vestiti. 
"Ti fai ancora allattare?", chiede il cugino che non smette di fumare sigarette. 
"Devi ascoltare quando ti parlano", dice il nonno che prepara una bistecca al suo genero vegetariano. 
"Sei grande, devi dormire da solo, nel tuo lettino",
dice la mamma che quando il papà viaggia per lavoro va a dormire a casa dei suoi genitori!
"Presta i tuoi giochi, non essere egoista", dice il tizio che non presta la macchina nemmeno a sua moglie. 
"No è No, devi capire", dice la suocera che ancora non capisce che deve chiamare prima di presentarsi a casa della nuora. 
"Uno schiaffo educa, non è violenza", dice il portiere che ha ancora gli incubi con la cintura del padre.
"Devi rispettare gli adulti", dice la nonna che dà la Coca Cola al nipote quando la mamma non la vede. 



Il miglior regalo che possiamo fare ai nostri bambini è lasciarli tranquilli 
perché è già abbastanza difficile crescere in un mondo incoerente come il nostro. 
Questo è essere adulti...

La mia verità, 
il mio carattere e il mio nome 
erano nelle mani degli adulti; 
ho imparato a vedere attraverso i loro occhi; 
ero un bambino, 
uno di quei mostri che gli adulti fabbricano con i loro rimpianti.
Jean Paul Sartre, da Le parole


Un bambino risponde «grazie» perché ha sentito che è il tuo modo di replicare a una gentilezza, non perché gli insegni a dirlo.
Un bambino si muove sicuro nello spazio quando è consapevole che tu non lo trattieni, ma che sei lì nel caso lui abbia bisogno di te.
Un bambino quando si fa male piange molto di più se percepisce la tua paura.
Un bambino è un essere pensante, pieno di dignità, di orgoglio, di desiderio di autonomia, non sostituirti a lui, ricorda che la sua implicita richiesta è «aiutami a fare da solo».
Quando un bambino cade correndo e tu gli avevi appena detto di muoversi piano su quel terreno scivoloso, ha comunque bisogno di essere abbracciato e rassicurato; punirlo è un gesto crudele, purtroppo sono molte le madri che infieriscono in quei momenti. Avrai modo più tardi di spiegargli l’importanza del darti ascolto, soprattutto in situazioni che possono diventare pericolose. Lui capirà.

Un bambino non apre un libro perché riceve un’imposizione (quello è il modo più efficace per fargli detestare la letteratura), ma perché è spinto dalla curiosità di capire cosa ci sia di tanto meraviglioso nell’oggetto che voi tenete sempre in mano con quell’aria soddisfatta.
Un bambino crede nelle fate se ci credi anche tu.
Un bambino ha fiducia nell’amore quando cresce in un esempio di amore, anche se la coppia con cui vive non è quella dei suoi genitori. L’ipocrisia dello stare insieme per i figli alleva esseri umani terrorizzati dai sentimenti.
«Non sono nervosa, sei tu che mi rendi così» è una frase da non dire mai.
Un bambino sempre attivo è nella maggior parte dei casi un bambino pieno di energia che deve trovare uno sfogo, non è un paziente da curare con dei farmaci; provate a portarlo il più possibile nella natura.
Un bambino troppo pulito non è un bambino felice. La terra, il fango, la sabbia, le pozzanghere, gli animali, la neve, sono tutti elementi con cui lui vuole e deve entrare in contatto.
Un bambino che si veste da solo abbinando il rosso, l’azzurro e il giallo, non è malvestito ma è un bambino che sceglie secondo i propri gusti.
Un bambino pone sempre tante domande, ricorda che le tue parole sono importanti; meglio un «questo non lo so» se davvero non sai rispondere; quando ti arrampichi sugli specchi lui lo capisce e ti trova anche un po’ ridicola.
Inutile indossare un sorriso sul volto per celare la malinconia, il bambino percepisce il dolore, lo legge, attraverso la sua lente sensibile, nella luce velata dei tuoi occhi. Quando gli arrivano segnali contrastanti, resta confuso, spaventato, spiegagli perché sei triste, lui è dalla tua parte.
Un bambino merita sempre la verità, anche quando è difficile, vale la pena trovare il modo giusto per raccontare con delicatezza quello che accade utilizzando un linguaggio che lui possa comprendere.
Quando la vita è complicata, il bambino lo percepisce, e ha un gran bisogno di sentirsi dire che non è colpa sua.
Il bambino adora la confidenza, ma vuole una madre non un’amica.
Un bambino è il più potente miracolo che possiamo ricevere in dono, onoriamolo con cura.
Giorgio Gaber “Non insegnate ai bambini”



Forse parte del diventare adulti è proprio rendersi conto che magari non sei veramente geniale come pensavi. 
Ma dovrebbe accadere a quarant’anni, non a otto. 
A otto dovresti sentirti invincibile.
Jeremy Blachman, da Anonima avvocati

