Inconfessabili vizi...
[ Sguardi taglienti *parole infamanti *vita di gelo ]
L’arroganza, la presunzione,
il protagonismo, l’invidia:
questi sono i difetti da cui occorre guardarsi.
Plutarco
Le malattie dell'animo sono vizi inveterati e incalliti, come l'avarizia o come l'ambizione; e, quando sono troppo radicate diventano mali insanabili. In poche parole: la malattia è un atteggiamento dello spirito ostinato nel male, e consiste nel desiderare intensamente cose che poco meritano; o se preferisci, nell'essere troppo proclivi verso cose che sono poco desiderabili, o del tutto indesiderabili; oppure nel dare grande importanza a cose che dovremmo giudicare di poco o di nessun valore.
Le cattive inclinazioni, invece, sono moti disordinati e improvvisi dell'animo che, quando sono trascurati e si ripetono con frequenza, provocano il male, così come il catarro, non ancora cronico, provoca la tosse; ripetendosi spesso, produce la tisi. Perciò, quelli che hanno molto progredito sono al sicuro dalle malattie, ma, sebbene vicini alla perfezione, sentono ancora le cattive inclinazioni.
Seneca, "Lettere a Lucillo"
Un giorno noi sensibili, sognatori e idealisti migreremo in un'altra galassia e in questo pianeta resteranno solo i furbi e gli egoisti a guardarsi smarriti e a non capire più con chi prendersela.
Fabrizio Caramagna
[le persone più sensibili calamitano spesso molta aggressività esterna su di sé]
La sensibilità è la capacità di percepire il mondo intorno a sè, comprese le emozioni delle altre persone, e una persona sensibile è automaticamente una persona empatica. Una persona empatica è una persona che sente le emozioni degli altri, le sente, non solo le capisce... questo fa di lei una persona aperta agli altri, non chiusa. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che se io sento che tu sei triste e percepisco questa tua tristezza allora cercherò di aiutarti, proprio perchè percepisco la tua sofferenza e so che se tu soffri di meno allora anche io percepirò meno questa sofferenza. Le persone aggressive sono invece persone chiuse. individualiste. che pensano "qui finisco io". Queste persone vedono nelle persone aperte verso gli altri, persone deboli; e se ne approfittano perchè dentro di sè intuiscono che chi è aperto sta molto meglio di chi è chiuso; e se una persona è molto aggressiva scaricare la sua aggressività su qualcun altro la fa sentire meglio. Una persona sensibile è come una finestra spalancata: entra l'aria fresca, entrano le farfalle… ma entrano anche i calabroni e le vespe!
Le persone sensibili pensano sempre di sbagliarsi e danno sempre molte possibilità agli altri.
Poi c'è un momento in cui capiscono, di colpo e allora diventano delle furie … in spagnolo si dice "la pagliuzza che ruppe il dorso del cammello": tu carichi un cammello, che è animale usato anche come animale da soma, con un carico e lui regge; poi aggiungi ancora e lui regge; poi aggiungi un fazzoletto e lui si piega per il peso.
Si possono avere idee completamente diverse pur rispettandosi. Succede che le persone sensibili abbiano speranza che l'altro capisca e allora magari urlino per farsi sentire meglio e anche per esasperazione e anche che una persona sensibile sente il suo proprio dolore e lo comunica, urlando, sbattendo porte. Una persona sensibile sente e questo sentire si vede. Ma alla persona brusca, aggressiva, con quel non so che di senso di superiorità che sfugge al confronto in una manipolazione e un disprezzo che c'erano sempre stati e che non si voleva vedere e alla quale ora, dopo averlo visto, si dice "buona vita". Non voglio mai più avere a che fare con una persona simile…
Una persona sensibile alla fine mette insieme i pezzi. E quando ha il quadro completo non ce n'è più, ma perché sente che non ha altro da fare, che la sofferenza di avere a che fare con quella persona è diventata troppa e oramai senza più senso.
