Sapiens sapiens...

 

E dopo milioni di anni di stramba evoluzione arriva l'homo sapiens che più sapiens non si può... l'homo che pe' esse homo 'a da puzzà, come il resto del mondo animale!

Le recenti scoperte in genetica stanno costringendo gli scienziati a riconsiderare la storia delle nostre origini. Dai misteriosi frammenti di DNA alle inaspettate connessioni con antenati perduti da tempo, le prove suggeriscono che il viaggio dell'umanità è stato molto più complesso – e molto più strano – di quanto avessimo mai immaginato.

E se la civiltà umana fosse fiorita oltre 100mila anni fa, ma ora ne sia scomparsa ogni traccia?




Quando cominciò a manifestarsi  il comportalmente moderno... anche se gli studiosi ritengono che l'homo sapiens abbia raggiunto la modernità comportamentale solo 50mila anni fa.

E qualcuno, 73mila anni, fa ha fatto il primo petroglifo finora rinvenuto...

[E per 100mila anni il clima del Vecchio mondo fu sensibilmente più freddo di quanto non lo sia oggi. Con l'ultima era glaciale, o Glaciazione Würm, (il periodo più recente di estesi ghiacciai terrestri) che si è verificò nel Pleistocene tra ca 110.000 e ca 11.700 anni fa. Durante questo periodo, il picco massimo della glaciazione, noto come Ultimo Massimo Glaciale (Last Glacial Maximum o LGM), si è verificato circa 20.000 anni fa. Fu in quel periodo che il continente venne popolato dalla nostra specie, l’Homo sapiens sapiens, quella che più sapiens non si può, tanto sapiens da massacrare, abusare, uccidere, violentare, torturare...]




[culla delle migrazioni che hanno portato all'uomo modermo]
Le montagne del Caucaso spiegate...


Un'importante testimonianza della composizione della popolazione nell'Italia meridionale durante il Paleolitico Superiore (40.000 – 10.000 anni fa). un'importante testimonianza della composizione della popolazione nell'Italia meridionale durante il Paleolitico Superiore (40.000 – 10.000 anni fa) trovati nel genoma di un bambino di 17mila anni fa in una grotta pugliese. Il piccolo aveva gli occhi azzurri e la pelle più scura di quella degli europei moderni.

Tra 40mila e 25mila anni fa un buco temporale preistorico che ancora non si è riuscito a spiegare.

E circa 35.000 anni fa,  l'Homo sapiens sapiens, che più sapiens non si può, sbaraglia l'intera concorrenza evolutiva imponendosi su tutte le altre specie di Homo; Homo sapiens sapiens che è il nostro diretto progenitore; che è l'unica specie di ominide rimasta al mondo a contendersi la Terra con il resto del feroce mondo animale...

I Neanderthal non si estinsero affatto, anche se la loro morfologia caratteristica scomparve.
In noi ci sarebbero pezzetti di dna del neanderthal...
L'Istituto Max Plack di Leipzig, in Germania, ha pubblicato nel 2014 sulla rivista Nature, lo studio della mappa del Dna del più antico uomo moderno noto, vissuto 45.000 anni fa in Siberia: le analisi genetiche dimostrano che Sapiens e Neanderthal si 'incrociarono' tra 50 e 60 mila anni fa e che l'apporto genetico di questi ultimi è stato più basso di quanto considerato finora. 
nel link la ricostruzione scenica dell'incontro tra
Homo sapiens sapiens e Neanderthals...
ma come era la sessualità nelle caverne?


"Si tratta dell'ulteriore prova del
l'inbreeding avvenuto tra i Neanderthal e l'Homo Sapiens", ha spiegato il paleoantropologo Alfredo Coppa, dell'Università Sapienza di Roma. Lo studio aggiunge nuove prove dell'incrocio tra questi due gruppi umani e restringe di molto il periodo in cui ciò avvenne, passando da un arco temporale stimato finora tra i 37 e gli 86 mila anni fa a una 'forchetta' di appena diecimila anni. A rivelarlo sono analisi del Dna eseguite su uno dei più antichi resti di Sapiens ritrovati fuori dall'Africa vissuto 45 mila anni fa nell'attuale Siberia.