I bambini sono sempre come il bambino che eri: tristi e felici; e se pensi alla tua infanzia rivivi tra loro, tra i bambini segreti. Le grandi persone non sono niente, la loro dignità non risponde a nulla.
Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta


«
Cosa hai fatto tu da grande? Forse, ogni tanto, bisognerebbe proprio che qualcuno dei bambini che conosciamo, stufi marci di sentirsi chiedere in continuazione “Che cosa vuoi fare da grande?”, ci prendesse in disparte e, senza tanti giri di parole, ci chiedesse: “Ma tu, piuttosto, tu, si può sapere cosa hai fatto tu da grande?
Che cosa ne è stato di quel senso di infinito che ti prendeva ogni anno, alla fine della scuola, davanti alla distesa sterminata di un’intera estate? Che cosa ne hai fatto dei tuoi sogni, ma quelli veri, quelli che contano: gli specchi da attraversare, i mondi alla rovescia, i paesi delle meraviglie, i rifugi segreti, gli amici immaginari, i voli, tutte quelle cose che ti stanno dentro, e ti nutrono l’anima, e ti fanno sentire voluto bene da te … Che cosa ne hai fatto, tu, del tuo tempo?»
Lella Costa

"Adulto è colui che ha preso in carico il bambino che è stato, ne è diventato il padre e la madre.
Adulto è colui che ha curato le ferite della propria infanzia, riaprendole per vedere se ci sono cancrene in atto, guardandole in faccia, non nascondendo il bambino ferito che è stato, ma rispettandolo profondamente riconoscendone la verità dei sentimenti passati, che se non ascoltati diventano, presenti, futuri, eterni.
Adulto è colui che smette di cercare i propri genitori ovunque, e ciò che loro non hanno saputo o potuto dare.
È qualcuno che non cerca compiacimento, rapporti privilegiati, amore incondizionato, senso per la propria esistenze nel partner, nei figli, nei colleghi, negli amici.
Adulto è colui che non crea transfert costanti, vivendo in un perpetuo e doloroso gioco di ruolo in cui cerca di portare dentro gli altri, a volte trascinandoli per i capelli.
Adulto è chi si assume le proprie responsabilità, ma non quelle come timbrare il cartellino, pagare le bollette o rifare i letti e le lavatrici.
Ma le responsabilità delle proprie scelte, delle proprie azioni, delle proprie paure e delle proprie fragilità.
Responsabile è chi prende la propria vita in carico, senza più attribuire colpe alla crisi, al governo ladro, al sindaco che scalda la poltrona, alla società malata, ai piccioni che portano le malattie e all’insegnante delle elementari che era frustrata e le puzzava il fiato. Sembrano adulti ma non lo sono affatto.
Chi da bambino è stato umiliato, chi ha pensato di non esser stato amato abbastanza, chi ha vissuto l’abbandono e ne rivive costantemente la paura, chi ha incontrato la rabbia e la violenza, chi si è sentito eccessivamente responsabilizzato, chi ha urlato senza voce, chi la voce ce l’aveva ma non c’era nessuno con orecchie per sentire, chi ha atteso invano mani, chi le mani le ha temute.
Per tutti questi “chi”, se non c’è stato un momento di profonda rielaborazione, se non si è avuto ancora il coraggio di accettare il dolore vissuto, se non si è pronti per dire addio a quel bambino, allora “l’adultità” è un’illusione.
Io ho paura di questi bambini feriti travestiti da adulti, perché se un bambino ferito urla e scalcia, un adulto che nega le proprie emozioni è pronto a fare qualsiasi cosa.
Un bambino ferito travestito da adulto è una bomba ad orologeria.
L’odio potrebbe scoppiare ciclicamente o attendere a lungo per una sola e violenta detonazione, altri preferiscono implodere, mutilando anima e corpo, pur di non vedere.
Ciò che separa il bambino dall’adulto, è la consapevolezza. Ciò che separa l’illusione dalla consapevolezza è la capacità di sostenere l’onda d’urto della deflagrazione del dolore accumulato.
Ciò che rimane dopo che il dolore è uscito è amore, empatia, accettazione e leggerezza."
Janusz Korczak


Quando sarò grande,
voglio essere un bambino.

Joseph Heller



Bisogna davvero riuscire a conservare in sé qualche traccia inestirpabile di ciò che si è stati 
prima di quella grande disfatta che si chiama maturità.
Romain Gary


[la vita che hai vissuto ha bisogno del tuo perdono]
Il giorno in cui il bambino si rende conto che tutti gli adulti sono imperfetti, diventa un adolescente; il giorno in cui li perdona, diventa un adulto; il giorno che perdona se stesso, diventa un saggio.
Alden Albert Nowlan

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