[vanagloria*superbia*narcisismo]
Assieme alla lussuria, la gola è il vizio più confessabile. Nessuno si vanterà pubblicamente di essere invidioso, avaro, superbo, iracondo, negligente. Ma nessuno si vergognerà di dire che va matto per i dolci.
“Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”.
“O mia regina, tu sei bella,
ma al di là dei monti e dei piani
presso i Sette Nani,
Biancaneve è più bella di te”.
“O mia regina, tu sei bella,
ma al di là dei monti e dei piani
presso i Sette Nani,
Biancaneve è più bella di te”.
L'invidia è una confessione d'inferiorità.
Honoré de Balzac
E uno scontro mortale tra donne, basato sull'invidia è il perno su cui gira la favola di Biancaneve: nello specifico sul problematico rapporto madre*figlia, sull'incedere impietoso del tempo che avanza sopra la bellezza e il potere della gioventù. Questa Ombra Materna Negativa ce l'abbiamo tutti noi dentro (noi adulti pensiamo sempre che i giovani sono stupidi e che noi abbiamo ragione per questioni di esperienza); in un angolino nascosto della mente, prima o poi salta fuori e ci mette con le spalle al muro: questa Ombra Materna Negativa ci vuole dominare, non ci vuole far crescere, ci vuole tenere al buio, sottomessi. I genitori ci generano, ci creano, si dice che ci danno alla Luce... ma attenti che in loro esiste una tendenza naturale, se non si sono evoluti, ad eclissare i figli, a rivedersi nei figli e quindi manovrarli, rimediare nei figli i loro errori, raggiungere nei figli i loro sogni falliti. La vera maternità o paternità ti apre dentro, ti spacca, di porta a morire in dono per l'altro, questo non è facile, soltanto l'amore vero può affrontare questo processo di morte, perchè soltanto l'amore sa morire. La natura invece si aggrappa al suo istinto di sopravvivenza egocentrica, ecco perché è così difficile amare e soprattutto fare i genitori. La madre diventa matrigna e il padre un cacciatore.
“La parola invidia deriva dal latino invidere, e cioè, e indica l’atteggiamento risentito di chi guarda la bellezza, la felicità, la ricchezza, il successo di un altro e confrontandoli con il proprio stato prova un sentimento di rancore. Dunque è attraverso l’occhio che si compie la cattiva intenzione, il maleficio che può portare un danno anche grave a chi è l’oggetto di quello sguardo”.
È il dubbio sul valore personale, sulle proprie risorse di affermazione a mettere in moto un sentimento potente quasi quanto l’amore: l’invidia, ma che – contrariamente al primo che sbandiera al mondo intero la sua esistenza – deve essere tenuto nascosto anche a se stessi, perché riconoscerlo significherebbe ammissione di inferiorità.
Buone o cattive, generose o egoiste, almeno una volta nella vita a tutte è capitato di essere colpite da una fitta di invidia. Eppure non se ne parla. Solo a nominarla ci si sente deboli e inferiori.
Ma negata a parole, si rivela nei gesti.
Un solo sguardo può bastare.
Ph del 1957 di Joe Shere che ritrae Sophia Loren e Jayne Mansfield
Ma negata a parole, si rivela nei gesti.
Un solo sguardo può bastare.
Ph del 1957 di Joe Shere che ritrae Sophia Loren e Jayne Mansfield
L’invidioso non usa mai ciò che ha, gli manca sempre ciò che vuole. Non ha, e non è: cerca di essere e di avere qualcosa che nemmeno conosce e che desidera solo perché appartiene ad altri.
A volte, ciò che provoca l'invidia non è il tuo denaro,
la tua auto o le cose che hai, perché può succedere
che l'invidioso abbia tutto questo o anche di più.
Quello che causa l'invidia è la tua essenza,
è la tua energia, è ciò che sai fare bene e lui no,
è il successo con la tua famiglia, sono i tuoi talenti,
la tua aura, le tue relazioni ..
Il modo con cui gestisci i tuoi valori attraverso la vita,
quelle cose che ti fanno risplendere e che nessuno mai
potrà spegnere.