Il ruolo delle ibridazioni diventa sempre più cruciale per comprendere non solo l’evoluzione della nostra specie Homo sapiens sapiens (originata in Africa tra i 300.000 e i 200.000 anni fa), che con Neanderthal e la sua “specie sorella” Denisova si è scambiata geni in ripetute occasioni, ma anche l’evoluzione di tutto il genere HomoSecondo gli autori di uno studio, ciò che è avvenuto tra i 700.000 e i 600.000 anni fa tra Neandersovani e Erectus e si è sostanzialmente ripetuto intorno ai 50.000 anni fa tra sapiens sapiens da una parte e Neanderthal e Denisova dall’altra. 



Gli esseri umani moderni portano ancora il DNA di questi cosiddetti cugini "estinti", i Neanderthal. Attraverso prove fossili, mappature genetiche e migrazioni storiche, esploriamo come Homo sapiens e Neanderthal non solo si siano incontrati, ma si siano anche mescolati, incrociati e modificati a vicenda per sempre.


Così come i Neandersovani si sono accoppiati con la popolazione “super-arcaica” che hanno trovato in Eurasia (discendenti dei primi erectus fuorisciti dall'Africa ca 2milioni di anni prima), arrivando lentamente a sostituirla, sapiens ha incontrato Neanderthal e Denisova fuori dall’Africa: con questi si è prima accoppiato e poi li ha sostituiti. In entrambi i casi però i nuovi arrivati si sono portati dietro nel proprio genoma le tracce di queste ibridazioni.


Homo sapiens è uscito dall'Africa più volte, ma solo intorno a 65mila anni fa inizia quell'espansione che porterà a quasi tutte le popolazioni odierne.

E dall'Asia gli umani arrivarono in Australia tra i 60.000 e i 40.000 anni fa. E popolarono il Giappone circa 35mila anni fa.

Ma lo studio sul DNA australiano raccontanto una storia diversa...




E uno dei gruppi di sapiens più antichi sono quelli denominati Cro*Magnon (dal luogo del loro primo ritrovamento). I Cro*Magnon rappresentano un momento cruciale nella storia dell'evoluzione umana.
Questi Homo sapiens arrivarono in Europa circa 45.000 anni fa, sostituendo gli ultimi Neanderthal e lasciando dietro di sé una ricca eredità culturale e genetica. La storia dei primi europei è un affascinante viaggio nel tempo, a partire dall'arrivo dei Cro*Magnon, termine tradizionalmente usato per descrivere le popolazioni che vissero in Europa tra i 40.000 e i 20.000 anni fa. Alcuni dei primi esempi provengono dalla Grotta di Oase in Romania, dalla Grotta di Bacho Kiro in Bulgaria e da Zlaty Kun nella Repubblica Ceca.

E la cultura aurignaziana (paleolitico superiore) si sviluppò in Europa, e in piccola parte anche nel sud-ovest asiatico, tra 47.000 e 26.000 anni ed è associata ai Primi esseri umani moderni europei.

ph Dima Minakin

Ayla figlia della Terra...

ph Jeremy Gibbs


E circa 35.000 anni fa,  l'Homo sapiens sapiens, che più sapiens non si può, sbaraglia l'intera concorrenza evolutiva imponendosi su tutte le altre specie di Homo; Homo sapiens sapiens che è il nostro diretto progenitore; che è l'unica specie di ominide rimasta al mondo a contendersi la Terra con il resto del feroce mondo animale...

La cultura Gravettiana...  diffusa tra 33.000 a 24.000 anni e che ha dominato l'Europa prima che i ghiacci la stringessero nella loro morsa.

28mila anni fa... Gunung Padang, situato in Indonesia, un sito antico che ha suscitato un acceso dibattito tra archeologi e geologi. Il sito contiene enormi blocchi di pietra disposti a terrazze, suggerendo una struttura complessa. Ulteriori esplorazioni hanno rivelato prove di strati artificiali sotto la superficie, risalenti fino a 28.000 anni fa, molto prima di civiltà conosciute come i Sumeri e gli Egizi. La scoperta di tecniche di costruzione avanzate, antichi manufatti e possibili proprietà mistiche sfida le narrazioni storiche esistenti e solleva interrogativi sulle origini della civiltà umana, rendendo Gunung Padang un sito chiave per la riscrittura della storia.

22mila anni fa... al picco dell'ultima era glaciale, quando le acque era sotto di 120 mt.


[e sembrerebbe che le Americhe furono le ultime terre ad essere colonizzate]
Antiche impronte a WHITE SANDS, NEW MESSICO impronte di bambini e adulti, cacciatori e raccoglitori, che si muovono lungo le rive fangose del lago sfidino le ipotesi precedenti. Queste impronte umane forniscono una prova convincente della presenza umana nelle Americhe, risalente a 22.000 anni fa.
Anche se va per la maggiore che fli amerindi sembrano essere diretti discendenti dei primi umani
 ad aver attraversato (ca 20.000 anni fa) la Beringia: si sarebbero dispersi nel continente americano dando origine a due lignaggi differenti; il primo avrebbe dato origine ai popolamenti settentrionali, e il secondo sarebbe stato l'antenato dei popolamenti del centro e sud America. I primi umani che oltrepassarono la Beringia impiegarono almeno 2 mila anni per raggiungere la Patagonia. A questa migrazione ne seguirono però delle successive, che in alcuni casi portarono alla sostituzione delle popolazioni presenti. Infatti avvennero tre grosse ondate migratorie: circa 15, 9 e 4 mila anni fa.
E se le radici profonde degli antenati nativi americani si estendessero non solo in Siberia e Beringia, ma anche più indietro, nell'Asia orientale, attraverso antiche popolazioni che solo ora stiamo iniziando a comprendere? E se la storia dei primi americani non fosse iniziata in Alaska, ma in una grotta vicino a Pechino, in Cina? Uno di questi antenati potrebbe essere una figura singola e solitaria: l'Uomo di Tianyuan, le cui ossa risalenti a 40.000 anni fa sussurrano segreti sui primi rami dell'albero genealogico umano, e anche una misteriosa calotta cranica di un'antica donna della Mongolia si intreccia in questa narrazione.

Nelle profondità dell'ultima Epoca Glaciale, quando l'Europa era intrappolata nella neve e nel ghiaccio e vaste mandrie di renne, cavalli e mammut vagavano per una steppa desolata, un popolo unico emerse nell'angolo più occidentale del continente. Erano i Solutreani (21mila*17mila anni fa), maestri scalpellini che forgiavano strumenti di una delicatezza quasi soprannaturale, producendo lame così fini che gli scheggiatori moderni ne ammirano la simmetria. Eppure il loro mistero non risiede solo nella loro arte, ma anche nella loro discendenza. Per decenni le loro origini hanno lasciato perplessi gli archeologi. Erano gli eredi dei Gravettiani, che avevano dominato l'Europa prima che i ghiacci stringessero la loro morsa, o nuovi arrivati ​​da oltre il Mediterraneo?
E se si parlasse anche di antichi antenati provenienti  dall'Australia che colonizzarono già 20mila anni fa il Sud America mentre gli asiatici, attraversarono lo stretto di Bering, cominciarono a colonizzare le Americhe dal nord?