Questo è ciò che uccide qualsiasi persona
invidiosa e non immagini nemmeno cosa darebbe per avere
quella luce che proviene dal tuo essere e che mai potrà copiare.
Il pensiero di Totò sull'Invidia.
L’invidia è la religione dei mediocri.
imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato.
Carlos Ruiz Zafón
II carburante dell'amore, l'ossitocina, è anche
alla base dell'invidia. Lo rivela una nuova ricerca dell’Università di Haifa (Israele), per la quale questo ormone, a seconda dei contesti, può generare sentimenti come invidia e malvagità.
«Gli studiosi definiscono l'invidia come un dispiacere nel vedere il successo altrui. Nasce quando gli altri hanno qualcosa che noi vorremmo: un oggetto, un lavoro, un amore...»
Tutti la provano, ma nessuno l'ammette perché è come ammettere di sentirsi inferiore agli altri e volere il loro male. Nell'invidia l'altro è ritenuto indegno di possedere l'oggetto dei nostri desideri. Anche se il soggetto invidiato percepisce su di sé qualcosa di simile al malocchio, tutti vogliamo essere invidiati: andiamo in vacanza alle Maldive per poterlo poi raccontare, compriamo una macchina costosa per mostrarla e cosi via...
La parola "invidia" deriva dal latino in-vedere, cioè "guardare malevolmente". La si nutre soprattutto per le persone vicine, simili a noi, a cui vogliamo anche bene, per chi ha le nostre stesse condizioni di partenza, ma poi fa meglio di noi. Si invidia il collega bravo, non il direttore generale. O il vicino di casa ricco, non Bill Gates. Oppure l’amica più bella e non la top model: «La somiglianza fa scattare l'immedesimazione e ci fa pensare che saremmo potuti essere noi al suo posto».
Invidia
Invidia
E peggio delle persone invidiose ci sono
quelle convinte di essere invidiate.
L’uomo va giudicato soprattutto dai suoi vizi; le virtù si possono fingere; i vizi invece sono sempre genuini.
Klaus Kinski
Non ci manteniamo nella virtù grazie alla nostra forza, ma grazie al contrappeso di due vizi opposti, così come restiamo in piedi tra due venti contrari: se togliamo uno di questi vizi, precipitiamo nell’altro.
Blaise Pascal, Pensieri
Le azioni di tutti gli esseri umani hanno una o più di queste sette cause : opportunità, natura, obbligo, abitudine, ragione, passione o desiderio.
Aristotele
La vanità è così ancorata nel cuore dell’uomo che un soldato, un servitore, un cuoco, un facchino, si vanta e vuole avere i suoi ammiratori; i filosofi stessi ne vogliono, e coloro che scrivono contro la vanità vogliono avere il vanto di aver ben scritto, e coloro che li leggono quello di averlo letto, e io che scrivo questo, forse nutro questo desiderio, e forse anche coloro che lo leggeranno...
Blaise Pascal
È meglio capitare tra i corvi che tra gli adulatori: gli uni divorano i cadaveri, gli altri i vivi.
Antistene
Antistene
Non dire a nessuno dove ti fa male, perché sarà il posto dove ti colpiranno.
Paulo Coelho
[la cattiveria è per gente infelice, frustrata, mediocre e invidiosa...]
Se la cattiveria o l'invidia fossero tangibili ed avessero una forma...
avrebbero la forma di un boomerang.
Charles Reese
avrebbero la forma di un boomerang.
Charles Reese
Queste son certamente parole da ignoranti, che a volte puoi trovare con il petto in fiamme per motivi di poco o nessun conto.
È piacere senz’altro degno di un animo sempre meschino, la vendetta.
Giovenale, Satira XIII vv.180-182 e 189-191
Se la tua rabbia diminuisce nel corso del tempo, hai commesso un'ingiustizia; se aumenta, l'hai subita.
Nassim Nicholas Taleb
Dimenticheremo tutte le cose brutte
e ricorderemo solo quelle belle,
perché siamo esseri umani
ed è così che sopravviviamo.
Lucinda Riley