E se antichi navigatori provenienti dall'Australasia raggiunsero la California oltre 20.000 anni fa? Nuovi studi che collegano genetica, morfologia del cranio e antiche rotte migratorie stanno riscrivendo la nostra comprensione del popolamento del Nuovo Mondo. Nella foschia mattutina al largo della costa della Bassa California, si potrebbe immaginare una stretta canoa che emerge dalle onde agitate: pagaiatori avvolti in pelli di leone marino, con gli occhi di ossidiana che scrutano la costa lontana. Il loro aspetto: testa allungata, snella e spigolosa, sorprendentemente diversa dalle popolazioni dal volto robusto più a nord o nell'entroterra. Questi antichi navigatori erano forse i discendenti di una migrazione dimenticata, un popolo imparentato non con i siberiani che attraversarono il ponte di terra di Bering, ma con i primi austronesiani navigatori del Sud-est asiatico insulare e della Melanesia?




Nell’Europa del nord, 18mila anni fa, prima del diluvio... ai tempi di Doggerland: un nome ancora poco conosciuto; il nome di una terra scomparsa.
Il luogo dove è stato ritrovato un arpione di osso intagliato della lunghezza di 21,6 cm. Un’arma realizzata dalla mano dell’uomo che l’analisi del C-14 ha datato nell’11.740 a.C., un’epoca ancor più antica del favoloso complesso di Göbekli Tepe.


Un'importante testimonianza della composizione della popolazione nell'Italia meridionale durante il Paleolitico Superiore (40.000 – 10.000 anni fa) trovati nel genoma di un bambino di 17mila anni fa in una grotta pugliese. Il piccolo aveva gli occhi azzurri e la pelle più scura di quella degli europei moderni.

Circa 12.000 anni fa tutto è cambiato.Per i precedenti 200.000 anni, l'Homo sapiens ha vissuto come cacciatore-raccoglitore, migrando, condividendo, adattandosi.


E durante il periodo di riscaldamento globale, all’inizio dell’Olocene (ca. 11.700 anni fa), il livello dei mari cominciò a salire. Questo processo, che continuò per ben due millenni, portò alla rottura dei ghiacci nel continente nordamericano (in quell’epoca era la massa di ghiaccio più estesa del globo) e questo provocò un aumento del livello dei mari di addirittura 120 metri...

Quindi intorno al 10.000 a.C. (con lo scioglimento dei ghiacci dell'ultima era glaciale) vennero a termine le civiltà che fino ad allora si erano venute a formare... l'Umanità fu di nuovo resettata e nuovamente ricominciò da zero.

L'Uomo della Grotta degli Spiriti: un uomo del primo Olocene (10mila anni fa), testimone del ritiro finale dell'era glaciale... come la scienza avrebbe poi dimostrato, antenato genetico degli odierni popoli nativi americani. Ma rimangono misteri sul suo rapporto con i primi nativi sudamericani e sulle antiche origini dei suoi antenati.

E forse ha ragione lo studioso indiano di fine Ottocento Bal Gangadhar Tilak affermando che, in base ai Veda, le popolazioni indoeuropee sarebbero vissute anticamente nell'estremo Nord dell'Europa e dell'Asia... da dove (ndr) è possibile siano discese (causa gli sconvolgimenti  per lo scioglimento dei ghiacci) verso la zona pontico*caucasica dalla quale, millenni dopo, sarebbero ripartiti come indoeuropei giungendo, da una parte, nuovamente negli attuali territori della Germania e della Scandinavia solamente intorno al 3.200*2.800 a.C. e, dall'altra parte dirigendosi verso l'Asia orientale.

 E col termine dell'ultima era glaciale, l'evoluzione non fu più fisica ma culturale.

Illustrazione Milo Manara


In un susseguirsi di popoli, in un'infinità di usi e costumi, ma con sempre le medesime amenità che gli esseri umani sono stati capaci di produrre: 
sesso senza pudore, 
riproduzione selvaggia, 
orrori e guerre da sempre e per sempre...

[ricostruzione si una caccia al mammut dal film  "10mila BC" ...]

[la Terra 10mila anni fa]
E fu all'inizio del Neolitico (ultimo periodo della Preistoria), circa 10.000 anni fa, che nacque l'agricoltura, segnando un passaggio fondamentale nella storia umana dal nomadismo dei cacciatori-raccoglitori alla vita stanziale e all'allevamento. La domesticazione di piante e animali ha portato a un'evoluzione significativa della società umana, influenzando l'organizzazione sociale, l'economia e la tecnologia. La pratica dell'agricoltura nasce (simultaneamente?!?) in diverse regioni del mondo in modo indipendente portando alla progressiva formazione di villaggi stabili.

[gli europei, fino a 10*12mila anni fa avevano la pelle scura...]

E se nell'8mila a.C. gli inglesi avevano pelle scura, capelli ricci e neri,  e occhi chiari...




...perché ora sono geneticamente

E pare che intorno all' 8.000 a.C. le popolazioni di Homo sapiens sapiens (uscite dall'Africa 200.000 anni fa) che proliferarono nel sud del Caucaso si spostarono nelle steppe sarmatiche (attuale Ucraina), da una parte, e verso est (India, Cina e, successivamente, Australia e Americhe), dall'altra; arrivarono 
5.000 anni di migrazioni dalle steppe dell'Eurasia all'Europa: un periodo di tremenda violenza che ha portato la popolazione maschile dell'epoca a ridursi fino al 95%...
Nel piccolo paese di Herxheim, vicino a Landau (Baviera), si cela una storia sorprendente risalente alla preistoria (in un tempo in cui la paura prese il posto della fiducia). I ricercatori hanno scoperto resti umani risalenti a circa 7.000 anni fa, in una quantità che suggerisce la presenza di oltre mille persone sepolte. Questi resti mostrano segni di manipolazione, come la rimozione accurata di carne e tessuti dai ossa, spingendo gli studiosi a interrogarsi sulla natura di queste pratiche, forse rituali. Tra i reperti, spiccano calotte craniche lavorate in forme particolari.
Come ci suggerisce la storia televisiva di Conan il Barbaro.



Sguardo di ghiaccio come le popolazioni del Nord, pelle, barba e chioma d'ebano come le genti africane. L'analisi del genoma di un antico cacciatore*raccoglitore, vissuto in Europa tra l'8mila a.C. e i 3mila a.C., ha rivelato particolari curiosi sulle sue caratteristiche fisiche.

E nel mezzo del cammin di nostra Umanità c'è la nostra storia... che tutti noi conosciamo!


La diffusione dell'aplogruppo R1a del DNA paterno nell'Europa centrale e orientale. In particolare, tra le subclade di R1a,  il processo di diffusione di Z282,  relativo allo Scandinavo e al Protoslavo.


Il Neolitico termina intorno al 4.000 a.C., quando si passa dalla Preistoria alla Storia, ovverosia alle documentate azioni umane.






E intorno al 4.000 a.C. si diffonde quella cultura chiamata Kurgan (dai tumuli funerari che costruisce) che aiuta a comprendere la diffussione di quelle popolazioni definite indoeuropee.



Ma come mai gli indoeuropei spiazzarono le popolazioni precedenti in Europa (che ricordiamo aveva subito una colonizzazione di cacciatori*raccoglitori ca 14mila anni fa ed una colonizzazione di agricoltori ca 8mila anni fa)?


La maggior parte degli uomini dell'Europa occidentale discende da un unico lignaggio genetico. Questo lignaggio si chiama R1b ed ha origini steppiche, tra i nomadi Jamnaya, un popolo nomade dell'età del bronzo proveniente dalle steppe pontico-caspiche, noto per la sua cultura funeraria nei kurgan, l'addomesticamento e l'uso di cavalli e carri per il movimento su larga scala, e la metallurgia avanzata. La loro diffusione in Europa e Asia ha lasciato un'eredità genetica duratura e ha svolto un ruolo cruciale nella diffusione delle lingue indo-europee

Ma come fecero gli "Indoeuropei" ad espandersi in un'Europa già densamente popolata? Oggi abbiamo un'inquietante risposta. Forse portando la peste con sè, un po' come successe nelle Americhe dove gli europei portaro il vaiolo...



E al tempo dei Sumeri e degli Egizi appartiene Oetzi [c.a. 3.300 a.C.], l'uomo venuto dal ghiaccio delle Alpi... 
Era un maschio adulto, alto circa 160 cm, e al momento della morte doveva avere all'incirca 46 anni. Un'età ragguardevole in un'epoca in cui l'aspettativa di vita media non era superiore ai 30-35 anni.


ma Ötzi aveva pelle scura...

Oetzi... il film del 2020.
Oetzi, che faceva parte di quegli individui che erano appena arrivati (qualche migliaia di anni prima) dall'Anatolia. Quegli individui che furono gli europei più a noi prossimi... ed il loro dna è prevalente in sud Europa. Mentre nel nord Europa prendevano piede popolazioni che venivano dall'est, dall'Asia, dalle steppe della Siberia.

L'uomo venuto dal ghiaccio Ötzi è noto per essere stato un aplogruppo G.

E l'ipotesi di un'origine pontico*caucasica delle popolazioni indoeuropee rimane la più accreditata. Con gli indoeuropei che sarebbero arrivati negli attuali territori della Germania e della Scandinavia solamente intorno al 3.200*2.800 a.C. in un successivo andirivieni dai territori scandinavi alle terre mediterranee...

E intorno al 2200 a.C. incontriamo Ava, una donna vissuta all'età del Bronzo (oltre 4200 anni fa) in Scozia, ovverosia quando nel Medio Oriente la bimillenaria civiltà sumera, colpita dal vento del male veniva senza colpo ferire invasa dagli Amorrei scomparendo nel nascituro impero babilonese... e quando la civiltà egizia, in attività da quasi mille anni, spadroneggiava ad ovest del Medio Oriente...





E seguendo e comparando le linque europee (sino al 2.000 a.C.) si cerca di ricostruire la storia dei popoli protoindoeuropei.

Ma perché gli indoeuropei hanno spiazzato le popolazioni precedenti in Europa ( che ricordiamo aveva subito una colonizzazione di cacciatori*raccoglitori ca 14mila anni fa ed una colonizzazione di agricoltori ca 8mila anni fa)?

Indizi delle migrazioni le troviamo nella genetica dei danesi...

E sembrerebbe che in Europa la vera storia inizi intorno all'anno mille a.C. con i Celti... quello Celtico è un bel miscuglio di popolazioni ma nonostante i tanti reperti archeologici venuti alla luce anche ultimamente, le loro origini sono ancora poco chiare. Possiamo ipotizzare di popolazioni Indoeuropee per via degli spostamenti di grandi masse dal sud dell'attuale Russia verso l’Europa alla ricerca di un clima migliore e terre da coltivare. Questi saranno gli antenati dei Celti che divennero Galli, Germani, Britanni, Latini, Greci etc… 



Gli aplogruppi non costituiscono una parte importante del genoma, ma ci raccontano di alcuni dei nostri antichi antenati. Gli aplogruppi R1a e R1b possono dirci qualcosa sui protoindoeuropei: gli aplogruppi del DNA-Y corrispondano alle antiche tradizioni patrilineari.


R1b, che ora costituisce gli europei, compare frequentemente nell'Africa centro-occidentale.

aplogruppo Y-DNA R1a

World Population growth between the years 10mila b.C. and 2100 d.C.



E nel futuro incroceremo l'homo galacticus... sembra fantascienza ma già si studiano i viaggi interstellari che possono durare più di una vita!



Ma come saremo tra 1.000 anni?
Dalla sua creazione, gli esseri umani sono cambiati molto. Durante i suoi primi passi sulla terra, assomigliava ad una scimmia con il suo aspetto molto primitivo. Nel prossimo futuro, potrebbe assomigliare di più a uno zombie. Secondo previsioni scientifiche molto serie, potrebbe avere un aspetto che è un incrocio tra il Gobbo di Notre Dame e Gollum (per dirla semplicemente). Completamente distorto dalle nuove tecnologie, il corpo umano di domani è spaventoso da vedere. 


Ecco un'anteprima e chiaramente non ti fa venire voglia di essere immortale. Un corpo trasformato dalle nuove tecnologie. Conosci i volti dei nostri antenati. Uomini ricoperti di peli con mascelle voluminose e volti molto “animali”. Ma sapete che aspetto avranno i nostri successori, quelli che vedranno la nascita delle macchine volanti e che parleranno con gli ologrammi? Beh, non è molto bello da vedere. L'azienda americana Toll Free Forwarding, specializzata in telecomunicazioni, ha collaborato con gli scienziati per creare "Mindy", un modello 3D che rappresenta gli esseri umani come potevano essere nell'anno 3000. Questa iniziativa mira a illustrare le trasformazioni dei potenziali danni fisici indotti dall'attività quotidiana e intensiva utilizzo di smartphone , laptop e altri dispositivi digitali. Schiena arcuata e spalle arrotondate. Trascorrere lunghe ore curvi sui nostri schermi potrebbe portare ad una pronunciata curvatura della schiena e alle spalle arrotondate . Secondo l'esperto di salute e benessere Caleb Backe, "stare seduti al computer in ufficio per ore e ore significa che il busto è tirato davanti ai fianchi anziché essere dritto e allineato". Il corpo umano del futuro si sposterà quindi in avanti. Il “collo tecnologico” e le dita adunche. La postura adottata durante l'utilizzo dei nostri dispositivi mobili sollecita eccessivamente i muscoli del collo, portando ad un ispessimento del collo, fenomeno spesso definito "collo tecnologico". Inoltre, il modo in cui teniamo i nostri telefoni può causare deformità della mano , nota come “artiglio del testo” o sindrome del tunnel cubitale, caratterizzata da dita storte. Di conseguenza, gli esseri umani del futuro avranno il collo infilato nelle spalle come pipistrelli e le palle sulle nocche come le streghe. I gomiti sono costantemente piegatiIl mantenimento prolungato dei gomiti ad un angolo di 90 gradi, una posizione comune quando si utilizzano gli smartphone, potrebbe comportare un adattamento permanente di questa articolazione. Il dottor Nikola Djordjevic spiega che "tenere il gomito piegato per lungo tempo può allungare il nervo dietro il gomito ed esercitare pressione su di esso". Il corpo umano del futuro sarà quindi in parte modellato (o meglio paralizzato) dall’utilizzo delle nuove tecnologie. Chip connessi impiantati nel corpo? Il progetto è già al lavoro. Questo dettaglio corporeo forse non aspetterà l'anno 3000 per diventare "generalizzato". Inoltre, in Svezia , alcuni residenti indossano il chip come si indossa un orecchino o un braccialetto. Questo impianto elettronico innestato sulla pelle contiene il loro codice digitale, i loro biglietti del treno e la loro carta di credito. O un po' della loro vita intera. Non c'è bisogno di girare la borsa per mettere le mani sulle chiavi o sul portafoglio. L'inarrestabile Elon Musk porta l'idea ancora oltre. Con Neuralink mira a impiantare chip collegati nel cervello umano . Ma per ora questo progetto un po’ folle non è ben accolto dalla classe scientifica. Il corpo umano del futuro non assomiglia a un cyborg o a una creatura di fantascienza, ma piuttosto a un burattino distorto dalla tecnologia. Questa immagine scioccante ci ricorda l’importanza, persino l’urgenza, della disintossicazione digitale .


L'umanità è vissuta e si è civilizzata nella violenza, in un'intricata fusione tra sesso e cultura... non esiste un'era d'oro, e non importa quanto ci sforziamo di romanticizzare ed emulare le grandi civiltà del passato: nei secoli scorre lo stesso racconto brutale e violento. Rimettiamo i piedi a terra e ammettiamo la nostra natura animalesca in una presa pessimistica ma realistica della vita, dove gli stessi schemi e comportamenti si ripetono all'infinito... 

Non abbiamo il tempo di essere noi stessi.
Abbiamo solo il tempo di essere felici.
Albert Camus

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